XXVIII. TRIPLICE CLAUSURA
Ho detto: sono [venuto] per augurarvi buon Natale, augurarvi buona novena del Natale. La novena del Natale porta lo spirito alla riflessione, all'intimità perché ci fa riflettere sopra quella festa che rappresenta l'avvenimento grande.
Vedete, il santo di Dio, il Figlio di Dio incarnato, nasce in una grotta e là trova tutto freddo; il mondo non pensava a lui, la stagione era anche fredda. Ma trova due cuori caldi e chiama altri cuori caldi: [il] cuore di Maria, il cuore di Giuseppe, i pastori che vengono a lui e gli angioli che dal cielo l'hanno accompagnato sulla terra e lo hanno salutato là nel presepio. Festa di intimità che si chiama anche festa di famiglia e difatti nel Natale ci si scambiano gli auguri e soprattutto bisogna scambiarsi le preghiere, perché gli auguri sono espressioni di buoni desideri per le persone care; le preghiere ottengono invece quello che noi desideriamo alle persone care.
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/Questa/ (a) è un'occasione per ricordare cosa di molta importanza.
Vi è una triplice clausura. Vi è la clausura coi muri e con le grate, voi non l'avete; dovete anche andare in mezzo alle popolazioni e non fareste la vostra missione se vi mettete in clausura. E se siete destinate a fare i catechismi, a curare la gioventù specialmente femminile, il canto nelle chiese e tutte le opere parrocchiali, voi non avete questa clausura fatta di muri, fatta di grate con la moltiplicazione delle chiavi a chiuder dappertutto.
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Seconda clausura: la clausura esterna, che è quella contemplata nelle costituzioni vostre, ecco Avete letto bene il capitolo della clausura? E le novizie lo san recitare, no? - Sì! - Ma non voglio farvi recitare la lezione adesso! Ma ad ogni modo l'avete imparata bene. La clausura esterna. Cioè, essendoci libertà di uscire, non uscire senza il bisogno, cioè essendoci così facilità, voglio dire, di uscire perché non trovo mai il cancello chiuso quando vengo. Invece quando vado nei conventi di clausura vedo arrivare, con un mazzo di /chiavi/ (a), la portinaia e poi chiude appena che si è entrati, e poi apre una porta, e poi di nuovo chiude, e poi un'altra e così... La clausura volontaria, quella delle costituzioni, eh? Precisa! Si parla con le persone a cui si vuol fare del bene o si deve ricever del bene, in quanto è necessario e basta. Clausura questa che è meritoria: saper fare quanto c'è da fare e sapere troncare quando tutto è finito, è fatto. Clausura per la vigilanza, e vi è la sera - presto a letto - e non protrarre le conversazioni troppo a lungo e tanto meno nelle parrocchie prendere parte a trattenimenti i quali vadano a finir tardi eccetto che vi sia una cosa straordinaria e che vi sia come una licenza concessa, un permesso.
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Clausura con le persone particolarmente di sesso diverso. Clausura tra voi, cioè nessuna amicizia particolare. Nessuna relazione la quale non piaccia al Signore: tra l'una e l'altra ci deve sempre stare il posto per l'angelo custode, fargli il posto, alla debita distanza, non mettersi le mani addosso <se> nel senso che <è conveniente> non si deve permettere questo, eccetto quando vi sono necessità. Se dovete fare la puntura per le iniezioni, fate la puntura delle iniezioni, non è vero? Oh, così la cura delle inferme, ma una clausura sì. Clausura degli occhi. Guardare ciò che bisogna guardare e non guardare ciò che non bisogna guardare. Anche gli spettacoli, anche i trattenimenti, anche le proiezioni di film, tutto clausura, neh? Clausura degli occhi e anche turarsi un po' gli orecchi, neh? Clausura agli orecchi, cioè non ascoltare quel che non è conveniente ascoltare, chiudere gli orecchi. Ma come si fa, si ha da metter del cotone negli orecchi? Eh, senza mettere cotone si va via, oppure certi discorsi non si lasciano fare alla presenza...
