Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV. LE VOCAZIONI *(1)
Rallegrarsi stasera, rallegrarsi perché canterete l'alleluia a Gesù buon Pastore risorto. Ha dato la vita per le sue pecorelle e egli le ha amate le sue /pecorelle/ (a) dando la vita per loro. E poi quello che sta a lui a cuore è che la redenzione arrivi a tutte le anime. E arrivino /le anime, arrivino ad avvicinarsi/ (b) a lui. I sacerdoti devono fare questo. E le pastorelle hanno una missione conforme, cioè una missione /che/ (c) si unisce alla missione sacerdotale.
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Oggi [è] sabato. Venerdì prossimo [inizia] la novena a Gesù buon Pastore, venerdì prossimo della settimana. Ecco, se volete far bene questa novena, in ogni casa si faccia, si facciano preghiere particolari, ma per le vocazioni. Il [dono] più grande e più devoto, più santo a Gesù buon Pastore è questo: la ricerca delle vocazioni per la congregazione vostra; per tutte le vocazioni, ma in modo particolare /per voi/ (a). E siccome alcune madri delle case han capito quello che è il dono che io vorrei e hanno scritto: Ci siamo occupate delle vocazioni così e così... Ah, ecco! Questo è il regalo che mi fanno e che è /per me il regalo più prezioso/ (b). Me lo fate anche voi? (1). Come fate? Non basta pregare. Bisogna operare. Ecco.
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Certamente che si scelgono sempre delle suore vocazioniste perché compiano questo grande aiuto alla congregazione. Grande aiuto alla congregazione: le vocazioni. Vocazioni. E saranno, nella novena /del/ (a) buon Pastore, in particolar modo le preghiere ordinate alle vocazioni. E poi in ogni casa si faccia un esame, ma non solamente nelle case; in principio e in primo luogo [si faccia] qui!
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Prima domanda: si scelgono tra le fanciulle che vanno al catechismo, che frequentano la chiesa? Si può mettere l'occhio addosso e cioè vedere che vi sono anime predilette del Signore. E ce ne sono sempre in tutte le parrocchie, se c'è lo zelo. Ce ne sono sempre! Perché le vocazioni per voi sono molte, mandate dal buon Pastore.
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E tuttavia si comprende che molte vocazioni van perdute. E se cominciano a perdersi è perché o in famiglia o nella vita sociale [hanno incontrato difficoltà], o perché non hanno frequentato abbastanza i catechismi e la chiesa, i sacramenti. Ma certamente il Signore Gesù buon Pastore ha preparato, per i tempi di oggi, ha preparato molte vocazioni per le suore pastorelle. E' di volontà di Dio che noi sappiamo scoprire e coltivare, aiutare.
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Alle volte si /scorge la vocazione/ (a) quando la bambina ha sette anni, otto anni. Già! E allora, se si mette l'occhio sopra una figliuola la quale ha delle buone disposizioni, bisogna coltivarla, nelle parrocchie, oh! La mia vocazione è stata a sette anni! Quindi non aspettare a quattordici, a sedici, a diciotto anni. Dalla prima comunione si scopre. E a quei tempi la comunione si faceva a nove anni; quindi previene anche la comunione, la prima comunione, perché la vocazione viene dal seno della madre.
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Quindi avere quell'occhio pastorale, occhio pastorale per scoprire. E quando c'è umiltà e si prega il Signore che /indichi/ (a) coloro che sono chiamate, allora con l'occhio pastorale si scoprirà. E chi mi ha scoperto è stata la maestra, la quale era una secolare, ma era un'anima delicata. Era una maestra secolare /per la/ (b) quale io sempre ho riconoscenza dopo tanti anni.
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Ora, la teologia pastorale che riguarda le vocazioni va studiata, così la parte psicologica. E così anche tutto quello che noi sappiamo nel coltivare quelle vocazioni, con tanta delicatezza. Perché? E perché sono gigli che sono ordinati a vivere la vita di santità, di perfezione, e a noi è affidato l'incarico di coltivare questi fiori. [E'] stabilito così da Dio.
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Volevo dire che nella novena di Gesù buon Pastore si può fare un esame in tutti i luoghi: come si va e come procede /l'ufficio/ - diciamo - di vocazioniste, considerandosi tutte vocazioniste. E quindi vedere se questo in primo luogo /si/ (b) scopre. Secondo, come si coltiva la fanciulla, quando la fanciulla ha dato dei segni buoni. E allora con predilezione bisogna curarle. Gesù /le cura/ (c) con predilezione, cioè dà a queste anime grazie particolari. /E quindi Gesù lavora in quelle anime con predilezione, e le pastorelle che son nelle parrocchie curino queste anime. Ora, ci vuole un'istruzione sopra questo punto. Non solamente intuizione, ma formazione. Poco per volta. E voi siete in una certa posizione privilegiata, in quanto che, nelle parrocchie, si possono preparare/ (d) queste vocazioni.
