Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO VENTISEIESIMO

Salve Regina
III.

S. SCRITTURA

Sulle vie dei fiumi di Babilonia ci ponemmo a sedere e a piangere nel ricordarci di Sionne. Ai salici che vi erano appendemmo le nostre cetre. Perché là quelli che ci avevano menati schiavi ci chiedevano dei canti, quelli che ci avevano portati via: «Cantateci qualcuno dei canti di Sion».
Come potremo cantare il cantico del Signore in terra straniera
?... (Sal. 136,1-4).

Ad Te suspiramus, gementes et flentes in hac lacrimarum valle. A Te (Maria) sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Due cose hanno resa così spontanea ed universale la divozione a Maria: le nostre innumerevoli necessità da una parte, e la materna bontà della Madonna dall'altra.
Maria madre della Chiesa. La Chiesa è la società soprannaturale istituita da Gesù Cristo per istruire, guidare, santificare gli uomini. Essa è il corpo mistico di Gesù Cristo; e membra sono tutte le anime in grazia che si dicono e sono sante.
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La Chiesa è portata sulle braccia di Maria come sulle braccia di Maria fu portato Gesù Cristo; la Chiesa nascente anche in modo visibile; la Chiesa adulta in modo invisibile, ma sempre vero e reale.
Maria accettò di essere madre di Gesù Cristo e se lo prese in cura nell'Annunciazione; adempì il suo ufficio, anche quando Gesù era morto, anche quando si trattava di riconsegnarlo al Padre nell'Ascensione.
Maria accettò la cura della Chiesa ai piedi della Croce e adempì il suo ufficio ogni giorno, poiché Ella a capo e prima degli eletti, entrerà nella Chiesa trionfante in Cielo; e la divina capocitarista guiderà il canto alla SS. Trinità.
Maria incoraggiò gli Apostoli nei momenti di desolazione e di sbandamento dopo la morte del Salvatore; si raccolse nel Cenacolo con loro e ottenne che la Chiesa nascesse alla sua vita pubblica; sostenne e confortò gli Apostoli nelle prime difficoltà e persecuzioni fatte alla Chiesa. In ogni tempo nel corso dei secoli, Maria difese e sostenne la Chiesa. Nei giorni lieti e nei giorni della prova, sempre.
Dice Pio XI: «Chiunque studi con diligenza gli annali della Chiesa Cattolica, facilmente vedrà conquistato con tutti i fasti del nome cristiano il valido patrocinio della Vergine Madre di Dio. Come nelle pubbliche sventure, così nei privati bisogni, i fedeli di ogni epoca si rivolsero supplichevoli a Maria, perché Ella tanto benigna venisse in soccorso impetrando soccorso e sollievo ai bisogni dell'anima e del corpo. E mai fu atteso invano il suo potentissimo aiuto, da
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coloro che lo implorarono con pia e fiduciosa preghiera».
Esempio splendido è la vittoria riportata dai cristiani contro i Turchi a Lepanto, per il santo Rosario:
Maria e gli eretici. - Eresia è l'ostinazione in un errore, circa le cose di fede, Maria è martello dell'eresia, ma è salvezza per gli eretici di buona volontà.
Gli eretici e gli scomunicati sono dei figli ribelli alla loro Madre Chiesa; i primi con la intelligenza, i secondi con la volontà. La S. Vergine difese la Chiesa dall'eresia, convertì eretici, riconciliò scismatici.
Maria ha assistito in modo speciale S. Giovanni Evangelista, che scrisse il suo Vangelo contro i primi eretici.
Nestorio negò la Divina maternità di Maria: ma la Madonna suscitò S. Cirillo di Alessandria a scudo della verità ed i Padri del Concilio di Efeso proclamarono la vera fede, e fu cantata l'antifona: «Salve, o Vergine perpetua, Tu sola hai infrante tutte le eresie del mondo».
Gli Albigesi furono vinti e convertiti in gran parte da S. Domenico, col S. Rosario.
Nel secolo XIX fu l'Immacolata che per opera di Pio IX e per le apparizioni a Lourdes, distrusse il razionalismo ed il naturalismo.
E se Leone XIII fu chiamato il Papa del Rosario, il suo successore, Pio X, fu il martello del modernismo:
Perciò Pio XI scrive: «Quando gli errori diffondendosi per ogni luogo si accanivano a lacerare la veste inconsutile della Chiesa ed a
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mettere a soqquadro l'orbe cattolico, a Colei che sola tutte le eresie nel mondo distrusse, si rivolsero i nostri Padri con animo fiducioso, e la vittoria per Lei conquistata fece ritornare tempi migliori».
Maria sede della sapienza. - In Maria dimorò l'Eterna Sapienza, discesa dal Cielo per ammaestrare gli uomini. Per questo Maria è protettrice degli studi. Da Lei S. Giovanni Damasceno riconosceva la sua scienza; da Lei S. Alberto Magno ebbe la grazia di vedersi aprire l'intelligenza ad intendere ed insegnare in ogni campo del sapere del suo tempo; da Lei S. Tommaso d'Aquino invocava ogni giorno la sapienza celeste col santo Rosario e con particolari preghiere, e divenne il grande luminare dei secoli.
Maria ammaestrò gli Apostoli sui misteri dell'Incarnazione, infanzia e vita privata di Gesù.
Maria è invocata dalla schiera immensa dei missionari: Domenicani, Francescani, Carmelitani, Gesuiti, Servi di Maria, Figli di S. Giovanni Bosco. Da Maria i Dottori della Chiesa e gli Scrittori cattolici attesero e ricevettero luce; da Maria i Pontefici domandarono ed ottennero saggezza e consiglio per il governo dei popoli cristiani.
