Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Maria Sede della Sapienza


Una delle prime grazie da chiedersi a Maria SS. è l'intelligenza, la sapienza celeste. Leone XIII voleva si chiedesse acume d'intelligenza, capacità di ritenere e grazia d'insegnare.
La sapienza è necessaria a tutti; così ritennero gli stessi filosofi pagani, fra i quali Seneca che affermò: «senza lo studio e l'amore della sapienza non vi può essere né vera né soda beatitudine per l'anima: sine sapientiae studio nulla potest esse vera, et solida animi beatitudo». Filone asserì che la sapienza è per l'uomo come il pilota per la nave, il magistrato per la città, il generale per l'esercito, l'anima per il corpo, lo spirito per l'anima.
«Stude sapientiae, fili mi, et laetifica cor tuum: figliuol mio, applicati alla sapienza e rallegra
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il tuo cuore» (Prov. 27, 11), dice il Signore nei libri sacri. Nel II libro dei Paralipomeni si legge che avendo Dio promesso a Salomone di concedergli quanto gli avrebbe chiesto: « Postula quod vis ut dem tibi» rimase contento della domanda del gran Re: «Da mihi sapientiam»; e gli rispose: Poiché qui sta il tuo amore, e non mi hai domandato né ricchezze, né gloria, né lunghi anni di vita, né la morte di quelli che ti odiano, ma la sapienza e la scienza, queste cose ti saranno concesse e vi aggiungerò in più beni, ricchezza e gloria in modo che nessun re, né prima né dopo di te, potrà starti a confronto (1, 7, 12).
Ma la sapienza di questo mondo non sempre è vera sapienza, bensì come scrive S. Giacomo, terrena, animalesca, diabolica (3, 15). La sola e vera sapienza consiste nel conoscere e adorare Dio, nel tendere al fine per cui fummo creati e redenti; nel conoscere Gesù e quello che Egli ha fatto per noi, nel praticare la virtù, nel fuggire il vizio.
La prima e vera sapienza, scrive il Nazianzeno, è una condotta lodevole, un'anima pura davanti a Dio: prima sapientia est vita laudabilis et apud Deum pura mens. Cicerone stesso dice: «La sapienza consiste nel dominare la collera, nel vincere se medesimo. L'uomo sobrio, costante, intrepido, affabile, continente, è un vero saggio».
La sapienza è un tesoro infinito, è il candore
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della luce eterna, lo specchio senza macchia della Maestà di Dio, la viva immagine della bontà di Lui.
Se la sapienza e la scienza sono necessarie a tutti, lo sono tanto più per coloro che son chiamati all'Apostolato, alla missione d'insegnare. Come potrà insegnare chi non sa? Occorre quindi acquistare la scienza: si farà tanto bene al prossimo quanto si avrà di vera scienza.
Come si acquista la sapienza? La sapienza si acquista studiando, ma specialmente chiedendola a Dio. Scrive S. Giacomo: «Se vi è tra voi chi abbisogni di sapienza, la chieda a Dio il quale dà a tutti largamente e non rinfaccia i doni, e gli sarà data: si quis vestrum indiget sapientia, postulet a Deo, qui dat omnibus affluenter, et non improperat, et dabitur ei» (1, 5).
Altro mezzo efficacissimo per ottenere la sapienza è quello di ricorrere alla Sede della Sapienza, a Maria SS.ma. Per la sua sapienza ci furono aperti i tesori della grazia e possiamo dire che Ella sarà la vita e la grazia dell'anima nostra: «Sapientia illius eruperunt abyssi... et erit vita animae tuae et gratia» (Prov. 3, 20-22).
Maria è la Sede della Sapienza:
1) Perché in Maria abitò, e per Lei passò Gesù Cristo, Sapienza del Padre, essenziale verità, luce vera del mondo. Come si attribuisce la creazione al Padre, così si attribuisce la sapienza al Figlio; anzi il Figlio di Dio è la Sapienza incarnata. Ma Gesù ci venne per mezzo
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di Maria; anche la sapienza, perciò, l'avremo da Maria.
2) Non vi è grazia che, venendo a noi da Dio, non passi da Maria, e se Ella dispensa tutte le grazie, a maggior ragione dovrà dispensare quella che è più importante.
3) Tutti i Dottori della Chiesa ricorsero a Maria e chiesero a Lei la sapienza. S. Tommaso d'Aquino, il sole tra i Dottori, era divotissimo della beata Vergine e da Lei ottenne la grande sua scienza. Così S. Alberto Magno, S. Bernardo, S. Francesco di Sales e S. Alfonso.
Si racconta di S. Giuseppe Cottolengo che, ancor fanciullo, essendo molto tardo a capire le lezioni, ricorse con fede a Maria e ottenne da lei la grazia non solo di comprendere con prontezza, ma di superare gli stessi condiscepoli più perspicaci.
Maria è il lume dei Dottori, e quanti studenti riconoscono in Lei l'aiuto potente nelle loro difficoltà!

Che cosa fare in pratica?

1. Studiare con cuore puro: «In malevolam animam non introibit sapientia». Studiare con retta intenzione: per dar gloria a Dio e fare maggior bene alle anime.

2. Mettere lo studio sotto la protezione della Madonna e chiedere con umiltà la grazia d'imparare.
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3. Recitare sempre bene la preghiera prima e dopo lo studio e la scuola.
Chi farà così, imparerà certamente e con frutto, perché Maria è la Sede della Sapienza, la Madre del sapere e la Protettrice degli studi.

Preghiera a Maria Vergine Sede della Sapienza

O Santissima Vergine Maria, Tu che hai generato il Salvatore Gesù e manifestato al mondo la Luce eterna; o Madre della scienza divina, la cui pia intercessione ottenne a molte menti incolte ed ignoranti, di progredire mirabilmente nella scienza e nella pietà, Te io eleggo a Patrona dei miei studi.
Fa', o Madre dei buoni studi, che per la tua intercessione lo Spirito Santo riempia l'anima mia di luce e di forza, di prudenza e di umiltà. Fa' che mi dia volontà retta, intelligenza, memoria e facilità sufficienti, e specialmente umiltà di mente e di cuore, affinché possa in tutto progredire secondo i consigli della Sapienza divina.
Difendimi, o Madre buona, dallo spirito di superbia e presunzione, curiosità vana ed incostanza; preservami da ogni scandalo e da ogni errore, da quelli in modo speciale che possono corrompere la mia fede e turbare la lucidità del mio intelletto, la purezza del mio cuore e la pace dell'anima mia.
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Fa', o Maria, che, sotto il Tuo patrocinio, io possa camminare nella via della verità e della virtù con sicurezza, forza e costanza, sempre sottomesso alle direttive e dottrine della Santa Chiesa, Madre mia, e pervenire finalmente alla cognizione, all'amore ed all'eterno possesso di Gesù Cristo, Figlio Tuo e Signor nostro. Così sia.

(Ind. 500 giorni: S. Pen. Ap., 18 sett. 1933).

Messa: Salve... pag. 158.
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