Beato Giacomo Alberione

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Maternità di Maria SS.ma


Maria SS. è vera Madre di Dio. Così insegna la Chiesa, Maestra infallibile di verità, così prova la Sacra Scrittura.
E' dottrina della Chiesa: La Vergine generò Cristo, il quale in un'unica persona unisce le due nature, la divina e l'umana. La persona divina del Verbo assunse un'anima e un corpo come abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine. Dunque Maria ha per Figlio lo stesso Figlio di Dio, ed è per questo vera Madre di Dio.
Dice il Concilio Niceno II: Confitemur Dominam nostram Sanctam Mariam proprie et veraciter Dei Genitricem, quoniam peperit carne unum ex Sancta Trinitate, Christum Deum nostrum: Confessiamo Maria SS. propriamente e veracemente Madre di Dio, poiché generò secondo
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la carne, una delle Persone della SS. Trinità, Cristo nostro Dio».
Nell'annunciazione l'Angelo Gabriele disse a Maria: «Quod nascetur ex te Sanctum vocabitur Filius Dei: Il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio» (Luca 1, 35).
Così ancora la salutò Santa Elisabetta: «Unde hoc mihi, ut veniat Mater Domini mei ad me? E donde a me tanta grazia, che la Madre del mio Signore venga a trovarmi?» (Luca 1, 43). E S. Paolo: «Misit Deus Filium suum factum ex muliere: Dio mandò il suo Figlio fatto di donna» (Gal. 4, 4).
Il Figlio di Maria Vergine è dunque il Figlio di Dio Purtroppo questa verità fu combattuta dagli eretici. Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, per primo, osò negare con scritti e in pubblici discorsi la Divina Maternità di Maria.
Ma a sconfiggere questa eresia e far risplendere più chiaramente la verità, Maria suscitò S. Cirillo Alessandrino, il quale per volontà di S. Celestino I, Pontefice allora regnante, presiedé il Concilio di Efeso convocato appunto per debellare l'eresia. In esso si definì: «Chi non confessa che la Beata Vergine è veramente Madre di Dio, sia scomunicato: Si quis... non confitetur S. Virginem Deiparam... anathema sit».
La Divina Maternità di Maria è la sorgente di tutte le grazie e di tutti i privilegi a Lei concessi. Come in Dio, l'attributo fondamentale
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donde procedono tutti gli altri attributi, ossia il costitutivo metafisico, è l'aseità, così, costitutivo metafisico di tutte le grazie, virtù e privilegi di Maria, è la Divina Maternità. L'essere Madre di Gesù è una dignità così alta che sola basta a porre la Vergine immensamente al disopra d'ogni altra creatura.
Anche la Tradizione Apostolica unanimemente invoca e venera Maria vera Madre di Dio. Afferma Teodoreto: «Antiquissimos catholicae fidei praecones ex apostolica traditione docuisse Matrem Domini memorandam colendamque esse ut Dei Genitricem».
S. Cirillo esortava i cristiani: «Atqui vos Mariam non cessetis vocare Teotokon, id est Dei Genitricem: Non lasciate d'invocare Maria Madre di Dio».
Ancora dalla S. Liturgia, appare quanto sia antica ed universale la divozione a Maria Madre di Dio.
Il Breviario di questa festa dice:
«Viene scelta una Vergine regale, della stirpe di David, la quale dovendo portare nel seno il sacro rampollo, concepisse l'Uomo-Dio spiritualmente, prima che corporalmente. E affinché ignara del disegno celeste, non si spaventasse a sì inusitato annunzio, apprende mediante colloquio angelico quel che lo Spirito Santo doveva operare in lei: così ella che presto diverrà Madre di Dio, non teme più alcun danno per il suo pudore. Perché infatti dispererebbe della
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novità della concezione, lei cui se ne promette l'efficienza per opera dell'Altissimo? Si conferma la fede del suo credere anche coll'attestazione d'un miracolo precedente. E' donata ad Elisabetta impensatamente la fecondità, affinché chi aveva dato d'essere madre a una sterile, non si dubitasse che lo darebbe anche ad una Vergine. Pertanto il Verbo Figliuolo di Dio, che «nel principio era presso Dio, per cui sono state fatte tutte le cose, e senza di lui nulla fu fatto» per liberare l'uomo dalla morte eterna, s'è fatto uomo.