Maria è detta Regina dei Profeti, Regina degli Apostoli, Sede della Sapienza, Madre del Buon Consiglio.
Non è Maria la luce, ma è apportatrice della luce di Gesù Cristo, è l'alba cui segue il sole di giustizia Gesù Cristo; è bella come la luna che riceve dal sole la luce e la trasmette a noi; è la predestinata ad aprire la mente, rafforzare la memoria:
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dare la prudenza; comunicare la sapienza, che è essenziale e necessaria in tutti: la sapienza celeste.
Maria e i bisogni materiali. - Le nazioni in guerra ricorsero sempre a Maria e le belle vittorie cristiane provano la sua potenza: Lepanto, Vienna, Murret, Temesvar e Corfù sono fatti insigni.
Maria meritò il titolo che Benedetto XV le volle dare di: «Regina Pacis». Sono ricorsi a Maria tanti infermi. Ricordiamo solo i fatti di Lourdes. Colà arrivano da ogni parte del mondo treni portanti infermi, tra i più sofferenti e disperati dalla scienza. Là si può dire che i ciechi vedono, i sordi odono, gli storpi camminano, i tubercolotici ed i malati di ogni infermità risanati.
Vi sono testimoni innumerevoli, si fanno le constatazioni di scienziati, vi sono le firme di cinquemila medici che lo attestano.
Lourdes è uno dei Santuari, ma ognuno delle migliaia di santuari è coperto di ex voto, quadri e ricordi; mentre la maggior parte dei fatti sono passati sotto silenzio.
Sono ricorsi a Maria gli schiavi ed i carcerati; Ella fu ed è la consolatrice degli afflitti: «Consolatrix afflictorum».
Maria e i bisogni morali. - Nella storia poi della Chiesa e nelle vite dei Santi troviamo tentazioni di senso orribile e molestissime, spente o del tutto o convertite in vittorie splendide, per l'intercessione di Maria.
Così accadde a S. Benedetto, a S. Bernardo, a S. Nilo, a S. Alfonso Rodriguez, e mille altri. Troviamo soccorsi di Provvidenza e ce ne fanno fede Gaetano da Thiene, Francesco Regis, Chiara
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d'Assisi ed altri senza numero, forniti miracolosamente di denaro e di viveri dalla SS. Vergine. Troviamo conforti recati a persone calunniate, oppresse, da fare, come dice l'Apostolo: «Cum tentatione proventum» [1 Cor. 10,13].
Troviamo tristezze, melanconie, angustie grandi di maltrattati, confinati anche in oscure prigioni a cui Maria portò aiuto.
Ad esempio sollevò dalle calunnie più atroci la Venerabile Spinelli e l'avvisò che tale consolazione le proveniva per l'impegno ch'ella aveva di propagare la sua divozione; confortò con la sua presenza e con amorevoli parole la Beata Germana, spietatamente percossa dalla matrigna; liberò dal carcere e condusse in salvo Gerolamo Miani.
Troviamo afflitti per mancanza d'ingegno e di scienza, da Lei ampiamente provveduti. Un Alberto Magno, un Suarez, un Alvarez de Paz, divennero per Lei l'ammirazione del mondo.
Gli angustiati per mancanza di parole, per cattiva condotta di parenti, per rimorsi di coscienza da Lei consolati sono senza numero, e ne sono piene le storie. In una parola, qual è l'angustia, per cui non vi sia sempre scorrevole la vena di consolazione e di conforto aperta da questa Madre amorosa? Oh quanta ragione aveva perciò San Lorenzo Giustiniani di chiamarla: «Solatium peregrinationis nostrae! Dolce sollievo del nostro pellegrinaggio».
«Sicché, o Maria, siete così piena di misericordia, Le dice con tenerezza S. Bonaventura, così attenta a sovvenire i miseri, che par che non abbiate altro desiderio, altra premura di questa: Ubique sollicita es, miseris misericordia vallaris, solum miseri videris appetere».
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E perché tra i miseri, i peccatori sono i più miseri di tutti, asserisce il ven. Beda, Maria sta continuamente pregando il Figlio per i peccatori: «Stat Maria in conspectu Filii sui, non cessans pro peccatoribus exorare».
Scrisse S. Bernardo, che Maria si è fatta tutto a tutti, ed a tutti apre il seno della sua misericordia, acciocché tutti ne ricevano: lo schiavo il riscatto, l'infermo la salute, l'afflitto il conforto, il peccatore il perdono, Dio la gloria e con ciò non vi sia, giacché Ella è il sole, che non partecipi del suo calore: «Maria omnia omnibus facta est, omnibus misericordiae sinus aperit, ut de plenitudine eius accipiant omnes, captivus redemptionem, aeger curationem, tristis consolationem, peccator veniam; ut non sit qui se abscondat a calore eius».
E chi mai sarà nel mondo, esclama S. Bonaventura, che non amerà questa amabilissima Regina? Ella è più bella del sole, più dolce del miele. Ella è un tesoro di bontà, a tutti è amabile, con tutti è cortese: «Quis te non diliget, o Maria, pulchrior sole, dulcior melle, omnibus amabilis, omnibus affabilis?».
«Io vi saluto dunque, o Signora e Madre mia, anzi, cuor mio, anima mia, perdonatemi, o Maria, se io dico che vi amo; s'io non sono degno di amarvi, Voi siete ben degna d'essere amata da me: Ave ergo, Domina mea, mater mea, imo cor meum, anima mea. Parce mihi, Domina, si me amare te dicam; si ergo non sum dignus te amare, tu non es indigna amari a me».
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DIVOZIONE A MARIA

