Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XIII. IN CERCA DI OPERAI (1)
Non facciamo mica adesso una vera conferenza o meglio, la fate voi la conferenza. Come va la ricerca delle vocazioni? Ecco sarebbe il caso che rispondesse ogni superiora delle case: a che punto è questa ricerca e poi in secondo luogo come si fa la formazione delle vocazioni.
318
L'istituto opera bene in generale. Certamente vi son da fare molti passi ancora, ma l'aggiornamento contribuisce. Quest'anno è un po' un aggiornamento (a) generale. Se piacerà al Signore un altr'anno potrà essere più un aggiornamento particolare, supponiamo sulla liturgia oppure sopra l'insegnamento del catechismo, ecc., oppure sopra le vocazioni e la loro formazione.
319
Ma la vocazione sapete che cos'è?
E' la disposizione di Dio sopra un'anima. Quando il Signore crea un'anima la vuole in paradiso, ma per una strada propria. La vocazione al paradiso tutti l'hanno, ma quando parliam di vocazione intendiamo per quella strada di privilegio, quella strada, diciamo, che il Signore riserva alle anime più generose onde arrivare più sicuramente e più perfettamente in cielo.
E' la volontà di Dio.
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Si [è] fatta la questione: si è obbligati a seguir la vocazione? Certo che quando la vocazione è sicura si è obbligati a seguirla. Son venuti fuori degli errori lì sopra e qualche volta può essere che ne sentiate anche. Se la vocazione è certa, bisogna seguirla.
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E se uno si mette fuori della strada che Dio gli ha assegnato, non avrà le grazie. Non troverà le grazie per un altro stato perché le grazie erano preparate per quello stato determinato. E non si creda che una figliuola chiamata alla vita religiosa sia poi sempre una buona madre di famiglia se, invece che prender la sua vocazione e seguirla, la sbaglia. Le grazie sue erano preparate per la vita religiosa.
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Seconda domanda: quando si deve parlare alle figlie di vocazione? A otto anni, a quindici anni, a venti anni? Che cosa avete letto, che cosa avete sentito? La vocazione il Signore la dà quando crea l'anima e infonde nell'anima le qualità, le attitudini per quella strada. Poi nel battesimo il Signore infonde le grazie anche, le grazie e gli aiuti per quella strada. Allora la vocazione l'ha la bambina quando ritorna dal battesimo.
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Quando si dovrà parlare allora della vocazione? Non quando non hanno l'uso di ragione, non si dovrà parlarne quando non hanno ancor l'uso di ragione, ma quando avràn l'uso di ragione si potrà parlare, ma non adoperar la parola vocazione: "Ti piacerebbe farti sacerdote?". Ma parole dette così alla sfuggita, non con insistenze: "Hai visto le suore che pregavano? Che insegnavano il catechismo? Ti piacerebbe" E basta.
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Non si fanno insistenze, ma si dice qualche parola che lasci la porta aperta perché noi non siamo ancor sicuri che quella bambina, che quel bambino abbiano vocazione. Ma si lascia la porta aperta. E cioè se mai più tardi sentissero quella inclinazione, che sappiano il bambino e la bambina che è buona cosa, che è cosa gradita, che piace ai genitori, alle persone che circondano la bambina, circondano il bambino, piace che ci sia <quel> quella inclinazione, quel desiderio di consecrarsi a Dio.
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Quando il bambino o la bambina sono innocenti capiscono di più la vocazione che non quando sono poi già stati macchiati di peccato. Dite alla bambina, al bambino che vogliano bene a Gesù, e guardano subito la Madonna. Guardano il Bambino che è in braccio alla Madonna. Guardano il tabernacolo perché son sensibili. Son sensibili alle cose spirituali. Mandano un bacio a Gesù, mandano un bacio a Maria, sì, con facilità, perché c'è l'innocenza. E il Signore parla a quell'età ai bambini, alle bambine. Così capiscono molto più presto i bambini e le bambine la vocazione, più presto di quanto si crede.
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Non ci vogliono le insistenze dei genitori, ma parole che dimostrano che ai genitori sarebbe cosa gradita. E' falsa la teoria: bisogna aspettare all'età della pubertà, bisogna aspettare a diciotto anni. No!
Bisogna, quando il bambino ha raggiunto l'uso di ragione, dirgli che non faccia peccati, stia buono!