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E poi /a suo tempo/ (a) invitarle. Invitarle ad entrare nell'istituto. E vi saranno anche altre figliuole ordinate ad altri istituti, ma per voi resta una coltivazione particolare in riguardo alla vostra missione. Quindi /se volete/ (b) far bene la novena a Gesù buon Pastore, questo compito: esame sopra quello che noi abbiam fatto, su quello che già si sta facendo, e /poi venire/ (c) ai propositi per quel che si vorrà fare in seguito. Oh.
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E se voi volete attirar le grazie come pastorelle, fate questo ossequio a Gesù: cercargli le vocazioni. E questa sarà la preghiera migliore della novena. Sì come preghiera, ma soprattutto esaminare e vedere e fare propositi in ordine alle vocazioni pastorelle. Sarà la novena migliore questa. Sarà la migliore novena che sarà così gradita a Gesù buon Pastore e che vi attirerà grazie sempre più abbondanti nell'istituto: più abbondanti nell'istituto, ecco!
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Oh, del resto son persuaso che le suore pastorelle abbiano d'avere il dono, a questo riguardo, il dono d'intuizione e i lumi per saper coltivare questi fiori e poi [per] difendere /dai pericoli quelle/ (a) anime. Perché si trovano così facilmente in mezzo al mondo e il mondo è così, è così com'è, e cioè i disordini. E se l'anima non prega molto, /e specialmente non frequentasse/ (b) i sacramenti e poi non si tenesse lontana dai pericoli, allora quali sarebbero le conseguenze?
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Le vocazioni. /E/ (a) piacerà a Gesù questo lavoro, [a] Gesù buon Pastore. E piacerà a tutta la Chiesa. E' chiaro oggi che il clero è più odiato. Invece la suora ha un atteggiamento e una posizione particolare per avvicinare le anime. Per avvicinare le anime, anima ad anima: aiutarle in quello spirito soprannaturale!
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Gesù è stato vocazionista, il primo. E ne ha radunati dodici come apostoli e ottantadue come, e settantadue voglio dire, come quelli che erano non più gli apostoli, ma gli altri, e cioè rappresentavano i sacerdoti. Vocazionista! E se Gesù si è fatto vocazionista, voi tutte dovete farvi vocazioniste. Altre volte già ho parlato di questo. Ma seguo, e non solamente il numero, confrontando un anno con l'altro, ma particolarmente considerando se queste vocazioni sono veramente scelte e sono così formate da arrivare un giorno a servire il buon Pastore, a servire le anime. Le anime, sì.
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Quindi tutta la novena, per mia parte, sarà fatta a Gesù buon Pastore, e voi fate questo altrettanto. E poi, ci sia uno studio di teologia pastorale vocazionaria, sì. E poi le altre qualità che ci sono. Ma se si vogliono fare cose importanti e di buoni risultati ci vogliono poi sempre (oltre le qualità, le qualità naturali), ci vogliono sempre le due disposizioni: di umiltà e di fede.
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Umiltà e /fede/ (a): queste due disposizioni sono assolutamente necessarie. Chi è orgoglioso, eh, /otterrà poco/ (b). Come /se una/ (c) casa si volesse costruire sopra un terreno debole e che non sia un fondamento forte, e tutto finisce /col/ (d) rovinare. L'umiltà: il non compiacersi umanamente dei risultati. E con tanta umiltà avvicinare, in una maniera che è conforme al modo con cui Gesù operava quando [operava] come vocazionista. Come vocazionista.
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Poi fede. La fede è così: capace di trasportar le montagne ed è capace di muovere i cuori, eh. Di muovere i cuori. Ecco, queste due disposizioni ci vogliono sempre. Tutte le altre disposizioni e qualità hanno il loro valore, tutte, ma in particolare queste due disposizioni di umiltà e di fede. E poi andare con fede. Andare con fede, sì.
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E in quale parrocchia non ci son delle bambine? E tra quelle, non vi sono delle anime predilette? o gigli o rose o viole? Ecco. Certamente è il tempo delle pastorelle in questo periodo di storia ecclesiastica. E' il tempo! E quindi, certamente il Signore ha preparato, ha preparato il Signore le pastorelle. Le ha fatto nascere in questo tempo. Non son mica io. E' lui. E' lui che ha operato, non è una cosa casuale, tutt'altro. E' il Signore che ha preparato per questi tempi: abbiate fede in questo.
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Abbiate fede tanto più che /il/ (a) Concilio Vaticano II ha dato un rilievo notevole alle suore, sì, alle suore; e in particolare modo, o meglio in generale, per la donna pia, per la donna retta, per la donna che sa /in società contribuire/ (b) alla vita cristiana, sì, ma in particolare per quel che riguarda l'aiuto ai pastori, /in modo/ (c) particolare.
Ecco, allora, l'alleluia pasquale: Resurrexit, sicut dixit [Mt 28,6]. Così: è risuscitato come aveva detto. E così faccio gli auguri e vi dò la benedizione (2).

