Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXVII. ACCOMPAGNARE LA FORMAZIONE DEI PASTORI (1)
Sono sicuro che accompagnate con la preghiera il Concilio Vaticano II, il quale avrà la conclusione il 7 dicembre. E poi la funzione di /chiusura/ (a) con grande solennità. /Sono quattro anni/ (b) che il Concilio Vaticano II lavora per la Chiesa e per tutte le anime in generale e per tutte le necessità dell'umanità. In questi giorni passati e in altri giorni che ancora [ha] da lavorare, riguarda la vita del sacerdote.
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Il sacerdote. Nel [Concilio] Vaticano II si sono divisi i tre punti principali e cioè: [1°] la formazione del sacerdote e 2°: la vita del sacerdote e 3°: il ministero del sacerdote.
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La vostra missione è accanto al sacerdote. E quindi dovete avere un interesse particolarissimo. Interesse particolarissimo. E cioè quello che impegna la vita. Impegna la vita, sì, e d'altra parte perché /i sacerdoti/ (a) siano preparati nella loro formazione e poi nel ministero.
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Anche voi avete questi tre punti. Primo: la formazione. E secondo: la vita. La vita. E poi terzo: l'apostolato accanto al sacerdote. E anzi in molte cose condividete l'apostolato, il ministero. Occorre quindi, subito dopo che avete conosciuto la vostra vocazione, [che] voi subito /prendiate/ (a) a cuore e l'impegno che la Chiesa prepari sacerdoti degni, sacerdoti che opereranno e sacerdoti che santificheranno.
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Quindi c'è come una unione. Una unione, non considerando l'uno o l'altro, ma in generale il sacerdote. Non fermarsi sulla persona individuale, ma prendere il sacerdote in se stesso. E perché /quindi/ (a) si orienti lo spirito, orienti il cuore, orienti anche l'attività per voi non vi è il tal o tal altro; vi è Gesù buon Pastore. Vi è Gesù buon Pastore il quale poi è rappresentato dal pastore. Dal pastore che è il vescovo, dal pastore che è il sacerdote, specialmente il parroco.
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Quindi, anche se voi non conoscerete l'individuo, l'individuo, /il sacerdote/ (a) tale; ma che vi sia quello che si ha da considerare: il pastore. Colui, il quale è destinato a continuare l'opera di Gesù buon Pastore. Continuare l'opera attraverso ai secoli, attraverso ai tempi. E così /nelle/ (b) varie parrocchie.
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La formazione. Come è organizzata qui la formazione, corrisponde in un certo senso, sì, corrisponde alla formazione del sacerdote. Quando il fanciullo entra nel seminario, e poi vi è lo studio, vi sono le medie, vi /è/ (a), poi il ginnasio (perché dopo le medie si completa con due anni, il ginnasio), e poi il liceo, la filosofia e poi la teologia, e poi l'anno di pastorale, ecco.
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Dovete sentire questo, e cioè che il buon Pastore prepari buoni pastori. E quindi /accompagnare/ (a) senza conoscer l'uno o l'altro, ma sapere che la Chiesa forma i pastori. E questi giovani devono prepararsi ad essere pastori.
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Voi qui nella vostra casa, secondo è organizzata la preparazione al ministero vostro, all'apostolato vostro, voi. E dall'altra parte quello che il giovane, il chierico [riceve] nel seminario. Divisi, ma nello spirito /c'è/ (a), ci dev'essere una grande unione appunto di spirito. Non pesando all'uno o all'altro, ma pensando che si forma il sacerdote. Gesù, che è stato per trenta anni nella sua vita privata accanto a Maria, con Maria, dipendente da Maria, ecco. Allora, poi, egli ha cominciato la sua missione, che gli aveva /dato/ (b) il Padre celeste, ecco. Ora, sentendo dunque e non conoscendo nessuno individualmente, però: "Signore date alla /chiesa/ (c) buoni ministri".
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Sempre ci hanno fatto ripetere la giaculatoria: "O Gesù buon Pastore eterno delle anime nostre, abbiate pietà di noi". Da piccoli ci han sempre fatto ripetere questa invocazione. Voi ripeterete la stessa /invocazione/ (a) nel senso, ma diversa forse /nelle/ (b) parole. Diversa nelle parole. Anzi si era costituito un'Unione (1) che aveva lo scopo di radunare vocazioni e di ottenere gli aiuti materiali per sostenere i giovani, i chierici che erano in formazione. E poi la preparazione a entrare nel ministero. E quindi c'è quello che viene chiamato l'anno di pastorale. L'anno di pastorale dopo l'ordinazione sacerdotale.
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E anche quando abbiate fatto la professione (mi rivolgo alle giovani) allora non basta che possiate superare /gli esami/ (a), e volete superarli, no, gli esami? E ci mettete il cuore no? per studiare. Sì. Va bene. Ma quello non è sufficiente, quello che completa è lo spirito pastorale. Lo spirito pastorale. E fate anche delle prove. E' d'altra parte voi chiedete sempre a Gesù buon Pastore il suo spirito.
