Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO DECIMOQUINTO

Giustizia di Maria SS.

S. SCRITTURA

Ecco io mando il mio angelo a preparare davanti a me la strada; e subito verrà al suo tempio il Dominatore da voi cercato, e l'Angelo del Testamento, da voi bramato. Eccolo, viene, dice il Signore degli eserciti. E chi potrà indovinare il II. GIORNO della sua venuta? Chi potrà stare a rimirarlo? Egli sarà come fuoco di fonditore, come l'erba dei gualchierai. Egli sederà a fondere e purificare l'argento: purificherà i figli di Levi, li colerà come l'oro e come l'argento, e allora offriranno al Signore sacrifici di giustizia. E piacerà al Signore il sacrificio di Giuda e di Gerusalemme, come in antico, come ai tempi d'una volta (Ml. 3,1-4).

La giustizia è una virtù generale: per essa si dà a ciascuno quanto è dovuto. Giusti con tutti: verso Dio, al quale è dovuta l'adorazione, l'obbedienza, l'amore; verso il prossimo, a cui siamo obbligati da vari doveri che possono andare dall'obbedienza, per es. ai genitori, all'amore semplice,
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verso il prossimo in generale. Abbiamo pure dei doveri di giustizia verso noi medesimi, tanto riguardo all'anima che riguardo al corpo.
La Sacra Scrittura fa un grande elogio a San Giuseppe quando dice:«Joseph cum esset justus» (Mt. 1,19). Significa che S. Giuseppe adempiva tutti i doveri: verso Dio, il prossimo e se stesso.
Possiamo comprendere questa virtù considerando un episodio del Vangelo: «Allora i Farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nelle parole. E gli mandarono i proprii discepoli con gli erodiani a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità e non ti curi di nessuno, che non guardi in faccia alle persone. Dicci dunque: è lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. Ed egli chiese loro: Di chi è quest'immagine e l'iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt. 22,15-21).
«Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, poiché saranno saziati», disse ancora Gesù Cristo (Mt. 5,6).

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Maria diede a Dio il debito onore. Diede il tributo della preghiera. Fin dai primi momenti della sua esistenza, la Vergine ha adorato, ringraziato, propiziato e pregato il Signore meglio degli Angeli e Santi che sono in Paradiso. E il profumo di quest'incenso andò sempre crescendo
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fin nell'eternità, nella quale Dio riceve da Maria la lode più grande.
Maria offrì tutta se stessa: anima, corpo, vita al Signore. Infatti è comune sentimento dei Dottori e dei Padri, che ancora bambina, fu condotta dai parenti a Gerusalemme, ove si trovava come un piccolo collegio di fanciulle pel servizio nel tempio: Dum esset trium annorum fuit a parentibus oblata in templum, et ibi stetit usque ad decennium quartum annorum: raggiunti i tre anni Maria fu dai genitori offerta al Tempio ove stette fino all'anno decimoquarto. Ella seguì allora la massima perfezione nel servizio di Dio. Sembra fossero scritte per Lei le parole: «Audi, filia, et vide, et inclina aurem tuam et obliviscere populum tuum et domum patris tui: ascolta, o figlia, guarda e porgi l'orecchio, e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre» (Sal. 44,11). Per servire meglio, sempre e solo il Signore, lasciò la famiglia ed il mondo, cercando il luogo più solitario e lontano da esso.
Maria si consacrò a Dio subito: Gli offerse la volontà sottomettendosi perfettamente a coloro che la guidavano, poiché colà trovò Superiori cui doveva obbedire in ogni cosa. Ella non faceva distinzione tra ufficio e ufficio, fra comando e comando.
Consacrò a Dio la sua intelligenza volendo amare il Signore con tutta la mente, pensare solo a Dio ed alle cose che riguardavano il suo santo servizio; studiare i Salmi, meditare la S. Scrittura.
Consacrò a Dio il suo cuore ed il suo corpo con voto di perpetua castità, volendo amare il Signore con tutte le forze e senza alcuna divisione.
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Man mano che passavano i giorni, Maria, per l'infusione di luce celeste, per i lumi che le venivano dalla S. Scrittura e dalle istruzioni dei Dottori della legge si apriva a conoscere e contemplare il mistero dell'Incarnazione del Verbo. Il suo cuore allora ardeva dal desiderio e sulle labbra si moltiplicavano le preghiere: Si aprano i Cieli, le nubi piovano il giusto, germini la terra il Salvatore. Era tale la sua diligenza, che S. Bonaventura così la descrive: «Fiebat ut in vigiliis inveniretur prior, in sapientia legis Dei eruditior, in humilitate humilior, carminibus davidicis elegantior; in omni virtute perfectior: Maria SS. era la prima nella mortificazione, la più erudita nella conoscenza della divina legge, la più umile, la più diligente nei canti sacri, la più perfetta in ogni virtù».
E questa fu l'alba, ma progredì sempre più calda e luminosa la giornata di sua vita terrena.
Per tutta la vita sempre ed in ogni momento compì la divina volontà; sempre attese alla meditazione e contemplazione delle verità divine; sempre amò il Signore con tutta la mente, con tutte le forze, con tutto il cuore.
Maria praticò ogni giustizia verso il prossimo.
Anzitutto coi suoi genitori S. Gioachino e S. Anna. Ad essi, sebbene piccina ancora, mostrava tutta la sua riconoscenza ed il suo tenerissimo affetto; e questo in una maniera così graziosa e semplice che commoveva: «Sanctificatio eius irradiabat in alios et in eis extinguebat omnes motus concupiscentiae carnalis: la sua santità irradiava negli altri ed estingueva in essi ogni moto di concupiscenza», così S. Tommaso d'Aquino, S. Ambrogio, S. Bonaventura. Anche al presente,
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se durante la tentazione si mira l'immagine di Maria, il cuore rimane libero. Virgo singularis, Maria.
Quindi con S. Giuseppe suo casto sposo.
Il Signore lo aveva a Lei destinato come conforto, come difesa, come aiuto. E Maria gli portò un amore santissimo e costante; lo servì in tutte le necessità specialmente durante gli acciacchi della vecchiaia e nella sua ultima malattia; lo consolò nelle pene, l'accompagnò a Betlemme, in Egitto, a Nazaret, alla Pasqua di Gerusalemme con ogni fedeltà; soprattutto lo obbedì. S. Giuseppe era inferiore, sebbene così grande, alla Vergine, tanto per santità che per lumi soprannaturali e naturali; ciononostante la Madonna venerava in Lui l'autorità di Dio, e quindi, senza osservazioni o distinzioni di comandi, si regolava in tutto secondo Egli stabiliva.
Adempì ogni giustizia riguardo al Figlio Gesù. Ella ne era vera Madre poiché da Essa si formò il corpo di Gesù. Da Lei Gesù ebbe tutte le cure materiali di cui abbisogna un bambino ordinario: da Lei ebbe tutta l'educazione e formazione che come uomo, Gesù, volle prendere da Maria; da Lei apprese le preghiere, i salmi, l'attitudine ai lavori minuti famigliari. Maria rimase con Gesù a Nazaret, lo seguì come Madre e discepola nella vita pubblica, lo assistette sul Calvario morente, aiutò a comporne la salma nel sepolcro, lo accompagnò al Monte degli Ulivi per l'Ascensione.
Adempì i doveri di giustizia verso la parentela: visitò e servì S. Elisabetta; conservò sempre le buone relazioni di sorella con la Madre di Giacomo il minore, si comportò verso Giovanni,
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lasciatole come figlio da Gesù sul Calvario, come Madre di adozione.
Adempì ogni giustizia cogli Apostoli: con essi pregò e ottenne lo Spirito Santo; li confortò in tutte le varie difficoltà; li consigliò nei dubbi e ne infervorò lo zelo.
Anche col prossimo in generale, Maria compì ogni giustizia, poiché: al mondo diede il Redentore; sparse ovunque il profumo delle sue eccelse virtù; pregò e sofferse per tutti durante la sua vita.

