Sentite già un po' la letizia del Natale? E questa letizia deve conservarla ognuna. E poi, la vita religiosa è una vita di letizia, /quando la si vive/ (a) e poi si risolve nella letizia eterna. Oh, quindi gli auguri, gli auguri cioè che si faccia un progresso in santificazione.
694
Prepararsi al Natale, prepararsi al primo dell'anno, prepararsi al giubileo straordinario concesso dal Papa. E poi, prepararsi all'entrata in paradiso. Sì. Ora, perché la letizia sia piena occorrono /due cose: la/ (a) purificazione e la santificazione.
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La purificazione, cioè togliere il peccato e togliere, quanto ci è possibile, i difetti, gradatamente lavorando per correggerci. E in modo particolare ci serve l'esame di coscienza. L'esame di coscienza ripetuto al mattino e nella giornata e alla sera. E poi, la santificazione.
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La santificazione che consiste nel vivere con progresso. Con progresso la vita. E se vi è la giovinezza, e se vi è la vita religiosa, il noviziato e poi tutta quanta la vita della pastorella. Sì. Quindi, il lavoro che noi dobbiam fare sulla terra è preparazione al cielo. E in cielo non entra niente di macchiato, ma entra Iddio, ecco. E cioè entriamo con Gesù. Allora il gaudio eterno. Che bel posto vi /prepara/ (a) il Signore!
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Però compiere sulla terra questo duplice compito: purificazione e santificazione fino al momento in cui il male, la malattia... Quindi la purificazione e la confessione anche in punto di morte, e l'eucarestia. Ecco quello che sarebbe grande grazia: di morire con questa preparazione. L'ultima purificazione è /l'ultima/ (a) pietà eucaristica, /il santo viatico/ (b).
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Per la purificazione e santificazione, ho detto, vi sono molti mezzi, ma i due mezzi che sono principali, per la purificazione e santificazione, i due mezzi sono la confessione e la pietà eucaristica, l'eucaristia. Perché? Purificazione che è sacramento, l'eucaristia che è sacramento e comunione e adorazione, quindi è pietà eucaristica.
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Questo vi auguro di avere nel corso /di tutto l'anno/ (a): sempre ottime confessioni, ottime comunioni. Non solo si può dir comunione, ma si può dire pietà eucaristica in quanto che è consecrazione, messa, sacrificio; e come messa non solo, ma come comunione e come adorazione.
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Ecco, se noi andando avanti nella vita, miglioriamo con le nostre confessioni e con la nostra pietà eucaristica, facciamo la preparazione di ingresso in cielo, cioè per mezzo della strada più sicura. Più sicura. Ecco. La confessione.
701
La confessione, è in sé un grande sacramento di valore infinito; ma il sacramento, che è infinito in sé, ci si applica /nella misura/ (a) in cui noi portiamo le disposizioni. E così avviene della pietà eucaristica, sì. Allora bisogna che noi facciamo meglio le nostre confessioni e sempre meglio la pietà eucaristica.
702
Per la confessione, sì: è sacramento. Ma dopo il sacramento, c'è la virtù della penitenza. Di questa si parla meno, di questa virtù, della penitenza; si parla d'ordinario di altre virtù. Ma è una virtù secondo la teologia, la virtù della penitenza. Quanto al sacramento [occorre] la preparazione per ricavare il maggior frutto. La preparazione. Voi sapete bene le condizioni e primo: l'esame di coscienza.
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L'esame di coscienza che sia un po' più intimo. E quindi non tanto badare al difetto o alla mancanza, ma alla causa. La causa. Perché? Perché se la pianta produce i frutti, bisogna che si guardi quello che è la radice. E poi, a rovescio, se facciamo delle mancanze, e vi è qualche radice dentro intimo in noi. E perché c'è stato quel dispiacere, quella mancanza di carità, ecc.? E c'è l'orgoglio, la causa; o c'è l'ira, la causa. Allora sradicare, sradicare. Perché se noi togliamo la radice, la pianta muore da sé, secca! Quanto all'esame.
