Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO TRENTESIMO

Litanie Lauretane

La parola «Litania» deriva dalla voce greca «litaneo» e vuol dire prego, o supplico. Nella lingua latina vi corrisponde la parola «Rogationes» che vuol dire preghiere pubbliche.
La parola «Litania» indicò sempre quella forma di preghiera collettiva ed alternata che si usò fin dai primi tempi della Chiesa, nelle processioni che si facevano per recarsi in massa alle varie Chiese o stazioni, per assistere al Divin Sacrificio.
Le Litanie della B. Vergine, dice il Bossuet, sono titoli di onore che i SS. Padri hanno dato a Maria SS. a motivo principalmente della sua qualità di Madre di Dio.
Sono invocazioni mirabili, auree indirizzate alla Gran Madre di Dio.
Le Litanie della B. Vergine fanno parte della Liturgia della Chiesa, e quindi della preghiera ufficiale della Chiesa.
Il loro primo germe trovò facile terreno e fecondo sviluppo in quel periodo glorioso della Chiesa; che riguarda i secoli XII e XIII.
Le Litanie Lauretane si possono dividere, quanto al loro contenuto, in quattro parti. Nella
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prima parte viene ricordata e celebrata la personalità di Maria e si rammentano bellamente le doti eminenti e le virtù eccelse della Madre di Dio. La seconda parte accenna alle principali figure che nell'Antico Testamento si riferiscono a Maria. Nella terza che comincia col Salus Infirmorum, si proclama la parte che Maria prese alla redenzione del mondo e la potenza grande che venne a Lei a favore dei fedeli. Nell'ultima parte si scioglie un cantico di lode alla Vergine per la gloria che gode in Cielo come Regina universale.
E' noto che nella prima metà del secolo XVI usavasi nel Santuario di Loreto, ogni sabato e in tutte le vigilie e feste della B. Vergine, recitare o cantare una litania mariana, e specialmente quella cosidetta scritturale, perché tutta composta di titoli e frasi tolte dalla Sacra Scrittura.
Avvenne poi, che nella seconda metà di quello stesso secolo, su tutti gli altri testi, lo scritturale compreso, riuscì ad avere il sopravvento, quello che venne in seguito riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa e chiamato lauretana. Di esso una prima stampa risale al 1576. Ma, il testo completo delle Litanie Lauretane, nel quale già trovasi inserito il titolo «Auxilium Christianorum», non compare che nel 1578, in un libretto scritto ad uso dei pellegrini alla santa Casa di Loreto.
Nel 1587 il Papa Sisto V concede 200 giorni d'indulgenza a chi reciterà dette Litanie. Nel 1601 Clemente VIII, proibisce la recita pubblica di tutte le Litanie, tranne quelle Lauretane, e quelle dei Santi. Nel 1740 Benedetto pone
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all'Indice qualunque litania ad eccezione di queste due.
Vengono, poi, alcune aggiunte, fatte per autorità della S. Sede:
8 dicembre 1854, Pio IX: Regina sine labe originali Concepta;
24 dicembre 1883, Leone XIII: Regina Sacratissimi Rosari;
22 Aprile 1903, Leone XIII: Mater boni Consilii;
16 novembre 1915, Benedetto XV: Regina Pacis.
Come tutte le altre, le Litanie lauretane s'aprono con invocazioni a Gesù Cristo ed alle Tre Persone della SS. Trinità, e si chiudono con le parole del Battista «Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo».
Ma, ciò che a noi interessa sono le invocazioni dirette a Maria Vergine, invocazioni fatte di così belle espressioni, disposte in così magnifiche serie da formare la più preziosa e fulgida corona di titoli che si possa deporre sull'augusto capo della nostra celeste Regina.

