Maria Sede della Sapienza
Una delle prime grazie da chiedersi a Maria SS. è l'intelligenza, la sapienza celeste. Leone XIII voleva si chiedesse acume d'intelligenza, capacità di ritenere e grazia d'insegnare.
La sapienza è necessaria a tutti; così ritennero gli stessi filosofi pagani, fra i quali Seneca che affermò: «senza lo studio e l'amore della sapienza non vi può essere né vera né soda beatitudine per l'anima:
sine sapientiae studio nulla potest esse vera, et solida animi beatitudo». Filone asserì che la sapienza è per l'uomo come il pilota per la nave, il magistrato per la città, il generale per l'esercito, l'anima per il corpo, lo spirito per l'anima.
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Stude sapientiae, fili mi, et laetifica cor tuum: figliuol mio, applicati alla sapienza e rallegra
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il tuo cuore» (Prov. 27, 11), dice il Signore nei libri sacri. Nel II libro dei Paralipomeni si legge che avendo Dio promesso a Salomone di concedergli quanto gli avrebbe chiesto: « Postula quod vis ut dem tibi» rimase contento della domanda del gran Re: «Da mihi sapientiam»; e gli rispose: Poiché qui sta il tuo amore, e non mi hai domandato né ricchezze, né gloria, né lunghi anni di vita, né la morte di quelli che ti odiano, ma la sapienza e la scienza, queste cose ti saranno concesse e vi aggiungerò in più beni, ricchezza e gloria in modo che nessun re, né prima né dopo di te, potrà starti a confronto (1, 7, 12).
Ma la sapienza di questo mondo non sempre è vera sapienza, bensì come scrive S. Giacomo, terrena, animalesca, diabolica (3, 15). La sola e vera sapienza consiste nel conoscere e adorare Dio, nel tendere al fine per cui fummo creati e redenti; nel conoscere Gesù e quello che Egli ha fatto per noi, nel praticare la virtù, nel fuggire il vizio.
La prima e vera sapienza, scrive il Nazianzeno, è una condotta lodevole, un'anima pura davanti a Dio: prima sapientia est vita laudabilis et apud Deum pura mens. Cicerone stesso dice: «La sapienza consiste nel dominare la collera, nel vincere se medesimo. L'uomo sobrio, costante, intrepido, affabile, continente, è un vero saggio».
La sapienza è un tesoro infinito, è il candore
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della luce eterna, lo specchio senza macchia della Maestà di Dio, la viva immagine della bontà di Lui.
Se la sapienza e la scienza sono necessarie a tutti, lo sono tanto più per coloro che son chiamati all'Apostolato, alla missione d'insegnare. Come potrà insegnare chi non sa? Occorre quindi acquistare la scienza: si farà tanto bene al prossimo quanto si avrà di vera scienza.
Come si acquista la sapienza? La sapienza si acquista studiando, ma specialmente chiedendola a Dio. Scrive S. Giacomo: «Se vi è tra voi chi abbisogni di sapienza, la chieda a Dio il quale dà a tutti largamente e non rinfaccia i doni, e gli sarà data: si quis vestrum indiget sapientia, postulet a Deo, qui dat omnibus affluenter, et non improperat, et dabitur ei» (1, 5).
Altro mezzo efficacissimo per ottenere la sapienza è quello di ricorrere alla Sede della Sapienza, a Maria SS.ma. Per la sua sapienza ci furono aperti i tesori della grazia e possiamo dire che Ella sarà la vita e la grazia dell'anima nostra: «Sapientia illius eruperunt abyssi... et erit vita animae tuae et gratia» (Prov. 3, 20-22).
Maria è la Sede della Sapienza:
1) Perché in Maria abitò, e per Lei passò Gesù Cristo, Sapienza del Padre, essenziale verità, luce vera del mondo. Come si attribuisce la creazione al Padre, così si attribuisce la sapienza al Figlio; anzi il Figlio di Dio è la Sapienza incarnata. Ma Gesù ci venne per mezzo
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di Maria; anche la sapienza, perciò, l'avremo da Maria.
2) Non vi è grazia che, venendo a noi da Dio, non passi da Maria, e se Ella dispensa tutte le grazie, a maggior ragione dovrà dispensare quella che è più importante.
3) Tutti i Dottori della Chiesa ricorsero a Maria e chiesero a Lei la sapienza. S. Tommaso d'Aquino, il sole tra i Dottori, era divotissimo della beata Vergine e da Lei ottenne la grande sua scienza. Così S. Alberto Magno, S. Bernardo, S. Francesco di Sales e S. Alfonso.
Si racconta di S. Giuseppe Cottolengo che, ancor fanciullo, essendo molto tardo a capire le lezioni, ricorse con fede a Maria e ottenne da lei la grazia non solo di comprendere con prontezza, ma di superare gli stessi condiscepoli più perspicaci.
Maria è il lume dei Dottori, e quanti studenti riconoscono in Lei l'aiuto potente nelle loro difficoltà!
Che cosa fare in pratica?
1. Studiare con cuore puro: «In malevolam animam non introibit sapientia». Studiare con retta intenzione: per dar gloria a Dio e fare maggior bene alle anime.
2. Mettere lo studio sotto la protezione della Madonna e chiedere con umiltà la grazia d'imparare.
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3. Recitare sempre bene la preghiera prima e dopo lo studio e la scuola.
Chi farà così, imparerà certamente e con frutto, perché Maria è la Sede della Sapienza, la Madre del sapere e la Protettrice degli studi.
Preghiera a Maria Vergine Sede della Sapienza
O Santissima Vergine Maria, Tu che hai generato il Salvatore Gesù e manifestato al mondo la Luce eterna; o Madre della scienza divina, la cui pia intercessione ottenne a molte menti incolte ed ignoranti, di progredire mirabilmente nella scienza e nella pietà, Te io eleggo a Patrona dei miei studi.
Fa', o Madre dei buoni studi, che per la tua intercessione lo Spirito Santo riempia l'anima mia di luce e di forza, di prudenza e di umiltà. Fa' che mi dia volontà retta, intelligenza, memoria e facilità sufficienti, e specialmente umiltà di mente e di cuore, affinché possa in tutto progredire secondo i consigli della Sapienza divina.
Difendimi, o Madre buona, dallo spirito di superbia e presunzione, curiosità vana ed incostanza; preservami da ogni scandalo e da ogni errore, da quelli in modo speciale che possono corrompere la mia fede e turbare la lucidità del mio intelletto, la purezza del mio cuore e la pace dell'anima mia.
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Fa', o Maria, che, sotto il Tuo patrocinio, io possa camminare nella via della verità e della virtù con sicurezza, forza e costanza, sempre sottomesso alle direttive e dottrine della Santa Chiesa, Madre mia, e pervenire finalmente alla cognizione, all'amore ed all'eterno possesso di Gesù Cristo, Figlio Tuo e Signor nostro. Così sia.
(Ind. 500 giorni: S. Pen. Ap., 18 sett. 1933).
Messa: Salve... pag. 158.
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