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Quanto poi /alle due condizioni/ (a), sono il dolore e il proposito, che sono intimamente congiunti. Proposito e, prima, il dolore. Perché se uno si pente davvero, ha sbagliato strada, allora non la prende più, e prende la strada giusta. Sono collegati assieme, e cioè il dolore e il proposito. E così nel corso di un anno qualche cosa si toglierà di male e di difetti. Si /insiste in/ (b) una confessione, in un'altra, e la grazia del Signore e l'impegno che abbiamo, nella misura che abbiamo nelle disposizioni. Quindi procurare il dolore e il proposito che sono uniti e sono due elementi essenzialissimi, cioè assolutamente necessari.
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/Dopo si fa/ (a) l'accusa con semplicità e chiarezza, umiltà. E quasi quasi come facevano i santi: quasi, quasi esageravano. Ma non era una vera esagerazione, era la verità, e cioè per trovare e perché la confessione sia più umile e quindi abbia più frutto.
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La confessione poi si conchiude con la penitenza. La penitenza sarà una preghiera d'ordinario. Una preghiera. La preghiera che può essere breve, come tre Ave Maria, e può essere lunga come la parte di un rosario. La penitenza è collegata al sacramento, è parte del sacramento. Quindi il valore della penitenza è superiore, quindi si merita di più, si ha più frutto. Più frutto perché /quel rosario dato/ (a) e stabilito dal confessore ha maggior valore che se fosse /un rosario/ (b) che recitiamo di nostra disposizione. Ecco il vero augurio: migliorar le confessioni, il sacramento.
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Poi ci vuole la virtù della penitenza. La penitenza è sacramento in sé, ma la virtù è il prolungamento della confessione. E cioè staremo attenti per non commetterne più. Faremo qualche penitenza perché non ricadiamo, e che anzi facciamo la penitenza del passato /e accettiamo qualche mortificazione/ (a), qualche sacrificio. Qualche sacrificio: il sacrificio degli orari, ad esempio, prontezza dal mattino alla sera. E poi anche piccole sofferenze e mortificazioni e preghiere. Che noi dobbiamo sempre ricordare: il peccato è perdonato, ma io ho disgustato il mio Padre celeste. Ho disgustato Gesù e ho dei debiti con Dio. Non ho fatto la penitenza totale /del mio/ (b) male.
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Nella messa, ad esempio, come è /organizzata la/ (a) liturgia, nella messa /sono nove le volte/ (b) che si domanda al Signore perdono, specialmente il sacerdote, se si segue totalmente la liturgia. Comincia dal Confiteor e poi al[la] fine: Domine non sum dignus, Agnus Dei qui tollis peccata mundi. E poi ci sono cinque preghiere. Hanno cinque preghiere che sono il Kyrie eleison, [in cui per] nove volte si domanda perdono, e poi le altre cinque volte in cui si domanda perdono. E questo perché i santi /andavano/ (c) cercando qualche mortificazione, qualche umiliazione, qualche sacrificio.
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Eh già, la natura nostra non è inclinata così. La natura nostra vorrebbe solamente le soddisfazioni. Quindi la virtù della penitenza. Quando le piccole mancanze che hanno commesso tanti santi e tuttavia /si sono/ (a) sentiti sempre più umili, umili. "Io ho disgustato il mio Signore. /Non ho soddisfatto/ (b) i desideri di Dio. Il mio tempo è stato perduto o in questo o in quello. E poi mancanze".
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In secondo luogo migliorare le comunioni o meglio migliorare la pietà eucaristica. La pietà eucaristica. E sarà ancora la pietà eucaristica. Dopo la confessione sarà il viatico. Tolto il male, purificato l'intimo: purificazione. Allora si parte con Gesù e [ci] si incontra con Gesù: di qua si parte con Gesù nel dolore e si arriva con Gesù nel gaudio eterno Gesù è alla destra del Padre, e allora lui chiama a sé le anime che lo hanno seguito, amato.
