X. ESERCIZI PRIMA PARTE: PURIFICAZIONE *(1)Vi saluto e vi benedico per tutta la vostra buona volontà, i vostri desideri di passare santamente questi giorni riguardo allo spirito e quindi riguardo alla santificazione. Eh, ieri eravate in varie case e in tante funzioni, in tante opere, studi, ecc. Ecco, ora [siete] tutte adunate qui, davanti al buon Pastore eucaristico che vi aveva /atteso/ (a) e che ora vi accoglie e vi prepara tutte le grazie.
207
Le grazie [sono particolarmente] due: purificazione e santificazione. Infatti gli esercizi spirituali hanno due parti: la prima parte è la purificazione, la seconda la santificazione. Poi vi è la terza parte, quella che è per tutti gli otto giorni, e cioè la preghiera che serve a purificare, che serve a santificare, che serve ad orientare la vita verso la santità. Che bei giorni questi! Aspettatevi molta grazia da Gesù buon Pastore e /da Maria/ (a), madre del divin Pastore, e dagli apostoli Pietro e Paolo. Fiducia quindi.
208
La purificazione e la santificazione. Il Signore ci dà del tempo e vi ha dato un'annata di tempo. E per che cosa il Signore ci dà il tempo, ci dà l'anno? Perché ogni anno ci sia il progresso. Che ci sia un anno in cui per trecentosessantacinque giorni si raccoglie. Raccoglie meriti, meriti. Ecco. Allora noi dobbiam pensare così: gli anni sono per il progresso.
209
Gesù buon Pastore, [il] pastorello Gesù quando si trova a Nazaret: Proficiebat sapientia, aetate, et gratia [Lc 2,52]. Gesù progrediva in età, in robustezza; in età cioè negli anni, e [in] sapienza. Sapienza: quella che viene dallo Spirito Santo, sì, quella che ci porta a vivere maggiormente di fede. Di fede, pensando ed orientando la vita secondo la fede; e poi /in/ (a) grazia, cioè santità. Quindi Gesù progrediva. Ora il Signore vi ha dato un anno per progredire: in sapienza, età e grazia.
210
Il tempo è il gran dono di Dio. E in questo dono di Dio, il tempo (cioè nei trecentosessantacinque giorni, parlando in particolare) il tempo di arricchire l'anima. Arricchire l'anima. Se una si trovasse solamente, e sempre allo stesso stato - supponiamo - dell'anno scorso o degli altri anni precedenti... Facciamo il paragone: il fanciullo a sette anni, a otto anni, a dieci anni, a dodici anni, se il fanciullo (e come avete anche nel vostro tempo, nelle scuole, e quindi ogni anno era per imparare un po', poi un altro po' un po' più avanti, più avanti...), se non progredisce lo scolaro, è sempre, che cosa? Allo stesso punto. Così se non ci fosse stato un progresso spirituale, l'anno è pressappoco perduto.
211
Attendere allora alla purificazione, il primo impegno. La purificazione. Noi dobbiamo considerarla la purificazione come un esame di coscienza, e poi penitenza /per/ (a) mezzo di questi giorni con l'osservanza, con la pietà, con il raccoglimento, ecc. E poi il primo, quindi, periodo degli esercizi si corona con il sacramento della penitenza-confessione. Allora abbiamo da fare /l'esame/ (b).
212
L'esame va fatto dinnanzi a Dio. E l'esame che noi possiamo considerare, che sia fatto con grande impegno, buona volontà. Non aspettare il giudizio di Dio, che poi il Signore scopra in noi mancanze, perché niente, niente si dimentica, niente rimane occulto. Tutto! Quindi l'esame si fa alla luce della morte. Come vorremmo essere in punto di morte? Al giudizio particolare come incontreremo il giudice? Quale sarà la sua sentenza?
213
La sentenza può essere in tre modi, dopo l'esame da parte di Gesù. La sentenza prima può essere: "Entra nel gaudio del tuo Signore subito" [cf. Mt 25,23], perché quell'anima è pura. Anima che giorno per giorno ha accumulato tesori di meriti: ingresso immediato in paradiso. E se ci sono state deficienze, mancanze, [sono] già scancellate e [è] già anche fatta la penitenza. Specialmente la penitenza consiste /nell'impegno/ (a) di non far più [il male commesso] e cioè di progredire facendo il contrario: se prima eravamo tiepidi, ci sia il fervore.
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E poi la seconda sentenza potrebbe essere: sì, l'anima non ha peccato grave, ma ha ancora tante imperfezioni o alcune imperfezioni, ed è necessario che si faccia la penitenza, quindi: in purgatorio. L'anima è salva, ma l'attesa è là nel purgatorio, fino alla purificazione. E si chiama purgatorio!
