Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV. IMPARIAMO IL VANGELO(1)
La quaresima si divide in due parti: la prima va dal giorno delle ceneri fino alla domenica di passione; la seconda parte dalla domenica di passione [al] sabato santo e domenica di risurrezione.
Siamo adesso nella prima parte. Nella prima parte Gesù si mostra soprattutto Maestro, e nella seconda parte specialmente Redentore, il Redentore paziente che muore per noi sulla croce.
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In questa prima parte che comprende ancora poi la domenica quarta di quaresima, la Chiesa ci fa meditare molti tratti del Vangelo. Ogni giorno nella messa vi è un tratto particolare del Vangelo e così nelle domeniche. E' il tempo questo in cui i parroci cercano di preparare il popolo cristiano alla Pasqua, mediante la confessione [e] la comunione pasquale.
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E così in questo tempo generalmente vi sono più predicazioni, tridui, conferenze speciali per le varie categorie di persone. Vi sono anche i quaresimali nelle grandi città. E vi sono almeno settimane in preparazione alla Pasqua o di tutta la popolazione oppure delle varie categorie della popolazione, come la gioventù, gli uomini, le madri.
E pure in questo tempo si tengono i catechismi, i catechismi in cui si preparano i fanciulli alla prima comunione e poi tutti i fanciulli alla Pasqua. E' vero che in molti luoghi la prima comunione è tramandata in maggio o giugno, dipende un po' dalle circostanze delle parrocchie questo.
In sostanza, in questo periodo della quaresima, vi è maggior abbondanza di insegnamento, di predicazione: insegnamento cristiano, predicazione.
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Onorare Gesù buon Maestro, ecco, si fa appunto con questo: con ripetere la parola di Gesù e cioè dare al popolo l'istruzione che Gesù Cristo ha dato alle popolazioni durante la sua vita, nei tre anni del suo ministero pubblico. Ora onoriamo il magistero divino leggendo il Vangelo e insegnando al popolo quello che il Vangelo contiene, al popolo e ai fanciulli.
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In questo tempo domandar la grazia di capire bene la predicazione, l'istruzione che noi abbiamo nei catechismi e particolarmente che abbiamo nel Vangelo. Oh! Allora perché Gesù si mostra Maestro? Perché egli ha portato il Vangelo, che vuol dire la buona novella: Evangelizo vobis gaudium magnum [Lc 2,10], vi do una buona notizia. Una grande notizia: evangelizzare.
Che notizia c'è nel Vangelo, quel libro che chiamiamo il Vangelo? Questa è la notizia: che è arrivato il Messia, il quale porta dal cielo una nuova dottrina, porta dal cielo la salvezza e viene a riaprire il paradiso che il peccato aveva chiuso. E' il figliuolo di Dio, il quale viene a istruire, e il Padre celeste gli ha dato - diciamo - il diploma di maestro. Quando sul Tabor e quando là Gesù si trasfigurò, ecco dalla nube si fece sentire una voce, era la voce del Padre celeste: "Questo è il mio Figlio diletto, /in cui/ (a) mi sono compiaciuto - che mi piace in sostanza - ascoltatelo" [Mt 17,5].
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Ecco, Gesù aveva cominciato a parlare, era già a buon punto della sua predicazione di quei tre anni di vita pubblica e Gesù viene come diplomato, laureato dal Padre: "Ascoltatelo, perché è il mio figlio diletto".
"Noi sappiamo che tu sei venuto, Maestro, da Dio, - diceva Nicodemo - perché nessuno potrebbe fare i prodigi che fai tu se non venisse da Dio, se non fosse con lui Dio stesso" [cf. Gv 3,2].
Significa questo, che vieni dal Signore, vieni dal Padre celeste e vieni ad insegnare.
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E l'insegnamento suo [è] contenuto nel Vangelo e nella tradizione e viene comunicato a noi per mezzo del magistero della Chiesa. Cosicché Gesù è il Maestro, la Chiesa compie il suo magistero. "Andate e insegnate": quello è stato il comandamento di Gesù. Andate ovunque cioè: docete omnes gentes [Mt 28,19], arrivate a ogni nazione e insegnate, sì. E fate fare quello che io vi ho detto e poi battezzate nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo [cf. Mt 28,19b-20].
Il magistero di Gesù.
