Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Lo Sposalizio


Pare cosa da far meraviglia che la Chiesa abbia stabilito una festa con liturgia propria per celebrare lo sposalizio tra Maria SS. e San Giuseppe, mentre Ella era destinata ad essere la Vergine delle Vergini; ma in realtà Dio aveva istituito il matrimonio già nel Paradiso terrestre come cosa santa e d'altra parte conviene considerare con cuore umile i profondi disegni e le ricchezze della sapienza e scienza di Dio, senza pretendere di arrivarvi mai a fondo su la terra.
Creato il primo uomo Iddio disse: «Non est bonum esse hominem solum, faciamus ei adiutorium simile sibi». Fece quindi assopire Adamo, e durante il sonno formò, con una sua costola, la donna che doveva essergli compagna per tutta la vita. La presentò poi ad Adamo il
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quale esclamò: «Ecce os ex ossibus meis, et caro de carne mea. Quamobrem relinquet homo patrem suum et matrem, et adhaerebit uxori suae, et erunt duo in carne una: ecco l'ossa delle mie ossa e la carne della mia carne, perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e i due saranno una sola carne» (Gen. 2, 23-24).
Ma col passar dei secoli nacquero molti abusi, e Dio stesso venne a richiamare il contratto matrimoniale alla sua santità, poiché esso è di divina volontà. A suo tempo poi Gesù Cristo elevò il contratto alla dignità di Sacramento.
Perché Maria andò sposa a Giuseppe? Ecco:
1) La SS. Vergine doveva avere in sé tutti i meriti dei Santi: «In Maria totius gratiae plenitudo quae in Christo venit, quamvis aliter» (S. Girolamo). Ma il matrimonio è grande merito davanti a Dio perché importa gravissimi doveri; e Dio così volle raccogliesse in se i meriti di tutti i Santi.
L'unione di Maria con Giuseppe, inoltre, entrava come uno degli elementi nel piano fissato dalla Provvidenza riguardo al compimento dell'Incarnazione. Maria aveva bisogno di uno sposo che provvedesse alle sue necessità materiali e la difendesse dalla calunnia la quale non sarebbe mancata qualora la SS. Vergine fosse restata coronata dall'aureola della maternità fuori del legittimo matrimonio.
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L'unione di Maria con Giuseppe ebbe tutti i caratteri di un vero e proprio matrimonio. Ella si sposò, secondo la Tradizione, verso i 15 o 16 anni. I libri apocrifi raccontano graziosi episodi di quell'avvenimento. Dicono tra l'altro, che, avendo il Sommo Sacerdote stabilito il matrimonio di Maria SS., bandì una specie di concorso tra i parenti e migliori giovani aspiranti alla sua mano. Parecchi furono quelli che si presentarono, e tra essi Giuseppe. Il Sommo Sacerdote si fece dare il bastone di ciascuno e disse: «Colui il cui bastone fiorirà, sarà il prescelto». Il Cielo favorì il casto Giuseppe il quale poté impalmare la Vergine benedetta. Quel santo matrimonio, affermano S. Giovanni Crisostomo ed altri SS. Padri, venne celebrato al Tempio, e la S. Scrittura dice che Giuseppe, unito in matrimonio con Maria, visse con lei come fratello e sorella conservando sempre illibato il fiore verginale: «Et non cognoscebat eam» (Matt. 1, 25).
Il grande Raffaello, attenendosi al racconto dei Vangeli apocrifi, rappresentò coll'immortale suo pennello, il matrimonio di Maria SS. con S. Giuseppe: pose in prospettiva il santo Tempio di Gerusalemme; Maria e Giuseppe in piedi davanti al sommo Sacerdote Giuseppe il cui aspetto ha l'impronta d'una virilità non avanzata, è in atto di presentare l'anello alla Santa Vergine e con una mano tiene la verga fiorita. Dietro a lui stanno alcuni giovani con una verga
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arida in mano, e uno di essi, Agabbo, è in atto di spezzarla col ginocchio. La leggenda racconta che questi, spezzata la verga, corse a nascondersi nella solitudine del Carmelo.