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Quando in sostanza il bambino può essere ammesso alla prima comunione, si può anche fare un cenno largo, molto semplice sulla vocazione, non adoperando la parola vocazione, ma quei termini: "Vedi, adesso il prete sta facendo discendere Gesù dal cielo" si dice al bambino per esempio; e pure è qualche altra parola simile se si tratta di una bambina. "Oh! Il paradiso è popolato di anime innocenti. Ti piace conservar l'innocenza? La via più sicura è questa: consecrarti a Dio, più tardi".
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Nei nostri paesi poi è più facile che abbiano qualche idea della vocazione perché vedono sempre suore e sacerdoti, religiosi.
Dunque la questione: "Più presto o più tardi" bisogna risolverla così: più presto si fa, si parla e meglio è. Oh, tuttavia occorre che siano preparati a sentir la parola di Dio, l'invito di Dio.
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Bisogna che il fanciullo e la fanciulla vivano in un ambiente sereno. Che l'ambiente di famiglia sia buono, perché da una famiglia disordinata non c'è molto da aspettarsi. E' vero che ci può essere anche un fiore fra le rovine. Tuttavia generalmente le vocazioni vengon dalle famiglie che sono sane di salute e sane di spirito, e dalle famiglie numerose.
Famiglie numerose. Se hanno solo un bambino <o> e una bambina o anche non hanno neppure due <figliuole> figliuoli, non saranno molto portati a donarli al Signore. Ma quando ci son famiglie da cinque a dieci, dodici figlioli, ce n'è per la famiglia e ce n'è per il Signore, non è vero? Ce n'è per tutti e due.
Allora incoraggiare, sì.
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E d'altra parte è un continuo avvicendarsi: le famiglie più sane di spirito e di salute vengono, son della campagna. Sono fra gli operai, pescatori e magari i contadini e tutti quelli che si dedicano <a lavori> a lavori agricoli, ecc. Ecco. E vengono di lì i sacerdoti, vengono di lì il maggior numero di suore. Vengono di lì il maggior numero di religiosi, così!
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E le famiglie dei nobili vanno mano mano estinguendosi. E nelle famiglie dei ricchi è tanto difficile che si possa sentire e ascoltar la voce di Dio: "Se vuoi esser perfetto" [Mt 19,21]. Quel giovane del Vangelo non l'ha voluta sentire.
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Quindi parlare ai bambini e alle bambine, ma vedere che frequentino i sacramenti: Gesù parlerà poi lui se li vuole invitare. Che frequentino la chiesa, il catechismo. Che non vadano con compagnie pericolose o a spettacoli e a cinèmi <catti> pericolosi, sì. Poi l'ambiente scolastico dovrebbe essere anche buono. Così l'ambiente sociale. Oh!
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Un impegno grande voi lo potete avere, cominciando dai bambini più alti che sono all'asilo e poi nei doposcuola e poi nelle adunanze di Azione Cattolica ecc., nelle varie circostanze in cui assistete <che vadano ai sa> che si preparino ai sacramenti, che in chiesa preghino ecc. Così.
Se cominciate ad adocchiarli quando sono verso i sei anni nell'asilo e poi li tenete un po' d'occhio e le suore che sono in una parrocchia lasciano anche il ricordo a chi succede: "Io avevo adocchiato queste e quelle", allora chi succede continuerà.
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Bisogna proprio, per assicurarvi dei buoni elementi per la congregazione, che li prendiate proprio da bambini e che vengano accompagnati. Ma siccome le suore in una parrocchia ogni tanto cambiano perché è dovere e bisogno di cambiare, allora che si passi il nome.
Quando una suora va a sostituire in una parrocchia un'altra suora, cioè la suora antecedente specialmente se era la madre: far le consegne. Far le consegne.
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Noi facciamo così: quando si sostituisce un superiore, il superiore che deve andare, il superiore nuovo si porta alcuni giorni prima che il superiore antecedente si allontani, che parta, e prende le consegne. Va a prender le consegne: primo passo.
Le consegne come sono? Quanti sono i fanciulli e quali materie han già studiate, quali no, poi si fanno gli esami. E con l'elenco dei fanciulli davanti <si> il maestro nuovo prende conoscenza di quelli che sono intelligenti, buoni, che danno speranza di vocazioni perché il maestro che succede, il superiore che succede sappia già.
