Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

GIORNO SETTIMO

Maria Corredentrice, Mediatrice di grazia, Madre nostra

S. SCRITTURA

Or presso la croce di Gesù stavano sua Madre e la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Avendo Gesù veduto sua Madre e lì presente il discepolo suo prediletto, disse a sua Madre: Donna, ecco il tuo Figlio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua Madre, e da quel punto il discepolo la prese con sé.
(Gv. 19, 25-27).

Maria SS. ebbe uffici verso Gesù Cristo, ma ne ha pure verso di noi. Ella cooperò all'acquisto della grazia, e perciò è corredentrice; Ella espone le nostre necessità a Dio, e perciò è mediatrice di grazia; Ella ci ama e comunica la divina misericordia e perciò è nostra madre spirituale.

*

Maria è Corredentrice. Cooperò con Gesù Cristo Redentore, sebbene in un modo secondario e dipendente, a meritare l'eterna salvezza.
~
«Beata Virgo de congruo promeret nobis quod Christus de condigno promeruit - dice Pio X: la Beata Vergine merita a noi de congruo quanto Gesù Cristo ci meritò de condigno». La Vergine Maria diede liberamente e volontariamente il consenso all'Incarnazione del Figlio di Dio; l'Angelo le propose la Divina Maternità; non comandò, ma aspettò il Fiat di Maria. «Missus est Angelus Gabriel ad Mariam... ingressus Angelus dixit ei... ecce concipies et paries filium...: Fu mandato l'Angelo Gabriele a Maria... ed entrato le disse: ecco, tu concepirai nel seno e partorirai un figlio (Lc. 1,26 e 31).
Maria volle spiegazione: «Quomodo fiet istud quoniam virum non cognosco?...: Come avverrà questo se io non conosco uomo?» (Lc. 1,34). S. Bernardino da Siena così interloquisce: «Maria, l'Angelo attende una risposta; aspettiamo ancora noi, o Signora, la risposta salvatrice che ha da liberarci dalla condanna ricevuta in Adamo. Ecco che la nostra salvezza è nelle tue mani, dipende dal tuo consenso». E S. Agostino: «Presto, Maria, rispondi; perché lasci il mondo e la salvezza così in sospeso?». Quando poi Maria risponde col suo Fiat, S. Tomaso da Villanova esclama: «O Fiat efficace! O Fiat venerando sopra ogni Fiat! giacché per esso il Verbo si fece Uomo e furono sciolti i ceppi diabolici dell'umanità. Che sarebbe stato di noi senza questo Fiat di Maria per cui si compì la grande opera dell'Incarnazione?».
Maria inoltre fu associata al Figlio nella Passione del Calvario: «Stava presso la croce di Gesù la Madre sua» (Gv. 19,25) dice il Vangelo. Maria aveva un dominio poiché Madre, ed un certo diritto sul Figlio: l'offerse, in quanto suo,
~
al Divin Padre per la redenzione del mondo.
In tutto unita al Cuore del Figlio, che volontariamente pativa e moriva, sempre faceva sue le intenzioni di Lui. Più perfetta di Abramo che preparò tutto il sacrifizio del figlio, per la Divina Volontà, Maria sentì nel suo Cuore, con la volontaria presenza, i dolori di Gesù nella Crocifissione, agonia, morte; soffrì indicibilmente e con profonda carità offrì il Sangue di Gesù ed i proprii spasimi in prezzo al Padre Celeste.
S. Francesco di Sales dice: Come Eva disobbediente divenne per sé e per tutti i suoi figli causa di rovina, così Maria fatta obbediente sino all'immolazione del Figlio, divenne per sé e per tutti gli uomini causa e fonte di salute.
E giova la conclusione di Benedetto XV: «Maria, per quanto dipendeva da Lei immolò il Figlio, di modo che si può dire che con Lui redense il mondo».

