CONCLUSIONE
PERCHE' MARIA VIVA IN ME
La divozione a Maria è l'aroma della nostra fede, il sorriso celeste alle anime credenti, la nota gioconda per i nostri cuori, il palpito più caro nella nostra vita cristiana.
Le origini della divozione a Maria risalgono, sotto un certo aspetto, alle origini della famiglia umana. La sua bella figura di Corredentrice comparve per la prima volta nel Paradiso terrestre, indi accompagnò, accendendo di speranze, tutti i Padri antichi, illuminò i Profeti, fece vibrare una nota nuova nei riti sacri della Santa Alleanza, fu la desiderata delle genti.
Maria inaugurò i tempi nuovi e chiuse l'era antica. Nei tempi nuovi gettò coll'esempio i germi della purezza e della verginità che germogliarono e fruttificarono abbondantemente ovunque Ella stese il suo manto: allargandosi e stabilendosi sodamente il culto a Cristo, si allarga ogni dì il culto a Maria.
Tuttavia i fedeli ne ricavan scarso frutto. E questo o perché non conoscono abbastanza la divozione Mariana, o perché non l'apprezzano, o perché non la praticano come si dovrebbe.
E' quindi opportuna e necessaria una breve considerazione
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sull'aureo argomento della divozione a Maria.
Vedremo:
1. I motivi che giustificano la divozione a Maria;
2. Le qualità della vera divozione a Maria;
3. Fondamento della vera divozione a Maria SS.
I. I MOTIVI CHE GIUSTIFICANO LA DIVOZIONE A MARIA. - Causa prima della divozione è l'amore, perciò gli stessi motivi che ci spingono ad amare Maria ci spingono pure ad esserle devoti. Essi si riducono a sette:
Il primo è l'amore singolare che Dio Le porta. «Dio ama più la sola Vergine che tutti gli altri Santi», scrive il P. Suarez. E questa è la testimonianza concorde di S. Bonaventura, S. Anselmo, S. Agostino e tanti altri. La Madonna è la più amata da Dio perché è la Creatura più grande, la Primogenita, sia nell'ordine della natura che nell'ordine della grazia e della gloria: «Ego ex ore Altissimi prodivi: Primogenita ante omnem creaturam: Io uscii dalla bocca dell'Altissimo primogenita avanti tutte le creature» (Eccli. XXIV, 5).
Altro motivo della divozione alla Madonna è la sua dignità.
In Maria Dio raggiunse l'ultimo sforzo del suo potere. Egli può creare un firmamento più ricco di stelle, un oceano più sterminato, una terra più verdeggiante, ma non fare una Madre più eccelsa; perché non ci potrà essere Madre che sia più grande di Colei che chiama figlio Iddio stesso. L'augusto titolo di Madre di Dio è un abisso di perfezione, e da questo abisso, come da fonte perenne ed inesauribile, derivano a Maria tesori infiniti.
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Terzo motivo è la santità di Maria.
Volendo Iddio che la Madre sua fosse la più amata e la più onorata fra tutte le creature, la fece altresì la più degna di amore e di onore. Perciò l'arricchì di grazia di più di tutti gli Angeli e i Santi assieme.
Altro motivo è il culto che la Chiesa ebbe in ogni tempo verso Maria.
Quinto motivo sono i benefici ottenutici per la sua intercessione.
Sesto: l'amore che Ella ci porta.
Ultimo: segno di eterna predestinazione che questa divozione porta con sé.
Chi fugge da Maria incontra la morte; chi trova Maria trova la vita.
II. QUALITA' DELLA VERA DIVOZIONE. -Dev'essere interiore, tenera, santa, costante, disinteressata.
Interiore: ossia deve partire dallo spirito, dal cuore, derivare dalla stima che si ha di Maria, dal concetto delle sue grandezze e dall'amore che le si porta.
Tenera: cioè piena di confidenza. Questa fa che l'anima ricorra a Maria in tutti i suoi bisogni con molta semplicità, fiducia e tenerezza, come a sua vera e buona madre: nei dubbi per essere rischiarata; nelle tentazioni per essere sostenuta; nelle debolezze per essere fortificata; nelle cadute per essere rialzata; negli scoraggiamenti per essere rianimata; negli scrupoli per esserne liberata; nelle croci, lavori e contrarietà della vita per essere consolata.
Santa: ossia porta l'anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù di Maria, specialmente la sua profonda umiltà, la sua obbedienza cieca, la sua fede viva, la sua continua orazione, la sua
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mortificazione universale, la sua divina purezza, la sua carità ardente, la sua pazienza eroica, la sua angelica dolcezza e la sua divina sapienza.
Costante: la costante divozione a Maria conferma l'anima nel bene, la rende coraggiosa nell'opporsi alle massime del mondo, agli stimoli della carne e alle tentazioni del demonio, onde una persona veramente divota di Maria non è volubile, melanconica, scrupolosa, timorosa.
