XXVI. TRASFORMARE TUTTO IN PREGHIERA (1)Son venuto a farvi gli auguri. E quest'anno quale augurio? Ogni anno bisogna migliorare. Anche voi migliorate, no? Sapete un po' di più quest'anno perché siete state a scuola, poi vi siete fatte più buone perché in casa madre avete sentito tante cose buone, e poi c'è stata la vostra buona volontà.
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Quindi siete anche cresciute in statura: vengono corti gli abiti e stretti? E allora crescere nello spirito, perché se uno crescesse solo in una parte, eh, non andrebbe bene; per esempio crescesse solo nella testa viene un testone (a) in proporzione del rimanente del corpo. Allora crescere in equilibrio giusto: sapienza, età, grazia, non è vero?, come Gesù, il quale era perfettamente equilibrato. Come il buon Pastore quindi.
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/Se/ (a) si arrivasse poco per volta a trasformare tutta la vita in preghiera! Che tutta la giornata sia una giornata di continuata preghiera. Non sempre pratiche di pietà e orazioni; ma le opere, quello che si fa: trasformato in preghiera: il sonno come la ricreazione, lo studio come la tavola, le parole che dovete fare nelle vostre relazioni e i silenzi della giornata, quello che è più nobile secondo noi nella giornata e quello che è più umile, umilissimo, quello che è in pubblico e quello che è nascosto, quello che è di giorno e quel che è di notte.
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San Tommaso dice: Tamdiu homo orat quamdiu vitam suam ad Deum ordinat, uno prega sempre quando fa tutte le cose per il Signore. Tutte le cose, anche il lavarvi le mani, tutte le cose per il Signore, cioè nella sua volontà. Come si fa /a compiere/ (a) il comandamento di Gesù: E' necessario pregare sempre e non cessar mai [cf. Lc 18,1]? Pregare in tutta la vita sì, ma anche in tutte le azioni della giornata, sempre, senza mai cessare.
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Come si fa a trasformare la preghiera nostra in una preghiera sempre unita e nell'intimità di Gesù? E come si fa a trasformare la giornata in orazione? Primo: far bene le pratiche di pietà. Farle bene, specialmente [al] mattino: meditazione, messa, comunione se la fate, lungo il giorno l'adorazione, poi ci sarà il rosario, le orazioni la sera, l'esame di coscienza.
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Farle bene, in modo tale che lascino una impressione, che lascino un buon ricordo, che ci facciano sentire che siamo uniti a Gesù. E allora anche se si va a studio o in ricreazione, si è uniti a Gesù e si fa lo studio e si fa la ricreazione in unione con Gesù: "Ve le offro con le intenzioni con cui Gesù s'immola sugli altari" ecco, e si immola ogni giorno. Anzi ogni giorno a ogni ora ci son messe nel mondo: almeno da tre a quattro consecrazioni ogni minuto.
Allora far bene la pietà.
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In secondo luogo: offrire bene le azioni per Gesù: studio per Gesù, faccio ricreazione per Gesù, vado a riposarmi perché vuole Gesù, vado a tavola perché lo vuole Gesù, faccio questo o quello perché vuole Gesù. E tanto allora fa che uno sia in cucina e sbucci le patate, come se uno sia al bucato, come se uno si trovi invece ad andare a scuola o insegni, come uno sia a letto per riposare come è prescritto. Sempre il volere di Dio. Farlo come e con le intenzioni di Gesù.
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Non è tutta la preghiera lì nel dire delle orazioni o nel far meditazione. Quando avrete il presepio guardate Gesù che è in silenzio: il Bambino! Ma stava solo dormendo? Eh, la sua orazione come saliva preziosa al Padre celeste! E la notte era silenziosa. Dum medium tenere silentium tenere Dominum [cf. Sap 18,14-15], mentre tutto era in silenzio. E Maria lì in silenzio. E quando diede il voto per il censimento a Betlemme, quando era in viaggio in fuga per l'Egitto: silenzio!
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Non sono solo le orazioni vocali e le orazioni mentali, ma c'è questa orazione vitale, della vita. Tutta la vita trasformata in preghiera. Ma non che dobbiate star malinconiche no, che dobbiate tutti i momenti fermarvi e giunger le mani a dir una Ave Maria, no. Un sentimento del cuore di tanto in tanto, perché tanto a Gesù piace che stiate lì adesso a sentire la predica, come piace che stiate fra poco a sentire nella scuola le coniugazioni dei verbi o le declinazioni dei nomi e degli aggettivi, o che dopo andiate a fare ricreazione, e che un momento fa facevate colazione, e che siate a tavola e che poi andiate a riposare.
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E' il servizio continuato di Dio. E' il compimento continuato di Dio. Delle cose che non piacciono a Dio non volete farle. Voi volete fare tutto ciò che piace a Dio, la sua volontà santissima. Ecco allora: sentire un po' ancora il riflesso delle pratiche di pietà, poi cominciare le operazioni, le azioni con l'offerta a Gesù.
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Se durante la scuola o durante lo studio avete un'immagine davanti sul banco, l'immagine di Gesù, della Madonna: una giaculatoria qualche volta. Le intenzioni di Gesù! Così: con la grazia di Gesù, con Gesù che prega dentro di voi, voi che volete assecondare Gesù che adesso vuole - supponiamo - che vi divertiate oppure che studiate: il compimento del suo volere nelle sue intenzioni.
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Gesù nel presepio in silenzio adorava, ringraziava, propiziava, supplicava il Padre; così voi nel corso della giornata. Notate che si santifichino le minime cose, si trasformino anche cose che sarebbero più vili, ma che sono necessarie e son secondo il volere di Dio.
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Allora, vedete se arrivate nel 1961 a trasformare la vita in orazione continuata. Anche in punto di morte, se non potremo parlare, faremo il volere di Dio: soffrire e offrire la vita. E' tutta orazione anche se non diremo una parola. Sì. Però questo voi desiderate di farlo e fatevi sempre più istruire sul trasformare la vita in orazione.
Poi Gesù vi ispirerà, vi darà molta grazia.
Albano Laziale (Roma)
21 dicembre 1960
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(1) Albano Laziale (Roma), 21 dicembre 1960.
728 (a) In tono allegro.
729 (a) Così T. Omette R.
730 (a) R: ad accompiere.