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Ora questo gran dono dell'eucaristia che Gesù ha stabilito, [lo] aveva promesso e poi [lo] ha compiuto, [lo] ha realizzato nell'ultima cena: "Prendete e mangiate: questo è il mio corpo" [Mt 26,26]. Ecco.
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La messa è la ripetizione /del sacrificio/ (a) del calvario, che viene portato sopra gli altari. Viene portato sugli altari. E lo stesso, però la forma è diversa /dalla/ (b) l'immolazione che c'è stata sul calvario [e] /la medesima vittima/ (c), ma questa vittima [è] offerta in una maniera diversa. Ma la sostanza è uguale. Allora nella messa seguire la parte liturgica e ricordarsi che la messa /è adorazione/ (d), attraverso Gesù Cristo, /al/ (e) Padre celeste. [E'] ringraziamento di tutto quello che si è ricevuto da Dio, specialmente la grazia del battesimo, la grazia della vocazione, ecc..
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E poi dopo: la soddisfazione che è il sangue di Gesù che lava l'anima nostra. Quindi: il dolore, la soddisfazione dei mali che ci sono stati in noi e che ci sono stati nel mondo, nel luogo stesso dove si fa il ministero, l'apostolato pastorale: /in quella/ (a) parrocchia, in quel paese... Soddisfare per i peccati che si commettono in quegli ambienti.
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E poi la supplica: domandare tutte le grazie che riguardano l'umanità, e tutti gli uomini che vivono, e tutti gli uomini che seguono religioni che non sono la religione cristiana, e poi tanti distaccati dalla Chiesa, e poi tanti peccatori nella Chiesa, e poi forse anche negli ambienti, nelle famiglie. Si domandino le grazie necessarie. Oltre la soddisfazione, le grazie necessarie.
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La comunione poi deve considerarsi così: noi abbiamo tutti /da/ (a) alimentare il corpo. E' necessario dar da mangiare al corpo perché viva. E fino alla vostra età, piccole, per crescere. E l'anima no? L'anima ha il suo cibo, e quale cibo? Panem de coelo praestitisti eis, il pane che è venuto dal cielo. "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo" [Mt 26,26]. E' Gesù Cristo il nostro pane per l'anima. E' Gesù Cristo stesso. E che cosa riceviamo? Riceviamo Gesù. E che cos'è Gesù? Lui ha detto: "Io sono la via, la verità e [la] vita" [Gv 14,6]. E allora? Ti dà la vita, ti dà la fede, ti dà l'amore, la grazia, l'amore a Dio, l'amore al prossimo.
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Lo prendiamo come alimentazione, ma l'anima nostra ha una intelligenza, la mente; ha una volontà; ha un sentimento, un cuore. Gesù viene a nutrire queste tre facoltà: /dell'intelligenza/ (a) della volontà e del sentimento, del cuore. E' proprio un alimento completo. Un alimento completo. Ci sono degli alimenti che nutrono sotto un aspetto il corpo, e non hanno l'altro aspetto per nutrire il corpo del tutto. Ma qui c'è un alimento prezioso di infinito valore, che è per tutte e [per] ogni anima. Allora le comunioni siano fatte molto bene, molto bene. E poi, oltre a questo, ricordiamo l'adorazione.
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La pietà eucaristica comprende queste tre parti e quindi: la messa e la comunione e l'adorazione. Questo è stato all'inizio del secolo, come abbiamo incominciato il secolo attuale, alla presenza /del Santissimo/ (a) esposto, dopo la messa, a mezzanotte. Oh. Così. Poi i Papi hanno insistito tanto riguardo alla devozione eucaristica. C'è stata l'enciclica di Leone XIII nel 1902 (1) e poi c'è stata l'ultima l'enciclica del Papa Paolo VI (2) [nel] settembre passato. E s. Pio X che ha voluto che le anime accedessero di più all'eucaristia e quindi che i bambini a sette anni, potessero già all'uso di ragione ricevere la comunione, e poi frequentare la comunione nella vita come fate. Ecco.