Le nozze di Maria e di Giuseppe furono nozze misteriose ed umili, ma furono nozze che fecero risaltare maggiormente lo splendore della verginità di Maria. Come due gigli, quando intrecciano il loro profumo, aumentano la loro fragranza, così l'unione di Maria e di Giuseppe dimostra assai bene quanto il loro cuore fosse terso da ogni attacco sensuale e quanto fosse ardente in essi il desiderio di emulare gli Angeli nella loro inalterabile purità. Nel matrimonio di Maria con Giuseppe nulla vi fu di terreno, ma tutto ebbe un'impronta celeste: le loro vite si fusero in una sola, per poter così, con raddoppiato slancio, elevarsi a Dio.
2) Dio non volle rivelare tutto d'un tratto l'altissimo mistero dell'Incarnazione, ma a poco a poco per non offendere le deboli menti umane. Come il sole non splende d'un tratto in tutto il suo fulgore, ma è preceduto dall'alba e dall'aurora, così la rivelazione dell'Incarnazione del Figlio di Dio non apparve subito in tutto il suo mistero. Iddio infinitamente sapiente, volle nascondere agli occhi dei profani l'augusto mistero e dispose che anche Maria avesse uno Sposo.
La legge ebrea condannava alla lapidazione le fanciulle divenute madri senza essere unite in matrimonio. Qual disonore quindi per la
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Vergine tutta pura, se fosse apparsa madre prima di essere legalmente unita a S. Giuseppe! Ecco perché Iddio non volle nascere da una semplice fanciulla, ma da una donna sposata.
3) Il Figlio di Dio incarnato doveva inoltre avere un nutrizio e S. Giuseppe, Sposo illibatissimo di Maria, fu elevato a tale dignità.
4) Gesù Cristo stesso infine, doveva rivelare il mistero dell'Incarnazione e provarlo coi miracoli. Occorreva dunque che fosse nascosto anche ai demoni i quali, benché invano, non avrebbero tralasciato mezzo alcuno per impedire l'opera della Redenzione e coprire di fango l'onoratezza di Maria Vergine.
Questi, in breve, sono i motivi per cui l'Altissimo volle che Maria fosse unita in matrimonio, motivi che la Chiesa ricorda nella recita del Breviario. Le lezioni del II Notturno dicono:
«Era conveniente rimanesse celato al mondo per alquanto tempo il segreto divino, non perché Dio temesse poterne essere impedito qualora avesse voluto palesarlo, ma poiché Egli, che fa non solo potentemente, ma anche sapientemente ciò che vuole, come suole serbare in tutte le sue opere, certe cose o convenienze di tempo, così anche in questa sua opera, magnifica, cioè della nostra riparazione, volle mostrare non solo la sua potenza, ma anche la prudenza.
Era dunque conveniente che tutte le cose, sia celesti che terrene, fossero da Dio disposte
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soavemente, in quanto, scacciato il demonio, confermasse gli uomini con la pace.
E questi che avrebbe vinto il nemico invidioso, era assai necessario lasciasse prima a noi l'esempio della sua umiltà e mansuetudine; diventando così modello ammirabile di sapienza, affinché apparisse forte ai suoi ed ai nemici.
Che cosa gioverebbe se il demonio fosse vinto da Dio, ma noi fossimo vinti dal demonio? Giustamente dunque Maria fu Sposa di Giuseppe, poiché per questo vennero nascoste le cose sante ai cani e la verginità fu comprovata dallo Sposo; la verecondia della Vergine difesa e provveduto alla sua fama. Qual cosa più sapiente? Che più degno della Divina Provvidenza?».
Come pratica, da questa meditazione proponiamo di ricavare:
1. Una grande riservatezza. Maria è la castissima Sposa di S. Giuseppe che ama cordialmente, ma pur santamente. Il nostro tratto sia sempre delicato specialmente verso le persone di diverso sesso.
2. Amore alla S. Famiglia. Come Maria fu costantemente unita al suo fedele Sposo ed al suo Divin Figlio, così anche noi non disgiungiamo ciò che Dio ha unito. I nomi di Gesù, Giuseppe e Maria non siano mai separati, ma formino come l'invocazione nostra preferita.
Gesù, Giuseppe, Maria a Voi dono il cuore e l'anima mia!
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Messa dello Sposalizio