Così anche poi di tutti i lavori che c'erano, di tutto l'apostolato che c'era prima e delle scuole, e poi prende la consegna anche dell'amministrazione: tutto!
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Che non ci sia un taglio, ma ci sia una continuità. Questo è di grande importanza. Di grande importanza. Può esserci qualche difficoltà e qualche volta qualche eccezione a questa norma, ma però in generale [si fa] così, in generale così.
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E intanto si devono dire molte cose: come ci siamo regolati in parrocchia, come ci si è regolati coi catechismi e gli orari che si tenevano, ecc., in maniera /da/ (a) farsi le consegne di tutto.
Consegne morali e come bisogna anche consegnare i soldi che eventualmente ci fossero in casa perché chi entra deve ricevere ciò che c'era in casa e se ci son dei debiti li paghi (b). Così! Consegna anche i debiti. Certo! Certo consegna anche i debiti.
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Adesso un'altra domanda: dovete cercare e aiutare quali vocazioni? Nelle parrocchie solo le vostre? Uno sbaglio! Se cercate sol le vostre, il Signore ve ne manderà anche meno delle vostre. No, bisogna che cerchiate le vostre. Secondo, che cerchiate le vocazioni dei religiosi e anche religiose. E che cerchiate vocazioni per il seminario. Tre cose: le vostre, vocazioni religiose sia maschili che femminili, e poi [vocazioni per il] seminario diocesano. Poi lo sapete, avete la cura [pastorale].
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Disgraziatamente non sempre la gioventù maschile vi accompagna quando hanno quattordici anni, quindici anni, venti anni: poco l'avvicinate. Vi sono anche parrocchie molto buone in cui, quando una suora è già un po' anziana, può avvicinare anche della gioventù maschile fino a diciotto anni, vent'anni, sì, e specialmente quando una suora fosse stata molto in un posto. Sì, ma un po' anziana, matura, sì. Oh.
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Ma particolarmente per la parte femminile. Sì. La gioventù femminile l'accompagnate e particolarmente se tenete presenti quelle figliuole che sembrano mostrare disposizioni per la vocazione, particolarmente allora: tenerle d'occhio, farvi come un impegno di seguire queste!
E [vedere] se vanno ai sacramenti e se stan lontano dai pericoli e se in casa lavorano e cioè se sono <persone che> figliuole che vengono bene educate in sostanza, ordinate.
Poi vedere un po' come vanno per gli studi: se riescono bene nello studio, se prendono l'istruzione religiosa meglio, e se partecipano alle funzioni e, dove c'è, se partecipano anche all'azione cattolica o a altre iniziative o di carità o di culto.
E poi a un certo punto si possono invitare con voi anche per l'adorazione una volta la settimana, sì, in modo da curarle senza /volersi imporre/ (a).
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/Curare le vocazioni/ (a) vostre più facilmente che siete già più esperte a curarle, non è vero? Ma bisogna subito dire questo, che ci sono le vocazioniste. Ma siete tutte vocazioniste. Tutte.
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E è detto da san Tommaso, il grande dottore della teologia e della filosofia: "Un prete che non faccia un altro prete è solo un mezzo prete". E io dico: una suora che non faccia un'altra suora è solo una mezza suora. Qualche volta [è] solo un quarto di suora.
Cosa vi pare una suora che non faccia altra suora? E è segno che ha poco amore alla sua vocazione, se non altro è quello, eh. Poco amore alla sua vocazione e poco amore all'istituto. Altrimenti farebbe. "Eh, ma qui è così".
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Dicevano di Gesù: "C'è qualche cosa di buono da Nazaret, che possa venir da Nazaret?" [cf. Gv 1,46], perché Nazaret era un paesino della Galilea e piuttosto disprezzato. Ma ce n'è venuta una buona vocazione, no? Sì, Gesù buon Pastore!
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Sì, vocazioni ce ne son dappertutto. Dicono che don Bosco abbia pronunciato questa parola - io non son sicuro - che su <tre perso> tre figliuoli o figliuole, su tre c'è una vocazione. Di questo non son ben sicuro, ma mi pare di esser sicuro che di cinque c'è una vocazione. Supponiamo cinque figliuole, supponiamo cinque figliuoli: una vocazione c'è. E non si dica: "Ma qui è tutto perverso, qui è tutto rosso rosso".
