37. LA PREGHIERA37 1. Si raccomanda di avere fede, di considerare le grandi verità, di praticare le virtù, e può avvenire che di fronte alle molte cose da farsi l'anima resti sconfortata. Allora s'aggiunge:
Pregare: La grazia ci da la forza di operare. Quello che è impossibile all'uomo è possibile a Dio. Tutta la forza la ricaviamo dalla preghiera. Un'anima tanto vale quanto sa pregare.
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2. Se la nostra forza dipende dalla grazia, che ci resta da fare? Vi è un altro elemento indispensabile: la santità dipende anche dalla nostra volontà. In collaborazione con la grazia occorre la buona volontà. Dice san Paolo: "Io ho piantato, Apollo ha innaffiato, ma chi dà incremento è Dio" (1Cor 3,6). Il contadino semina, lavora, ma chi da vita alla pianta è Dio, il quale fa germogliare, crescere, fruttificare.
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3. Avviene come nell'amministrazione dei sacramenti. I sacramenti sono opera divina, azione di Gesù Cristo, ma il ministro deve mettere la sua parte. Perché ci sia l'effetto il sacerdote deve dire: "Ego te baptizo... ego te absolvo...". E Gesù opera.
La grazia è assolutamente necessaria. Nel campo spirituale non possiamo fare nulla senza l'aiuto di Dio. "Sine me nihil potestis facere" (Gv 15,5) dice il Signore, e sant'Agostino commenta: "Nihil, cioè niente, di niente, né poco né molto". La grazia di Dio e la nostra collaborazione ottengono la santità ed il merito per la vita eterna. La grazia si ottiene con la preghiera e la nostra preghiera è onnipotente presso Dio.
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4. Vi sono grazie da chiedere in modo assoluto e vengono sempre concesse: la gloria di Dio e la nostra santificazione. Tutte le altre vengono concesse in quanto sono ordinate a queste essenziali. Le grazie materiali si ottengono se raggiungono lo scopo ultimo. La preghiera viene sempre esaudita o per ciò che chiediamo o in un senso migliore. Perciò sempre chiedere a queste condizioni e dire a Dio Padre che accolga la nostra preghiera e l'esaudisca nei suoi intendimenti e nel suo amore.
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5. Anche in fatto di grazie spirituali può darsi che non si venga esauditi sempre nel senso in cui si chiede. Ad esempio: può essere che una chieda l'umiltà ed ottenga aumento di carità. Un'altra domanda la buona riuscita in un intento, e commette tanti sbagli diretti a farle conoscere il suo nulla. Se chiediamo la pazienza il Signore ci manderà contrasti e tante occasioni per esercitarla fin che l'abbiamo acquistata. Il Signore è sapientissimo, sa le cose molto meglio di noi e la guida ai suoi intendimenti!
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6. Gesù ha sostenuto la passione. Noi avremmo disposte le cose diversamente avremmo voluto risparmiargli tante sofferenze. Anche Pietro ragionava così e si permise di rimproverare il Maestro che parlava di passione, ma si ebbe questa risposta: "Vade retro satana" (Mt 26,23). Gesù non irritato, ma deciso, fece capire a Pietro che faceva l'ufficio del tentatore.
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7. Il Padre celeste sente la preghiera di Gesù: "Padre se è possibile, s'allontani da me questo calice, ma non la mia bensì la tua volontà sia fatta" (Mt 26,39). E poi prega e prega ancora e termina la sua preghiera così: "Fiat voluntas tua" (Mt 26,42).
Il Padre lo esaudì non togliendogli il calice, ma dandogli la forza di berlo, quel calice che conteneva tutte le pene e le sofferenze fino alla morte. "In manus tuas commendo spiritum meum" (Lc 23,46). Ma conteneva pure la nostra salute. Bisogna che le nostre preghiere finiscano sempre così: "Fiat voluntas tua" (Mt 26,42), "come tu vuoi, o Signore".
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8. Ogni anima ha una missione da compiere sulla terra. Può essere che ad una religiosa sia riservata la missione della sofferenza, e per compierla ha bisogno di preghiera. Tutti dobbiamo pregare, e pregare come ci ha insegnato Gesù, come esprime il centro del Pater noster: "Fiat voluntas tua sicut in coelo et in terra" (Mt 6,10). Da parte nostra è dovere studiare pure le cose umanamente, ma sempre "Fiat voluntas tua, sicut in coelo et in terra" (Mt 6,10).
