Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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I. STRATEGIA DELLA COOPERAZIONE
Quando avvenne la pesca miracolosa che cosa fece san Pietro e che cosa fecero i suoi compagni? Avevano gettato le reti per ordine del Maestro divino e le reti si erano riempite così di pesci, che trovavano fatica a portarli tutti nelle barche e condurre le barche a riva. Allora annuerunt sociis [Lc. 5,7], chiamarono degli altri a venirli ad aiutare, a venirli ad aiutare. E con essi le reti piene di pesci furono messe nelle barche e le barche furono spinte alla riva e là si fece la divisione tra i pesci buoni e i pesci non buoni.
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Che cosa indicano questi soci o questi compagni, che sono stati invitati dagli apostoli a venire in aiuto per raccogliere tutta la pesca e portarla, tutta la pescagione, alla riva? Indicano i cooperatori. Che cosa sono i cooperatori? I cooperatori sono quelli che lavorano con voi, cioè quelli che fanno questo: «coopera» vuol dire «operano con», operano con voi, per lo stesso fine operano con voi, e cioè il fine che la pastorella ha nell'aiutare le anime alla salvezza, a condurle al cielo, a santificarle, queste anime.
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Cooperatori. Possono essere di tre sorta, i cooperatori. Alcuni son cooperatori di preghiera: aiutano voi con la preghiera a compiere il vostro apostolato; altri son cooperatori, invece, di azione, di opera, cioè di lavoro. E, ad esempio, non bastate per tutte le classi di catechismo e chiamate qualche signorina, chiamate qualche maestra o qualche maestro a prendersi una classe, supponiamo. Oppure queste persone cooperano in altre maniere con l'appoggio alle opere che avete. Può essere il sindaco che sostiene l'asilo e può essere un comitato, il quale sostiene le opere parrocchiali. Cooperatore di azione, di opera. E poi vi sono i cooperatori, e ancora, di offerte: quelli che danno aiuto materiale. Possono dare aiuto materiale in molte maniere.
Quindi i cooperatori possono dividersi come in tre classi, oppure possono fare tre sorta di aiuto, dare aiuto in tre maniere: con la preghiera, con l'azione, con l'offerta. Tutte e tre le maniere sono preziose e quanto più si riesce ad avere cooperatori numerosi ed efficaci, bravi, attivi, tanto più sarà facilitato il vostro ministero nelle parrocchie. Questo è grande sapienza: formarsi dei cooperatori.
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Pensiamo in primo luogo alla cooperazione /nella/ (a) preghiera. Il vostro apostolato è un apostolato difficile, delicato. È difficile perché la suora deve sempre mantenere il suo spirito religioso, anzi lavorare intensamente per la propria santificazione e nello stesso tempo deve lavorare per la popolazione. /Entrambe/ (b) le cose hanno delle difficoltà notevoli. Allora c'è bisogno di grazia di Dio, di aiuto dal Signore. Se in ogni parrocchia si formasse un gruppo di anime che pregano insieme alle pastorelle per il bene della parrocchia e cioè perché nella parrocchia ci siano vocazioni, perché nella parrocchia i bambini e i fanciulli, fanciulle, vengano al catechismo, perché i malati ricevano i sacramenti, per le opere parrocchiali in sostanza... Ecco, un gruppo di anime che pregano per il bene della parrocchia, e il bene della parrocchia in quanto è promosso dal parroco e dalle pastorelle insieme.
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Vi sono persone le quali comprendono che cosa voglia dire salvare anime e in questo spirito vanno fino non solo a fare qualche sacrificio, ma fino a offrirsi vittime. La Vergine a Fatima diceva: «Vedete quanti peccatori si perdono, perché non ci sono anime che preghino per loro, non ci sono persone che facciano penitenza per loro, per ottener la conversione.
Alle volte anime generose e che capiscono e che hanno l'intelligenza delle cose sacre, vanno fino a questo punto: di consacrare la loro vita e di offrire tutte le pene che incontrano, tutte le loro fatiche e i loro lavori e tutte le loro orazioni, le loro comunioni, le messe che sentono per la parrocchia. E possono anche parlare alle volte con le suore stesse e dire i loro sentimenti.
E così, con l'aiuto di queste anime, il numero delle grazie sarà più abbondante e le anime si disporranno meglio a ricevere queste grazie. Vedete che questo è molto importante perché senza il sacrificio non si fan mica delle opere sante.
Ogni opera santa è segnata dalla croce, ogni iniziativa che ha da portare del bene è segnata con la croce.
