Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO DECIMOQUARTO

Prudenza di Maria

S. SCRITTURA

Figlio mio da' retta alla Sapienza e porgi l'orecchio alla prudenza, se vuoi vigilare sui tuoi pensieri e custodire la scienza (Pr. 5,1-2).
Imparate dov'è la prudenza, dove la forza, dove l'intelligenza, affinché sappiate nel medesimo tempo dov'è la lunghezza della vita, il vero cibo, la luce degli occhi e la pace (Bar. 3,14).

La virtù è l'abitudine di operare il bene.
Vi sono quattro virtù che si chiamano cardinali, perché sopra di esse, come sopra quattro cardini, si svolge tutta la vita buona e virtuosa.
Nel libro della Sapienza (8,7) si legge: «Sobrietatem enim (temperanza) et prudentiam docet, et justitiam et virtutem (fortezza) quibus utilius nihil est in vita hominibus: infatti insegna la temperanza, la prudenza, la giustizia e la fortezza delle quali nulla vi è di più utile per gli uomini nella vita. Le altre virtù morali si possono ridurre a queste quattro ed in queste quattro sono comprese.
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La prudenza è la prima delle virtù cardinali, e secondo S. Tommaso, è un retto modo di comportarsi nell'operare, in ordine alla vita eterna.
E' una sapiente discrezione per operare rettamente.
La prudenza ha tre atti: bene consultat, recte iudicat, efficaciter imperat. E cioè: prima pondera sui mezzi, sul fine, sulle circostanze, per la buona riuscita; poi sceglie, con sereno giudizio, ciò che conviene, muove efficacemente le potenze dell'anima e del corpo ad operare.
Essa è quindi guida per ogni virtù. S. Antonio Abate diceva che la prudenza è la madre, la custode e la moderatrice di ogni virtù.
La prudenza dei santi in generale è conoscere Dio sommo Bene e nostra eterna felicità ed ordinare tutta la vita presente all'eternità. La prudenza della carne che presso Dio è la più cieca stoltezza, mira solo alla vita presente senza curarsi dell'eternità. I Santi sono gli uomini più prudenti: «Siate prudenti come i serpenti», disse Gesù Cristo (Mt. 10,16).
Si legge nella S. Scrittura: «Beato l'uomo che ha acquistato la sapienza ed è ricco di prudenza. L'acquisto di lei val più di quello dell'argento ed il suo frutto val più dell'oro preziosissimo» (Pr. 3,13-14). «Mio padre mi ammaestrava e mi diceva: «Accogli nel tuo cuore le mie parole, osserva i miei precetti e vivrai. Acquista la sapienza, acquista la prudenza, non dimenticare le parole della mia bocca e non ti scostare da loro. Non abbandonare la sapienza ed essa ti custodirà, amala ed essa ti conserverà». Principio della sapienza è: «Acquista la sapienza»; con tutto il tuo acquista la prudenza. Afferrala ed essa ti
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esalterà; sarai da lei reso glorioso quando l'avrai abbracciata. Aggiungerà al tuo capo ornamenti di grazia e ti cingerà di inclita corona» (Pr. 4,4-9).
Ogni virtù morale deve tenere il mezzo fra due estremi: così la liberalità sta fra la prodigalità e l'avarizia. Tocca alla prudenza dire qual è il mezzo da tenersi. D'altronde, perché l'uomo operi bene non deve solo attendere quello che fa, ma anche al modo con cui lo fa; la prudenza indica il modo e i mezzi necessari per il fine.
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La Madonna è Vergine prudentissima nell'Annunziazione; nel suo esteriore; nella vita intera.
Nell'Annunziazione si mostrò di una prudenza mirabile. L'Arcangelo Gabriele presentandosi a Maria la salutò con un ineffabile elogio: «Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus» (Lc. 1,28). Maria avendo udito queste cose, si turbò e pensava che volesse significare un simile saluto. Ma l'Angelo riprese: «Non temere, o Maria, hai trovata grazia presso Dio. Ecco che concepirai un Figlio e ne diverrai Madre, e lo chiamerai Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato il Figlio dell'Altissimo; e il Signore gli darà il trono di suo padre e regnerà sulla discendenza di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà fine». Rispose Maria all'Angelo: «Come avverrà questo non avendo io relazione con uomo alcuno?». L'Angelo allora: «Lo Spirito Santo discenderà su di te, la virtù dell'Altissimo ti adombrerà e il Santo che da te nascerà sarà chiamato Figlio di Dio. Ed anche Elisabetta, tua parente, ha concepito da sei mesi, un figlio nella sua
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vecchiaia, poiché nulla è impossibile presso Dio. Disse allora Maria: Ecco l'Ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola» (Lc. 1,30-38).
Prudenza mirabile per tre motivi:
Non si lasciò invanire da un elogio sì grande, anzi si turbò e si conservò nella più perfetta umiltà, dichiarandosi serva mentre veniva eletta Madre di Dio.
Ella aveva il voto di verginità: non si lasciò lusingare dalla dignità offertale di Madre di Dio, ma subito domandò come avrebbe potuto osservare l'obbligo del voto e come conservare intatto il giglio verginale. Maria acconsentì soltanto quando l'Angelo l'assicurò del prodigio che l'avrebbe resa madre pur restando sempre vergine.
Ancora: come era sicura che lo Spirito che le parlava era un messo di Dio e non un'illusione? e come poteva accertarsi della verità delle sue parole? Perciò credette soltanto dopo che l'Angelo le ebbe data una prova, cioè il fatto prodigioso di Elisabetta fatta, nella sua vecchiaia madre di S. Giovanni Battista. E' l'aurea regola scritturale: «Non vogliate credere a qualsiasi spirito: prima assicuratevi se viene da Dio» (1 Gv. 4,1).
Ecco come Maria perfettamente riflette, giudica, risolve.
Prudentissima nel suo comportamento esteriore. Tutto in Lei era ordinato alla vita eterna, all'amor di Dio, alla propria santificazione. L'imprudente è disordinato nelle sue cose, irriflessivo nel parlare, inconsiderato nelle relazioni, volubile nelle decisioni, precipitoso nelle risoluzioni, senza riguardi a Dio, e al prossimo; si regola