Albano Laziale (Roma)
17 aprile 1965

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Nella santità, in primo luogo. Sì. Che ognuna attenda alla propria santificazione con tutti quei mezzi che sono a disposizione se noi siamo sempre accompagnati da buona volontà. Quindi il primo compito, ed è il primo articolo delle costituzioni: la santità. Cioè attendere alla perfezione. Ma, oltre questo lavoro che riguarda lo spirito, si aggiunge: anche nel suo spirito pastorale. E cioè imitare Gesù di vivere e sentire lo spirito pastorale di Gesù.
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Lo spirito pastorale. Oggi molto si parla dello spirito pastorale e tuttavia da un certo tempo si è risvegliato questo spirito pastorale. Dal 1910-11 vedete (è tempo che voi non avete veduto quegli anni), oh, si è incominciato il lavoro pastorale e gli scritti pastorali e i libri pastorali. Questo è stato avviato nella Pia Società San Paolo, avendo questo indirizzo: che tutto quel che riguarda la stampa, quello che riguarda il cinéma, quello che riguarda i dischi, tutto dev'essere ispirato all'apostolato pastorale, perché tutta la Famiglia Paolina è ordinata alla pastorale. Ma voi rappresentate in questa parte la parte migliore. Ecco, questa vostra famiglia che si unisce alle altre.
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Voi avete i mezzi che il Signore vi ha offerto e che sono quei mezzi che voi usate nelle parrocchie, ma tutto viene usato nello spirito pastorale, anche nello spirito della liturgia, quindi per le Pie Discepole. E tutto quel che riguarda la parte tecnica: stampa, cinéma, radio, televisione, dischi, ecc., tutto questo è in ordine alle anime, e questo vuol dire spirito pastorale.
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Operare per la salvezza delle anime. Collaborare con Gesù Cristo. Quello è il suo spirito. E' venuto a portare la salvezza agli uomini e noi dobbiamo seguire, imitare il Figlio di Dio che si è incarnato, è venuto a salvare gli uomini. E particolarmente è venuto a salvare i peccatori, come Gesù ha detto, cioè: "Non hanno bisogno del medico i sani, ma hanno bisogno del medico i malati" [cf. Mc 2,17]. E quindi Gesù conchiudeva: "Venuto a cercare i peccatori" [cf. Mc 2,17], cioè tutti i peccatori, perché si nasce in peccato. E allora salvezza! E questo è il lavoro pastorale.
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Ricever quelle anime come sono. E in alcuni paesi è più facile, e c'è già un avviamento buono. E alle volte invece è un terreno un po' arido, un po' difficile. E allora si tratta di togliere il peccato, il male, e portare voi tutto quel bene secondo è lo spirito della vostra vocazione: spirito pastorale. E istruire /nella/ (a) verità, cioè nel catechismo, e guidare perché questa gioventù segua la buona via, e poi la preghiera. E quindi preparare alla preghiera /nel complesso/ (b) della liturgia. E d'altra parte si comincia dai bambini a insegnare il "Vi adoro". Allora, questa è la parte vostra di apostolato. Oh.
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E' sabato, oggi! "La buona pastorella deve imparare che le anime si salvano più con la sofferenza che con le parole". Io credo che ogni sera leggiate queste frasi che son disseminate nel calendario, e cioè che le anime si salvano più con la sofferenza che con le parole, perché Gesù Cristo ha sofferto ed è morto e ha dato tutta la sua vita, tutta la sua vita, l'estrema sofferenza.
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Contemplare Gesù crocifisso, come l'avete fatto nella settimana santa, contemplare il crocifisso: Gesù che ha dato la vita, e voi darete la vita. Eh, non avrete questa grazia, penso, del martirio; ma vi è un martirio che è quotidiano. E se una non è più capace di fare un apostolato attivo /di pastorale/ (a) fa sempre un apostolato anche migliore: la sofferenza, il tacere, /l'accettare/ (b) tutto quel che viene dalla mano di Dio. Accettare. Ecco.
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Quindi, consideriamo quelle piccole croci /che/ (a) incontriamo nella giornata; dico piccole, in relazione alle grandi sofferenze di Gesù Cristo flagellato a sangue, inchiodato sulla croce, insultato. Oh! E non avremo ancora da soffrire quanto Gesù ha sofferto! E vi sono persone che non san sopportare una punta di spillo, una /cosa che/ (b) secondo loro non è gustosa, non piace, e non sanno tacere a tempo e [a] luogo.