Clausura degli occhi. E così custodia di tutti i sensi esterni, voglio dire del gusto, dell'odorato, del tatto... Clausura, sì. La persona veramente virtuosa: questa è una clausura di ogni giorno volontaria, cosciente, continuata, fatta di attenzioni e quindi clausura proprio molto meritoria, tanto tanto meritoria questa. È bene che si ***
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Perché poi c'è una terza clausura: la clausura della mente, la clausura del cuore, la clausura della fantasia, la clausura della memoria, la clausura dell'immaginativa e, in generale, dei sensi interni. Ah, qui.. Perché una potrebbe anche chiudere con sette chiavi e poi fare un muro e dopo farne un altro e mettere un'inferriata, poi un'altra inferriata ancora, e poi, se vi va in parlatorio, - come si va in quei luoghi lì, assistiti da una suora o dalla superiora - potrebbe osservar tutto questo, e avere nel cuore sentimenti e nella mente pensieri e nella fantasia delle riproduzioni di scene e nell'immaginativa e nella memoria cose che non si vedono. Non si vede questa clausura. Quindi mancanza di clausura esterna sì, ma mancanza, alle volte, di clausura soprattutto interna. Interna, quella che è importante! Formarsi una santa unione con Gesù nel cuore, abituarsi a pensare a quello che è Dio e alle cose di Dio e del servizio di Dio. Escludere le memorie, i ricordi che non vi fan bene; escludere anche di pensare tanto alla famiglia in quella maniera che disturba le occupazioni e l'unione con Dio; si pensa alla famiglia per pregare: un amore soprannaturale.
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Poi la mente che stia ben raccolta, clausura! Quelle distrazioni, tenerle fuori; questa che è una clausura che ci vuole! Quel cuore che va un po' a zonzo, qualche volta, eh? E allora: freno, clausura! E quelle immaginazioni che non sono costruttive! Se immaginate il paradiso, se immaginate il vostro apostolato e le scene del vostro apostolato, se immaginate la passione di Gesù Cristo, se ricordate la bella statua della Madonna immacolata; se voi pensate alle varie fasi, ai vari episodi della vita di Gesù, oppure all'insegnamento che vi danno nelle scuole, ecc.
La memoria stia lì a ricordare l'aritmetica, eh? Ricordar la storia, a ricordar che cosa? Eh? Cosa studiate? Studiate le poesie? Sì! E una potrebbe essere in clausura <con> la più stretta e intanto aver la fantasia molto fuori, eh! La clausura interna: questa che è di gran merito! Quell'abituale raccoglimento nelle cose che si devono fare: ora c'è preghiera, preghiamo; ora c'è studio, studiamo; ora c'è ricreazione, guardiam di farla bene e lietamente portando la letizia; ora c'è invece da stare a tavola e si sta bene, e si compie anche quel dovere, e... c'è da dormire anche alla sera eh! E allora non disturbarvi con ricordi, con immaginazioni, ecc.
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Tre clausure: quella dei muri... quella lì, i muri non meritan niente, eh? E le inferriate non meritan niente.
La clausura fatta di attenzioni di relazioni anche epistolari, nelle lettere voglio dire, la clausura fatta rispetto ai divertimenti, alle compagnie, alle conversazioni e alle proiezioni e di pellicole, ecc., che... e nelle amicizie, nelle relazioni. Questa clausura esterna: questa è di grande merito! E poi, quella ancor più meritoria, la clausura, cioè la santa solitudine interna. Gli altri vanno, fanno ciò che hanno da fare, noi facciamo le nostre cose con applicazione, badiamo a farle bene e che abbiano buon risultato: che lo studio dia profitto, che il catechismo si impari; che le cose dette, gli avvisi, le correzioni e tutte le esortazioni si tengano a memoria, ecc. Santa clausura interiore: della mente, della memoria, della fantasia, del cuore, della volontà, sì. Della volontà, cioè volentieri star con Gesù, abituarsi a sentir Gesù e a stare con Gesù e a riposarsi nella sua volontà, abbandonarsi in lui, senza aver desideri poi, desideri che non son più per un'anima consecrata a Dio o un'anima che si vuole consecrare a Dio, sì.
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Dunque, particolarmente queste due clausure, le altre non sono per voi; l'altra clausura di muri e di inferriate non è per voi; ma perché voi avete da guadagnare il doppio merito: il merito della vita di preghiera - e vi è abbondante - e il merito dell'apostolato. E per l'apostolato bisogna andare con le anime, bisogna trattare con le anime, sì, con le persone. Sì. Anche a questo riguardo so che le madri vi danno consigli e indirizzi molto giusti e molto ispirati alla prudenza per il trattamento con i bambini, quando si è all'asilo, e con la gioventù femminile, coi malati e con tutte le persone con cui si avrà da trattare. E sì, una clausura fatta di amor di Dio, sì, e di amore alle anime, tutta ispirata così.
Oh, il Signore Gesù bambino vi dia la grazia di queste due clausure.
Albano Laziale (Roma)
14 dicembre 1958
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385 (a) R: Questo.
386 (a) R: chiave.