E crediamo che Gesù non abbia il potere di chiamare e non abbia disegni su quelle anime? E che proprio di lì alle volte non vengano gli elementi migliori, più forti, battaglieri anche, generosi? Oh, quanto una persona comincia a dir: "Tanto qui non si può". Cioè: "Qui non ho voglia" [cominci a] dir piuttosto!
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Sì, bisogna lavorare, lavorare. E se anche lì non riuscissi, il Signore per il tuo impegno, sta sicuro, il tuo impegno è una preghiera, il lavoro che hai fatto. Non hai visto il frutto lì, ma il Signore l'ha fatto nascere e l'ha fatto pervenire a maturità, una vocazione, altrove. Ma il merito è tuo, lo vedrai al giudizio di Dio chi ha influito in quella vocazione che è venuta magari da un paese molto lontano.
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Come tante volte succede, eh, abbiamo bisogno di denaro e non c'è. E allora si insiste, si cerca il denaro per una via e non viene. Ma siccome si è cercato e si è lavorato e c'è bisogno, verrà da un'altra parte. E verrà da un'altra parte, sì, quando si fa quanto si può e si prega e si fida sempre della provvidenza.
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Dunque le vostre vocazioni, neh! Le suore che sono in una parrocchia preparino il terreno per le vocazioniste. E quando poi arriveranno le vocazioniste, istruiranno, <avvici> esamineranno il caso, daranno un giudizio <un po' più> un po' più definitivo: Sì, mi pare proprio che sia una persona che mostri vocazione. E allora quattro occhi, sei occhi, otto occhi vedono meglio che due, non è vero? Sì. Ma che ci sia già un certo terreno preparato.
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L'avete tutte una conferenza sulla vocazione scritta? Tutte? L'hanno tutte? Eh, vorrei saperlo. La conferenza sulla vocazione bisogna che la facciate tutte, o un giorno o un altro, o in un posto o nell'altro, o la superiora o l'infermiera. Viene nessuna dispensata di qui, eh. Nessuna. L'han tutte le novizie? (a) E quelle che invece son già più avanti, l'han tutte? No? eh?
Eh? Copiare. "Eh, ma io non son buona". A copiare sei buona. E poi a poco a poco la mandi a memoria e la ricordi. E se non...
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Siam solo noi italiani che vogliam sempre predicare a memoria. E gli inglesi non fan così. I tedeschi non fan così. Eh, danno più importanza, più importanza alle persone. Più importanza dà la gente a uno che legge, perché dice: "Questo fa le cose sul serio. Ha pensato, ha riflettuto". Invece se va lì, improvvisa, lo stimano meno. In Italia invece eh, capita il contrario. Noi siam più chiaccheroni, neh! (a).
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Poi mica tante conferenze. Dir delle belle e sante parole che escan dal cuore. Oh, chi ama la propria vocazione ha delle parole <che, che> che le altre non hanno, perché escono dal cuore e vanno al cuore. Oh, dunque le vocazioni per voi. E in caso aiutarle nella maniera che potete persuadendo i genitori anche a lasciarle entrare quando <non sono> non han ancora raggiunto ventun anni, ecc., sì.
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Oh, in riguardo poi alle vocazioni per altre religiose e per religiosi, di questo pure [è] molto importante che si parli, perché voi siete religiose e avete da favorire piuttosto le vocazioni maschili e femminili religiose. Sì.
Il numero delle vocazioni maschili è andato un po' diminuendo in parecchie regioni, non in tutte le regioni, ma in parecchie. Seminari che han pochi aspiranti e istituti religiosi che han pochi aspiranti.
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Vi è poi il nostro sacerdote don Panebianco (a) che è il vocazionista della casa di Roma. Sta facendo un lavoro per far entrare bene il concetto della vita religiosa fra il popolo.
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San Benedetto, san Francesco d'Assisi, san Domenico, ecc. in principio avevano quasi tutti laici, frati laici. Adesso è un po' in disprezzo <la> la condizione del frate laico ed è un gran torto questo. Ma vi sono dei frati laici i quali fanno un bene immenso. Supponete i Fratelli delle Scuole Cristiane (a): son tutti laici. Ma a quanti centinaia di migliaia di bambini fanno scuola questi che sono di s. Giovanni Battista de la Salle. E così i marianisti, i maristi, e così, mettiamo, i trappisti. E così, mettiamo, i fate-bene-fratelli per la cura dei malati. Voglio dire le vocazioni religiose maschili.
