Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

VII. I DUE MAESTRI *(1)
/Nel salmo che avete cantato si leggono quelle/ (a) parole: "Beato l'uomo che è accompagnato dalla grazia di Dio" [cf. Sal 83], quell'uomo il quale intende intraprendere un buon cammino per la vita. E voi avete intrapreso adesso il buon cammino della vita religiosa. Dio sia benedetto, il quale vi ha concesso una così grande grazia, /siano benedetti/ (b) gli apostoli Pietro e Paolo che festeggiamo oggi e sono i comprotettori della congregazione.
Oggi è grande la letizia dei vostri parenti, genitori specialmente che vi accompagnano, dopo che siete state di loro, vi accompagnano e vi consegnano a Gesù Cristo divino /buon/ (c) Pastore.
124
Sì, felici voi, felici i vostri genitori, felici i vostri parroci che vi hanno guidate nella vostra giovinezza e hanno oggi veduto compiersi un loro desiderio: di potere scegliere fra il gregge qualche bel fiore da presentare a Dio, e oggi lo presentano con cuore.
125
Felice la congregazione oggi che vede aumentarsi le file di coloro che seguono Gesù buon Pastore nella via della perfezione e nella vita dell'apostolato parrocchiale. Sia benedetto il Signore. Lo ringrazieremo col Magnificat, dopo, in unione cioè con Maria, sì.
126
Due pensieri: uno <è> ci viene ispirato dalla festa di san Pietro e l'altro dalla festa di san Paolo, i due grandi pastori.
Il modello di pastori di anime, Pietro, il quale fu il primo a definire una verità, la verità fondamentale per il cristianesimo, quando Gesù /gli/ (a) domandò: "Voi apostoli, che cosa pensate di me, chi credete che io sia?" [cf. Mt 16,15] e Pietro lo definì: "Tu sei il Cristo, /il Figlio di Dio vivo/ (b) [Mt 16,16].
127
Pietro sempre il primo nella fede come il primo nella carità, nella generosità. E Pietro ebbe una risposta che per allora gli fu alquanto misteriosa, ma andò realizzandosi poi col succedersi dei giorni: "E tu sei Pietro e sopra questa pietra costruirò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno, e tutto quel che avrai sciolto sulla terra è sciolto in cielo, e tutto quello che invece leghi sulla terra vien legato in cielo" [cf. Mt 16,18-19], che equivale a dire: "Sarai il mio vicario! I poteri che ho io, <li passo> li passerò a te". Così che Gesù è salito al cielo e ci ha lasciato il suo vicario: Pietro.
128
E dietro a Pietro, la serie dei pontefici, e siamo arrivati a Giovanni XXIII che si mostra grande pastore, pastore di un cuore larghissimo, largo più di quello che si possa immaginare perché si uniforma così al cuore di Gesù per tutte le anime che son nel mondo. Ne è una prova il radunare il Concilio Ecumenico per sentire tutte le necessità della Chiesa e provvedere, in quanto è possibile, alla Chiesa stessa e all'umanità.
129
Noi veneriamo, nel successore di Pietro, Pietro stesso, ecco. Pietro è maestro di fede, Pietro è maestro di santità, Pietro è maestro di orazione.
Maestro di fede. Tutto ciò che egli definisce viene da Gesù; noi ci pieghiamo come ci pieghiamo alle parole del Vangelo, quando egli parla ex cathedra. E sapendo che tutto quello che egli dice è vero, ecco il nostro atto di fede profondo: il credo. Il credo, pieno. L'atto di fede, pieno!
130
Egli è maestro di virtù, di santità quando definisce ciò che è lecito, quando condanna ciò che è illecito. Ecco, la sua parola è ugualmente infallibile e non valgono le teorie del mondo, non valgono i pretesti della carne <e> e le insinuazioni del demonio. Quella è la via, quella segnata da Pietro, dal Papa, sì.
Non seguiamo una coscienza larga, non seguiamo gli insegnamenti del mondo, ma quelli di Pietro, che <sono i> sono i pensieri e i voleri di Gesù, e sono quelli che aprono le porte del paradiso. Non ce n'è un'altra porta, è quella, la via è Cristo. Egli ci ha preceduti e abbiamo da seguirlo negli esempi che ci ha lasciato.
131
E Pietro è anche maestro di preghiera. Stabilisce tutte le regole liturgiche, cioè la preghiera pubblica: e i sacramenti e la celebrazione particolarmente della messa e delle funzioni, tutte. La preghiera liturgica, che è contenuta nel breviario, nel pontificale, nel messale, ecc., sì.
Abbiamo da osservar le leggi liturgiche. E specialmente nell'ascoltar la messa, cercare di entrar nell'intimo senso della messa per mezzo del messalino, leggendo anche quelle parti che son chiamate il canone, cioè la regola per la preparazione alla consecrazione, la consecrazione stessa in cui sta il mistero del sacrificio di Gesù, e poi quello che segue, la stessa preparazione alla comunione, che comincia dal Padre nostro della messa ed avanti.