«Nostro Signor Gesù Cristo dalla sede del cielo discende e viene quaggiù senza però lasciare la gloria del Padre, generato con un procedimento nuovo, con una nuova natività. Con un procedimento nuovo, perché invisibile nella sua natura, s'è fatto visibile nella nostra: immenso ha voluto essere limitato; sussistente innanzi al tempo, cominciò ad essere nel tempo. Ma è stato dato alla luce con una nuova attività: concepito da una Vergine, nato da una Vergine, senza concorso di padre terreno, senza perdita di verginità della madre, perché nascita siffatta conveniva al futuro Salvatore degli uomini, il quale avesse in sé vera natura umana e ignorasse le sozzure della natura umana. Origine dissimile, ma natura consimile: ciò che crediamo è fuori dell'uso e consuetudine umana; ma è sostenuto dalla potenza divina, che
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una Vergine è divenuta Madre, Vergine ha dato alla luce, Vergine è rimasta.
«Allorché nell'anno 1931, con plauso di tutto l'orbe cattolico si celebravano feste solenni del XV centenario dacché nel concilio di Efeso la beata Vergine Maria, da cui è nato Gesù, fu, contro l'eresia di Nestorio dai Padri, con a capo Papa Celestino, proclamata Madre di Dio, il Sommo Pontefice Pio XI volle, a testimonianza perenne della sua pietà, che di (tanto) fatto rimanesse eterna memoria. Pertanto curò con sua munificenza che l'insigne monumento della proclamazione efesina che già esisteva nell'urbe, cioè l'arco trionfale nella Basilica di S. Maria Maggiore sull'Esquilino, dal suo predecessore Sisto III ornato con meraviglioso mosaico, deperito per l'ingiuria del tempo, fosse felicemente restaurato insieme con l'ala trasversale della Basilica. Descritti poi con lettera enciclica i lineamenti genuini del Concilio Ecumenico Efesino, illustrò pienamente e largamente il privilegio ineffabile della Divina Maternità della beata Vergine Maria, affinché la dottrina di sì grande mistero si imprimesse altamente negli animi dei fedeli. Nel contempo propose la benedetta fra tutte le donne, Maria Madre di Dio e la Famiglia di Nazaret, qual unico nobilissimo esempio da imitare sia per la dignità e santità del casto sposalizio, sia dell'educazione santa da darsi alla gioventù. Infine, affinché non mancasse neppure il monumento liturgico, ordinò
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che la festa della divina Maternità della beata Vergine Maria con Messa e Ufficio proprio, fosse celebrata ogni anno con rito doppio di seconda classe il giorno 11 ottobre».
Onoriamo dunque la Vergine eccelsa, Colei che è «Sancta Dei Genitrix» e ricaviamo dalla sua festa un buon insegnamento per noi: l'amore.
L'Incarnazione del Verbo è mistero d'amore: il grande mistero dell'amore che vinse l'odio del mondo. Maria diede al mondo, come si esprime la Liturgia di questa festa, il frutto del suo seno in opposizione ad Eva che diede il frutto proibito, causa di ogni male.
In Maria si compì l'unione più intima, più alta fra la creatura ed il Creatore; in Lei il Verbo di Dio assunse la natura umana ipostaticamente unita alla sua persona divina.
Maria è elevata a una dignità altissima che confina con la divinità. Ella è Madre dell'Amore. Il gran male dell'uomo è l'odio: egli offende Dio col peccato; e se disgusta il Signore, come potrà amare il prossimo, sua vera immagine?
Nel mondo regna l'odio: nelle famiglie, nelle nazioni, è tutta una scuola di odio, di vendetta; un'organizzazione di Stati che vanno a gara nell'armarsi per seminare odio e divisione nelle Nazioni.
Gesù invece è amore. La cattolicità è amore perché indica l'unione di tutti gli uomini sotto la Madre Chiesa. La Redenzione è amore.
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In questa festa chiedere quindi l'amore tra gli uomini, la cattolicità. Gesù non vinse con l'odio, ma con l'amore. «L'amore è forte come la morte: Fortis ut mors dilectio» (Cant. 8, 6). L'amore vince tutto. Bisogna amarsi. Questa scuola organizzata di odio, di dominio, di guerre, influisce in tutti. Quanto è difficile oggi l'amore vero tanto inculcato dal Divin Maestro!
Amarsi per riparare i peccati di odio, amarsi per seguire l'esempio di Gesù, il quale sopportò ogni patimento per raccogliere presso la sua croce tutte le anime amanti.
Il Calvario era luogo di odio umano, ma in fondo vi era la scena di amore, di Maria e di Gesù che moriva per amore.
Frutto di questa festa sia: condurre una vita di pazienza e di affetto; bandire ogni invidia e gelosia, ricordando che ama maggiormente chi sopporta e tace con Maria ai piedi della Croce.
L'amore è vincolo di perfezione e in esso sta l'adempimento di tutta la legge: «Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua mente; amerai il prossimo tuo come te stesso» (Matteo 22, 37, 39)
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Messa della Divina Maternità