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I laici. Valorizzare meglio la vita religiosa. Quasi che la vita religiosa sia inutile adesso alcuni pensano. Poi specialmente quando si parla di un religioso laico, pensano solamente <che> che quello sia poi buono a fare il portinaio o colui che coltiva l'orto o che va alla questua. Eh no! /I religiosi laici/ (a) tra i maristi, tra i fratelli delle scuole cristiane e tra i paolini hanno una nobilissima missione di insegnamento. Si consacrano alla gioventù, si consacrano alle opere anche caritative.
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Oh, poi per il seminario. I parroci insistono, non è vero? Eh sì! Aiutateli. Sì. E che le diocesi siano ben rifornite. Vi sono diocesi che hanno ancora un clero piuttosto abbondante o almeno sufficiente. Ma vi sono diocesi che mancano tanto.
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Su 91 /parrocchie/ (a) 60 senza parroco. Eh, come faranno i malati a ricevere i sacramenti perché poi quei paeselli sono un po' distanti l'uno dall'altro?!
Aiutate 'ste vocazioni maschili proprio anche adocchiando quei bambini che sembrano mostrare maggior pietà, maggior interessamento per le cose di chiesa. E del resto salvare la gioventù dal peccato <e> vuol dire che lì diventa possibile lo sviluppo di una vocazione. Quando ci son disordini...
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Poi ricercare figlioli che mostrino, che abbiano i segni di vocazione: intelligenza sufficiente, buona inclinazione al bene, alla preghiera, sì, e quindi lo studio, amar lo studio e amar la pietà, e poi la fuga del male, che stiano lontani dal peccato. E poi le disposizioni fisiche, le disposizioni morali, sì. Notando che per lo più, come ho detto, vengono da le famiglie modeste le vocazioni in maggior numero. Sì.
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Non guardiam soltanto alla quantità, ma soprattutto alla qualità. Vi sono dei seminari, vi son degli istituti religiosi che quanto a riuscita di vocazioni vanno al dieci per cento. Su cento che entrano dieci riescono sacerdoti. E altri che vanno al venti per cento e altri ancor di più. Poi dipende anche da tante circostanze, in molti luoghi, come fossero gli Stati Uniti, li prendono molto più tardi, così pure in Germania. E quindi il giovane ha già decisa la sua vita con una certa <con> competenza.
Ma in generale guardare non soltanto alla quantità, ma soprattutto alla qualità.
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I mezzi. Primo è sempre la preghiera: "O Gesù Pastore eterno delle anime nostre, mandate buoni operai alla vostra messe"!(a) E quando fu stabilita questa giaculatoria nelle preghiere nel seminario di Alba le cose a poco a poco son tanto migliorate in quel seminario. Prima il seminario era a terra, diciamo così. Locali proprio miseri. Non avevan neppure insegnanti sufficienti, e poi pochi fanciulli. A poco a poco tutto si è migliorato e adesso vi sono due bellissimi seminari, uno [è] il seminario maggiore e l'altro [è il] seminario minore.
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Voi poi siete della Famiglia Paolina e dovete cercar anche le vocazioni per la Famiglia Paolina, in modo particolare. Lo spirito l'avete preso dalla Famiglia Paolina e, come avete ricevuto lo spirito <anche questo> anche questo serve sia a conservare il vostro spirito e sia a fortificare <tutta> tutte le istituzioni della Famiglia Paolina.
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E abbiamo la Pia Società San Paolo, la quale ha una certa - diciamo - influenza sulle altre. Poi vi sono le Figlie di San Paolo, vi sono le Pie Discepole, vi sono le suore Regina Apostolorum, vi sono i Gabrielini e le Annunziatine che hanno finito gli esercizi ieri ad Ariccia con un buon numero di professi. Oh, poi vi sono i sacerdoti di Gesù Sacerdote. E cioè quei sacerdoti che volendo fare una vita più pia <e> e associare al sacerdozio la vita religiosa, possono iscriversi <nelli, nella> nell'istituto secolare Gesù Sacerdote. Questi faranno gli esercizi adesso a metà di settembre. Hanno avuto un corso a gennaio, adesso ve ne sarà un corso /a/ (a) metà circa di settembre.