*

Maria è Mediatrice di grazia. Nella festa di Maria Mediatrice di tutte le grazie, la Chiesa prega così: «Signore Gesù Cristo, nostro Mediatore presso il Padre, concedici nella tua bontà che chiunque ricorrerà a Te per domandare i tuoi benefici, si rallegri d'impetrarli per intercessione di Maria». Ella infatti è il mezzo, o medium, per cui la grazia è venuta a noi. Ella è, secondo San Bernardo, il collo attraverso il quale tutto dal capo discende alle membra.
S. Alfonso seguendo il grande Dottore di Maria, S. Bernardo, dimostra questa verità con molti argomenti, che tutti si riassumono in quest'espressione: «Quia sic est voluntas Dei, qui totum nos habere voluit per Mariam: questa è
~
la volontà di Dio, che volle tutto darci per mezzo di Maria». Fine ultimo di questa disposizione divina è sempre la gloria di Dio, fine secondario è di onorare Maria per il suo grado, virtù e dignità.
Infatti il Padre dandoci il Figlio suo Unigenito, tutto in Lui ci comunicò: la fede, la santità, la grazia, il merito, la gloria. Ma il Figlio suo s'incarnò nel seno purissimo di Maria: «De qua natus est Jesus, qui vocatur Christus: dalla quale è nato Gesù, detto il Cristo» (Mt. 1,16). Maria è dunque il canale trasfondente, la Mediatrice di tutte le grazie.
Quando la S. Vergine si trovava alle nozze di Cana, e durante il banchetto nuziale, venne a mancare il vino, Ella disse a Gesù: «Non hanno più vino» (Gv. 2,3). La risposta di Lui però parve a prima vista negativa: «Quid mihi et tibi, mulier? Nondum venit hora mea: Che ho da fare con te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta» (Gv. 2,4). Ma il non essere venuta l'ora di Gesù, mostra appunto la potenza dell'intercessione di Maria, la quale con la più ferma certezza di essere esaudita: «Fate - dice ai servi - quanto Egli vi ordinerà». Furono riempite di acqua le idrie; l'acqua fu mutata in vino; Gesù Cristo convinse i Discepoli i quali credettero alla sua divinità.
E' bello scorrere le Glorie di Maria, libro in cui S. Alfonso raccoglie tante espressioni di Santi e Dottori della Chiesa i quali proclamano non venire grazia dal Cielo, che non passi per le mani di Maria. S. Bernardo dice: «Fedele e potente è il mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo; ma gli uomini temono la sua maestà; hanno perciò bisogno di una Mediatrice, presso il Mediatore
~
stesso; né s'incontrerà Mediatrice migliore che Maria Madre di Dio: Fidelis et potens mediator Dei et hominum; sed divinam reverentur in eo homines maiestatem. Opus est enim mediatore apud mediatorem ipsum; nec alter nobis melior quam Maria».
E S. Bonaventura: «Come la luna sta fra il sole e la terra e le comunica la luce che riceve dal sole, così Maria sta fra Dio e gli uomini; da Dio riceve ed agli uomini distribuisce: Sicut luna inter corpora coelestia et terrena est media et quod ab illis accipit ad inferiora refundit; sic et Virgo regia inter nos et Deum est media, et gratiam ipsa refundit».
S. Girolamo aggiunge: «In Cristo vi fu la pienezza della grazia come nel capo-fonte, in Maria vi è questa pienezza come nel collo che trasfonde: In Christo fuit plenitudo gratiae sicut in capite influente, in Maria sicut in collo transfundente».
S. Bernardo poi ne spiega la ragione: «Tale è la volontà di Dio, al quale non possiamo chiedere perché, ma, piuttosto umilmente credere e docilmente uniformarci: Quia sic est voluntas Dei, qui totum nos habere voluit per Mariam».
Perciò Benedetto XV nell'approvazione dell'Ufficio di Maria Mediatrice di grazie, volle stabilito l'invitatorio che riassume tutto l'insegnamento e lo spirito della festività: «Venite Adoriamo Cristo Redentore, il quale volle che tutto ricevessimo per Maria».
Come si formano i cristiani? per la grazia, cioè per la vita nuova che si acquista nel Battesimo e si alimenta e cresce per tutte le grazie successive.
Belle le espressioni contenute nella Liturgia
~
di questa Festa (31 Maggio). Il Graduale canta: «In me ogni grazia della vita e della verità; in me ogni speranza di via e di virtù. Venite a me voi tutti che mi bramate e saziatevi dei miei frutti. Salve, o Maria, Madre di misericordia, Madre di speranza e di grazia». Ed il Communio: «Tu sei oltremodo ammirabile, o Maria, e la tua faccia è piena di grazia».

