XXIV. ORA DI ADORAZIONE ***(1)E' il momento di ringraziare il Signore per i doni, per la luce e per la grazia che ha comunicato Gesù alle vostre anime. Essere riconoscenti. Essere riconoscenti sempre, ma si manifesta in questa chiusura: il Te Deum di ringraziamento.
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Ringraziare è una santa astuzia. E cioè quando si vuole ottenere una grazia, si comincia col ringraziare per ciò che già il Signore ci ha dato. Ecco. Prima ringraziare, e allora il Signore si inchina, e si inchina ad accettare la nostra preghiera. Così com'è il "Vi adoro".
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Il "Vi adoro" ci insegna quattro ringraziamenti: e cioè perché siamo creati, e perché siamo stati fatti cristiani, perché abbiamo avuto la vocazione, e perché vi è stata la conservazione, cioè il Signore [ci] ha conservato fino a qui. Dopo questo quadruplice ringraziamento, segue la domanda per la giornata, ecc. Quindi la riconoscenza. C'è, come primo atto, l'adorazione; il secondo atto, il ringraziamento.
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Ora, in quest'ultima parte degli esercizi avete preparato il vostro lavoro per la santificazione e non solamente /avete preparato/ (a), ma già avete cominciato questo lavoro di progresso. Questo lavoro di progresso. In noi c'è il germe della santità, cioè la grazia. Ma il germe della grazia è quella [grazia] che è destinata a crescere, perché è come un germe in noi la grazia. Questo germe deve nascere, svilupparsi, crescere fino a portare frutti, foglie, fiori, sì. E tutti sono chiamati, e tutti si è chiamati alla santità.
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Ora, un consiglio solo, o meglio, un proposito da fare. Questo: l'amore alla congregazione, all'istituto. Un grande amore alla congregazione, all'istituto. Considerare l'istituto nel senso soprannaturale. E cioè il Signore ha voluto che ci fossero questi istituti, in cui le anime [possono] consecrarsi a Dio e poi lavorare per la perfezione, sì. Allora, bisogna che si ami l'istituto nel senso soprannaturale. Vedere l'istituto nel senso di trovarsi e vivere nell'istituto per camminare continuamente verso Dio. Una preparazione a Dio, all'ingresso in cielo.
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Certo sono chiamati tutti i cristiani alla salvezza eterna; ma nel vostro caso, oltre la vocazione cristiana, avete avuto la vocazione religiosa. Qui l'istituto vi raccoglie, vi forma, vi aiuta; vi guida in tutte le maniere. E poi l'istituto stesso, avendo un fine di secondo grado, cioè l'apostolato, anche lì: per unire insieme la vita di santificazione con la vita dell'apostolato. Sì. Ringraziare il Signore.
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Amare l'istituto significa questo: capire bene le costituzioni, leggerle, meditarle sapendo che lì c'è il direttorio spirituale. Certo, ci vogliono ancora in certi casi dei consigli, sì. Ci vuol una direzione che può essere in una forma o in un'altra forma, ma intanto il direttorio sicuro, chiaro, ed è secondo il volere di Dio. Ecco. Allora l'anima si trova sicura su una via di progresso. E nei /500 articoli circa/ (a) delle costituzioni che siano proprio ben considerate, e poi questa considerazione che /si ordini/ (b) alla santificazione.
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Troppe volte si cercano mezzi di qua e di là per la santificazione. Ma è quello che ci ha dato il Papa quando ha approvato le costituzioni (com'egli è il superiore degli istituti religiosi)! Egli, dandoci le costituzioni, vuol /dirci/ (a): questa è la vostra via che dovete tenere. La vostra via, qual è? E' il complesso degli articoli delle costituzioni. Allora un grande rispetto, una grande venerazione. Iniziando la vita religiosa per il noviziato, ecco le costituzioni. Quando poi ci sono le occasioni, /considerare/ (b)le costituzioni. E poi l'ultima volta, dopo la morte (e possiam dire prima della morte), accanto al letto di morte o a fianco della salma: le costituzioni. Come e quale senso?