Disinteressata: deve cioè portare l'anima a non ricercare se stessa, ma Dio solo nella santa sua Madre.
Un vero divoto di Maria non serve questa augusta Regina per spirito di interesse, ma specialmente perché Essa merita di essere servita; non l'ama solo perché ne è beneficato o perché spera di ricevere favori, ma perché Ella è amabile. Egli perciò le vuole bene e la serve fedelmente tanto nelle noie e nelle aridità quanto nelle dolcezze e favori sensibili, l'ama tanto sul Calvario quanto alle nozze di Cana.
Oh, quanto è gradito agli occhi di Dio e della sua SS.ma Madre un tale devoto!
III. FONDAMENTO DELLA VERA DIVOZIONE A MARIA. - La Divozione a Maria ha le sue basi in Dio, in Gesù Cristo, nella Chiesa, in se stessa, nella Liturgia.
In Dio. Maria fu nel pensiero e nella volontà di Dio, fin dall'eternità: «Ab aeterno ordinata sum» (Prov. VIII, 23). Nel Paradiso terrestre Iddio promise ai progenitori decaduti una Donna che col suo piede verginale avrebbe schiacciato il capo al demonio: quella Donna era Maria. Ispirò i profeti a parlare di Lei, dei suoi privilegi; delle sue doti; suscitò donne magnanime a raffigurarla.
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La preservò dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; la riempì di grazie; l'associò all'opera della Redenzione e coronò la sua vita con la gloriosa assunzione al cielo.
In Gesù Cristo: perché Maria visse, lavorò, pregò con Lui; e con Lui condivise le gioie e i dolori della vita intima e familiare.
Nella Chiesa: la quale fu fondata sotto lo sguardo di Maria e per mezzo suo cominciò a diffondersi. In seguito la proclamò Madre sua e celebrò con lo stesso slancio, ed invocò con la stessa speranza Gesù e Maria; alle feste maestose di Gesù unì sempre quelle amabili di Maria.
Nella stessa Vergine: Ella stessa, per il suo ministero, per le sue virtù, si impone al nostro rispetto, alla nostra confidenza, al nostro amore, alla nostra divozione. La grandezza del suo divin Figlio Gesù riverbera in Lei un raggio così fulgido di nobiltà, di elevazione, che non si può non venerarla ed amarla.
Da ultimo, la divozione a Maria ha anche un fondamento liturgico. Le liturgie anche le più antiche favoriscono tutte la divozione mariana. Nella liturgia attribuita a S. Giacomo si legge: «Facciamo commemorazione della SS. Immacolata, gloriosissima e benedetta Maria, nostra Signora, Madre del nostro Dio e sempre Vergine».
La liturgia di S. Giovanni Crisostomo dice: «Facciamo commemorazione della santissima, purissima, benedetta sopra tutte le creature, Maria, nostra gloriosa Signora, Madre di Dio, sempre Vergine, raccomandiamo a Gesù Cristo le persone e la vita». Quella dei Greci suona così: «Interponiamo presso di Voi, la Madre nostra che partorì secondo la carne e rimase Vergine anche sopra il
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parto. Per intercessione di questa gloriosissima Donna, perdonate a tutti quelli che l'invocano, i peccati commessi; l'onore che le rendono sia un onore di vita». E nella liturgia antichissima degli Etiopi si trovano queste parole: «Rallegratevi, Vergine, in ogni tempo; levate in ogni tempo le nostre preghiere al soggiorno degli eletti, affinché ci siano rimesse le colpe; intercedete presso il trono del vostro Figlio, affinché si muova a compassione delle anime nostre». Finalmente nella Liturgia latina si commemora la Vergine perché interceda da Dio protezione e soccorso a tutti i fedeli.
Maria dunque si impone al nostro culto, al nostro amore, alla nostra venerazione: rispondiamo generosamente.
Verrà tempo, dice Maria nel sublime cantico del «Magnificat», che tutte le Nazioni mi chiameranno beata: «Beatam me dicent omnes generationes» (Luc. I, 48). Con queste parole Ella annuncia e predice la sua grandezza e questa sua profezia si è adempita in modo mirabile in tutti i secoli. Tutto ne fa fede: le Chiese, le cappelle, gli altari, i monumenti, i pellegrinaggi, le congregazioni religiose, le confraternite istituite in suo onore, le preghiere, le processioni, i canti dei fedeli. A Lei sola si porge il culto di iperdulia, poiché il culto della Vergine vince in splendore, in estensione, in frequenza il culto che si presta agli angeli e ai santi tutti assieme sulla terra e nel cielo; nei paesi civili e nei paesi barbari, ovunque echeggia glorioso e venerato il nome della gran Madre di Dio.
In ogni tempo ed in ogni luogo, i cristiani e la Chiesa tutta celebrano e celebreranno, o Vergine augusta, la vostra Concezione Immacolata, la
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verginità illibata, la maternità divina, l'umiltà, l'obbedienza, la pazienza, la santità ed ogni vostra virtù!