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E poi, veramente avevo in mente quest'oggi di dirvi: attente alle cose piccole. Attenti alle cose piccole! Me le sono scritte, ma questo sarà per una altra volta. Ma le piccole contrarietà, le piccole sofferenze, il saper tacere, il sapere conservare anche il silenzio quando è tempo, e poi la carità, la bontà con tutte le sorelle. E quando c'è l'ambizione, quando il cuore è travagliato dall'ambizione si vorrebbe che tutti /guardassero/ (a) noi, che ci fosse solamente una. Allora si mette una accanto a farla chiacchierare? (2). Oh.
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La sofferenza è quella che giova assai di più /delle/ (a) parole e cioè di quello che fate come parola: catechismi, asilo, gioventù femminile, ecc. La sofferenza! Sia benedetto il Signore! Ci sono delle sofferenze intime che riguardano il nostro io che tante volte è un po' ribelle. E poi ci possono essere [le] sofferenze fisiche, i mali, e poi tutto quello che non è gradito a noi e che quindi richiede un qualche sacrificio.
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Ma se non si sa fare un piccolo sacrificio, esempio dell'obbedienza, e fare il proprio apostolato con intensità... E quest'apostolato può esser diretto alle anime e può esser diretto alla congregazione. Ma tutti lavorano nello spirito dell'apostolato: e chi fa il bucato, e chi coltiva il giardino, e chi fa altri servizi perché è tutto l'istituto che è pastorale. E nella vita pastorale, in un istituto pastorale ognuno ha un suo ufficio proprio. Ha un suo ufficio proprio.
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Le donne di cui parla il Vangelo quando Gesù saliva al calvario, e poi le donne le quali erano andate al sepolcro di Gesù (e Gesù era già risuscitato). E allora, che cosa bisogna pensare? Queste pie donne servivano Gesù e i dodici. Ecco. E seguivano Gesù, e facevano parte dei loro beni, e poi attendevano a quei servizi che erano necessari verso gli apostoli /e specialmente verso/ (a) Gesù.
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E un po' /tutte/ (a) anche chi fa la cucina, e anche chi fa cuocere la minestra, e chi coltiva l'orto, e chi vive in silenzio e [è] osservante, silenziosa, fa un vero apostolato. "Ma non vediamo!". Non vediamo tante volte a chi va il bene, lo troveremo /dopo/ (b), al giudizio quando tutto sarà scoperto, tutto manifestato. E si vedrà il bene che si è fatto, supponiamo sopportando un mal di denti o faticando per imparar la lezione a scuola, ecc. Tutto questo è pastorale. /Allora domani/ (c), quella che è la frase complessiva: "Tutta la vita della pastorella è esercizio di carità".
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La carità è la maggior virtù. E' la maggior virtù, perché vi è fede, speranza e carità, ma major autem est charitas [1Cor 13,13], la maggior virtù è la carità. Quindi, tutta la vita della pastorella è esercizio di carità. E quindi che siate qui o nel noviziato o aspirandato, o che abbiate un ufficio o che ne abbiate un altro, o che siate già nell'apostolato nelle parrocchie, tutta la vita della pastorella [è] esercizio di carità.
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Ma voi direte: adesso abbiam sol da studiare! E si studia in ordine alle anime! Perché ci han fatto studiare tanti anni noi sacerdoti? Eh, sì, allora cinque anni c'erano allora di scuole elementari e poi c'erano i cinque anni di ginnasio e poi c'erano anni tre di liceo o filosofia e poi c'erano i cinque anni di teologia e poi c'erano due anni di morale e pastorale. Ora dunque, con questo e con tutti questi anni, dunque non si fa attività pastorale? Si pensa così? E' tutta la vita pastorale! E quindi è pastorale anche l'imparare a scrivere e l'imparare a far la sottrazione; tutto quel che imparate. Perché? Perché è in ordine alle anime.