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L'anima deve presentarsi al Signore. L'anima può chiedere molte cose nella vita. Ma Gesù domanderà: /qual è/ (a) la vita che hai tenuto? Che cosa hai fatto nella vita? "Ho fatto quello che voleva [il Papa] e che volevi tu. Quello che volevi tu, o Signore, [e quel] che /voleva/ (b) il vicario di Cristo, il Papa". Ecco. Presentarsi e dire: ho fatto quel lì, quello che io non sapevo altro fare. Sapevo essere obbediente! Osservanza delle costituzioni. Osservanza delle costituzioni. Ecco. Allora: "Vieni". Veni Sponsa Christi. Perché? Perché il Signore vi chiama con un attributo particolare e cioè: Sponsa Christi. Ecco, sì. Allora l'invito al gaudio eterno.
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Amore all'istituto. Amore a chi guida l'istituto. Poi amore a tutte le disposizioni che vengono date, a tutti gli uffici che vengono assegnati. L'amore alle persone, alle /sorelle a cui bisogna/ (a) portare tanto rispetto e nello stesso tempo tanta carità, bontà perché la vita religiosa sia lieta. Vita religiosa lieta sempre.
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E nello stesso tempo dare tutto il contributo della capacità, dei doni di Dio, delle nostre facoltà: contribuire all'istituto. Contribuire all'istituto. /Contributo/ (a) di preghiere, di buon esempio, di uffici, di quello che è assegnato da compiere in una maniera, in un'altra. Contribuire. Allora l'amore all'istituto. Con quest'amore viene di conseguenza il progresso speciale, il progresso di santità che è la santificazione.
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Questo è il ricordo che penso che abbiate da tener bene nell'intimo, e, se avete il taccuino, metterlo scritto: amore all'istituto. Ora per la conclusione di questo corso di esercizi, tre punti: Primo: i voti battesimali, cioè le promesse battesimali. Secondo: la rinnovazione dei voti. Terzo: i propositi preparati per l'anno di santificazione, l'anno che parte da questo corso di esercizi sino al corso di esercizi successivo.
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I voti battesimali. E' stato un gran dono di Dio. Siamo nati: ecco il bambino. Era una persona umana, ma il Signore ha voluto aggiungere alla vita umana, ha voluto aggiungere la vita di grazia, la vita soprannaturale. La vita soprannaturale. Quindi una doppia vita. Una doppia vita. Ma prima che il sacerdote versi l'acqua sul capo del bambino e poi che dica la formula, prima si domanda, e cioè cosa vuol vivere quel bambino, cosa deve fare e cosa accetta di fare. E allora i padrini hanno preso l'impegno a nome nostro quando eravamo appena nati.
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Ora, questi voti battesimali. Vuol dire: confermiamo la vita cristiana com'è, nel senso di vivere la fede e di seguire Gesù Cristo, e unire la nostra vita alla vita di Gesù e la vita di Gesù nella nostra anima, cioè la santificazione. E perché possiamo arrivare alla santificazione cristiana, allontanarsi dai pericoli. *** (1).
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Io leggo e voi rispondente. "Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. E voi credete? (a). Io credo in Gesù Cristo, suo unico figlio nostro Signore che nacque e patì. E voi credete? (a) Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. E voi credete? (a). Prometto. Con l'aiuto ch% invoco e spero da Dio, di osservare la sua santa legge, e di amare Dio con tutto il cuore sopra ogni cosa ed il prossimo come me stesso, per amore di Dio; e voi sperate? (b). Rinunzio al demonio, alle sue vanità e alle sue opere, cioè al peccato. E voi, rinunziate? (c). Prometto di unirmi a Gesù Cristo e seguirlo e di voler vivere e morire per lui. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Amen. *** (2).
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Oh, secondo punto: la rinnovazione dei voti religiosi, sì. Ecco, abbiamo preso l'impegno quando già si aveva avuto un complesso di grazie, di istruzioni, una preparazione, e poi ci siamo sentiti nell'intimo di voler fare la professione, di unirci a Dio e amare Iddio solo. Dio. E amarlo sopra ogni cosa, sopra ogni cosa. Sopra di tutte le cose che sono terrene. Quindi, servirsi anche dei voti per progredire: la povertà, la castità, l'obbedienza, che sono tre mezzi per arrivare /alla/ (a) perfezione. Cioè elevarci sempre di più verso Dio, e viver di più di Dio e aspettar Dio e mirare a Dio, lassù in cielo che ci aspetta.
