Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO TERZO

Maria piena di grazia

S. SCRITTURA

Sitibondi, venite tutti alle acque, ed anche voi che non avete danari, correte a comprare e a mangiare, venite a comprare senza denaro, e senza dar nulla per essi, vino e latte. Perché spendete il vostro danaro in ciò che non è pane, e la vostra fatica in ciò che non sazia? Ascoltate attentamente, e mangiate ciò che è buono, e l'anima vostra sarà rallegrata da cibi prelibati. Porgete il vostro orecchio e venite a me, ascoltate e l'anima vostra avrà la vita, ed io farò con voi un patto eterno e la misericordia promessa a David. Ecco tu chiamerai un popolo che non conoscevi, e le nazioni che non ti conoscevano correvano a te, per amore del Signore Dio tuo e del santo d'Israele che ti ha glorificato (Is. 55,1-3 e 5).
(Dal Messale: Festa di Maria Mediatrice di tutte le grazie).
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Il Papa Pio IX nella bolla «Ineffabilis Deus» dice: «Il Signore radunò in Maria un'abbondanza così grande di carismi e grazie, che Ella superò lungamente tutti gli Angeli e tutti i Santi: di modo che Maria SS. ha in sé tale pienezza d'innocenza e di santità, che si può trovare e pensare maggiore solo in Dio: Deus B. Virginem longe ante omnes Angelicos spiritus cunctosque Sanctos coelestium omnium charismatum copia, de thesauro divinitatis deprompta ita mirifice cumulavit, ut ipsa... eam innocentiae et sanctitatis plenitudinem prae se ferret, qua major sub Deo nullatenus intelligitur et quam praeter Deum, nemo assequi cogitando potest».
E' principio di S. Bernardino da Siena: ogni volta che il Signore elegge una persona ad un ufficio le concede tutti i beni che gli sono necessari allo stato e lo decorano convenientemente.
Questa grazia si dice dai teologi dignificante.
Consideriamo: a) Maria fu immune da ogni colpa; b) la grazia superò in Lei la pienezza degli Angeli e Santi; c) sin dal principio di sua esistenza.

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La Vergine fu immune da ogni colpa. Quanto al peccato originale è di fede che Ella fu preservata dalla colpa di Adamo. Nella sua vita poi, non cadde mai in alcun peccato mortale né veniale. Quanto al peccato attuale, dice il Concilio di Trento, che nessuno, senza speciale privilegio, può evitare durante la vita tutti i peccati veniali; ciononostante la Chiesa ritiene così della S. Vergine. Dice infatti lo stesso Concilio: «Si quis hominem semel justificatum dixerit... posse in tota vita sua, peccata omnia, etiam venialia,
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vitare, nisi ex speciali Dei privilegio; quemadmodum de B. Virgine tenet Ecclesia, anathema sit».
L'Arcangelo Gabriele salutò la SS. Vergine: «Ave, piena di grazia» e Pio IX commenta: «Con questo solenne ed inaudito saluto, Maria è proclamata sede di tutte le grazie, adorna di tutti i carismi divini, anzi, abisso e tesoro quasi infinito di tali carismi: Hac singulari solemnique salutatione numquam alias audita, ostendi Deiparam omnium gratiarum sedem, omnibusque divinis charismatibus exornatam, immo eorumdem charismatum infinitum prope thesaurum abyssumque inexhaustum».
Maria fu piena di grazia: perché non vi fu mai un istante, né al principio, né nel corso di sua vita in cui non ne fosse adorna.
Maria fu piena di grazia, perché doveva aver tutto quanto la rendesse degna Madre di Dio. Dice S. Tommaso: «Maria fu creata per essere Madre di Dio e fu resa idonea a tale ufficio: Virgo fuit electa ut esset Mater Dei, et ideo non est dubitandum quin Deus, per suam gratiam, eam ad hoc idoneam reddiderit. In B. Virgine fuit perfectio quasi dispositiva, per quam reddebatur idonea ad hoc quod esset Mater Christi, et per hoc fuit perfectio sanctificationis».
In Lei quindi le virtù teologali della fede, speranza, carità; in Lei i sette doni dello Spirito Santo; in Lei le otto Beatitudini evangeliche; in Lei i dodici frutti dello Spirito Santo; in Lei la pienezza dei frutti della Redenzione; per Lei tutto questo doveva passare ed arrivare alle anime.
Maria fu piena di grazia. Ella fu elevata al grado di unione mistica più sublime: cioè unione deificante. Per questa l'anima vive in intima
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unione con Dio pur essendo presente a tutti i doveri della vita.
Maria fu piena di grazia. Ella fu predestinata sopra ed innanzi a ogni creatura: «Ab initio et ante saecula» (Sir. 24,14). Maria fu redenta in modo immensamente superiore; poiché mentre gli altri uomini furono perdonati dalla colpa, Ella ne fu preservata. Ed ancora: ai Santi la grazia attuale fu data per vincere la concupiscenza, ma la Madonna fu immune dallo stesso fomite della concupiscenza.

