Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXVI. "APPARECCHIO ALLA MORTE"(1)
Adesso, fate sempre la meditazione. La meditazione è di necessità. Quando è stato scritto, si diceva: la meditazione è utilissima per tutti i cristiani; ma per chi vuol vivere la vita religiosa è assolutamente necessaria la meditazione. Assolutamente necessaria. E allora voi l'accettate volentieri. E vedere anche il modo di farla, il metodo di farla. E vi sono metodi vari. Chi ha organizzato abbondantemente è stato sant'Ignazio di Loyola, poi s. Francesco /di Sales/ (a), e poi altri successivamente. E in ogni modo, o un modo, cioè un metodo, o un altro purché si abbia il risultato buono.
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In ogni maniera questo: dopo che si è letto o si è sentito, allora si ripiglia per ripetere le stesse cose e rileggerle e considerarle di nuovo. E poi l'applicazione. L'applicazione, che si fa con un esame di coscienza: ho fatto così? o no? Esame di coscienza.
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Poi, dopo [si fanno] i propositi. I propositi che possono essere anche un po' per la giornata; ma per chi fa un lavoro organizzato, deve fare ogni meditazione con la conclusione, ricavando e ritornando ai propositi degli esercizi. Sempre, quello! E tuttavia, quello che si è letto e sentito, è sempre di istruzione e di avviamento. Però è necessario che si faccia un lavoro religioso, spirituale in continuità fino alla conclusione.
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Come adesso avete incominciato l'anno scolastico e c'è un libro e ce n'è un altro e ce n'è un altro... e si studia un po' di questo, un po' di quello, secondo le insegnanti, secondo il tempo, l'orario. Ma se [ciò] viene in disordine, la scuola non /insegna/ (a): un po' un pezzo, un po' un altro, più avanti, più indietro, ecc. No, bisogna che nell'anno scolastico si arrivi con quella istruzione ordinata, con lo studio ordinato, in modo tale che, quando c'è, all'esame si è preparati.
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E quando si /va al ritiro/ (a) cioè agli esercizi successivi, ecco il risultato. Come? Sì, ho sviluppato quello che mi ero proposto, il programma che mi ero proposto. A che punto siamo? Ecco. Allora, se c'è del mancante, la confessione; e se si è fatto qualche progresso, il Magnificat in ringraziamento al Signore.
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La meditazione /supera/ (a) altre pratiche. Supera altre pratiche, diciamo, nella vita ordinaria, /quello che è fondamentale/ (b). Ma è sempre necessario che si segua il programma e si sviluppi il programma in maniera che alla fin dell'anno uno ha fatto qualche cosa.
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E' come se andate a piantare qualche cosa nell'orto: e si prepara il terreno, e poi si semina, e poi si trapianta, e poi si accudisce /perché/ (a) tutte le malattie non /vengano/ (b) a disturbare, ecc. fino al raccolto. Così al raccolto per l'esame, così al raccolto alla fine degli esercizi, dopo un altro corso successivo. Proprio sapere /che facciamo/ (c) un progresso. Altro è in seconda elementare altro è in quinta elementare, altro è in altra [classe di scuola] media, ecc. Bisogna che ogni anno si sviluppi un programma, poi segue l'anno successivo. Facciamo ridere?
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Eh, se crescete... Supponiamo: tu hai compito gli anni (tale anno), vorrai mica star sempre /a quell'altezza/ (a) lì, piccolina? Vorrai /crescere/ (b). Ora, a crescere si va bene fino a venti anni, ventidue; ma quanto allo spirito invece si deve crescere continuamente fino a quell'età in cui il Signore dice basta e ci chiama. Hai lavorato così: è il premio, ecco.
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Oh, adesso questo: quando eravamo chierici (parlando di me) e quando poi facevo il direttore spirituale del seminario, dei seminaristi, allora si continuava il programma che era stato [fissato] dai superiori. E cioè due mesi dell'anno: l'apparecchio alla morte. Sempre due mesi ogni anno, [la meditazione] sopra i novissimi. Sopra i novissimi e cioè vuol dire l'apparecchio alla morte. E sotto metteteci anche l'apparecchio al paradiso, che vi piace di più, neh. Vi piace di più. E allora, sì, così: era il programma.
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/Dopo i due mesi/ (a) allora si mettono altre meditazioni, e cioè sulla vita di Gesù Cristo: i suoi insegnamenti, il Maestro, il buon Pastore, fino al momento in cui salì al cielo. E questo ogni anno si può ripetere, perché [serve ad] approfondire la vita di Gesù, gli esempi che Gesù ci ha dato e l'insegnamento /che a noi/ (b) ha portato dal cielo, fino all'ingresso in paradiso: Sedet ad dexteram Patris. Così voi, noi.
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E allora, poi, /nella/ (a) lettura spirituale (la meditazione ho detto), ma per la lettura spirituale che si faceva alla sera, è sempre ogni anno l'imitazione di Cristo. Perché? Riguarda la santificazione di tutti, in particolare la santificazione delle anime /che sono dedite alla vita/ (b) religiosa, sì. E l'imitazione di Cristo è particolarmente per coloro che vivono... Ma c'era sempre la spiegazione. Si legge, /si rilegge, si considera/ (c), si portan le conclusioni, la preghiera per mantenere e... basta. Oh, così.
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Ora, cosa dobbiam pensare? Fra /tutti/ (a) i libri di meditazione finora, finora dico, non c'è stato un libro di meditazioni migliore di quello di /s. Alfonso/ (b) de' Liguori: l'Apparecchio alla morte. Nessuno! Perché ci sono tanti libri, ma /durano/ (c) un po' e poi cascano, cadono: se ne cercano degli altri. Ma nei duecento anni, dacché è passato (lui ha pubblicato il suo libro nel 1758, ora siamo al 1958 passato, cioè adesso sei sette anni), [sono state pubblicate] 150 edizioni. Nessun altro libro è arrivato così, perché è di grande importanza. E le anime che vogliono veramente stabilire la vita in Cristo, ecco, ricorrono a questo libro. La Società San Paolo l'ha stampato e ristampato per dieci volte. E questo è il decimo, cioè questa è la ristampa /decima/ (d), che abbiamo fatto.