Introitus ISAI. 7, 14. - Ecce, Virgo concipiet, et pariet filium, et vocabitur nomen ejus Emmanuel.
Ps. 97, 1 - Cantate Domino canticum novum, quia mirabilia fecit.
Gloria Patri.

Oremus. - Deus, qui de beatae Mariae Virginis utero Verbum tuum, Angelo nuntiante, carnem suscipere voluisti: praesta supplicibus tuis; ut qui vere eam Genitricem Dei credimus, ejus apud te intercessionibus adjuvemur. Per eumdem Dominum.

Lectio libri sapientiae. ECCLI. 24, 23-31.
Ego quasi vitis fructificavi suavitatem odoris: et flores mei, fructus honoris et honestatis. Ego Mater pulchrae dilectionis et timoris, et agnitionis, et sanctae spei. In me gratia omnis viae et veritatis: in me omnis spes vitae et virtutis. Transite ad me omnes qui concupiscitis me, et a generationibus meis implemini: Spiritus enim meus super

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Introito. ISAI. 7, 14. - Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio che si chiamerà Emmanuele.
Ps. 97, 1. - Cantate al Signore un cantico nuovo, perché fece mirabili cose.
Gloria al Padre.

Orazione. - O Dio, che all'annunzio dell'Angelo volesti che il tuo Verbo prendesse carne nel seno della Beata Vergine Maria, concedi alle preghiere dei tuoi servi, che noi, i quali la crediamo vera Madre di Dio, siamo aiutati presso di Te dalla sua intercessione.

Lettura del libro della sapienza. ECCLI. 24, 23-31.
Io come la vite gettai frutti di soave odore ed i miei fiori sono frutti di gloria e di ricchezza. Io madre del bell'amore e del timore, della scienza e della santa speranza. In me ogni grazia per conoscere la via della verità; in me ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me voi tutti che siete presi dall'amore di me, e saziatevi dei miei frutti; perché dolce è il mio spirito più
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mel dulcis, et haereditas mea super mel et favum. Memoria mea in generationibus saeculorum. Qui edunt me adhuc esurient: et qui bibunt me adhuc sitient. Qui audit me, non confundetur: et qui operantur in me, non peccabunt. Qui elucidant me, vitam aeternam habebunt.

Graduale. ISAI 11, 1-2. - Egredietur virga de radice Jesse et flos de radice ejus ascendet. Et requiescet super eam Spiritus Domini.
Alleluja, alleluja.
V). Virgo Dei genitrix quem totus non capit orbis, in tua se clausit viscera factus homo.