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Allora è sempre bene rinnovare alla fine degli esercizi i voti. E ricordiamo che vicino a passare all'eternità ci sia la professione di fede: io credo; e poi ci sia la professione /rinnovando quello che è stato/ (a) e cioè i voti emessi la prima volta e poi le altre volte successive, la professione perpetua. Ora quindi, tutte assieme, assieme, guardando prima l'Ostia, Gesù, perché si deve fare a Gesù questa professione cioè che volete cercare per sposo dell'anima vostra, Gesù. "Ad onore..." (3).
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Terzo punto. Nel corso degli esercizi certamente molta luce avete ricevuta dal Signore. E pensando all'anno passato e pensando all'anno che ora s'incomincia: come santificarci? in che maniera? Che cosa chiede il Signore da me? Allora, nella luce di Dio avete preparato i vostri propositi. Particolarmente arrivare proprio al punto, a quello che è la radice di tutto per eliminare quello che c'è d'impedimento al progresso. Togliere quello e, nello stesso tempo, rispetto al nostro io si metta l'amore a Dio. Concentrar l'amore a Dio e cercar la sua gloria: Omnia in gloriam Dei facite [1Cor 10,31]. Fate tutto alla sua gloria.
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I propositi. Certamente questi propositi son già stati benedetti da chi è guida e ha guidato il corso di esercizi. Ora chiediamo la benedizione sopra i propositi. Questi non si possono fare assieme, ma invece due minuti di silenzio perché ciascheduna presenti i suoi propositi a Gesù e domandi a Gesù la grazia di essere fedele e di trovarsi poi, all'inizio di un altro corso di esercizi, a poter dire: non ho fatto dei grossi propositi, ma ho cercato di fare quello che avevo promesso. Sì. Dunque due minuti di /silenzio perché ciascheduna/ (a) possa esporre [e] presentare a Gesù i propri propositi. *** (4).
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Ora, per la perfetta soddisfazione, vi dò la benedizione col crocifisso, con l'indulgenza plenaria. Oh, prima recitare di cuore il Confiteor. E poi la benedizione che discenda sopra di ciascheduna di voi: che ci sia una purificazione piena e l'aumento di grazia. Mi confesso a Dio onnipotente... *** (5).
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Alcune hanno chiesto la benedizione delle corone. E benedico tutte le corone, quante non sono ancora benedette, quelle che sono qui presenti in chiesa (6). Preghiamo a vicenda e il Signore sia sempre con voi.
Ariccia (Roma)
4 ottobre 1965
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(1) Ariccia (Roma), 4 ottobre 1965
598 (a) R: avete fa[tto] preparato.
601 (a) R: 500 circa articoli.
(b) R: si ino, si inordina.
602 (a) R: dire.
(b) R: della in cui considerare.
603 (a) R: qual è la cosa qual è.
(b) R: è.
604 (a) R: sorelle con cui bisogna a cui bisogna.
605 (a) R: lo sti[molo].
(1) Il Fondatore a questo punto dice: "Mi date un momento un libro di orazione? Da' pure qui a pagina 33, 32". Adesso, nell'edizione nuova è [a pag.] 37 prima era a pagina 32.
609 (a) Risposta: crediamo.
(b) Risposta: speriamo.
(c) Risposta: rinunziamo.
(2) Il Fondatore dice: sedute.
610 (a) R: alla alla.
611 (a) R: de' rinnovando rinnovando quello che è stato quello che è stato.
(3) Segue la recita della formula della Professione. Cf. Preghiere pag. 37. Il Fondatore aggiunge: "Sia lodato Gesù Cristo" per indicare all'assemblea di sedere. L'assemblea risponde.
613 (a) R: silenzio per ciascheduno, per perché.
(4) Seguono alcuni minuti di silenzio in ginocchio, poi il Fondatore invita a sedere ripetendo: "Sia lodato Gesù Cristo" a cui l'assemblea risponde.
(5) Alla recita del Confiteor, segue l'assoluzione e la benedizione recitata in latino. Cf. par. 353.
(6) Segue la benedizione in latino sulle corone. Cf. par. 353.