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E tutto ciò che si fa (e si lavora e si impegna), se è in ordine alle anime, tutto è pastorale. Tutto è pastorale, anche la vostra ricreazione, anche il riposo, la notte che si passa, a tavola che si deve alimentare la propria salute, il fisico: tutto è pastorale. Perché? Per mantenerci nel servizio di Dio solo? Nel servizio di Dio e nell'apostolato! E quindi il cibo è preso, come il riposo che è preso, tutto, anche la ricreazione, per mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato. E se crescete in salute, e se avete la cura, e anche nei casi di malattia, e tutto quello che si ha da fare e sopportare, tutto [è pastorale] se è ordinato alle anime, alla salvezza delle anime.
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Aiutare /con le/ (a) intenzioni nelle vostre preghiere, nelle vostre sofferenze. Offrire tutto per i missionari che lavorano, supponiamo in Africa. Oh, adesso in Africa abbiamo - mi pare - sei case, sì. Oh sì, almeno. Oh. Così: pensare molto spesso al mondo. Sì, è sempre utile avere la carta /che/ (b) rappresenta il mondo e guardandola non solamente noi studiam /la geografia/ (c), ma: in quelle regioni di cui si parla, vi sono anime che vivono. E dove vanno? E cosa sarà di loro? Ecco lo spirito pastorale.
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"Faremo le pastorelle quando andremo". Ah, è troppo tardi, diciamo, e perché non c'è [ne]anche la preparazione allora. Perché? E perché lo spirito non si ottiene quando la madre manda le suore in questa o in quell'altra parrocchia. Aspettare questo? Ma no! Tutto il resto è preparazione. Tutto è preparazione. Allora si andrà sul campo del lavoro, quindi dell'apostolato - diciamo - di opere, ma l'apostolato in primo luogo è quando offriamo al Signore le nostre preghiere e sofferenze per le anime.
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Per le anime: Qui propter nos homines, et propter nostram salutem descendit de coelis. Il figlio di Dio si è incarnato per la salvezza delle anime. Sì. E quindi: Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est. Poi: Crucifius etiam... ecc. Ma ha cominciato il suo apostolato il figlio di Dio quando ha detto al Padre: "Se vuoi manda me". Ecco. E il Padre: "Va'".
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Ecco l'apostolato: Propter nos homines et propter nostram salutem. Siete venute per questo: per la salvezza. Tutte: /è lo/ (a) stesso movente che vi ha portato in questa congregazione, in questa casa. In questi nove giorni chiedere questo spirito, eh, pastorale. Chiederlo! Che non sia solamente però una domanda, ma che sia conformità allo spirito, al sentimento, a quello che ci muove e che ci fa fare una cosa o l'altra. E' per le anime!
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E vi è qualche persona che non può più fare dell'apostolato diretto. E faccia qualche lavoro umile, quel che è lavoro adatto alla sua salute, e continua il suo apostolato. Ed essendo anche più umile forse alle volte /contribuisce/ (a) di più di quelle che sono sul campo di lavoro. Scopriremo al[la] fine del giudizio chi è che /aveva operato/ (b) in spirito pastorale. Si vedrà allora.
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Vi sono anime che han passato la vita quasi sempre sofferenti e magari una parte notevole del tempo della vita in infermità. Allora han fatto niente? Han fatto forse più di tutti, di quelli che sono stati nell'attività. E' lo spirito, è l'amore alle anime. Venite ad me omnes qui laborati et onerati estis [Mt 11,28], Gesù: "Venite a me tutti", cominciando dai piccoli: "Lasciate che i piccoli vengano a me. E non allontanateli" [cf. Mt 19,14], ma attirarli. E voi: dai piccoli fino al giorno, fino all'ora in cui assistete coloro che passano all'eternità.
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E allora il Signore vi darà grazie particolari. Ve le dà queste grazie particolari, sì, se c'è l'intenzione. Se c'è l'intenzione. Non far diversità fra una cosa e l'altra da fare. Non si faccia diversità. Tutto è pastorale. Dipende dal far tutto con buona volontà per amore di Gesù Cristo Pastore, per amore alle anime, per la salvezza. Se in questi nove giorni potete entrar nello spirito buono pastorale... Certamente ne avete già molto, ma volevo dire di penetrarlo di più. Penetrarlo di più. E oltre a questo, praticarlo nella misura e secondo gli uffici che ognuna ha in congregazione.