Sequentia sancti Evangelii secundum Lucam. LUC. 2,43-51.
In illo tempore: Cum redirent, remansit puer Jesus in Jerusalem; et non cognoverunt parentes ejus. Existimantes autem illum esse in comitatu, venerunt iter diei et requirebant eum inter cognatos, et notos. Et non invenientes, regressi sunt in Jerusalem, requirentes eum. Et factum est, post triduum invenerunt illum in templo sedentem in medio doctorum, audientem illos, et interrogantem eos. Stupebant autem omnes qui eum audiebant, super

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del miele, e la mia eredità più del favo del miele. Memoria di me si farà per il corso di tutti i secoli. Coloro che mi mangiano hanno sempre fame; e coloro che mi bevono hanno sempre sete. Chi ascolta me, non avrà mai da arrossire; e quelli che per me operano, non peccheranno. Coloro che mi fanno conoscere (agli altri) avranno la vita eterna.

Graduale. ISAIA. 11, 1-2. - Spunterà un pollone dalla radice di Jesse e un fiore dalla radice di lui si alzerà; e sopra di lui riposerà lo Spirito del Signore.
V). Vergine Madre di Dio Colui che tutto il mondo non può contenere si rinchiuse nel tuo seno fatto uomo.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca. LUC. 2, 43-51.
In quel tempo: Al ritorno, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme all'insaputa dei suoi genitori. E pensando che egli fosse coi compagni, camminarono una giornata e lo andarono cercando tra i parenti ed i conoscenti. Né avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme a cercarlo. Ed avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, che sedeva in mezzo ai dottori, e li ascoltava e li interrogava. E tutti quei che lo udivano restavano attoniti della sua sapienza e delle sue risposte. E vedutolo
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prudentia et responsis ejus. Et videntes admirati sunt. Et dixit Mater ejus ad illum: Fili, quid fecisti nobis sic? Ecce pater tuus et ego dolentes quaerebamus te. Et ait ad illos: Quid est quod me quaerebatis? Nesciebatis, quia in his quae Patris mei sunt oportet me esse? Et ipsi non intellexerunt verbum, quod locutus est ad eos. Et descendit cum eis, et venit Nazareth; et erat subditus illis.

Offertorium. MATTH. 1, 18. - Cum esset desponsata mater ejus Maria Joseph, inventa est in utero habens de Spiritu Sancto.

Secreta. - Tua, Domine, propitiatione, et beatae Mariae semper Virginis Unigeniti tui Matris intercessione, ad perpetuam atque praesentem haec oblatio nobis proficiat prosperitatem, et pacem. Per eumdem...

Communio. - Beata viscera Mariae Virginis quae portaverunt aeterni Patris Filium.

Postcommunio. - Haec nos communio, Domine, purget a crimine: et, intercedente Beata Virgine Dei Genitrice Maria, caelestis remedii faciat esse consortes. Per eumdem Dominum.

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ne fecero le meraviglie. E la madre sua gli disse: Figlio perché ci hai fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati andavamo in cerca di te. Ed egli disse loro: Perché mi cercavate voi? Non sapevate come nelle cose spettanti al Padre mio debbo occuparmi? Ed essi non compresero quel ch'egli aveva lor detto. E se n'andò con essi, e fè ritorno a Nazareth; ed era ad essi soggetto.

Offertorio. MATTH. 1, 18. - Essendo Maria, la madre di lui, sposata a Giuseppe, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Segreta. - Per la tua clemenza, o Signore, e per l'intercessione della beata Maria Madre sempre Vergine del tuo Unigenito, quest'offerta ci giovi per la presente e per la perpetua prosperità e pace. Per lo stesso Signore.

Comunione. - Beato il seno di Maria Vergine, che portò il Figlio dell'Eterno Padre.

Dopocomunione. - Questa comunione, o Signore, ci purifichi dalla colpa, e, per l'intercessione della beata Vergine Maria Madre di Dio, ci faccia partecipi del celeste rimedio. Per lo stesso Signore.
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