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Oh, allora: come si fa? Si fa così: ognuno deve avere il suo libro di meditazione. Quando si fa l'elenco dei libri (tale libro: geografia, aritmetica, ecc.), si mette sempre il libro della meditazione che deve farsi. Quindi è necessario che nell'elenco dei libri ci sia il libro fondamentale, cioè il Vangelo, e poi il libro di meditazione e particolarmente l'Apparecchio alla morte. Così teniamo sempre il libro davanti, e poi faccio un commento, le applicazioni e invito ai propositi, le preghiere e poi, ecco, fissare il pensiero da ricordare nella giornata. Ecco.
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Sempre l'Apparecchio alla morte dev'essere in tutte le nostre case paoline e in tutti i singoli religiosi. Si capisce che se si tratta di piccolini, eh, si farà un avviamento. Ma poi man mano, più avanti... E d'altra noi facciamo come altri della Famiglia Paolina. Invece /del/ (a) giorno in cui si fa il ritiro mensile, il ritiro mensile non viene predicato, ma ciascheduno prende il suo libro Apparecchio alla morte, e quindi si fa una lettura, c'è una spiegazione, una applicazione singolare adattata. Ecco, tre meditazioni.
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Così quest'anno gli esercizi spirituali in modo particolare: l'Apparecchio alla morte. E in particolare i ritiri mensili appunto così avviati. Oh, dolorosamente - e proprio l'altro ieri sentivo - vogliono non delle meditazioni, vogliono più curiosità che non la santità. E questo tra di voi non sarà! Non credo.
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Ora, l'Apparecchio alla morte /è apparecchio/ (a) al paradiso. Perché si dice così e si insiste sullo stesso libro, cominciando da ragazzo, che era in prima ginnasio, fino a dopo ordinato sacerdote? Sì, lo stesso libro perché man mano ci son sempre ricchezze nuove, che si /scoprono/ (b). Oh, allora questo vi porterà certamente un gran bene. Certamente un gran bene.
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Quali sono i due beni che apporta la meditazione in questo senso? In primo luogo, per il progresso. Poi riguarda molto la vocazione. E cioè questo libro dell'Apparecchio alla morte o argomento simile o libro simile (ma è difficile che ce ne sia un altro, perché questo è /un/ (a) gran dottore della Chiesa, san Alfonso, e forse fra tutti gli scrittori, dei dottori forse è quello che ha scritto di più. I suoi religiosi [sono] i /redentoristi/ (b) e le suore ugualmente redentoriste. I redentoristi), oh, ecco, vale a far decidere molte vocazioni, confrontando la vita presente che dura poco e la vita futura.
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Quell'anima che riflette un poco: "Anche se vivo un anno non solo, ma cento anni, e vivessi godendomi la vita, ma poi di là ci sono non cento anni, ma cento secoli o cento milioni di secoli". E allora chi è prudente, saggio, che cosa fa? Santificar la vita presente per avere una eternità felice. Che è poi eterna, eterna.
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Poi, anche per quando ci sono i tentennamenti sulla vocazione, anche lì conferma e convalida la vocazione, pensando alla morte. Anzi uno può essere /attirato/ (a) dal mondo, da qualche altra cosa che in sostanza riguarda la vita presente; e dimenticano quello che è la vita eterna. Ora il libro deve /lasciare/ (b) nell'intimo proprio questa persuasione di confrontare la vita presente con la vita futura. E allora per poco che ci sia di ragione o di fede, si sceglie.
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Adesso, le meditazioni che ci sono, sono trentasei. Però ogni meditazione ha tre punti, e veramente per la meditazione generalmente si prende un solo punto, e poi allora si moltiplicano da trentasei per tre. Oh, leggo i titoli delle meditazioni: primo. Ritratto di un uomo /da poco passato/ (a) all'altra vita. Uno che è passato all'altra vita da poco tempo / Secondo: Con la morte finisce tutto / Brevità della vita / Certezza della morte / Incertezza dell'ora della morte / Morte del peccatore / Sentimenti di un moribondo trascurato che poco ha pensato alla morte / Morte dei giusti. / Pace di un giusto che muore / Mezzi per apparecchiarsi alla morte / Prezzo del tempo / Importanza della salute / Vanità del mondo / La presente vita è un viaggio all'eternità / Della malizia /del peccato/ (b) mortale / Della misericordia di Dio / Abuso della divina misericordia / Numero dei peccati / Che gran bene sia la grazia di Dio e che gran male sia la disgrazia / Pazzia del peccatore / Vita infelice del peccatore e vita felice di chi ama Dio / Il mal'abito / Inganni che il demonio mette in mente ai peccatori / Il giudizio particolare / Il giudizio universale / Le pene dell'inferno / L'eternità dell'inferno / Rimorsi del dannato / Il paradiso / La preghiera / La perseveranza / La confidenza nel /patrocinio/ (c) di Maria santissima / L'amore di Dio / La santa comunione / La dimora amorosa di Gesù sugli altari nel santissimo Sacramento / Poi Uniformità alla volontà di Dio.
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Il Signore vi benedica, sempre, pensando /saggiamente/ (a). E cioè la vita presente è preparazione all'eternità. Una giovane studia, /passa/ (b) i suoi anni di scuola, perché? Eh, perché vuole una posizione, un impiego, un lavoro, più tardi. Quindi la giovinezza prepara la vita successiva. Ora, qui noi siamo come la gioventù che si prepara al cielo. E quindi avviene che noi ordiniamo la nostra vita alla vita eterna.
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Oh, se guardassimo, se potessimo un momento vedere che cosa è al di là, cioè /uno/ (a) sguardo al cielo: quante specie di anime, dagli apostoli e a tante anime che son state fedeli! E uno sguardo di tormenti /in giù/ (b) dove si bestemmia, si soffre, si brucia, si dispera.
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Allora, che cosa volete scegliere? Voi avete scelto bene. Avete scelto Dio, la sua grazia, il suo paradiso. Continuate. Questo vuol dire consolidare la vocazione. Preghiamo insieme, che avessimo un po' di lume e un po' di riflessione. La meditazione, ho detto, è di necessità assoluta per chi deve viver la vita religiosa.

