Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

XVI.
LE NOZZE DI CANA

Poco tempo dopo l'inizio della vita pubblica, Maria rivide il suo Gesù a Cana, piccolo villaggio ad un'ora di distanza da Nazaret, in occasione d'uno sposalizio in casa di parenti della Vergine SS.ma. Rimasta vedova del suo caro Sposo Giuseppe, Maria cambiò ben poco il suo sistema di vivere. Ella attendeva alla sua casa e non ne usciva se non per dovere di pietà verso il prossimo o la religione.
Non si deve tuttavia credere che ella mancasse a quei doveri di cortesia che consistono nel visitare i parenti, i congiunti, gli amici di casa sua, e, come narra il Vangelo, ella partecipò alle feste nuziali di due giovani sposi in una città della Galilea, chiamata Cana: «Et die tertia nuptiae factae sunt in Cana Galileae: et erat mater Jesu ibi: tre giorni dopo c'era un banchetto nuziale in Cana di Galilea e v'era presente anche la Madre di Gesù» (Giov. II, I).
E' una grande gioia per le donne orientali l'occuparsi dei preparativi per la festa nuziale. Le sorelle, le cugine, le amiche degli sposi si assumono l'incarico di preparare cibi prelibati, specialmente dolci. Arrivano alla casa, dove si celebrano, alla vigilia, o anche qualche giorno prima e vi
~
restano sino alla fine, cioè circa una settimana. Maria ed i parenti di Gesù, si trovavano a Cana. Forse i giovani sposi erano loro congiunti come si può dedurre dall'osservazione dell'Evangelista, il quale fa supporre che Maria si trovasse già in quella famiglia quando fu invitato il Figlio. E Gesù vi andò coi suoi discepoli;
In quelle feste Maria diede prova della bontà del suo cuore verso i novelli sposi e le loro famiglie, inducendo il Figlio a operare un delicato prodigio per togliere dall'imbarazzo gli sposi e non guastare la dolce allegria della festa.
Infatti, ad un certo punto, Maria si accorge che non c'è più vino: con un breve colloquio fa osservare a Gesù la preoccupazione dei giovani sposi, e delicatamente, come sapeva fare Lei sola, lo prega di soccorrerli: «Essendo venuto a mancare il vino dice a Gesù la Madre: Non hanno più vino» (Giov. II, 3). Tale proposta era, evidentemente, esigere un miracolo e rivelare tutta la confidenza di Maria nel suo Gesù. Ella aveva sempre creduto al potere divino del Figlio suo; per ben 30 anni aveva sperimentata la bontà del suo cuore e la sommissione ai più piccoli desideri. Era dunque certa d'ottenere il miracolo. Gesù però risponde a Maria in un modo, da far risaltare l'indipendenza della propria azione: «Che ho da fare con te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta» (Giov. II, 4).
Maria comprende ch'egli rimette il miracolo a più tardi, tuttavia, certa di essere esaudita, avverte i servi: «Fate tutto quello che Egli vi dirà».
Gesù infatti dà loro l'ordine, in apparenza senza importanza, di empire di acqua i recipienti. Erano sei grandi idrie di pietra, preparate per la purificazione dei Giudei, contenenti complessivamente circa cinque ettolitri.
~
I servi riempirono le idrie fino all'orlo. E Gesù: «Ora attingete e portate al Maestro di tavola» (Giov. II, 8).
Appena costui ebbe gustato quel vino, senza sapere donde venisse, rimproverò lo sposo di aver conservato il vino migliore per ultimo, contrariamente all'uso: «Omnis homo primum bonum vinum ponit et cum inebriati fuerint, tunc id, quod deterius est: tu autem servasti bonum vinum usque adhuc: Tutti, disse, pongono da principio il vino migliore, e quando sono già brilli, danno l'inferiore; ma tu hai serbato il migliore fino ad ora» (Giov. II, 10).
Gesù diede principio in Cana di Galilea ai suoi prodigi e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.
In questo fatto vi è pure un ammaestramento. Gesù volle operare il primo prodigio ad istanza di Maria per insegnare a noi con qual fiducia dobbiamo ricorrere a questa madre di bontà per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno.
Maria è buona, pensa a noi, vede e provvede alle nostre necessità. Maria conosce le nostre necessità. Assunta in cielo anima e corpo, ammessa alla visione beatifica, Maria vede in Dio, tutti i nostri pensieri, i sentimenti, le aspirazioni, le difficoltà, i pericoli, le tentazioni, i propositi.
Non siamo per questo dispensati dal pregarla, né dall'enumerare le grazie di cui abbiamo bisogno. Maria conosce ciò che è meglio per noi: esponiamole le nostre necessità e fidiamoci di lei; rimettiamoci completamente al suo cuore materno.

