Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO DECIMO

Maria nella Sacra Liturgia

S. SCRITTURA

Ella sarà sublimata in mezzo al suo popolo, e sarà ammirata nelle assemblee dei santi; sarà encomiata dalla moltitudine degli eletti e benedetta dai benedetti di Dio.
(cf. Sir. 24,1-2).

Il Signore ha fatto grande Maria nella creazione e nella redenzione; l'ha fatta grande nell'assunzione ed esaltazione; ma l'ha pur fatta grande nella Chiesa, nella quale occupa un posto regale e riceve un culto altissimo e larghissimo.
La Chiesa è consona a se stessa nel dogma, nella morale, nel culto; e come insegna grandi cose di Maria, così la propone a modello d'ogni perfezione e le dà nella sacra liturgia, un culto specialissimo, detto di iperdulia.
Le feste fanno conoscere Maria e risvegliano la fede in Lei; purificano il cuore; sono preghiera e grazia.
a) Fanno conoscere e risvegliano la fede in Maria. La Chiesa ha un grande libro, la sacra Liturgia nel quale ci presenta la Teologia Mariana.
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Tali feste ci espongono verità mariane con linguaggio penetrante e comprensivo, semplice e sublime. Esse ci mostrano Maria nei suoi rapporti con Dio e con l'umanità, nello sfolgorio della sua grazia e nella pienezza della sua potenza, nell'acerbità delle sue prove e nell'imponenza dei suoi trionfi; nella sua esaltazione celeste e nella sua materna condiscendenza verso gli uomini.
Considerata nelle sue feste, Maria ci appare vagheggiata da Dio fin dall'eternità come Madre e Corredentrice.
Ci si presenta candida colomba, Sposa immacolata dello Spirito Santo, più pura degli Angeli, immune da ogni peccato, portento della Divina onnipotenza; stella mattutina, foriera del divin Sole di giustizia; insignita di un nome che è il primo dopo quello di Gesù.
Ci appare vergine che nel tempio si consacra a Dio interamente; sposa pudica di Giuseppe, Madre Vergine del Salvatore, serva umilissima di Dio.
E' l'Addolorata del Calvario, la Regina degli Apostoli, la tesoriera di tutte le grazie.
Dalla Teologia Mariana speculativa, la Chiesa forma una Teologia Mariana morale. Ella ci desidera formati su Maria, perché diventiamo più facilmente e perfettamente simili a Gesù, il grande modello. Perciò nell'anno è un seguirsi di feste a Maria; la Madonna ci è presentata in tutte le circostanze della vita.
Per questo il Calendario della Madonna è più ampio d'ogni altro: non solo di quello dei Santi, che di solito hanno una festa unica; ma di quello stesso di Gesù Cristo. Le feste di Maria infatti non si limitano a quelle sole registrate nel Messale
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Romano. Esse sono: quattordici per la Chiesa universale e ventidue pro aliquibus locis. Nella prima serie abbiamo: 1) la Purificazione; 2) l'Annunciazione; 3) l'apparizione di Lourdes; 4) la Visitazione; 5) la Vergine del Carmelo; 6) la Madonna della Neve; 7) l'Assunta; 8) la Natività; 9) i Sette dolori di Maria (che vengono festeggiati due volte); 10) la Madonna della Mercede; 11) il Nome di Maria; 12) il Rosario; 13) l'Immacolata Concezione; 14) la Presentazione di Maria al Tempio.
Nella seconda queste altre: 1) la Madonna del Buon Consiglio; 2) Maria Auxilium Christianorum; 3) la Vergine della Consolazione; 4) il Cuore Purissimo di Maria; 5) lo Sposalizio; 6) la traslazione della S. Casa di Loreto; 7) l'Aspettazione del Parto; 8) la festa dell'Umiltà di Maria; 9) Medaglia miracolosa; 10) Maternità di Maria; 11) Maria «Mater pulchrae dilectionis»; 12) la Madonna delle grazie; 13) dei Miracoli; 14) della Misericordia; 15) del Divin Pastore; 16) del Perpetuo Soccorso; 17) della Divina Provvidenza; 18) la Purità di Maria; 19) Maria rifugio dei peccatori; 20) Regina degli Apostoli; 21) Regina di tutti i Santi; 22) Salute degli infermi.
Questo catalogo poi è prolungato dall'elenco di feste nazionali, regionali e locali.
Per formarsene un giudizio approssimativo gioverebbe leggere i dodici volumetti intitolati: L'anno di Maria, di Ilario Maurizio Vigo (Torino 1904), oppure i due volumi in foglio del Calendarium SS. Virginis Mariae del Colvenerio (Donai 1638), oppure il più breve, ma sostanziale Fasti Mariani, sive Calendarium S. M. V. Deiparae dell'Holweck (Friburgo i. B. 1892). Quivi si vede,