Deh, prosperi, aumenti e si dilati il vostro culto, o Maria, fino a che vi saranno uomini in terra e Angeli in cielo! Fino a che Dio sarà Dio! Ma così sarà certamente, ed io me ne compiacerò, o Madre mia, perché voi ne siete degna. Ottenetemi che vi onori, che vi preghi, vi ami, e imiti quaggiù per poter godere per sempre della vostra vista e compagnia in cielo.
Viva Maria, viva il suo nome, il suo culto, il suo amore!
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Quanto è dolce pregare Maria, amarla, onorarla, imitarla! Voglio, anelo, sospiro e protesto di vivere in Maria, con Maria, per Maria, affinché mi sia dato di morire tra le materne sue braccia.
PENSIERO DI S. BERNARDO. - Procuriamo di venerare con tutti gli affetti del cuore questa divina Madre Maria, poiché questa è la volontà di Dio, il quale vuole che riceviamo ogni bene per le mani di Maria.
LETTURA: UNA LEGGENDA
Sotto il regno di Cesare Augusto avveniva in Roma un fatto assai curioso. Dalla taverna meritoria, un luogo di convegno per i soldati invalidi, sita in Trastevere, era scaturita una fontana di olio di soave profumo, giallo e lucente come l'oro; che serpeggiando per la città era giunto fino al Tevere. Quando l'Imperatore seppe questa notizia, restò profondamente impressionato. Chiese subito spiegazione ai sapienti che lo circondavano; essi risposero che era stato predetto, che «quando in Roma fosse sgorgata una fontana di olio purissimo, sarebbe apparso nel mondo l'uomo più potente».
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I cortigiani risero della profezia. Dichiararono anzi che nessuno al mondo sarebbe stato più grande di Cesare Augusto e proposero di erigergli un tempio.
Ma Cesare non fu tranquillo. Mandò a chiamare la Sibilla, perché lo illuminasse. E radunati i più intimi, l'attese sul Campidoglio. La Sibilla giunta al cospetto dell'Imperatore, stette alquanto in meditazione, indi esclamò: «O Cesare, i miei occhi vedono cose non mai vedute; le mie orecchie odono cose non mai udite!... Vedo, o divino imperatore, un cerchio d'oro intorno al sole e nel cerchio una Vergine, più bella di Venere, più splendente dell'Aurora, madre di un bimbo meraviglioso, destinato a diventar assai più grande di te, o Augusto, assai più grande dei re che furon e che saranno. Non avrà terra, ma regnerà su tutta la terra, finché avrà acqua il mare, finché avrà stelle il cielo, finché avrà luce il sole! Egli sarà il magnifico Sovrano della Verità, Colui che dirà agli uomini parole divine: parole che recheranno nuove speranze nei cuori, nuova vita alla vita, nuova luce alla morte! Onoralo, o Cesare, Egli è un nuovo DIO!».
Cesare spinto da un oscuro senso di timore, arse incensi a quel Dio ignoto ed eresse nelle sue stanze segrete in Campidoglio un altare al bimbo misterioso colla iscrizione: «Ara Primogenito Dei».
Oggi sul luogo di quell'altare di Augusto sorge la Chiesa detta: «Ara Coeli».
IL TE DEUM MARIANO DI S. BONAVENTURA.
Noi diamo lode a Voi, o Madre di Dio, noi vi proclamiamo Vergine e Madre!
La terra intera vi venera come sposa dell'Eterno Padre!
E' a voi che tutti gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini cantano incessantemente:
Santa, Santa, Santa è la Madre di Dio, Maria sempre Vergine!
Il cielo e la terra sono pieni della maestà del Figlio vostro!
Voi siete onorata Regina da tutta la corta celeste!
Voi siete dal mondo intero e dalla santa Chiesa invocata e celebrata Madre di Dio, Maestà!
Voi siete la porta del Paradiso, la scala del regno dei cieli e della gloria beata!
Voi siete la Sposa e la Madre del Re eterno, il tempio ed il Santuario dello Spirito Santo; l'altare della SS. Trinità!
Voi siete la mediatrice tra Cristo e gli uomini, l'Avvocata dei poveri!
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Voi siete, dopo Gesù, nostra sola speranza, la padrona del mondo, la Regina del cielo!
Voi siete la promessa dei Patriarchi, la verità dei Profeti, la luce degli Apostoli, l'ispiratrice degli Evangelisti, la forza dei Martiri, il modello dei Confessori, l'onore e la gioia dei Vergini!
Vergine misericordiosa, fateci, con tutti i santi, partecipi della gloria eterna!
Noi v'inchiniamo e vi salutiamo ogni giorno, o Madre di amore!
Maria dolce e buona, in Voi poniamo tutta la nostra speranza, difendeteci per tutta l'eternità!
Amen!
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