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Allora, questa vita eucaristica, questa pietà eucaristica è la principale. Nel decreto che riguarda la fede, si ripete: "L'uomo ha bisogno di due alimenti, la parola di Dio e l'ostia". La parola di Dio che nutre la mente, l'intelligenza, e l'eucaristia che nutre il nostro intimo, il nostro essere. Il nostro essere, fino [a che] man mano che si progredisce, si arriva al vivit vero in me Christus [Gal 2,20].
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Vi possono essere delle anime che progrediscono in continuità. Si nutrono bene e son nutrite bene. /E si fortificano/ (a) sempre di più e aumentano i meriti. Qualche volta *** (1). Anche quando si è fatta la professione, c'è bisogno di aumentare questa alimentazione. Quest'alimentazione perché la suora cresca in grazia e santità. Ma questo, cominciando non solo /dalla/ (b) professione ma dall'uso di ragione. Nutrirsi bene dell'eucaristia: messa come sacrificio e comunione e adorazione.
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Ecco gli auguri: che progrediate spiritualmente in questi due punti nel ricevere questi due grandi sacramenti. Per la purificazione il sacramento della confessione con la virtù della penitenza. E il sacramento dell'eucaristia che noi consideriamo nel completo suo senso /della pietà/ (a) eucaristica: sacrificio, comunione e adorazione.
721
Così il Bambino vi porti tante grazie e questa grazia di sante confessioni e di sante /comunioni/ (a) cioè della pietà eucaristica. Crescerete molto, progredirete molto allora. E sarete sempre più liete e più sante nella vostra vita fino ad essere purificati: /non si passerà/ (b) più al purgatorio e /rivestiti/ (c) di Gesù Cristo nostro cibo spirituale. Allora /si entra in cielo/ (d).
722
Così siano gli auguri. Poi /anche tutti gli altri/ (
a) auguri che si uniscono a questi auguri per voi e per tutte le persone care.
Albano Laziale (Roma)
23 dicembre 1965
723
(1) Albano Laziale (Roma), 23 dicembre 1965
694 (a) R: quando la si la si vuo[le] la si vive.
695 (a) R: due cose del resto la vita eh sono le due cose la.
697 (a) R: attende.
698 (a) R: l'ultima l'ultima.
(b) R: il tabe[rnacolo] il santo viatico.
700 (a) R: dell'anno tutto dell'anno.
702 (a) R: nella misu nella misura.
705 (a) R: ai due alle due condizioni.
(b) R: insiste sopra una in.
706 (a) R: si capisce dopo che si fa
707 (a) R: quel quel rosario fatto da.
(b) R: un un.
708 (a) R: e accettiamo qualche sod[disfazione] mortificazione (b) R: del mio del mio.
709 (a) R: org organizzata la la.
(b) R: ci sono nove volte.
(c) R: andevano.
710 (a) R: si son, si sono.
(b) R: non ho non ho soddis. ho soddisfatto non ho soddisfatto.
713 (a) R: del sacr del sacrificio.
(b) R: fra.
(c) R: la medesima illi la medesima ill allora vittima.
(d) R: per adorazione.
(e) R: il.
714 (a) R: in quella in quella.
716 (a) R: di.
717 (a) R: della men[te] dell'intelligenza.
718 (a) R: dell'alta del Santissimo.
(1) Mirae Caritatis.
(2) Mysterium fidei.
720 (a) R: e si e si e si fortificano.
(1) R: sembra dica: Qualche volta sembra la tiepidezza allora.
(b) R: dalla dala.
721 (a) R: della vita della pietà.
722 (a) R: comunion comunioni.
(b) R: non passar.
(c) R: vissuti.
(d) R: entra ingresso si entra l'ingresso in cielo.
723 (a) R: tutti anche gli.