Albano Laziale (Roma)
24 aprile 1965

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* Nella registrazione è riportata la recita dell'Ave Maria seguita dalle nostre invocazioni, prima di dar inizio alla meditazione.
(1) Albano Laziale (Roma), 17 aprile 1965.
73 (a) R: porell past pecorelle.
(b) R: le a le anime arrivino a ad a avvicinarsi (c) R: che co che.

74 (a) R: voi per voi.
(b) R: il regalo per me è il più prezioso.
(1) Il Fondatore dialoga con le uditrici.

75 (a) R: del del.

78 (a) R: scorgono le vocazioni.

79 (a) R: indica.
(b) R: alla.

81 (a) R: il l'ufficio.
(b) R: se si.
(c) R: cura le cura.
(d) Così T. Omette R.

82 (a) R: a suo a loro tempo.
(b) R: se voli se volete.
(c) R: poi a venire.

84 (a) R: i lo, i pericoli per quelle voca[zioni] per quelle.
(b) R: e non specialmente non frentas frequentasse.

85 (a) R: che.

88 (a) R: di fede.
(b) R: otterranno po' otterrà.
(c) R: sopra una.
(d) R: col col.

91 (a) R: nel.
(b) R: nella in società port[a] contribuisce.
(c) R: in luogo in modo.
(2) Segue la benedizione sull'assemblea da parte del Fondatore.

97 (a) R: nella nel nella.
(b) R: nel in complesso.

99 (a) R: di pastor di pastorale.
(b) R: il l'accettare.

100 (a) R: che ci che.
(b) R: cosa di di che.

101 (a) R: guardassimo no guardassero.
(2) In tono scherzoso che suscita ilarità nell'assemblea.

102 (a) R: della delle.

104 (a) R: e verso specialmente verso.

105 (a) R: tutte assie[me] tutte.
(b) R: al po[sto] dopo.
(c) R: allora se quest[oggi] domani.

109 (a) R: con le a con le.
(b) R: che ci che.
(c) R: la flis[ica] la geografia.

112 (a) R: è il lo.

113 (a) R: contribe contribue contribue.
(b) R: aveva fatto aveva operato.