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Dopo la formazione c'è la vita. E nelle parrocchie vivete accanto al parroco: eh, il parroco nella sua canonica e le suore nella loro casa. Però lo scopo poi lì è uguale, e cioè arrivare a formare della gioventù saggia [e] cristiana, sia la parte maschile, in quella misura, e sia la parte femminile in quell'altra misura, sì. Oh. Separati di abitazione, ma lo spirito è unito. Lo spirito è unito fra la suora e il parroco, il pastore.
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Ora, entrando /nell'apostolato/ (a), nelle varie case, vi sono le difficoltà. E quando esce dal seminario e dall'anno pastorale il /sacerdote/ (b) trova anche le sue difficoltà. Allora, la preghiera sempre più fervorosa, più umile e più ispirata dalla fede, perché si compia quello che vuole il Signore. Primo: la santità della suora e la santità del sacerdote. E secondo: /il ministero/ (c) del sacerdote e l'apostolato della suora.
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Quindi vi è un'unione per cui già nella formazione si vive con il sacerdote Gesù. O /vogliamo/ (a) dire il sacerdote il buon Pastore Gesù nello stesso spirito, nelle stesse tendenze, gli stessi desideri: che tutti in quella parrocchia arrivino alla santità o almeno arrivino alla /salvezza/ (b). Dopo un certo tempo, eh, la popolazione è passata all'eternità, uno per volta, e /va/ (c) al premio. E voi avete accompagnato questa vita del cristiano; e dopo il premio dalla parte del sacerdote [e] dalla parte della suora.
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Quindi questa unione, questa unione nel senso soprannaturale, pastorale, ecco. Preparazione. La vita: che si viva santamente. Molta pietà, molta virtù, specialmente la carità, la pazienza insieme. E son poi le anime su cui lavora il pastore, il parroco e su cui voi lavorate ***. Le stesse anime. Le stesse anime, poiché c'è il padre e c'è la madre, ecco, per lo spirito. Per lo spirito. Vi è in questo una lunga meditazione che potrebbe venire seguita.
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Quindi che in qualche forma si accompagni il lavoro di preparazione non solo, ma di santificazione. Ciascheduno di noi porta sempre i suoi difetti, sempre, in questo senso: che noi intendiamo e /lavoriamo per/ (a) correggerli, ma dei difetti ne portiamo sempre dall'una e dall'altra parte. E vi è una maniera di contenersi e di vivere che opera e /contribuisce/ (b) vicendevolmente alla santificazione se la suora è veramente degna. E' grande questo! E' grande questo. Man mano che andrete avanti compirete questo, questa missione, questa collaborazione tra Maria e Gesù.
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Nello stesso tempo vi è la collaborazione del ministero che riguarda i fanciulli, cominciando anche dai bambini, e poi dai giovinetti e dai giovinotti e da quelli che passano avanti nella vita, a venti anni, trent'anni e si formano le famiglie, ecc. Le accompagnate queste anime. E così il parroco, il pastore. Pastorelle e, più, pastore. Pastore più pastorelle. Questa dev'esser la vita.
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Adesso, non sarà ancora pubblicato il decreto che riguarda la vita del sacerdote, cioè la formazione del sacerdote /e poi il ministero del pastore/ (a). Questo non è ancor pubblicato, ma sarà pubblicato o almeno sarà concluso fra /una decina di giorni/ (b). Però leggendola, considerandola, meditandola: la stessa vita, cioè la stessa via che segue il sacerdote/ (c). Va bene leggerlo e considerarlo e prendere i riflessi, come voi potete subirne questi riflessi. E quindi pensare che la formazione sia buona, sì: non soltanto intellettuale, ma specialmente morale e spirituale. E' lo zelo.
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E poi, quello che è la vita sacerdotale e quello che è la vita della pastorella e quello che è il ministero del parroco, pastore, e quello che è la pastorella. Quindi questa unione spirituale, sì. Ancorché non si conosca nessuno (né il nome né la fisionomia), ma quello che importa è questa unione di cooperazione nella formazione e nella santificazione e nel ministero. Questo è da spiegarsi, oppure da meditarsi quello che sta nella missione vostra, unita alla missione del sacerdote. Del sacerdote.
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E verrà il giorno in cui il sacerdote, dopo aver lavorato, eccolo, [al] camposanto. E mi ricordo di un parroco, santo Stefano, il quale ha voluto che il suo sepolcro fosse in mezzo alla sua popolazione, ai suoi fedeli che egli /aveva/ (a) preparati alla morte. E: "Muoio ancora io come padre di queste anime, /muoio/ (b) ancora io fra questi figli, ma sperando che io li trovi tutti lassù in cielo". Lo stesso la suora, eh! E' vero che cambiate molte volte (questo è necessario); ma, o siano sepolti lì in quel certo luogo, /in quel certo cimitero/ (c) del paese, ma lo spirito rimane sempre (2).