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più secondo le impressioni momentanee che secondo un programma e principii ben meditati.
Niente di questo in Maria: anzi la sua vita fu un ideale di prudenza. Scrive S. Giovanni Damasceno: Immagina Maria nelle azioni più comuni della vita: nel conversare, nel camminare, nel lavoro, a tavola, nell'assistere Gesù Bambino: sempre semplice, tranquilla, attenta, compita, composta, amabile; «Divinum vivumque simulacrum cuius condita Deus pulchritudine delectatus est: immagine viva di Dio che attirava le stesse divine compiacenze».
Quindi dice S. Ambrogio: «Il gesto non era molle, il passo non era licenzioso, la voce nulla aveva di petulante; la compostezza esteriore indicava la perfetta e celestiale armonia del suo interno: non gestus fractior, non incessus solutior, non vox petulatior, ut ipsa corporis species simulacrum fuerit mentis».
In modo speciale è da considerarsi la maniera di parlare, poiché le lingua parla secondo il cuore, è segno dello stato spirituale di un'anima, ne palesa le virtù. Ora la Madonna fu sempre guardinga e misurata nel dire tutto e solo il necessario.
S. Ambrogio ce la descrive: «Loquendi pacior, verbis gravis, animo prudens, verecundia sermone». E S. Epifanio dice di Lei: «Maria era sempre affabile, ma parlava poco e sempre con saviezza, edificando quanti l'ascoltavano». Alle Nozze di Cana espresse il bisogno degli sposi e domandò per essi un miracolo con parole così brevi che non si potrebbero pensare di più. «Non hanno più vino» (Gv. 2,3). Ritrovando Gesù nel tempio la Vergine, manifestò il
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complesso dei suoi sentimenti con parole chiare, semplici, brevi: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io ti cercavamo» (Lc. 2,48).
Il parlar molto espone al pericolo di peccare in tanti modi: perciò Gesù disse: «Sia il vostro parlare: sì, sì; oppure: no, no; il di più è del maligno» (Mt. 5,37). Nella Scrittura si dice che «in multiloquio non deest peccatum: nel molto parlare non mancherà il peccato (Pr. 10,19). E la Vergine, perché prudentissima, non si vuol esporre al pericolo di peccare, né le sue parole possono venire in alcun modo dal maligno, ma solo dallo spirito di Dio.
Prudentissima in tutta la vita. La prudenza secondo la Scrittura, sta nel tener sempre presente il Paradiso cui dobbiamo giungere e nell'ordinare all'acquisto di esso ogni pensiero, sentimento, parola, azione.
Lo stolto o imprudente dimentica il fine, oppure, se lo ricorda, non si cura di camminare risoluto verso il cielo.
Ecco la bella parabola di Gesù: «Allora si paragonerà il regno dei cieli a dieci vergini, le quali, prese le loro lampade, andavano incontro allo sposo e alla sposa. Or cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le stolte, nel prendere le loro lampade, non s'erano provviste d'olio; le prudenti invece, colle lampade presero anche l'olio nei versetti. Or, tardando lo sposo, s'appisolarono tutte e s'addormentarono. E sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo; uscitegli incontro. Allora tutte quelle vergini s'alzarono, ed acconciarono le loro lampade. E le stolte dissero alle prudenti: Dateci dell'olio vostro perché le nostre lampade si spengono. Ma le prudenti
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risposero: Affinché poi non manchi e a noi e a voi, andate piuttosto dai venditori e compratevene. Or mentre quelle andavano a comprarne, giunse lo sposo: quelle che erano pronte entrarono con lui alle nozze e fu chiuso l'uscio. Da ultimo arrivarono anche le altre vergini e cominciarono a dire: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate adunque, perché ignorate il giorno e l'ora» (Mt. 25,1-13). A capo, condottiera e modello di tutte le vergini prudenti, sta Maria, chiamata dalla Chiesa Vergine delle Vergini, anzi Regina dei Vergini. Se dunque vi furono delle vergini prudenti, Maria le precede e supera come una Regina. In ogni istante della vita cercò solo Dio, solo il Paradiso, lo cercò con tutta la mente, con tutte le forze, con tutto il cuore. Fuggiva ogni ombra di male; la volontà di Dio era l'unica sua guida.
La Chiesa ci tramandò l'immagine di Maria, dipingendocela in tutte le circostanze della vita, ma con gli occhi, o rivolti a terra, o rivolti al cielo in atto di supplica e sempre in una modestia più celeste che terrena. Sempre serena in volto, sempre parca, sempre modesta nello sguardo, di quella modestia che solleva l'animo alle cose del cielo. Evitò con giusto studio di vedere e d'essere veduta, e le inutili conversazioni. La solitudine e il raccoglimento erano la sua delizia; non fuggì tuttavia i consorzi richiesti dalla misericordia e dalla carità. Visitò perciò S. Elisabetta, assistette alle Nozze di Cana, si trovò fra le turbe ad ascoltare la parola del suo divin Figlio; ma sempre in modo da mostrare in se stessa come in uno specchio, le bellezze della verecondia
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verginale: species castitatis et forma virtutis. La Vergine santissima non poté temere che si verificasse in Lei il lamento del Profeta: «Oculus meus depraedatus est animam meam: il mio occhio ha turbato l'anima mia» (Lam. 3,51), eppure li custodì come potesse verificarsi. Insegnamento memorando a tutti, giovani e vecchi, religiosi e secolari; guai se si lascia il freno agli occhi! essi apporteranno la rovina e la morte all'anima!
Quando giunse il momento del beato suo transito, Maria era la più ricca di meriti, la più preparata all'ingresso in Paradiso.