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Vi sono istituti che <fanno>, promuovono anche la festa delle mamme dei sacerdoti o delle mamme delle suore. Li radunano e... e poi fanno a loro una dimostrazione di riconoscenza e intanto fanno istruzioni perché sappiano scoprire se mai nella loro famiglia ci fosse qualche vocazione e istruzioni per conservarle ed avviarle, queste vocazioni, bene.
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E vi son tante industrie. Servono. Oh, ne avete qualcheduna industria da suggerire? Cosa fanno in questi paesi? Cosa fanno in queste diocesi? Fanno la festa della madre del sacerdote? Sì? In molti posti? Ditemi un po' un paese dove si fa, una parrocchia? (a) A Verona? (b) Presso i camillini? (c) Ma per i loro? per le loro? (d) Sì.
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Noi quest'anno facciamo, per i parenti facciamo gli esercizi spirituali adesso in settembre. Eh, abbiam mandato la circolare, avete risposto? Qualche cosa sì, qualche cosa no. Un po' poco però fino adesso. Mi pare che fossero settanta fino adesso che hanno anche già pagato la quota per venire. Eh, quando pagan la quota, verranno sicuro, no? Siete brave a far questo? Invitare i parenti, i cooperatori in generale, ecco in sostanza, specialmente quelli che hanno figliuoli o figliuole che si vogliono consecrare o che già son consecrate a Dio.
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Il corso di esercizi sarà indirizzato specialmente a illustrare il problema delle vocazioni ai genitori. Eh, si prendono anche i maestri, le maestre che fanno le scuole varie perché anche loro, eh, sappiano parlare ai fanciulli. Io mi son fatto sacerdote, la prima manifestazione l'ho avuta dalla maestra. Ero piccolo. L'invito! Ha parlato del sacerdozio e ne ha parlato così bene! Oh, questo può avvenire anche di più in altre circostanze. E è utile che facciate qualche movimento in questo senso.
366
Ho detto l'altro giorno, siete: quante a far gli esercizi? Quanto? (a). Allora, centodieci per anno aumentare, no? Almeno arrivare a centodieci le novizie. Siamo a un quarto? Quante son adesso? (b). Ventidue. E allora bisogna moltiplicare per quasi sei, ah no, almeno per cinque, eh. Eh, ma con tutte le energie che avete, con tutte le preghiere che fate, con tutto l'amore che avete all'istituto. Avanti, con coraggio. Sì, con coraggio.
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Se una comincia a dire: "Tanto non ci riesco" è finito eh! E invece di' così: "Tanto ho poca voglia" e basta (a), dici più la verità. Su, andiamo, con energia, buona volontà. Sì. E il Signore vi benedirà.
La vostra vocazione vi sarà sempre come una grande consolazione e direte sempre: "Ringraziamo l'istituto che ci ha accolte!" E poi, e poi il premio lassù in cielo.
368
E intanto sappiate anche questo, che se le suore son buone, se i preti, i religiosi son buoni, salveranno, son la causa della salvezza anche dei genitori, della famiglia, perché le loro preghiere, chi dà a Dio un figlio, chi dà a Dio una figlia, fa un tale merito che il Signore ne tiene conto. E allora almeno in punto di morte potranno avere qualche pensiero buono. Sì, anche un buon pensiero.
369
E un certo uomo che aveva fatto una vita mica molto buona, ma aveva un figliuolo prete e l'aveva lasciato fare sacerdote nonostante che n'avesse bisogno a casa, perché <aveva in famiglia> c'era in famiglia molto lavoro, diceva poi: "Beh, io non ho nessun merito per andare in paradiso, ma gli dirò al Signore che gli ho dato un figlio e lui mi dia un posto, un posticino". Va bene.
Siate liete.
Zelo per le vocazioni, eh!
370
Qualche mattone per la casa nuova? Qualche mattoncino, eh. Almeno una palata di sabbia. Che abbiate il merito di avere portato almeno un mattoncino. Potrebbe venire anche da famiglia questo.
Avanti in letizia. Sì.
Ma dovrete venir tante. Vi sono tante parrocchie qui in Italia e nel mondo. Quante sono? Quante siano io non lo so, parrocchie. So quante diocesi ci sono, ma non so il numero delle parrocchie. Ma tre suore per parrocchia che ci fossero. In qualche posto quattro, in qualche luogo metti che basteranno tre. In qualche luogo ci vorranno anche più di quattro suore. Mi parlava un parroco, e la sua parrocchia fa diciottomila abitanti; e allora qualche volta nel suo-perché c'è una diocesi che ne ha solo tredicimila abitanti, e c'era la sua parrocchia che ne aveva così e allora fece il proposito... Diteglielo sempre alla Madonna, neh. Siete stanche?