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come, tenendo calcolo delle pratiche delle diverse Chiese sparse nel mondo sia d'oriente che d'occidente, ogni giorno dell'anno è ricchissimo, anzi addirittura saturo di feste in onore della Regina del Cielo e della terra.
«La solennità della Vergine è argomento di castimonia, scrive S. Proclo, è glorificazione di tutto il sesso femmineo, è gloria delle donne, e quindi di Colei che nello stesso tempo fu Vergine e Madre... E la Vergine Maria, la Santa Madre di Dio, che ci ha qui al presente congregati: Lei immacolato tesoro della verginità, lo spirituale paradiso del secondo Adamo, l'officina dell'unione delle (due) nature, il mercato del salutare commercio, il talamo in cui il Verbo si disposò alla carne, l'animato roveto della natura, che il fuoco della divina generazione non consumò, quella vera nube leggera, che portò incorporato Colui che siede sopra i Cherubini; il mondissimo vello della rugiada celeste, del quale il Pastore ricoprì la pecorella. Maria, dico, ancella e madre, vergine e cielo, unico ponte tra Dio e gli uomini, venerando telaio dell'Incarnazione, nel quale in una maniera ineffabile fu tessuta la tunica di quell'unione della quale il tessitore è lo Spirito Santo e la congiungitrice, la virtù obumbrante dell'alto, la lana l'antico vello di Adamo, la trama l'immacolata carne della Vergine, la spola l'immensa grazia della gestante, e l'artefice infine, il Verbo discendente per l'udito».
La Chiesa nelle feste di Maria è a Cristo che indirizza in primo luogo le sue lodi. Celebriamo (Invit[atorio] del 15 Agosto). Gli Angeli si rallegrano del trionfo di Maria e lodano il Figlio
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di Dio (Introito dell'Assunzione). Maria è in realtà il più bel trofeo della vittoria di Gesù sopra il demonio. Cantare le glorie della Madre è un glorificare il suo Figlio, dal quale quelle derivano. Niente è più glorioso per Maria che gli omaggi resi al Figlio. Alla fede e morale segue la preghiera.
E' così varia, sapiente e affettuosa la pietà liturgica mariana che si può dire miniera inesauribile.
Per celebrare convenientemente e con frutto le feste di Maria, bisogna entrare in esse con quelle pratiche e con quello spirito che sono richiesti in genere per la santificazione di tutte le feste. Quello che si può chiamare ed è realmente l'elemento formale per la compiuta santificazione di una festa qualsiasi, è immedesimarsi col suo oggetto. La Chiesa prende sempre da esso l'ispirazione per i riti e le preghiere che vi adatta nella Liturgia: ma anche il fedele devoto a sua volta, deve dalla meditazione di esso ricavare elevazioni, affetti, risoluzioni convenienti. E' evidente, per esempio, che diversi saranno i movimenti dell'animo per le feste dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione.
Per riuscire a questo, chi ha capacità e preparazione sufficiente, troverà innumerevoli e preziosissimi sussidi nella Liturgia della festa corrente, nei manuali liturgici e di preghiera. La Liturgia è una letteratura delle più meravigliose. Ma è originale e sui generis, pur seguendo nelle linee generali l'andamento dei drammi. Le svariate composizioni liturgiche, benché nella costruzione formale obbediscano invariabilmente a dei canoni fondamentali, non sono legate ad un ordine
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logico. Spesso basta quello psicologico. Fortunatamente ai giorni nostri c'è un grande risveglio di studi liturgici anche nel popolo poco colto, ed il merito di ciò risale all'ardente ed illuminato apostolato che in codesto campo vanno dispiegando i Benedettini delle diverse nazioni. Circolano in gran numero Messali e Vesperali in tutte le lingue volgari, in grazia dei quali le ricchezze liturgiche vengono alla portata d'ognuno. Quanto più approfondita e diffusa diventerà la cognizione e la comprensione del pensiero formulato dalla Chiesa nei testi liturgici, tanto più santo sarà il modo di celebrare le feste tutte e specie quelle di Maria. Ma conoscere i diversi aspetti dei misteri di Maria celebrati nelle sue feste, ed esaltarli col formulario officiale della Chiesa, non è tutto. Bisogna offrire alla Gran Madre il nostro culto con mani pure e con cuore innocente. Quindi, oltre l'assistenza alla S. Messa occorre la frequenza ai Sacramenti, nei quali l'anima si purifica dal peccato e si fortifica con le carni e col Sangue del Salvatore.