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Evitiamo la prudenza della carne propria di chi dispone i mezzi adatti per raggiungere un fine cattivo. Questa è la prudenza che l'Apostolo chiama «morte». Schiviamo pure quelle astuzie per cui si cercano i mezzi per ingannare.
L'astuzia e l'inganno sono peccato. «Ma rinunziando ai nascondigli della turpitudine, non operiamo con astuzia, né falsifichiamo la parola di Dio; raccomandiamo invece noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio mediante la manifestazione della verità» (2 Cor. 4,2). «Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra non parlino con inganno» (1 Pt. 3,10).
L'anima prudente fuggirà ancora: la precipitazione per cui si espone al pericolo di giudicare male e quindi di male operare, e l'incostanza per cui si recede dai buoni propositi senza ragione sufficiente.
La prudenza è virtù: occorrono quindi mezzi per acquistarla. Essi sono:
1) La preghiera. Dio è l'autore della sapienza,
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a Lui quindi deve domandarsi la prudenza. Egli ci vuole tutti nel suo Paradiso: «Noi certamente non possiamo avere forze sufficienti per resistere... Non sappiamo che fare: non ci rimane altro che rivolgere a Te i nostri occhi». 2) Rinnegare i pregiudizi e vincere le passioni, specialmente la sensualità. Diversamente la ragione perturbata ed accecata, non potrà giudicare secondo l'onestà e l'equità, ma secondo le viziose propensioni della natura corrotta.
3) Consigliarsi e riflettere. «Figliuolo, non far niente senza consiglio e non avrai da pentirtene quando l'avrai fatto. Domanda sempre consiglio al sapiente».