I. MARIA E' POTENTE A INTERCEDERE. - La potenza dei santi nell'ottenere le grazie è proporzionata al loro merito. Ora, come nessuno ha più
~
meriti di Maria, così nessuno ha tanta potenza d'intercessione: «Quod Deus imperio, tu prece, Virgo, potes: Quel che Dio può colla sua volontà onnipotente, tu, o Vergine, lo puoi con la tua preghiera».

II. MARIA HA AUTORITÀ DI MADRE SUL FIGLIO SUO E LA SUA PREGHIERA È ONNIPOTENTE. - Andiamo dunque da Maria e non temiamo di chiedere troppo. Non si chiede mai troppo, purché siano grazie utili per la vita eterna e la preghiera abbia le dovute disposizioni.

III. MARIA VUOLE PROVVEDERE. - Ella è nostra Madre e una madre vuole il bene del proprio figlio.

* * *

Maria ci vuole santi, simili a lei per regnare con lei nel Cielo. Ricordiamolo e preghiamo tanto la Vergine SS.ma: la preghiera fatta con le dovute disposizioni avrà certamente infallibile efficacia.

PENSIERO DI S. BERNARDO. - Assai dura, forse, e austera può sembrare la risposta del Signore: ma conosceva egli a chi parlava e Maria non ignorava chi parlasse. E perché tu sappia, com'ella abbia accolto la risposta e quanto abbia confidato nella bontà del Figlio, disse ai servi: badate e fate tutto quello che vi dirà.

ESEMPIO: IL DIPINTO DI FRA BARTOLOMEO

Correva l'anno 1247. A Firenze, i Fondatori dei Servi di Maria incaricarono Frate Bartolomeo, distinto e piissimo pittore, di dipingere nella loro Cappella un affresco rappresentante Maria nell'atto di ricevere dall'Arcangelo l'annunzio dell'Incarnazione
~
II pittore accettò e si pose all'opera. L'affresco era quasi ultimato: non gli rimaneva da dipingere che i volti della B. Vergine e dell'Angelo. Ma l'artista si sentiva incapace di esprimere il grande concetto dell'Annunciazione. Provò e riprovò più volte inutilmente, finché un giorno sfiduciato, si addormentò. Passarono alcuni istanti. Svegliatosi, Fra Bartolomeo vide con grande suo stupore i due volti di Maria e dell'Angelo, mirabilmente dipinti e con un'espressione celestiale. Fuori di sé per la gioia gridò al miracolo. Accorsero i Religiosi ed il popolo e tutti ammirarono stupefatti, quelle figure di Paradiso dipinte miracolosamente.
E' questa la pittura miracolosa della SS. Annunziata di Firenze innanzi alla quale anche ai giorni nostri fedeli accorrono devoti in preghiera ed innanzi alla quale S. Luigi Gonzaga emise il suo voto di perpetua verginità.
Il tributo dell'arte alla nostra celeste Sovrana è veramente grandioso, fervido, suggestivo ed è veramente imponente la serie dei capolavori d'arte che le intrecciano il regale diadema.

POESIA: A MARIA VERGINE

O Regina degli angioli, o Maria,
Ch'adorni il Ciel, co' tuoi lieti sembianti,
E Stella in mar, dirizzi i naviganti,
Al porto, o Segno di diritta via;

Per la gloria ove sie, Vergine pia,
Ti prego guardi a' miei miseri pianti;
Increscati di me, tommi davanti
L'insidie di colui che mi travia.

Io spero in Te, ed ho sempre sperato:
Vagliami il lungo amore e riverente,
Il qual ti porto ed ho sempre portato

Dirizza il mio cammin, fammi possente
Di divenir ancor dal destro lato
Del tuo Figliol fra la bëata gente.

GIOV. BOCCACCIO.

~