*
Maria Madre nostra
Pio X, nell'Enc[iclica] «Ad diem illud», 2 febbraio 1904 dice:
«Non è forse Madre di Cristo Maria? dunque è anche madre nostra. Difatti ognuno deve ritenere che Gesù, Verbo fatto carne, è anche salvatore del genere umano. Ora, in quanto Dio Uomo, ebbe un corpo materiale, come tutti gli altri uomini; in quanto poi restauratore dell'uman genere, una specie di corpo spirituale, o mistico, ed è la società di coloro che credono in Cristo:
Multi unum corpus sumus in Christo: siamo, molti in un unico corpo di Cristo (Rm. 12,5)». Ma la Vergine non concepì il Figlio eterno di Dio soltanto perché divenisse uomo, assumendo da Lei la natura umana; bensì perché per mezzo della natura assunta, potesse divenire il Salvatore degli uomini. Perciò disse l'Angelo ai pastori: «Oggi è nato a voi il Salvatore che è Gesù Cristo» (Lc. 2,11). Dunque nel medesimo grembo della purissima Madre in cui Cristo assunse la carne, s'aggiunse una specie di corpo spirituale, costituito da coloro ch'eran per credere in Lui. Sicché Maria in quanto portò il Salvatore, può dire di aver portato anche coloro la cui vita era
~
contenuta in quella del Salvatore. Tutti dunque, quanti siamo uniti con Cristo, e che, al dire dell'Apostolo, siamo membra del corpo di Lui, della carne e delle ossa di Lui (Ef. 5,30) tutti siamo chiamati figli di Maria, ed Ella è Madre di noi tutti. «Madre, a dir vero, spirituale... ma davvero Madre delle membra di Cristo, che siamo noi» (S. Ag[ostino]: De sancta virginitate). Se dunque la Beatissima Vergine è Madre di Dio e degli uomini, chi mai potrebbe dubitare ch'Ella non faccia ogni sforzo affinché Cristo, capo del corpo della Chiesa (Col. 1,18) diffonda su noi, sue membra, i suoi doni, specialmente quello di riconoscerlo e di vivere per Lui? [cf. 1 Gv. 4,16].
Infatti due vite sono nel cristiano: una vita naturale - umana ed una vita soprannaturale - cristiana. Per la prima si è costituiti uomini e si tende ad una felicità naturale, essendo naturali le verità, umani gli atti, umane le mire; per la seconda si è costituiti cristiani, si tende ad un fine soprannaturale con la fede, con la morale, e con la grazia che abbiamo in Gesù Cristo.
Ora, se la vita naturale ci viene da madre terrena, la vita soprannaturale ci viene da Maria. In Lei passò Gesù Cristo nostra vita: «Ego sum vita» (Gv. 14,6) anzi da Lei Gesù Cristo prese quella natura umana in cui patì e ci acquistò questa vita. E non è già una vita simbolica, in senso metaforico, ma la più vera, la più reale, la più duratura ed alta. Che, se noi chiamiamo Madre colei da cui siamo nati, tanto più dobbiamo chiamare tale Colei per cui siamo nati ad una vita immensamente superiore.
Maria acconsentì ad essere Madre nostra nell'Annunciazione, accettando di essere Madre di Gesù. Sul Calvario poi Gesù Cristo la proclamerà
~
tale. Lo narra l'Evangelista: «Stava presso la croce di Gesù, la di Lui Madre... Avendo Gesù veduto sua Madre e lì presente il discepolo suo prediletto, disse a sua Madre: Donna ecco il tuo Figlio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua Madre, e da quel punto il discepolo la prese con sé (Gv. 19,25-27).
S. Bernardino da Siena commenta: «In Giovanni sono rappresentati tutti gli uomini, dei quali Maria divenne Madre». Ed aggiunge: «Giovanni sarebbe un nome particolare, discepolo invece, è nome comune, affinché si comprendesse che Maria è data in madre a tutti».
Perciò S. Alfonso spiega in questo senso le parole della Salve Regina, Mater Misericordiae, vita.
E non vi può essere alcun dubbio: poiché Maria è la vera Madre di Gesù Cristo, nostro capo, perciò anche delle membra, ossia dei fedeli. Leone XIII, Enc[iclica] «Adiutricem popoli», 5 sett[embre] 1895:
«Il mistero dell'esimia carità di Cristo verso di noi ci si dà chiaro a vedere anche da questo, che Egli morendo volle lasciare per Madre al discepolo Giovanni la sua Madre stessa, con quel solenne testamento: Ecco il tuo Figlio. Nella persona poi di Giovanni, conforme al sentimento perenne della Chiesa, Cristo additò tutti gli uomini e primieramente coloro che avrebbero creduto in Lui. A questo proposito S. Anselmo Cantauriense esclama: Che può concepirsi mai di più degno, che tu, o Vergine, sii madre di coloro, ai quali Cristo si degna esser padre e fratello? (Preghiera 47). Ella pertanto accettò ed eseguì di gran cuore le parti tutte di quel singolare e
~
laborioso ufficio, che iniziò nel Cenacolo» - (Acta Leonis XIII - XV - 302).

DIVOZIONE A MARIA

FESTA DEI SETTE DOLORI DELLA B. VERGINE MARIA

La Chiesa prestò sempre un culto speciale all'Addolorata, Regina dei Martiri e consolatrice degli afflitti, Maria fu la Madre dei dolenti. Associata intimamente alla vita del suo Figlio divino, partecipò alle ineffabili amarezze e non vi fu un'angoscia di Gesù Cristo che non avesse una ripercussione nell'anima di questa Madre benedetta. La Chiesa facendoci celebrare la festa dei sette dolori, ha l'intenzione di eccitare nelle anime nostre compassione per la Madonna; non però una compassione sterile di parole, ma feconda di santi propositi di bene.