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La sapienza val più della forza e l'uomo paziente più del forte.

DIVOZIONE A MARIA

Maria possiede tutte le doti di una saggia consigliera: sapienza, amore, prudenza. Nelle Litanie diciamo perciò: Mater boni consilii, ora pro nobis. Nei singoli casi della vita abbiamo tanto bisogno di consiglio: Maria è la celeste consigliera. Le risorse umane sono insufficienti nel prevedere tutti i singoli e minuti casi che occorrono nella vita quotidiana onde predisporre i mezzi e non lasciarsi sopraffare dagli eventi. Alla Madonna del Buon Consiglio sono affidate specialmente le madri cristiane come coloro che hanno un compito di formidabile responsabilità sull'avvenire dei figli; così sono affidati tutti quelli che hanno
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responsabilità di altri ed opere difficili da compiere.

PREGHIAMO MARIA

Ecco i pensieri della Liturgia nella festa della Madonna del Buon Consiglio.

Orazione
: O Dio, che ci hai data per Madre la stessa Madre del Tuo Figlio diletto ed hai voluto che la sua bella immagine risplendesse con miracolosa apparizione, fa' ti preghiamo, che seguendo i suoi consigli viviamo secondo il tuo cuore e meritiamo di giungere alla Patria celeste.

Secreta: Santifica, o Signore, le offerte che ti presentiamo, e per l'intercessione della B. Genitrice di Dio, Madre del Buon Consiglio, fa' che siano per noi sorgenti di salute.

Dopocomunione: Ci aiuti sempre, o Signore, la veneranda intercessione della gloriosa e sempre Vergine tua Genitrice Maria, Madre del Buon Consiglio. Essa che ci colmò di continui benefici, ci faccia vedere costantemente quanto dobbiamo fare e ci dia forza di metterlo in opera.

ESEMPIO

PIO VII

Napoleone I, insuperbito per le riportate vittorie, perseguitava il Papa, il quale sebbene gravemente infermo, fu costretto ad abbandonare Roma, e rinchiuso in carcere a Savona. Sventurato Pontefice! Povera cristianità! Ma sta scritto nei Libri Santi che le porte dell'inferno non potranno prevalere mai contro l'Immacolata Sposa di Cristo, la Chiesa Cattolica. In quelle terribili angustie, con slancio fervidissimo, Pio VII ricorse
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alla protezione di Maria, prostrandosi a pregare dinanzi alla Madonna della Misericordia, tanto venerata nella città di Savona. Sulla fronte del Pontefice lampeggiò un sorriso di pace e di trionfo. E' fama dicesse allora all'Ufficiale che lo custodiva: «Ora scrivete pure a Napoleone, e ditegli in mio nome che ha finito di vincere. La sua stella si volge al tramonto!». E come disse il Papa così avvenne. Gli eserciti di Napoleone furono ripetutamente sconfitti ed egli, fatto prigioniero dagli inglesi, veniva esiliato sull'arido scoglio di S. Elena. Al contrario, il Pontefice rientrava trionfalmente nella sua Roma il 24 maggio 1814, tra il plauso del mondo intero.
Riconoscente alla Vergine SS. per i segnalati favori ottenuti, ordinava che si facesse speciale festa in perpetuo, con Messa ed Officio proprio ad onor di Maria SS. sotto il titolo: Auxilium Christianorum: Aiuto dei Cristiani. Tale festa venne da lui fissata appunto il 24 Maggio.

LODE

Divina Madre del Redentore,
porta aperta del cielo,
e stella del mare, soccorri
il popolo cadente, che anela
a risorgere, tu che generasti,
con meraviglia della natura,
il tuo Santo Creatore, Vergine sempre,
mentre dalle labbra di Gabriele,
accogli il grande «Ave»,
dei peccatori abbi pietà.
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