APPARIZIONE DI MARIA A LOURDES

La storia miracolosa di Lourdes è argomento di vita contemporanea secondo i consigli della Provvidenza rivelati alla fortunata fanciulla Bernardetta. Noi dobbiamo rivolgere i nostri occhi ai Pirenei, non solamente per sperimentare il materno patrocinio di Maria, ma anche per eccitare i nostri cuori a sinceri sentimenti di penitenza, vivendo in una società che respira l'aria mefitica del più sensuale naturalismo. L'olezzo di candore che esala dalla grotta, deve purificare le anime nostre, ed infiammarle di amore Divino; allora solamente saremo sicuri che la materna protezione della Vergine sarà efficace.
La liturgia moderna si muove sul fondo storico delle apparizioni di Lourdes. E' la bella Signora dei Pirenei, che viene presentata alla nostra divozione; quella stessa Donna incomparabilmente circonfusa di splendore che vide Giovanni Evangelista nelle visioni di Patmos. Questa Signora è l'Immacolata, Colei che a differenza di ogni altro mortale, è nata senza macchia di peccato originale, perché preordinata ad essere Madre del Verbo. In tale qualità Maria è Madre nostra, e perciò da Lei la Chiesa attende protezione ed aiuto.
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PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dio, che per l'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato al Figlio tuo una degna abitazione, ti supplichiamo umilmente, che, celebrando l'apparizione della medesima Vergine, conseguiamo la salvezza dell'anima e del corpo.

Secreta: L'Ostia di lode che ti offriamo, Signore, per i meriti della gloriosa e sempre Vergine, salga a Te quale odore soave, e a noi doni la desiderata santità dell'anima e del corpo.

Dopocomunione: Saziati, Signore, del celeste alimento, ci sostenga la destra della tua Madre Immacolata, affinché col suo aiuto, meritiamo giungere all'eterna patria.

ESEMPIO

S. ELISABETTA VERGINE

Elisabetta, afflitta da pene interiori e da corporali infermità, avendo la consolazione di vedere un giorno Maria, circondata da un coro di sante e caste vergini, così La pregava: «Ah Santa Vergine, abbiate pietà di me, che tribolazioni crudeli mi opprimono; muovetevi a compassione di me, poiché i dolori mi straziano sino dall'infanzia, e al presente la mia vita è un continuo martirio!».
Maria dolcemente le rispose: «Figlia mia, il Signore ti prova in questa vita, ma nell'altra ti consolerà; Egli vuole purificarti quaggiù, affinché dopo la morte possa godere riposo e felicità sempiterna. Vedi queste vergini che mi stanno attorno: esse soffrirono, per amor di Dio, ed ora sono onorate, non soltanto al cospetto di Lui, ma
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ancora dinnanzi agli uomini: In verità ti dico che se tu in un sol giorno potessi ardere tanto da essere ridotta in cenere e poi ritornare per ben trenta volte in vita con sì crudele martirio non potresti ancora meritarti la gloria che Dio ti ha preparata nel Cielo».
Rinvigorita Elisabetta da tali accenti, visse poi con molta tranquillità di animo in mezzo alle tribolazioni che le mandava il Signore. Maria le promise di accorrere in aiuto suo nel punto della morte, e mantenne la parola. Difatti nel Sabato precedente la morte, di Elisabetta, la Santa Vergine le apparve, la confortò e s'intrattenne con lei tutto il giorno. La sola consolazione di Elisabetta nella suprema sua ora fu l'invocare il nome di Maria, fra le cui braccia rese piamente lo spirito.

LODE

Solchiamo un mare infido
Di un mondo traditore,
Al sospirato lido
Chi mai ci condurrà?

Maria pietosa e bella
Del mar lucente stella,
Maria speranza nostra
Guida di noi sarà.

Il senso lusinghiero
Entro di noi ribelle,
Aspro nemico e fiero,
Chi lo distruggerà?

In ogni rio periglio
Di puritade il giglio,
Maria speranza nostra
Avrà di noi pietà.
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