215
E la sentenza potrebbe essere quella terribile. Terribile: di chi non rispondesse al volere di Dio, tradisse la propria vocazione palesemente, chiaramente. Giuda, sì, che ha cominciato dalle venialità. Ma poi dove /è finito?/ (a).
216
Considerare la nostra situazione spirituale davanti /ai novissimi/ (a), alla risurrezione finale. La morte è la separazione dell'anima dal corpo. La risurrezione è la ricongiunzione dell'anima al corpo. E se l'anima era salva, santa, eh, il corpo, oh, si riunisce all'anima, e anima e corpo godranno in eterno. Felicità! E se invece l'anima fosse stata condannata all'inferno, allora, con la riunione del corpo all'anima, i due tormenti assieme: il tormento del corpo col fuoco, il tormento del rimorso dell'anima.
217
Poi il giudizio universale, dove tutto si scopre e dove si vedranno tutte le opere buone, tutte le opere che fate per le anime. Tutto quello che fate per le anime lo fate per Gesù, cioè Gesù lo prende per sé come se lo faceste per lui. Come ha detto: e, se avevo fame, mi avete dato da mangiare [cf. Mt 25,35]. E quando? E tutto quello che avrete fatto al povero, avrete dato da mangiare, Gesù lo tiene come fatto a se stesso. E quindi la sentenza finale del giudizio universale: "Venite o benedetti, allontanatevi o maledetti" [cf. Mt 25,34.41]. Poi l'ingresso al cielo. L'ingresso in cielo! E' Gesù buon Pastore che precederà tutte le sue pecorelle sante, innocenti. E allora l'eternità felice. /Così/ (a).
218
Esaminiamoci quindi bene. Come esaminarsi? /Prima/ (a) le facoltà interne: la mente, la volontà, il cuore. Tre punti.
La mente: i pensieri. Come abbiamo usato la intelligenza, la nostra mente, il gran dono che il Signore ci ha dato? L'intelligenza. E vi [sono] anime /che hanno/ (b) sempre pensieri di fede, pensieri retti, pensieri e giudizi retti, raccolti. E non seguono pensieri inutili, vani o pensieri cattivi o trascuranza degli studi del catechismo. E poi il conoscere e meditare, conoscere le costituzioni bene, /meditare nelle/ (c) letture spirituali e nelle meditazioni, e quando ci sono le esortazioni, e quando ricevete le circolari, le circolari da casa madre, sì. Pensieri vani alle volte, pensieri di superbia, pensieri di invidia. Esame sui pensieri.
219
Secondo: l'esame sulla volontà. Cioè, abbiam sempre fatto volentieri la volontà di Dio? Oppure qualche volta ci siamo ritirati, ci sembrava troppo? Eh! E quando si abbraccia volentieri la volontà di Dio, quanto merito! /Andate/ (a) per un anno in una casa, /quella casa può aver/ (b) delle difficoltà, ma si accetta l'obbedienza e si obbedisce per trecentosessantacinque giorni. E quindi son trecentosessantacinque giorni di merito, di meriti. Ma se si va /male, non volentieri/ (c), è molto diverso.
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Le costituzioni constan di circa cinquecento articoli, le costituzioni. Sono tante altre obbedienze. Ogni articolo è un'obbedienza, perché ci porta a compìre il volere di Dio anche in tutte le cose che sono particolari, /e intanto/ (a) si arricchisce l'anima. Si arricchisce l'anima.
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L'obbedienza! E' dato un ufficio, è data una disposizione. E poi: il Signore mi ha mandato una tribolazione, una malattia, un disagio. Abbiam sempre accettato il voler di Dio? E allora, sì, tanti meriti! O qualche volta si perdono dei meriti. Subito voler fare; quasi neppur rispondere, ma fare immediatamente. E la risposta non è fatta di parole allora, ma è fatta di fatti.
222
Il cuore: l'orgoglio, l'invidia, pensieri contro la bella virtù, giudizi temerari per gli altri, guardare gli altri e non noi stessi. Il cuore. Questo cuore ama veramente Dio? "Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, e amo il prossimo come me stesso?" E amo realmente o son pieno d'egoismo, io? Vedo solamente me stesso, i miei interessi, quel che giova per me?
223
Qui poi, l'amore al prossimo. Il vostro amore al prossimo è segnato dall'apostolato. Ecco. Allora questo apostolato in cui vi spendete dal mattino alla sera e lo fate volentieri, quello è amore al prossimo, che diventa apostolato. E allora quanti meriti in questo anno, dall'ultimo anno che avete fatto gli esercizi ad oggi!
224
Notando sempre bene che nella vita religiosa c'è l'obbedienza: doppio merito. E se si disobbedisce? /Doppia/ (a) perdita. E se tieni il cuore a posto (nessuna amicizia in particolare, ad esempio)? Se il cuore è a posto bene, è doppio merito. E se il cuore non sta a posto è doppio danno.