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La prima parte delle invocazioni celebra la dignità di Maria come Madre di Dio e il privilegio della sua verginità immacolata.
Sancta Maria: ricorda la santità eminente di Maria perché ripiena di Spirito Santo; ed inoltre la dolcezza, la fortezza del nome di Maria che è il più grande dopo quello di Gesù.
Sancta Dei Genitrix: La Chiesa esprime la sua fede, cioè che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, che in Lui vi è una sola persona, che
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Maria vien chiamata ed è vera Madre di Dio.
Sancta Virgo Virginum: Maria è vergine, ma la sua verginità è privilegiata: perché attirò col suo esempio tante anime ad imitarla, e perché è verginità unita all'ufficio di Madre.
Mater Christi: Madre del Messia, l'unto del Signore. Si consecravano con l'olio i re, i sacerdoti, i profeti; ora Gesù Cristo è il Profeta dei profeti, è il sacerdote eterno, è il re supremo.
Mater Divinae Gratiae: infatti da Maria passò ogni grazia per Gesù Cristo, Maria poi ha l'ufficio di mediatrice e distributrice della grazia agli uomini.
Mater purissima, castissima, inviolata, intemerata: sono quattro lati o gradi dell'incontaminata illibatezza di Maria.
Infatti: Maria fu purissima nella sua anima, tanto che si turbò al primo annunzio dell'Incarnazione; Maria fu castissima nel suo corpo, occhi, cuore, sempre, ovunque; Maria fu Vergine inviolata, perché Dio stesso la volle rispettare prima, durante, dopo l'incarnazione; intemerata per lo splendore della sua purezza assoluta che risplende innanzi al mondo, e al cielo.
Mater amabilis, admirabilis, boni consilii: Maria è amabile per la sua somma bellezza spirituale e corporale che si riprodusse nel Figlio; è ammirabile, poiché se admirabilis Deus in sanctis suis, Maria è un cumulo di prodigi e meriti per cui tutti l'ammirano; è Madre del buon consiglio, poiché in Essa passò la Divina Sapienza; è consigliera d'ogni dubbioso, perché ottiene il dono del consiglio.
Mater Creatoris, Salvatoris; del Creatore poiché
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il Figlio suo Gesù Cristo come Dio è creatore d'ogni cosa «per quem omnia facta sunt» [cf. Gv. 1,3]; e come uomo sofferse per la salute del genere umano, cooperandovi Maria Corredentrice.
Virgo prudentissima; Maria ci conduce nella vita sua sempre con oculatezza serena, prevenendo e provvedendo a quanto è di gloria di Dio e di maggior sua santificazione.
Virgo veneranda; a Dio culto di latria; a Maria di venerazione somma; ai Santi culto di venerazione o dulìa semplice.
Virgo praedicanda; è predicanda Maria tanto perché merita sommi elogi, quanto perché devesi estendere il culto alla Vergine fra gli uomini.
Virgo potens; la somma potenza di Maria dipende dalla sua qualità di Madre di Dio e dalla sua altissima santità.
Virgo clemens; la Madonna è anche pietosa perché ha il cuore più bello e pio dopo quello di Gesù.
Virgo fidelis; Maria è fedele al suo ufficio di distribuire la grazia ai figli più bisognosi, come adempì fedelmente la sua missione in terra.
Speculum justitiae; giustizia è il complesso di tutte le virtù: e Maria le ebbe tutte ed in sommo grado.
Sedes sapientiae; la sapienza è il primo dei sette doni dello Spirito Santo; si oppone alla stoltezza, è una scienza saporosa, per la vita presente in ordine alla vita eterna.
Causa nostrae laetitiae; in Gesù est salus, vita, resurrectio nostra; ora l'Incarnazione avvenne solo dopo che Maria vi diede il consenso.
Vas spirituale, vas honorabile; poiché in Maria le tre virtù teologali, le quattro virtù cardinali;
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le otto beatitudini, i sette doni ed i dodici frutti dello Spirito Santo, erano in grado eminente.
Vas insigne devotionis; la divozione è una generosa volontà di fare quanto richiede il servizio divino; Maria in questa disposizione fu la più insigne.