Introitus. - Salve, sancta parens enixa puerpera regem qui coelum, terramque regit in saecula saeculorum.
Eructavit cor meum verbum bonum: dico ego opera mea regi.
V) Gloria Patri.

Oremus. - Famulis tuis, quaesumus, Domine; caelestis gratiae munus impertire: ut quibus beatae Virginis partus extitit salutis exordium: Desponsationis ejus votiva solemnitas pacis tribuat incrementum. Per Dominum.

Lectio Libri Sapientiae. PROV. 8, 22-35.
Dominus possedit me ab initio viarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Ab aeterno ordinata sum et ex antiquis antequam terra fieret. Nondum erant abyssi, et ego jam concepta eram: necdum fontes aquarum eruperant: necdum montes gravi mole constiterant: ante colles ego parturiebar: adhuc terram non fecerat, et flumina

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Introito. - Salve, o Madre santa, che desti alla luce il Re, il quale regge il cielo e la terra pei secoli dei secoli.
Dal mio cuore sgorgò una buona parola: al re io consacro le mie opere.
V). Gloria al Padre.

Orazione. - Deh, Signore, concedi ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinché mentre il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, la Solennità votiva del tuo Sposalizio apporti aumento di pace. Per il Signore.

Lettura del Libro della Sapienza. PROV. 8, 22-35.
Il Signore mi possedette all'inizio delle sue opere, fin da principio, avanti la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra: non erano ancora gli abissi, ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti delle acque rigurgitavano, non ancora le montagne s'eran formate sulla grave mole. Prima delle colline io ero partorita. Egli non aveva fatto ancora
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et cardines orbis terrae: Quando praeparabat coelos, aderam: quando certa lege et gyro vallabat abyssos: quando aethera firmabat sursum, et librabat fontes aquarum: quando circumdabat mari terminum suum et legem ponebat aquis ne transirent fines suos: quando appendebat fundamenta terrae. Cum eo eram cuncta componens: et delectabar per singulos dies, ludens coram eo omni tempore: ludens in orbe terrarum: et deliciae meae esse cum filiis hominum. Nunc ergo, filii, audite me: Beati, qui custodiunt vias meas. Audite disciplinam, et estote sapientes, et nolite abjicere eam. Beatus homo, qui audit me, et qui vigilat ad fores meas quotidie, et observat ad postes ostii mei. Qui me invenerit, inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino.

Graduale. - Benedicta et venerabilis es, Virgo Maria, quae sine tacto pudoris inventa es Mater Salvatoris.
V). Virgo Dei Genitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit viscera factus homo.
Alleluja, alleluja.
R). Felix es, sacra Virgo Maria, et omni laude dignissima; quia ex te ortus est sol justitiae, Christus Deus noster. alleluja.

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né la terra, né i fiumi, né i cardini del mondo. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge inviolabile chiuse sotto la volta l'abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava legge alle acque di non passare il loro termine, quando gettava i fondamenti della terra, io ero con lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella gioia, scherzavo dinanzi a lui continuamente, scherzavo nell'universo: e mia delizia lo stare coi figli degli uomini. Or dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che battono le mie vie. Ascoltate i miei avvisi per diventar saggi, non li ricusate. Beato l'uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, e aspetta all'ingresso della mia casa. Chi troverà me avrà trovato la vita e riceverà dal Signore la salute.

Graduale. - Benedetta e venerabile sei tu, o Vergine Maria, che senza perdita di pudore divenisti Madre del Salvatore.
V) Vergine Madre di Dio, quegli cui tutto il mondo non può contenere, si rinchiude nel tuo seno, fattosi uomo.
Alleluia, alleluia.
R). Sei felice, o sacra Vergine Maria, e degnissima d'ogni lode: che da te è nato il sole di giustizia, Cristo nostro Signore. Alleluia.
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Sequentia sancti Evangelii secundum Matthaeum. MATT. 1, 18- 21.
Cum esset desponsata Mater Jesu Maria Joseph, antequam convenirent, inventa est in utero habens de Spiritu Sancto. Joseph autem vir ejus, cum esset justus et nollet eam traducere, voluit dimittere eam. Haec autem eo cogitante ecce Angelus Domini apparuit in somnis ei, dicens: Joseph, fili David, noli timere accipere Mariam conjugem tuam: quod enim in ea natum est de Spiritu Sancto est. Pariet autem Filium, et vocabis nomen ejus Jesum: ipse enim salvum faciet populum suum a peccatis eorum.

Offertorium. Ps. 23, 7.- Beata es, Virgo Maria, quae omnium portasti Creatorem: genuisti qui te fecit, et in aeternum permanes Virgo.

Secreta. - Unigeniti tui, Domine, nobis succurrat humanitas ut qui natus de Virgine Matris integritatem non minuit sed sacravit, in Desponsationis ejus solemniis, nostris non piaculis exuens,oblationem nostram tibi faciat acceptam Jesus Christus Dominus noster: qui tecum.

Communio. Isai. - Beata

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Seguito del Santo Vangelo secondo Matteo. MATT. 1,18 21.
Maria, Madre di Gesù, sposata a Giuseppe si trovò incinta per opera dello Spirito Santo, prima che fossero insieme. Or Giuseppe marito di lei, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò di mandarla occultamente. Ma mentre egli stava in questo pensiero, ecco un Angelo del Signore gli apparve in sogno dicendogli: Giuseppe, figlio di David non esitare a prendere Maria tua consorte: poiché quello che è nato in lei è dallo Spirito Santo. Partorirà un Figlio a cui porrai nome Gesù; Egli infatti salverà il popolo suo dai peccati.

Offertorio. SAL. 23, 7. - Beata sei, o Vergine Maria, che portasti il Creatore di tutti: generasti colui che ti fece, e sarai Vergine in eterno.

Segreta.- Ci venga in aiuto o Signore, l'umanità del tuo Unigenito, affinché Egli che nato dalla Vergine, non diminuì ma consacrò l'integrità della sua Madre, nella solennità dello Sposalizio suo, Gesù Cristo Signore nostro, spogliandoci dei nostri delitti, ci renda accetta questa nostra oblazione: il quale teco.

Comunione. ISAI. - Beato il
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viscera Mariae Virginis, quae portaverunt aeterni Patris Filium.

Postcommunio. - Sumpsimus, Domine, celebratis annuae votiva sacramenta, praesta quaesumus: ut et temporalis vitae nobis remedia praebant, et aeternae. Per Dominum.

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seno di Maria Vergine che portò il Figliuolo dell'eterno Padre.

Dopocomunione. - Abbiamo ricevuto, o Signore, i sacramenti votivi di questa festa annuale; deh!, fa' che ci conferiscano i rimedi per la vita temporale ed eterna. Per il Signore.
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