225
E così riguarda l'uso delle cose della terra e cioè quello che riguarda la povertà e l'osservanza della povertà costante, e anche la mortificazione, e la povertà che si applica a tante cose che adesso non ho tempo a esporre. Ma anche lì, se si osserva la povertà, doppio merito. E se invece si trasgredisce la povertà, doppio danno.
226
Andando avanti, oltre le facoltà /interiori/ (a), l'intelligenza, la volontà ed il cuore - sentimento - vi sono i sensi esterni. Quindi l'esame: come sono stati usati /gli occhi, bene/ (b) o no? Ecco, /si usano/ (c) bene [se] si studia, nel leggere un libro. Si guardan le persone con cui si ha da trattare, si ha da trattare, si ha da guardare i fanciulli, come? ecc. L'uso degli occhi. E invece l'abuso degli occhi: guardare troppo e occuparsi di quello che non ci interessa. E [occorre] che noi vigiliamo. E quando c'è il pericolo, ecco, è il tempo di chiudere gli occhi, voltarli dall'altra parte.
227
Vi è l'udito: non stare a ascoltare mormorazioni, discorsi inutili, trattenersi con questa persona o quell'altra a chiacchierare. E l'una chiacchiera con la lingua e manca con la lingua, e l'altra manca con l'udito stando a sentire. Quindi vedere l'uso /dell'udito/ (a). Perché? /Quanti/ (b) servizi abbiamo dall'udito! Sì. Se non ci fosse l'udito adesso non ci sarebbe la maniera di ascoltar la predica, così ascoltare quelli che son gli avvisi, i consigli, l'istruzione, le scuole, i catechismi che si sentono, ecc. E poi, se si sentissero poi con compiacenza certi discorsi, allora /cosa devo/ (c) concludere?
228
La lingua. Questa lingua che serve tanto a lodare Dio, a istruire i vostri fanciulli, le persone care. Questa lingua che è necessaria non solo per i canti religiosi, ma per tutto quel che riguarda il servizio delle anime, sì. La lingua. E questa lingua alle volte non è usata del tutto soltanto per Dio. Discorsi inutili e lunghi. Est, est; non, non [Mt 5,37] dice Gesù; parlate brevemente: "E', è; non è" [Mt 5,37], /è finita/ (a) la conversazione.
229
E poi quello che riguarda il gusto. E quale regola dobbiamo tenere per prendere la quantità di cibo, ecc.? Quello che è necessario, o piaccia al gusto o non piaccia, anche se è /una/ (a) medicina amara. Non che ci regoliamo secondo il gusto, ma secondo le necessità per mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato. Ecco, mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato. E allora che sappiamo mortificarci, cioè, e sia per prendere quello che non va preso troppo o quello che qualche volta può disgustarci.
230
Poi il senso più largo, più esteso /è il/ (a) tatto che è nella persona intiera. *** (b) Perché gli altri sensi sono nella testa: l'occhio, l'udito, la lingua, il gusto, l'odorato, ma il /quinto/ (c) è il tatto che si estende a tutto il corpo. Per esempio, la pigrizia si estende a tutto il corpo quando c'è. E se si mette invece in attività tutto il corpo, e allora il tatto è ben usato.
231
Notando sempre che sia che si mangi, sia che si beva, sia che si dorma, sia che si faccia la ricreazione, sia che si faccia preghiere, ecc., tutto, se è fatto per la gloria di Dio, tutto merita, anche il cibo, la ricreazione, il dormire. Perché? E' nell'obbedienza di Dio. Nell'obbedienza, ci ha fatto così! E difatti Gesù dormiva anche, come Maria: Jesus autem dormiebat [cf. Mt 8,24]. Quindi le ventiquattro ore della giornata possono /riempirsi/ (a) di meriti. Qualche volta non si riflette forse a questo: che il riposo stesso, fatto in ordine a Dio, secondo la sua volontà, la sua gloria, ecco. e nel dormire vi sono i meriti continuati.
232
Poi riguardo all'esame di coscienza, qualche domanda: c'è stato l'impegno nei propositi che avete fatto l'anno scorso? e come [li avete] praticati? Secondo: l'ufficio che ciascheduna ha avuto, l'impegno che ciascheduna ha avuto, l'incarico, come è stato fatto? Quello che era stato [dato] come compito o lo studio o quello che vale per dirigere, /chi/ (a) è impegnato in un posto, in un ufficio, in un apostolato: come abbiam fatto?
233
Poi, come abbiamo usato il tempo? Il tempo è il gran dono, perché nel tempo ci sono tutte le altre grazie. Si tien conto del tempo? Oppure qualche volta si [sta] oziosamente? Abbiamo compìto quindi questo nostro ufficio, ma insieme l'uso del tempo, l'uso del tempo.