Albano Laziale (Roma)
25 Ottobre 1965

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(1) Albano Laziale (Roma), 25 ottobre 1965
634 (a) R: d'Ass[isi] di Sales.

637 (a) R: impara.

638 (a) R: va all'es al ritiro men al ritiro.

639 (a) R: è un supera.
(b) R: quello che è quello che è fondamentale.

640 (a) R: che perché.
(b) R: venga.
(c) R: che fa che facciamo.

641 (a) R: a quella a quell'altezza.
(b) R: esser crescere.

643 (a) R: dopo i due anni cioè dopo i due mesi.
(b) R: che che a no a noi.

644 (a) R: alla nella.
(b) R: che sono che sono dedite alla vita alla vita.
(c) R: si con si rilegge si considera.

645 (a) R: tutte le tutti.
(b) R: di san Fran[cesco] di san Alfonso.
(c) R: dura un po' durano.
(d) R: decima decima.

647 (a) R: del del.

649 (a) R: è l'apparecchio è apparecchio.
(b) R: si scoper si scoprono.

650 (a) R: il.
(b) R: i rest i restorin restoremus sì.

652 (a) R: attirato attirato.
(b) R: risul deve lasciare.

653 (a) R: di poco passat passato.
(b) R: del poco peccato.
(c) patricinio.

645 (a) R: con saggiamente.
(b) R: fa i suoi passa.

655 (a) R: uno uno.
(b) R: lassù cioè in giù.