Albano Laziale (Roma)
3 agosto 1960

371

(1) Albano Laziale (Roma), 3 agosto 1960

319 (a) Si tratta di un aggiornamento di sei giorni con temi di ascetica, apologetica, psicologia e pastorale.

338 (a) R: di. (b)
In tono scherzoso.

341 (a) Così T. Omette R.

342 (a) Così T. Omette R.

349 (a) Risposta affermativa.

350 (a) In tono scherzoso.

353 (a) Il sacerdote della SSP Don Carmelo Panebianco, nasce a Caltagirone (CT) il 20-7-1926, entra in congregazione a Catania il 15-12-1941. Emette la prima professione ad Albano Laziale (Roma) l'8-9-1946 e riceve il presbiterato a Roma il 5-1-1956. Vocazionista in quel tempo, attualmente si trova parroco a Lubumbashi (Zaire).

354 (a) Istituto laicale a voti semplici, fondato da san Giovanni Battista de la Salle. Le prime scuole iniziano già nel 1679, ma viene eretto canonicamente da Benedetto XIII solo il 26-1-1725. Ha come fine specifico "dare un'educazione cristiana ai fanciulli; e per questo si tengono le scuole..." (dalle Regole comuni, I, 4).

355 (a) R: Il religioso laico.

357 (a) R: parrocchia.

360 (a) Dal libro Le preghiere della Famiglia Paolina, Suore Pastorelle, EP 1965, pag. 25.

362 (a) R: in.

364 (a) Risposta delle suore: a Verona.
(b) Risposta delle suore: a Verona dai Padri Camilliani.
(c) Risposta delle suore: Sì, dai Padri Camilliani.
(d) Risposta delle suore: per i parenti e i familiari.

367 (a) Risposta: centodieci.
367 (b) Risposta: ventidue

368 (a) Espressione pronunciata ridendo.

371 * Questo paragrafo, piuttosto sconclusionato, è omesso da R, ma è riportato da T.