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Come onorare il Maestro divino? Il Maestro divino si onora accettando il suo insegnamento: una grande fede occorre. Credere! Qui crediderit, et baptizatus fuerit, salvus erit [Mc 16,16], chi crede e sarà battezzato sarà salvo, ecco. Chi non crede invece è già condannato, si condanna da sé vuol dire, perché non accetta la salvezza.
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Gesù, eh, dice: "Io sono il buon Pastore e do la mia vita per le pecorelle" ecc. [cf. Gv 10,11], ma se non lo si accetta, non si accoglie, non gli si vuol credere, allora non si ottiene la salvezza. La salvezza è tutta in lui, Jesus hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini. Ma se noi non crediamo che la salvezza viene da lui, e allora non l'abbiamo. Non la speriamo e non l'abbiamo, quindi non la riceviamo.
Perciò adorare la sapienza infinita di Dio, la sapienza infinita di Gesù, il figlio di Dio.
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Quindi tutto quello che viene detto nelle predicazioni, meditazioni, spiegazioni del Vangelo, istruzioni, catechismi, ecc., tutto accettarlo in ossequio al magistero divino di Gesù e al magistero della Chiesa, il magistero infallibile della Chiesa, perché la Chiesa è infallibile quando si tratta di cose di fede e di costumi. Primo modo, ricevere bene la dottrina di Gesù Cristo; secondo, praticarla.
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La dottrina di Gesù non è solamente dogma, non è solamente una verità, ma è ancora un comandamento, contiene la volontà del Signore, contiene la morale, quindi c'è il dogma e poi la morale. Il Signore Gesù ha confermato i comandamenti già dati a Mosè nell'antica legge, e il Signore Gesù ha aggiunto ciò che era di consiglio, e cioè questo che non è obbligatorio per tutti: la povertà, castità, obbedienza.
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Queste tre virtù, che si praticano poi per voto, non sono obbligatorie per tutti i cristiani, ma la religiosa le abbraccia. Perché? Perché non vuole solamente fare quello che è strettamente comandato, ma vuole ancora aggiungere quello che è consigliato: nel desiderio di piacere di più a Gesù, nel desiderio di arrivare alla perfezione, nel desiderio di assicurarsi, assicurarsi il paradiso, sì.
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Gesù ha insegnato tanto le virtù, l'umiltà: "Imparate da me" [Mt 11,29]. Ha insegnato tanto la carità e: "Questo è il mio comando, che vi amiate a vicenda" [cf. Gv 15,17]. Gesù ha insegnato tanto lo spirito di obbedienza, sì, per tutti. E così ha insegnato tutte quante le altre virtù, non solo teologali, ma ancora cardinali e ancora religiose e ancora morali.
Ha insegnato le virtù.
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E allora l'insegnamento di Gesù si estende alla pratica della vita. Non è solamente: "Dio esiste", ma questo Dio, essendo il nostro padrone ci dà dei comandi; essendo nostro Padre, dispone di noi come il padre dispone e comanda ai suoi figliuoli nelle cose in cui deve comandare, sì. Quindi in secondo luogo accettare tutti i consigli, se vogliamo esser perfetti, e accettare tutti i comandamenti che Gesù ha confermato e poi accettare anche, se vogliamo andare più avanti nella santità: "Beati i poveri, beati i miti, beati quei che soffrono, beati quelli che han fame e sete della giustizia di Dio" [cf. Mt 5,3-11] e così avanti tutte le beatitudini.
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E poi Gesù ha <dato> detto tante cose che son di consiglio, perché noi chiamiamo consigli evangelici i tre che riguardano la povertà, castità e obbedienza. Sono tra i principali questi consigli, ma ce ne sono tanti altri nel Vangelo. Per esempio, la correzione fraterna, che molte volte è solo di consiglio, e altre volte invece è proprio un comando; e così <la> il perdono delle offese, il quale perdono fino in certa misura è comando, in altra misura può essere solo di consiglio, quando oltre al perdonare si fa ancora del bene a chi ha calunniato, a chi ha offeso, sì; e se ti danno uno schiaffo sulla guancia sinistra tu porgi ancor la destra. Eh, sì, vi sono nel Vangelo consigli di altissima perfezione. E poi Gesù riassume tutto: "Siate [dunque] perfetti, come è perfetto il Padre vostro /che è nei cieli/ (a) [Mt 5,48].