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La seconda parte ricorda simboli e figure con cui Maria fu designata nell'antico Testamento.
Rosa mystica, poiché come la rosa, Maria ebbe spine, e sono i misteri dolorosi; ebbe foglie verdi, e sono i misteri gaudiosi della speranza; ebbe petali candidi e sono i misteri gloriosi.
Turris Davidica, come la torre di Davide, Maria fu forte nelle prove; ed è pur il nostro rifugio nelle tribolazioni.
Domus aurea; Salomone profuse oro nella costruzione del tempio, degli ornamenti, degli oggetti pel culto, perché casa di Dio; Maria fu ornata d'ogni splendore perché in Lei doveva abitare il Figlio di Dio Incarnato.
Foederis Arca, l'arca conteneva la tavola della legge, dell'alleanza fra Dio e il suo popolo: in Maria abitò Colui che fu via, verità e vita.
Janua Coeli; Giacobbe disse: hic est domus Dei et porta coeli [Gen. 28,17]; per Maria tutti hanno la salute e per le grazie di Maria ognuno può salvarsi.
Stella matutina; infatti Maria preannunciò il gran giorno anzi il sole di giustizia, Gesù Cristo.

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La terza parte particolarmente raccomanda alla Madonna i bisogni nostri.
Salus infirmorum; perché la povera umanità
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va soggetta a tante malattie, quanto al corpo: e Maria ne ha compassione.
Refugium peccatorum, perché molto più gravi sono le malattie dell'anima, e Maria riconcilia i peccatori con Dio.
Consolatrix afflictorum, perché tante sono le pene interne dello spirito e del cuore, e Maria ha compassione di tutti.
Auxilium Christianorum, perché molti sono i bisogni sociali nella Chiesa e nel civile consorzio, e Maria, invocata, di tutti ha pietà.

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La quarta parte esalta Maria che venne fatta da Dio Regina del cielo e della terra.
Regina Angelorum, poiché anche gli angeli sono superati in grazia da Maria, e servono a Lei come a Regina.
Regina Patriarcarum, la virtù dei Patriarchi, che consisteva nella fede in Gesù Cristo venturo, fu grande; Maria però li superò tutti.
Regina Prophetarum, poiché Maria fu oggetto di tante profezie ed Ella stessa profetizzò cose altissime.
Regina Apostolorum, Maria fu Maestra e Madre degli Apostoli; li superò tutti nello zelo. Ella diede al mondo Gesù Cristo stesso.
Regina Martyrum, Confessorum, Virginum, sanctorum omnium, per tre motivi: radunò in sé le grazie di tutti, le possedette in grado superiore, le elargisce ai santi tutti.

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Quasi appendice: Regina sine labe originali concepta, perché è il dogma definito da Pio IX.
Regina Sacratissimi Rosarii, perché Leone
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XIII, dal Rosario si attendeva la restaurazione sociale;
Regina pacis, perché Benedetto XV durante l'immane guerra europea volle che il mondo si rivolgesse a Maria, unica e sicura speranza in un flagello così terribile.

DIVOZIONE A MARIA

TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI LORETO

Il Signore ha concesso all'Italia l'insigne privilegio di custodire l'umile casetta dove visse la sua Madre, dove avvenne l'Incarnazione, dove il Divin Redentore visse in compagnia di Giuseppe e di Maria durante la sua vita privata. Questa casetta fu a Nazaret fino al 1291, anno in cui dagli Angeli fu trasportata in Dalmazia e di qui, nella notte del 10 dicembre 1294, sempre per mano angelica, fu trasportata sul colle di Loreto ed ivi collocata, secondo alcuni, in un bosco di lauro, secondo altri, nel campo di una certa Loreta, donde il nome di Loreto. La Santa Casa è oggi rinchiusa nel recinto di una splendida Basilica la quale gode il privilegio di molte indulgenze ed è mèta di numerosi pellegrinaggi.

PREGHIAMO MARIA
Orazione: O Dio, che nella tua misericordia consacrasti mediante il mistero dell'Incarnazione del Verbo la casa della Beata Vergine Maria e la collocasti miracolosamente nel seno della tua Chiesa, concedi che siamo segregati dal consorzio dei peccatori e siamo degni di abitare la Tua santa Casa.