PREGHIAMO MARIA

L'orazione della Messa dice: O Dio, nella cui passione, secondo la profezia di Simeone, la spada del dolore trafisse il cuore dolcissimo della gloriosa Vergine Madre Maria, concedi propizio, che mentre con venerazione ne celebriamo i dolori, conseguiamo il felice frutto di tua passione.

La Secreta: O Signore Gesù Cristo, ti offriamo ostie e preghiere, supplicandoti umilmente a far sì che mentre ricordiamo nelle nostre preghiere i dolori della dolcissima anima della tua beata Madre Maria, per la sua piissima intercessione e per quella dei Santi che le furono compagni sotto la croce, e, per i meriti della tua morte, abbiamo parte coi Beati.
~
Il Dopocomunione: Signore Gesù Cristo, il sacrificio che abbiamo ricevuto, celebrando devotamente la trafittura della tua Vergine Madre, ci ottenga dalla tua clemenza l'effetto d'ogni bene salutare.

ESEMPIO

S. GIROLAMO EMILIANI

S. Girolamo Emiliani, l'istitutore dell'Ordine religioso dei Somaschi, datosi nell'età giovanile alla carriera militare vi trovò purtroppo sventuratamente mille occasioni di cadute, di pericoli, che non evitati, lo condussero in breve ad una vita licenziosa.
Chiamato a difendere la città di Venezia dalle armi nemiche, cadde nelle loro mani; fu rinchiuso in un orrido carcere, caricato di catene e costretto a subire ingiurie, privazioni e dolori senza fine. Oppresso dagli affanni e da tanti mali, egli aspettavasi ad ogni istante la morte. Ma ecco: in mezzo ai fieri rimorsi, che laceravangli il cuore al pensiero della sua vita di peccato, gli balenò alla mente, come visione celeste, l'immagine soave di Maria. Pieno di speranze, ne invocò l'aiuto, la protezione, promettendo di recarsi a visitare il celebre Santuario della Madonna presso Treviso. Lo sventurato giovane, dopo qualche mese, è finalmente libero da quell'ergastolo. Fedele alla promessa, si reca frettoloso al Santuario di Maria, si prostra dinanzi al suo altare, piange per tenerezza e gratitudine e si confessa con viva contrizione.
Abbandona poi il mondo, entra nella vita ecclesiastica, e consacra con febbrile attività tutte
~
le sue forze nell'educare cristianamente la gioventù povera ed abbandonata, nel fondare Seminari, Collegi, Accademie a vantaggio della Società e della Chiesa.

SEQUENZA

Se ne stava la Madre Addolorata
In lacrime vicino alla croce
Da cui pendeva il Figlio.

La cui anima gemebonda
Rattristata e in pena
Fu trapassata da una spada.

O quanto triste e afflitta
Fu quella benedetta
Madre dell'Unigenito!

Si lagnava e s'affliggeva
La dolce Madre, al vedere
Le pene dell'inclito figliuolo.

Chi è quell'uomo che non piangerebbe
Se vedesse la Madre di Cristo
In tanto strazio?

Chi potrebbe non sentir pena
Al contemplare la Madre di Cristo
Che soffre insieme col Figlio?

Per i peccati del suo popolo
Vide Gesù in mezzo ai tormenti
E sottoposto ai flagelli.

Vide il suo dolce Figlio
Morirsene desolato
Ed esalar lo spirito.

Orsù, Madre, fonte d'amore
Fammi sentire l'acerbità del dolore
Perché pianga con Te.
~
Fa' che il mio cuore arda
D'amore per Cristo Dio
Così che gli sia accetto.

Fa', o Madre santa,
Che tu stampi le piaghe del Crocifisso
Indelebilmente nel mio cuore.

Del tuo Figlio ferito
Che tanto si degnò di soffrire per me
Dividi con me le pene.

Fammi piangere devotamente in tua compagnia
E compatire il Crocifisso
Per tutta la mia vita.

Di starmene con Te accanto alla croce
E di associarmi a Te
Nel pianto io desidero.

O preclara Vergine delle Vergini
Non esser severa con me
E fammi piangere in tua compagnia.

Fa' ch'io mediti la morte di Cristo
M'associ alla passione
E mi richiami alla mente le sue piaghe.

Fammi ferire dalle piaghe,
Fammi inebriare della croce
E del sangue del Figlio.

Perch'io non arda tra le fiamme divoratrici,
Sia difeso da Te, o Vergine
Nel giorno del giudizio.

Quando, o Cristo, sarò per partirmene da quaggiù
Concedimi per i meriti di tua madre di giungere
Alla palma della vittoria.

Allorché se ne morrà il corpo
Fa' che all'anima sia donata
La gloria del Paradiso. Così sia.
~