Albano Laziale (Roma)
17 novembre 1965

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(1) Albano Laziale (Roma), 17 novembre 1965
657 (a) R: chiusa.
(b) sono quattro anni sono quattro anni.

659 (a) R: le ani[me] i sacerdoti.

660 (a) R: prendere.

661 (a) R: sì quindi.

662 (a) R: il perso il sacerdote.
(b) R: nei nelle.

663 (a) R: sono.

664 (a) R: la accompagnare.

665 (a) R: c'è una.
(b) R: detto gli aveva dato.
(c) R: buona chiesa alla chiesa.

666 (a) R: vocazione.
(b) R: le.
(1) Si tratta della Pia Unione Preghiera, Sofferenza e Carità per tutte le vocazioni, eretta ad Unione Primaria con Breve di Giovanni XXIII il 12-2-1963. Cf. Giov., pag. 122.

667 (a) R: gli esami gli esami.

669 (a) R: nel min[istero] nell'apostolato.
(b) R: chie[rico] il sacerdote.
(c) R: l'apost[olato] il ministero.

670 {a) R: voglia o vogliamo.
(b) R: salve alla salvezza.
(c) R: si va va.

672 (a) R: lavoramo di.
(b) R: contribu contribuisce.

674 (a) R: e poi la vita del sacerdote la vita e poi il ministero del past del pastore.
(b) R: una decina di gio, una decina di giorni.
(c) R: la sto la st la stessa via che segue il pa, il, il sacerdote.

676 (a) R: aveva, aveva.
(b) R: vocabolo incomprensibile ma deducibile dal contesto.
(c) R: in quel certo in quel certo.
(2) Qui finisce il nastro originale senza il solito saluto di commiato.