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La pienezza della grazia in Maria, fu tale che superò quella dei Santi e degli Angeli.
S. Sofronio sopra il testo evangelico «Ave, piena di grazia», commenta: «E' ben detto piena, poiché agli altri Santi, le grazie furono divise, mentre in Maria furono infuse tutte: Bene plena, quia ceteris sanctis, datur gratia per partes; Mariae vero, tota se infudit plenitudo gratiae».
E' dottrina certa della Chiesa che la Madonna al momento del suo beato transito da questo mondo, ebbe una quantità di grazia tale da superare la santità di tutti gli Angeli e Santi considerati assieme. Appunto per questo motivo è chiamata Regina dei Cieli, degli Angeli, Apostoli, Martiri, Confessori, Vergini e dei Santi tutti.
I mezzi di progresso spirituale che ebbe la SS. Vergine, furono del tutto eccezionali: Ella ebbe un grado di grazia iniziale superiore ad ogni altra creatura; andò esente dagli impedimenti e tentazioni cui siamo soggetti noi, specialmente per l'ignoranza dell'intelletto, per la concupiscenza della carne, per la malizia della volontà.
Che, se ebbe impedimenti e difficoltà al bene,
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per Maria, divennero mezzi di maggior santificazione.
L'intima convivenza poi con Gesù e San Giuseppe, le eccezionali occasioni e prove cui andò soggetta, la sua specialissima Vocazione, furono per Lei un accrescimento mirabile di virtù e merito.

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Sin dal suo Immacolato concepimento, Maria SS. ebbe una pienezza di grazia da superare tutti i Santi e gli Angeli assieme.
S. Alfonso ed il P. Suarez lo provano dal testo: «Fundamenta eius in montibus sanctis: diligit Dominus portas Sion super omnia tabernacula Iacob: I suoi fondamenti sono sui monti santi; il Signore ama le porte di Sion più che tutti i Tabernacoli di Giacobbe» (Sal. 86,1-2).
Su questo testo dice S. Alfonso: «Il principio della vita di Maria fu più elevato che non l'altezza raggiunta dai Santi tutti in punto di morte: «Initia vitae B. Virginis altiora esse debuerunt quam omnes consummatae Sanctorum vitae».
La santità di Maria comincia là, dove culminano le più alte cime dei Santi. S. Vincenzo Ferreri scrive: «Maria fu santificata nel seno materno con una grazia superiore agli Angeli e Santi: Virgo sanctificata fuit in utero super omnes Sanctos et Angelos».
La grazia è l'amore che Dio porta ad un'anima: ora, il Signore, ama i Santi e gli Angeli come servi; ama invece Maria come Madre e come Regina dei servi suoi. Per quanto siano numerosi gli Angeli e i Santi, e per quanto tendano alla perfezione, non potranno mai tutti assieme
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più che servi, mentre Maria fu predestinata e creata Madre e Regina.
Come tutte le piante insieme non potranno mai raggiungere il grado della vita sensitiva, né innumerevoli animali quello della vita intellettiva; così non potranno tutti i Santi assieme raggiungere la dignità, la bellezza, la santità di Maria Bambina fin dal suo primo esistere.
Per Maria si tratta di una grazia di altro ordine. La Madonna ebbe un'altra, più profonda intimità con Dio. Volendo il Verbo Divino incarnarsi per mezzo di una madre, era conveniente che la ornasse di una grazia proporzionata all'altissimo ufficio. Ma perché tale ufficio è incomparabilmente superiore ad ogni altra missione conferita a creature, la B. Vergine dovette superare in grazia tutti gli Angeli e Santi. Il Signore sapientissimo, dà ad ogni essere quanto conviene per il fine. Maria fu esaltata come cedro del Libano: «Cedrus in Libano exaltata». Siccome il cedro supera le altre piante per altezza, robustezza, incorruttibilità, frutto e virtù medicinale, così Maria supera come «cedrus Dei» le altre creature per l'altezza della contemplazione, la robustezza dello spirito, il profumo delle virtù, la profondità della grazia.
Cosicché Maria è un Paradiso in cui sempre abita Dio! «Paradisus deliciarum» (S. Efrem); «Paradisus divina plantatus manu» (S. Atanasio); «Paradisus eden sanctissimum» (S. Germano).
Maria è il Paradiso dell'Incarnazione; dove abitò il secondo Adamo, che il serpente non poté violare: «Paradisus spiritualis secundi Adami» (Liturgia di S. Giacomo); «Paradisus ad quem serpens aditum non habuit» (S. Giovanni Damasceno);
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«Paradisus ex quo egredietur fluvius Christus» (S. Andrea Geros[olimitano]).
Maria è un paradiso nel paradiso; per lo splendore singolare: «Paradisus immortalitatis» (Esichio); «Coelum novum» (S. Giov[anni] Damasceno); «Coelum in quo rex splendet» (S. Andrea Gerosolimitano).