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9. Come fanno gli angeli in cielo così io quaggiù. Che il Signore ci guidi su quella strada che entra nei suoi disegni, arrivare a quel termine di santità per il quale ci ha creati, chiamati, ci dà le grazie.
Seguire la nostra via. Nei santi c'è una certa somiglianza generale, ma ciascuno ha sfumature stabilite da Dio per ogni anima. Come non si trovano due foglie perfettamente uguali, due individui identici, così non vi sono due anime uguali in tutto.
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10. E' necessario che noi sappiamo camminare umilmente rimetterci nelle mani di Dio, pregare e rimetterci nel divino volere. Quando avremo compiuta tutta la volontà di Dio sulla terra allora ci presenteremo a Lui per il premio. Il Signore "Elegit nos ut essemus sancti" (Ef 1,4). Seguirlo e non farci programmi contrari al suo volere e non pretendere di essere esaudite nei nostri capricci.
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11. Recitare bei Pater Noster e poi consegnarli a Gesù dicendo: "Li metto nelle tue mani, fai quello che vuoi". Posta così la preghiera è onnipotente perché vogliamo ciò che vuole Iddio: la gloria di Dio e la nostra santificazione; saremo certamente esauditi.
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12. Gesù ha bevuto il calice, ha compiuta la redenzione ed ora siede glorioso alla destra del Padre. Abbiamo così la messa che è la rinnovazione del sacrificio del calvario, che produce la comunione, la visita; ogni bene ci è venuto da quel calice. Avessimo dovuto consigliare Gesù certamente noi avremo scelti altri mezzi per salvare il mondo. Abbiamo la prudenza di non voler dare consigli a Dio, egli è sapientissimo, ci faccia passare per la strada che vuole. Ciò che piace a lui, piace anche a noi.
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13. La preghiera è onnipotente perché si rivolge a Dio che è onnipotente. Gesù ha detto: "Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio egli ve lo darà" (Gv 14,13). E quando disse questo si rivolse non solamente agli apostoli, ma erano pure presenti i peccatori, farisei, gentili. Per tutti è la parola "Chiedete ed otterrete" (Mt 7,7). Noi che siamo peccatori ed indegni possiamo avere la fiducia di essere ascoltati. Non dimentichiamo: "In nomine meo" (Mt 18,20) nel nome di Gesù.
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14. Non lasciamoci cadere in inganno. "Chi prega si salva, chi non prega si danna". Chi prega molto si santifica; chi molto e bene prega rende la sua anima simile a quella di Gesù, ossia apostolica. Sempre intimamente unita a Dio, anche se dobbiamo dedicarci all'attività esteriore.
Con la devozione alla Madonna la santificazione diviene facile non solo possibile.
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15. Quali sono le preghiere? la messa, la comunione, la confessione, la visita a Gesù Ostia. I sacramenti operano per virtù divina, per azione di Gesù Cristo; questo è di fede. Credere che nel sacramento della penitenza, se mettiamo le disposizioni, ci viene concesso il perdono; credere e non sospettare. Dire: sono perdonato ed ora devo convertirmi. Non è il passato che deve preoccuparci ma il presente e il futuro, la conversione vera.
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16. L'emendazione della vita è il gran segno del perdono di Dio. Il passato deve renderci esperti per l'avvenire. Essere fedeli alle pratiche stabilite dalle costituzioni, quelle quotidiane: messa, visita, rosario, comunione, esame di coscienza; settimanale: confessione, seconda messa la domenica od altro che la sostituisca, ecc.; mensili: ritiro nella prima settimana del mese; annuali: santi esercizi, celebrazioni delle feste nostre.
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17. Le anime religiose sono talora tentate con timori, scrupoli, pene interiori; e quando sono delicate possono concludere: io non faccio la comunione, non posso farla. Ricordare che per dover lasciare la comunione occorre essere certe di aver commesso il peccato che esso sia grave e che non si è ottenuto il perdono. Solo queste tre certezze impediscono di accostarsi. La preghiera, specie nella santa messa, sia sempre accompagnata da tanta fiducia. Quel Gesù che è nel tabernacolo prega incessantemente per noi, vuole il nostro bene ed è desideroso di concederci le grazie di cui abbisognamo più di quanto noi bramiamo ottenerle.
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18. Ora vi benedico perché possiate pregare sempre, migliorare la vostra preghiera ed ottenere molta grazia.
Coraggio dunque e sempre fiducia nell'aiuto di Dio al quale unite la buona volontà e la generosità. In ogni circostanza aumentiamo i nostri meriti per l'eternità, fino al giorno in cui raggiungeremo il premio eterno.
fine ritiro
1950 (?)
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