DIVOZIONE A MARIA

FESTA DELLA PURIFICAZIONE

S. Gioachino e S. Anna seppero custodire il fiore di grazia che Dio aveva loro concesso. Tre anni dopo la sua nascita, la piccola Maria, fu da loro presentata al Tempio, perché soltanto questo poteva essere l'atmosfera propizia dove sarebbe cresciuto l'albero che doveva dare al mondo Gesù, il frutto delizioso della salute.
La piccola Figliuola di David, docile alla voce
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celeste, dimentica del suo popolo e della casa del padre suo, offrì al suo sposo divino, il sacrificio più puro, più gradito e più perfetto che abbia mai ricevuto la divina Maestà, dopo il sacrificio della croce.
A questo riguardo S. Alfonso scrive: «Come la S. fanciulla si presentò e si offrì presto e interamente a Dio nel tempio, così noi, in questo giorno, senza indugio e senza riserva, presentiamoci a Maria e preghiamola che ci offerisca Lei a Dio il quale non ci rifiuterà, vedendoci offerti dalle mani di Colei che fu il Tempio vivo dello Spirito Santo, la delizia del suo Signore e la Madre del Verbo Eterno».

PREGHIAMO MARIA

Ecco come prega la Chiesa:

Orazione: O Signore, che hai voluto si presentasse oggi al Tempio, la beata sempre Vergine Maria, abitazione dello Spirito Santo, concedici, te ne preghiamo, che, per la sua intercessione, meritiamo di essere presentati nel Tempio della gloria eterna.

Secreta: Per la tua clemenza, o Signore, e per l'intercessione della Beata sempre Vergine Maria, quest'offerta giovi a nostra prosperità e pace nel tempo e nell'eternità.

Dopocomunione: Questa Comunione, Signore, ci mondi dai peccati, e per intercessione della B. Vergine Maria Madre di Dio, ci faccia partecipi del celeste rimedio.

ESEMPIO

S. MARIA DEGLI ANGELI (O PORZIUNCOLA) AD ASSISI

Correva l'anno 1221, quando, una notte l'umile servo di Dio, S. Francesco, mentre pregava
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nella piccola Chiesa di S. Maria degli Angeli presso Assisi, veniva favorito di una singolare, portentosa visione. Maria e Gesù gli apparirono avvolti in un oceano di splendore, e cinti da schiera di spiriti celesti. Gesù rivoltosi al pio religioso: «Chiedimi, o Francesco, gli disse, qualche favore a vantaggio delle anime per la salute delle quali tu consacri la tua vita».
A queste parole esitava Francesco, ma poscia confortato ed animato dalla Madonna: «Una grazia vi chieggo ed è che chiunque visiterà questa Chiesa, pentito dei suoi peccati, acquisti l'indulgenza plenaria, ossia la remissione totale della pena temporale delle sue colpe».
Piacque tanto al Cuor di Gesù questa proposta che venne subito concessa per la mediazione di Maria SS., a condizione però di recarsi dal Papa per avvisarlo della visione avuta, e in pari tempo pregarlo di accordargli con suo decreto la desiderata indulgenza. Stupì a tale domanda il Vicario di Cristo, Onorio III pure l'accordò. Siccome non era stabilito alcun giorno preciso per lucrarla, il Santo pregò Iddio a fargli conoscere in proposito la sua volontà, e Gesù gli apparve una seconda volta con la sua SS. Madre nella stessa Cappella, per annunziargli che la grande indulgenza incominciava dai primi Vespri della festa di S. Pietro in Vincoli (1 Agosto) durando fino alla sera del giorno seguente.
L'insigne favore, chiamato il Perdono d'Assisi, veniva poi esteso dai Romani Pontefici a tutte le Chiese Francescane, anzi a tutte quelle chiese ove è istituita la Confraternita dei Terziari.
Approfittiamo del singolare dono che il Poverello d'Assisi ottenne per l'intercessione di
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Maria, per concepire sommo orrore del peccato, purificare l'anima nel Sangue adorabile di Cristo, onde rimetterci nella grazia e nell'unione con Dio.

LODE

Dei matris cantibus solemnia recolat solemnibus Ecclesia: Vota tuis auribus Concilia, Te devotis vocibus laudantia, Digna dignis laudibus.
O gloriosa Domina, quorum laudant carmina, precamur, dele crimina.

Tua nos restituit conceptio. Quos serpentis abruit deceptio De mortis eripuit confimo, et finem imposuit exilio quod Heva promeruit.
O gloriosa...

Et est venerabilis solemnitas nobis tua nobilis Nativitas. Surgeret ut fragilis humilitas, per quam venit humilis sublimitas. Incomprehensibilis.
O gloriosa...

Quam sibi vox attulit angelica, mundum salus extulit coelica: Bona secum detulit vivifica, mala nobis abstulit mortifica, Et salutem contulit.
O gloriosa...

Ades ergo miseris supplicibus et nostri memineris, ut precibus Nos conjungas superis Spiritibus. Quo praelata caeteris caelestibus. Fructu tuo frueris.
O gloriosa...
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