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Maria fu giusta verso se stessa.

La giustizia richiede: di sottomettere la parte inferiore allo spirito; di spendere per l'anima il tempo e le cure che sono necessarie per la santificazione; trattare il corpo come un buon figliuolo. La S. Vergine non ebbe il peccato originale, perciò fu adorna del dono di integrità. Il suo corpo con tutti i sensi, il cuore con tutti i sentimenti, la stessa fantasia erano sempre regolati dalla ragione e dalla fede. Tutto in Lei era ordine e armonia; tutto procedeva da sano giudizio e secondo il divino volere; tutto assecondava i desideri e le aspirazioni altissime della sua anima.
Maria diede all'anima le cure, il tempo, i mezzi necessari. Infatti Ella esercitò tutte le virtù; S. Alberto Magno asserisce che ebbe tutte le virtù dei beati in cielo, ma con la possibilità di poter sempre crescere in merito: «Habuit virtutes cum actuum perfectione sicut comprehensores, et cum merendi conditione sicut viatores».
Trattò anche il corpo come un buon figliuolo:
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lo nutrì, lo custodì, lo associò ai meriti della sua anima. E questo è il vero amore al corpo. A questo corpo verginale Ella preparò attraverso fatiche e pene, una gloria incomparabile in cielo. Maria si piegò ad accettare la morte; Maria venne risparmiata dalla corruzione del sepolcro; Maria venne risuscitata, anima e corpo, Maria ha il maggior seggio di gloria in Paradiso.