234
E la relazione nella carità dell'istituto, nell'intimo? Eh, vorrebbe questo... vorrebbe quello... una disposizione qui. Quella è là... questa è qui in quest'ufficio, ecc. Attende te ipsum, guarda te stesso. Attende tibi [1Tm 4,16]. Questi pensieri sugli altri, sul giudicare e se... e giudicare quello che viene disposto, ecc.
235
La vita interiore è così ben vissuta per cui la vita è veramente in letizia religiosa, in una carità quotidiana /momento/ (a) per momento? Perché se uno vivesse solo, eh, non avrebbe bisogno di questi atti, di queste dimostrazioni di carità. Ma qui siamo religiose e dobbiamo bene vivere nella carità, nella bontà, nell'interpretar bene /e rispettare tutti e nelle parole e nel comportamento/ (b).
236
E poi vi sono molti altri punti /su cui ci/ (a) si dovrebbe esaminare. Per esempio: è stata fervorosa la pietà nel corso dell'anno? La pietà: la meditazione ben fatta, la messa, comunione e poi la adorazione in particolare? Lo studio: si fa sempre studio per progredire? Eh, ma tutto studiare. Non è solamente andare a quell'ora. Ma se hai da far la cucina, studia perché sia fatta bene /e con risparmio/ (b) e con vantaggio e che serva bene alla comunità.
237
Poi, un poco sopra il carattere. Il carattere che ognuno ha, va bene? O il nostro carattere fa pesare sugli altri? Come è il carattere? Sappiamo dominarlo? Sappiamo tacere una parola? Sappiamo fare un servizio? C'è la bontà vera? Adesso /ci sarebbe/ (a) ancora un elenco, ma è passato il tempo.
238
Intanto questo vuol dire: la prima parte degli esercizi spirituali è per la purificazione. Avanti, avanti. Dei difetti ne avremo sempre, ma ciò che importa è l'impegno di evitarli. E non riusciremo in tutta la vita. Ma siccome son detestati quei difetti e si ha desiderio di correggerli, ecco, non sono certamente peccati. Ma intanto questo impegno di far meglio è il progresso, è il guadagnare giorno per giorno sempre nuovi meriti.
239
Oh, il paradiso che aspetta, eh! Persone che perdono tanti meriti. E persone che son così diligenti [che] accumulano tanti meriti di più. Quasi quelle persone che dicevano: cosa state facendo? "Eh, facciam passare il tempo per chiacchierare". Questo vuol dire /che/ (
a) si perde il tempo. E il tempo, minuto per minuto, è dono di Dio, sì. Così, senza cadere in scrupoli, eh? Ma scrupoli no, ma negligenza neppure! Invece diligenza nelle cose. Diligenza che vuol dire amore a Dio. /Diligere/ (
b) in italiano vuol dire diligenza, cioè amare quello che abbiamo da fare e farlo in ordine a Dio e al prossimo per le anime.
Ariccia (Roma)
24 luglio 1965
240
* Le prediche con l'asterisco sono state dettate dal Fondatore durante gli esercizi spirituali delle pastorelle ad Ariccia dal 24-7 all'1-8-1965.
(1) Ariccia (Roma), 24 luglio 1965
207 (a) R: aspett[ato] atteso.
208 (a) R: dalla ma[dre] da Maria.
210 (a) R: e.
212 (a) R: in per.
(b) R: l'esem l'esame.
214 (a) R: nel fare l'impegno questo l'impegno.
216 (a) R: ha finito.
217 (a) R: all'altro agli altri che sono i novissimi.
218 (a) R: con così.
219 (a) R: in pens[ieri] prima.
219 (b) R: che ha con hanno.
(c) meditare le meditare nelle.
220 (a) R: and andate.
(b) R: può avere di quella casa può aver.
(c) R: volen male con non volentieri.
221 (a) R: e che intanto.
225 (a) R: doppio doppia doppia.
227 (a) R: interno interiore la men[te].
(b) R: bene gli occhi.
(c) R: si si vedono.
228 (a) R: dell dell'udito.
(b) R: in quanti.
(c) R: cosa devo cosa devo.
229 (a) R: finito.
230 (a) R: una ma una una una.
231 (a) R: è il è il.
(b) R: il senso della.
(c) R: sesto.
232 (a) R: riempir riempirsi.
233 (a) R: chi chi.
236 (a) R: momento momento.
(b) R: e giudi e rispettare tutti e nel pa e nelle parole e nel e nel comportamento.
237 (a) R: da cui.
(b) R: e ma con risparmia con risparmio.
238 (a) R: c'è un.
240 (a) R: che che.
(b) R: diligere vuol dire che in latino diligere.