PREGHIAMO MARIA

HYMNUS

Te gestientem gaudiis,
Te sauciam doloribus,
Te jugi amictam gloria,
O Virgo Mater, pangimus,

Ave, redundans gaudio
Dum concipis, dum visitas;
Et edis, offers, invenis,
Mater beata, Filium.

Ave, dolores, et intimo
In corde agonem, verbera,
Spinas crucemque Filii
Perpessa, princeps martyrum.

Ave, in triumphis Filii,
In ignibus Paracliti,
In regni honore et lumine,
Regina fulgens gloria.

Venite, gentes, carpite
Ex his rosas mysteriis,
Et pulchri amoris inclytae
Matri coronas nectite.

Iesu, tibi sit gloria,
Qui natus es de Virgine,
Cum Patre, et almo Spiritu,
In sempiterna saecula.
Amen.
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DIVOZIONE A MARIA

IL SANTO ROSARIO

E' la pratica di divozione a Maria SS. che riesce tanto facile, potente, comune.
E' facile, perché essa si compone dei Misteri principali della religione, di Pater ed Ave; si adatta quindi anche ai semplici operai, ai condottieri, ai fanciulli, alle famiglie del popolo.

E' potente giacché il Pater che venne insegnato da Gesù Cristo, l'Ave che fu composta dalla Chiesa, i misteri che esprimono fatti così toccanti della nostra fede. Col Rosario si ottenne la conversione degli Albigesi, la vittoria sui Turchi, la sconfitta del filosofismo francese. Leone XIII diceva che dal Rosario si ottiene la restaurazione della società. Col Rosario ottennero innumerevoli grazie le anime pie, le famiglie, le parrocchie, la Società, la Chiesa.

E' comune, poiché esso è preghiera che si recita in Chiesa, in casa, per istrada. Si dice nelle processioni, alle sepolture, in luogo dei vespri, durante la S. Messa. I Papi, i Vescovi, i Sovrani e sudditi hanno recitato il S. Rosario.
S. Francesco di Sales diceva il Rosario intero ogni giorno; S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, ancora piccolino, raccoglieva in casa ogni sera, i vicini, per la recita del Rosario; gli Istituti Religiosi lo ritengono come regola.
Recitiamolo, dunque, almeno una terza parte al giorno; tanto più nei giorni di sabato; particolarmente durante i mesi di Maggio e di Ottobre.
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ESEMPIO

S. DOMENICO

Verso il secolo XIII gli Albigesi propagarono la loro eresia nel mezzodì della Francia. Essi non riconoscevano alcuna autorità, nessuna gerarchia, nessuna morale. Le loro bande percorrevano le città e le campagne devastando monasteri, martoriando Sacerdoti. Tutto fu messo in opera anche da Innocenzo III per arrestare il terribile flagello; ma più che le armi valsero le preghiere, le penitenze dei Santi e di S. Domenico in modo speciale.
Egli implorava ovunque, anche a voce alta, la salvezza delle anime. Una sera giunto sull'altura di Promille, entrò col volto inondato di pianto nel Santuario di Nostra Signora. Oh, lo perdonasse, almeno Lei, nella sua dolce clemenza materna se i risultati della sua opera erano meschini e modesti! E provvedesse per altre vie, se egli non ne era degno al riscatto di quella terra piagata! A queste sue sommesse proteste di rinuncia e di devozione, commiste a lacrime pure e a gemiti accorati, una luce radiosa si diffuse nel Santuario. E una voce celeste disse a Domenico: «Non meravigliarti, o figlio diletto, per la mancanza di frutti delle tue fatiche. Questo perché semini in un terreno sterile, non ancora bagnato dalla rugiada della grazia divina. Quando Dio volle rinnovare la faccia della terra cominciò col mandare su di essa l'acqua fecondatrice della salute angelica: Predica il mio Salterio ed otterrai messe abbondante».
Domenico, fedele all'ispirazione divina, predicò al mondo la nuova orazione che chiamò Rosario di Maria.
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INNO

Tu sei del gaudio - Madre e Signora,
Tu fosti martire - in terra ognora.
Ma eterna gloria - il ciel ti dié.

O Rosa mistica - prega per me!

L'Ave, la visita - il Parto Santo,
L'offerta allegrati - di un divo incanto,
Nel Figlio giubili - che siede in Te.

O Rosa mistica - prega per me!

L'intimo spasimo - lo scempio atroce
Il serto spineo - l'orrenda Croce
Tu soffri e immolasi - Gesù con Te.

O Rosa mistica - prega per me!

Risorto, all'etere, - il Figlio ascende
Manda il Paraclito - che il core accende
Regina agli Angioli - Iddio ti fe'.

O Rosa mistica - prega per me!

Cogliamo o popoli - dai rami santi
E a Lei sacriamole - rose fragranti,
Speranze e gemiti - pongono ai tuoi piè;

O Rosa mistica - prega per me!

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