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Siamo giusti? Considerando le virtù che riguardano le relazioni nostre verso Dio, verso il prossimo ed i doveri verso di noi, possiamo fare un conveniente esame con i propositi necessari. Vediamo:
Lo spirito di religione, per cui diamo a Dio quel che è di Dio. Vi è chi si vanta di osservare la giustizia mentre non prega, non è delicato di coscienza, non rispetta i voti, le promesse, il nome di Dio. La pietà filiale insegna a dare ai genitori e ai superiori quel che loro è dovuto.
Il rispetto verso le autorità vuole che onoriamo in esse lo stesso Dio che esse rappresentano.
E' pure da curarsi tanto la sincerità per cui rispettiamo negli altri il diritto alla verità, camminando con cuore semplice e schietto.
Dobbiamo poi mostrare la riconoscenza per i benefici ricevuti e conservare il cuore umile, poiché tutto viene da Dio.
Si pecca contro la giustizia per qualsiasi danno che si arreca al prossimo con le opere, offendendolo nella persona o nella roba; o con le parole, danneggiandolo nell'onore.
Scrive un egregio autore di Teologia Morale: Alla religione si oppongono i vizi di cui si parla
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nei primi tre precetti del Decalogo; alla pietà si oppone l'empietà, il cosmopolitismo ed il nazionalismo esagerato; al rispetto l'irriverenza e la disobbedienza; alla sincerità la bugia, la simulazione e la rivelazione dei segreti; alla riconoscenza l'ingratitudine, alla liberalità la prodigalità e l'avarizia.

DIVOZIONE A MARIA

LA FESTA DELLA VISITAZIONE

La festività ci ricorda la visita che la B. Vergine nella sua profonda umiltà e immensa carità fece alla cugina Elisabetta, madre di Giovanni Battista. E' il primo influsso che Gesù manifesta della sua Redenzione, santificando il Precursore: e ciò avviene per ministero di Maria, chiamata all'ufficio di corredentrice del genere umano.
L'antifona dell'introito, tolta dal Carmen paschale del poeta cristiano Sedulio, è un saluto alla divina maternità di Maria; essa riconoscente, ha detto la parola buona, cioè il cantico di lode e di ringraziamento, che è il Magnificat, pronunziato in casa di Elisabetta.
Da questo mistero come ci dice S. Alfonso, appare molto bene che Maria è la tesoriera di tutte le grazie.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dispensa, te ne preghiamo, Signore, ai tuoi servi il dono della grazia celeste, e, come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennità votiva della sua Visitazione, apporti loro accrescimento di pace.
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Secreta: Ci soccorra, Signore, l'umanità del tuo Unigenito: affinché Egli, che nato di Vergine non diminuì ma consacrò l'integrità di sua Madre, nella solennità della di Lei Visitazione, ci liberi dalle nostre colpe e renda accetta la nostra offerta.

Dopocomunione: Abbiamo ricevuto, o Signore, i Sacramenti votivi della celebrazione annuale, fa', te ne preghiamo, che ci procurino i rimedi per la vita temporale e per l'eterna.

ESEMPIO

Il Padre Claudio Fenand, guarito da breve malattia, si sentì salutare cordialmente da un giapponese che, fuori di sé per la gioia, gli disse: «Oh! Padre, Dio sia benedetto! Io sono cattolico e per otto anni mi stanziai in questo villaggio con la mia vecchia madre. Dacché siamo venuti qui non abbiamo mai veduto un Sacerdote cattolico; ma quando sentii che un forestiero era entrato nel bungalow, mi affrettai per vederlo pensando che fosse un Missionario d'Europa, e non mi sono ingannato. Provvidenza di Dio! Senta, Padre: mia madre da una settimana sta molto male; credo debba morire presto; sono però assai angustiato riguardo alla sua anima. Eppure cosa strana! Chi lo crederebbe? Essa conosce benissimo di essere alle porte dell'eternità, nondimeno non appare allarmata e va sempre ripetendo: «Sta quieto, figlio mio, non ti accorare, perché io sono sicurissima di non morire prima d'aver veduto un Sacerdote, il quale mi confesserà e mi darà l'Estrema Unzione». Accompagnai il giapponese in casa sua, e la vecchia madre tripudiando di gioia esclamò: «Oh, Padre! Io stavo
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proprio aspettandovi: benvenuto, benvenuto! Ora che siete voi qui, morrò ben presto; ero certa però che non sarei morta prima dì vedere un Sacerdote».
- E come potevi tu aver tanta sicurezza? Perché ti fidi tanto?
- Eh, Padre, perché ogni giorno della mia vita, ho sempre recitato il Rosario della Beata Madre di Dio per ottenere da Lei la grazia di ricevere i santi Sacramenti prima di morire e la B. Vergine non ha rifiutato di ascoltare le mie preghiere.
Il missionario la confessò, le amministrò subito l'Estrema Unzione, e dopo una mezz'ora la pia madre volava in seno alla Madre Celeste.

LODE

O quam glorifica luce coruscas,
Stirpis Davidicae regia proles!
Sublimis residens, Virgo Maria,
Supra caeligenas aetheris omnes.

Tu cum virgineo mater honore,
Angelorum Domino pectoris aulam
Sacris visceribus casta parasti;
Natus hinc Deus est corpore Christus.

Quem cunctus venerans orbis adorat,
Cui nunc rite genu flectitur omne;
A quo te, petimus, subveniente,
Abiectis tenebris, gaudia lucis.

Hoc largire Pater luminis omnis,
Natum par proprium, flamine sacro,
Qui tecum nitida vivit in aethera
Regnans, ac moderans saecula cuncta.
Amen.
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