132
Maestro di preghiera non soltanto come preghiera liturgica, ma come preghiera individuale e quindi <con> nel Diritto Canonico ci son quelle norme, e cioè le religiose, i religiosi facciano la visita al santissimo Sacramento, faccian la meditazione, facciano ancora l'esame di coscienza, la meditazione.
La preghiera quindi individuale, personale.
Maestro di preghiera!
133
Al Papa obbedienza, al Papa il massimo rispetto, al Papa anche la difesa dopo tante calunnie e ostilità: quelle che ha subìto Gesù Cristo son rinnovate ogni giorno. E il fiele e la mirra non mancano al vicario di Gesù Cristo.
Difendere ed essere orgogliosi.
E' la più grande gerarchia, il culmine della gerarchia, ed è la più grande dinastia: ha duecentosessantadue successori ininterrotti.
Oggi poi preghiera per il Papa tutta la giornata.
134
Secondo, guardare san Paolo. San Paolo particolarmente per l'apostolato. Pietro e Paolo sono stati <i due che han> i due portatori del Cristo a Roma, cioè del cristianesimo a Roma, ecco.
Allora Paolo esempio, modello e protettore dell'apostolato per le anime. Che cosa non ha fatto Paolo dopo la sua conversione?! Tutto si è fatto a tutti, come una madre, come un padre, come un fratello e come un servo, uno schiavo, un prigioniero: per Cristo, per tutti condurre a Gesù Cristo stesso salvatore di anime. E che cosa poteva ancor fare se non piegar la testa e ricevere il colpo della spada? Non gli rimanevano che le ultime energie e l'ultima prova del suo grande amore a Gesù Cristo e il suo grande amore alle anime.
E voi vi preparate a dare la vita per le anime, sì!
135
Vi è il martirio violento, che dura magari pochi minuti, e vi è il martirio quotidiano che consiste nel sacrificio quotidiano e nel donare ogni giorno a Gesù Cristo per le anime le forze, l'intelletto, la mente, il cuore, l'energia, il tempo, i minuti.
136
Legate la vostra anima alle anime. E avete una grande fortuna. Il vostro apostolato per le opere parrocchiali vi porta a contatto diretto con le anime. A contatto diretto!
137
Voi sentirete quasi i palpiti dei cuori e le necessità e le voci che magari non si fan sentire, ma che voi intendete, capite, col vostro sensum Christi.
I bisogni delle anime: la vita eterna, la pace su questa terra!
138
Vi legate a pregare per le anime, le anime che ci son più vicine: parenti, parroci, congregazione, e poi tutte le sorelle, e per le anime che appartengono alla parrocchia alla quale andrete a portare il conforto e la luce e il bene, perché è conforme ai bisogni e <che> conforme alla vostra condizione di suore <del divin> di Gesù buon Pastore.
139
Allora letizia doppia. Geminate letizia oggi, dice la Chiesa. Doppia letizia oggi. E sarà poi letizia piena quando vi incontrerete coi buoni pastori, coi santi pastori Pietro e Paolo. Riconoscerete, conoscerete allora i vostri padri: vi stan davanti! (a).
Paolo nell'atto di invitar le pecorelle cioè le anime ad avvicinarsi a Maria, e Pietro in atto di raccomandare a Maria la Chiesa, cioè le anime. <Questo è> Questo quadro è come una predica continua e un invito sempre vivo e sempre presente ogni volta che entrate in chiesa.
140
Ora la benedizione del Signore sopra di voi, sopra la congregazione, sopra i parenti, sopra i sacerdoti, sopra le sorelle che sono sparse in tante parrocchie e in Europa <e> e in Australia e in America, tutte le sorelle che oggi gioiscono con voi.
141
Prima la raccomandazione finale: "Chiamate a speciale santità, voi siete uscite dalla vostra parentela e dal mondo per dedicarvi intieramente al servizio di Dio. La congregazione suore di Gesù buon Pastore, quale madre, vi accoglie tra le figliuole che nutre, istruisce e guida con amorosa sollecitudine. Considerate la grandezza della vostra vocazione e fiorite quali viole di umiltà, quali rose di carità e gigli di purezza in questo mistico giardino. Sforzatevi tutti i giorni di corrispondere alla divina chiamata, sapendo che Colui che vi ha invitate, vi offre pure la sua grazia e vi promette il premio eterno" (a).

Albano Laziale (Roma)
29 giugno 1960

142

* Omelia tenuta dal Fondatore in occasione della vestizione religiosa di 32 postulanti.
(1) Albano Laziale (Roma), 29 giugno 1960.
124 (a) Così T. Omette R.
(b) Così T. Omette R.
(c) R: buone.

127 (a) R: lo.
(b) V: Figlio del Dio vivente.

140 (a) Allusione al mosaico del presbiterio della chiesa di casa madre recentemente inaugurata. Più avanti lo chiamerà quadro.

142 (a) Dal Rituale delle Suore di Gesù B. Pastore. EP prima edizione, senza data, pag. 18.