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Poi la dottrina di Gesù si estende a quello che per noi è necessario. Lui è venuto ad acquistarci la grazia che è la vita eterna con cui si entra in paradiso, perché: "Se crederete e sarete battezzati", e cioè: se avete fede e ricevete la grazia che vien dal battesimo e dagli altri sacramenti. Eh, sì. Allora se noi, oltre aver la fede dobbiamo aver anche la grazia, dobbiamo ricevere i sacramenti. E perciò al bambino subito vien dato il battesimo, e poi più tardi viene conferita la cresima, poi quando è già ragazzo, quando si è già un po' alti <si> ci si accosta al sacramento della penitenza, della comunione ecc. fino all'estrema unzione, fino all'estrema unzione secondo lo stato che ognuno sceglierà nella vita, ecco, secondo la vocazione che ognuno avrà per la sua vita.
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Perciò la preghiera che chiamiamo sacramentaria: la messa, comunione, tutti gli altri sacramenti. E questa preghiera sacramentaria: la messa, che [è] il centro della liturgia, la comunione la quale contiene oltre che la grazia anche il datore e l'autore della grazia, che è Gesù Cristo, e così gli altri sacramenti che si devono ricevere secondo l'età, la misura e secondo, in sostanza, l'insegnamento della Chiesa.
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Si onora il Maestro così, perché Gesù è un maestro che prima insegna le verità, poi insegna le cose da farsi, poi dà la grazia per farle per mezzo dei sacramenti, la grazia. Così è un maestro completo. Se manca una cosa, come si arriverebbe al cielo? Se uno crede soltanto e non fa le opere e non pratica i comandamenti di Gesù, come andrebbe al paradiso? E se uno credesse anche e, in certa parte, osservasse i comandamenti, almeno in certa parte, e non ricevesse il battesimo, la grazia, come andrebbe in paradiso?
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E' necessario che il Maestro sia ascoltato in tutto. Ed egli ha provveduto per tutto, il Maestro divino, non soltanto a istruirci e darci gli esempi buoni e santi, ma ancora a darci gli aiuti, la forza, la grazia per seguirlo, sì.
Allora poi ha detto: Venite post me [Mt 4,19], seguitemi. "Se vuoi esser perfetto, lascia tutto, vieni e seguimi" [cf. Mt 19,21], per chi vuol poi essere perfetto nella vita religiosa.
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Oh, dunque, in questo periodo di quaresima, fino <alla sett> compresa la settimana quarta di quaresima, noi abbiam da onorare in modo speciale il Maestro divino. Riconoscerlo per maestro, accettar la sua dottrina, accettare i suoi insegnamenti, i suoi comandi, i suoi consigli, se vogliamo essere più santi, e poi accettare l'uso dei sacramenti, l'uso della preghiera e tutto quel che è utile perché noi abbiamo la grazia e l'aumento di grazia fino alla santificazione.
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Si è certi che [se] si segue Gesù nei suoi esempi, si arriva alla perfezione: "Vi ho dato l'esempio, come io ho fatto così facciate anche voi. Io che sono il Maestro. Voi mi chiamate Signore e Maestro e dite bene, lo sono. Ma vi ho lasciato l'esempio, affinché facciate come avete veduto che io ho fatto" [cfr. Gv 13,13-15] disse agli apostoli. Sì, maestro perfetto, maestro pieno di carità e di bontà, maestro che dà la sua vita per noi.
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I maestri generalmente si fan pagare, ma egli viene a pagar di sua borsa <per la>, di sua persona che è più che di borsa, per la nostra salvezza. E allora riconoscenti amiamolo sempre di più, per seguirlo sempre meglio, e preghiamo che la sua grazia sia tanta nelle nostre anime e che possiamo crescere di giorno in giorno. Vedere Gesù: come egli ha fatto e che noi facciamo. Che meraviglie vi sono alle volte sotto le brevi parole di un versetto del Vangelo, di un'espressione del Vangelo! Meraviglie di dottrina, meraviglie di perfezione, di bontà, di grazia! Amiamo tanto, questo è il libro dei libri. Del resto nel catechismo si impara quel che c'è nel Vangelo.

Albano Laziale (Roma)
21 marzo 1960

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V. LITURGIA DI PRIMAVERA (1)
Adesso abbiamo incominciato la primavera col ventun marzo e allora, da una parte la letizia perché la natura si risveglia, e dall'altra parte ci sarà anche un po' di senso di stanchezza maggiore.
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(1) Albano Laziale (Roma), 21 marzo 1960

68 (a) V: nel quale.

78 (a) V: celeste.

(1) Albano Laziale (Roma), 28 marzo 1960.