Secreta: Deh, degnati, o Signore di accogliere le offerte
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che ti presentiamo in questa santa casa e concedici per i meriti della beata Vergine Maria, che ridondino ad aiuto della nostra salvezza.

Dopocomunione: Ti preghiamo, o Signore nostro Dio, di far sì che i sacrosanti misteri donatici per sostegno della nostra debolezza per intercessione della beata e sempre Vergine Maria, ci siano di rimedio presente e futuro.

ESEMPIO

LE LITANIE SUI MONTI DELL'ABISSINIA

Chi non conosce quell'Apostolo generoso della civiltà cristiana, meritamente decorato dell'insigne onore della S. Porpora, Guglielmo Massaia? Egli consacrò gran parte della sua vita alle missioni d'Africa e le sue avventure missionarie sono così varie e belle da essere ricercate con amore da tutti coloro che amano la Chiesa e la civiltà.
Racconta egli stesso:
«Era nel 1850, ed io colpito di taglione dal Vescovo eretico Salama, me n'andavo profugo pei monti d'Abissinia. Erano con me due domestici ed un giumento carico di viveri: era trascorsa da poco la mezzanotte. Splendeva una magnifica luna, e ne vedevamo i raggi attraverso le foglie di un bosco di bambù. Non senza terrore ascoltavo da lontano il ruggito delle belve, ed io, fiducioso nella protezione di Maria che sperimentai sempre sicura e quasi visibile nel lungo corso della missione, presi a salutarla col canto delle Litanie. A quelle invocazioni sentivo crescermi di coraggio, e mi rinfrancava la speranza di uscire illeso da tanto pericolo. Ma ad un tratto il nostro giumento imbizzarrisce, le otri che portava
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si rompono, cade al suolo la bisaccia dei viveri. I due domestici scompaiono sotto i bambù per fermarlo. Rimasi solo in quella sconfortante solitudine e continuai a cantare le mie Litanie... D'improvviso sentii uno scricchiolare di ramoscelli e vidi un agitarsi di fogliame. Credetti sulle prime che mi s'avvicinasse una iena, la quale laggiù è comunissima, assale di rado l'uomo e non è molto temuta. Invece scorsi a pochi passi un enorme leopardo, dagli occhi di brace, grosso come un vitello... Abbassai gli occhi terrificato e vidi i miei piedi ignudi... Mi rammentai allora che la vista della carne nuda esaspera le belve e subito li coprii col bianco lenzuolo, che mi ravvolgeva la persona. Il leopardo fermo e ritto mi guardava con pupille di fuoco. Allora strinsi sul petto la mia croce di missionario e pregai la Vergine, di cui avevo cantato le lodi, che mi salvasse da quel pericolo.
Fu allora che il leopardo si volse dall'altra parte e lentamente s'allontanò. Durai un bel pezzo per ripigliare le forze smarrite dello spirito, e riprendere la mia strada. Frattanto i domestici mi raggiunsero col giumento carico di viveri, ed io, dopo aver ringraziato la Vergine, ripresi il cammino.
La voce mi era venuta meno per ripigliare il canto delle Litanie, ed allora per ringraziare la Vergine, cominciai la recita del S. Rosario. Questa non fu la sola volta che sperimentai l'efficacia della protezione di Maria; e quando, abbandonato dagli uomini, fui ridotto in cattività dalle tribù dell'alta Etiopia, non ebbi altro conforto tra tanti pericoli, che il patrocinio della Madre di Dio».
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LODE

Vivo amante di quella Signora,
Che ha un sì dolce e sì tenero cuore,
Che vedendo chi cerca il suo amore,
Benché indegno, sprecarlo non sa.

Su nel cielo Regina Ella siede,
Ma dal cielo pietosa rimira
Chi divoto l'amore sospira
Di sua pura e celeste bontà.

Questa Vergin sì bella e sì pura,
Che dal sommo Signor fu eletta,
Per sua Madre e sua Sposa diletta,
Questa è quella che il cuor mi rubò.

Deh! se un giorno veder io potessi
Tutti i cuori d'amore languire
Per sì bella Regina e sentire
Il suo nome per tutto lodar!
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