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Anime, fanciulle che si abituano a offrir dei piccoli sacrifizi! Ricordate, per esempio, i tre pastorelli di Fatima: quali piccoli sacrifici facevano con l'intenzione di Maria, secondo la raccomandazione che aveva loro fatta la Vergine. È tanto istruttivo! E nelle parrocchie ci sono sempre anime che hanno il senso di Dio, il senso delle cose spirituali! Sembra così all'esterno, alle volte, che non appaia nulla e che tutti siano solamente preoccupati delle cose della terra; ma quante anime sono illuminate dalla luce dello Spirito Santo! Con quante anime si comunica lo Spirito Santo!
Domandare l'aiuto delle preghiere nella parrocchia, fare un gruppo di anime, proprio. E mi sono appoggiato a questi gruppi di anime sempre, particolarmente all'inizio della Famiglia Paolina, e di qualcheduna di queste anime il Signore ha accettato proprio l'offerta della vita. Non è stata un'offerta di parole ma è stata un'offerta fatta di cuore e che il Signore ha gradito ed ha accettato.
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Secondo: la cooperazione fatta con le opere o, possiamo dire, in azione. In azione, sì. Adocchiare le persone che nella parrocchia possono darvi aiuto e cercare di attirarle nella vostra sfera di azione. Sì. Vi sono alle volte i maestri, ad esempio, e, se si è in buone relazioni coi maestri e colle maestre, si è fatto un gran passo. Si è fatto un gran passo perché essi hanno poi tutto il giorno i bambini, le fanciulle, i fanciulli e potranno essere per questi bambini, per questi fanciulli, queste fanciulle, potranno essere di aiuto, di buon indirizzo, potranno dare istruzione, potranno dar buon esempio e almeno non ostacolano l'azione della suora, l'azione del parroco, essendo in buone relazioni.
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Così in relazioni con le autorità del paese, relazione buona. Non è mica necessario contrarre delle intimità, tutt'altro; ognuno per la sua via, e... stimano chi opera senza molto parlare, nella parrocchia.
E non c'è bisogno di fare molte visite perché sovente i secolari, i cristiani, comprendono bene come la suora opera e si mantiene ritirata in una vita modesta e si mantiene nella sua vera posizione di pastorella e allora la stimano, la rispettano e al tempo opportuno sanno anche dire una parola sia di difesa e sia di esortazione perché la suora sia seguita.
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Buone relazioni coi genitori perché divengano cooperatori della suora, perché mandino i bambini, perché a casa confermino ciò che ha insegnato la suora. Confermino! <E poi> E dopo questi genitori siano anche di buon esempio verso i loro figli: allora son cooperatori.
Ci possono essere le autorità del paese, ci può essere una persona influente, ci può essere un medico, i quali possono diventare i cooperatori.
E poi, ho detto, cooperatori per esempio nell'aiutare a fare il catechismo, cooperatori nel preparare un ammalato a ricevere la visita della suora, del parroco. Cooperatori poi possono essere quelli che aiutano in parrocchia nel canto, nella pulizia; e vi sono posti dove le suore dirigono la pulizia della parrocchia (a), ma le giovani prestano il loro buon aiuto.
Più abbiamo gente che coopera con noi e più si opera e si fa.
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In terzo luogo cooperatore e cooperatori di offerte. Le opere nostre costano tutte denaro. Costano tutte denaro. Tutte le opere della chiesa costano denaro. Come si son fatti i vescovadi, come si son fatte le parrocchie, come si è stabilizzata bene la santa Sede e come dà e distribuisce tante elargizioni specialmente nei tempi di infortunio e, per esempio, nell'opera che è detta <la Pontificia, Pontifi, Pon, Pon> l'opera della POA Pontificia Opera Assistenza? E riceve, il Santo Padre, tanto dalle varie nazioni, dalle varie diocesi. Ecco. Allora nella parrocchia vi saranno certamente delle opere che richiedono l'aiuto materiale, come tutte le opere buone richiedono che vi sia il concorso dei fedeli.
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I fedeli hanno da cooperare alla costruzione della chiesa o al funzionamento della chiesa; i fedeli hanno da cooperare alla costruzione dell'asilo o hanno da cooperare al suo funzionamento; così per quelle opere che si devono fare di beneficenza nella parrocchia e per quel contributo che devono dare ai bambini. /Alle/ (a) volte si tratterà di ingrandire i locali; altre volte si tratterà invece di dare premi - distribuzione di premi - per quelli che frequentano o per quelli che sono sempre intervenuti all'asilo o al catechismo. Altre volte vi saranno altre opere da fare per la parrocchia e vi saranno anche delle iniziative da sostenere: si tratterà di comperare una statua della Madonna per la gioventù femminile, qualche altra volta sarà da comperare lo stendardo per la processione delle figlie, le giovani, ecc. Vi sono tante opere.
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E poi nel cuore di ogni pastorella ci deve sempre essere un posto largo per la casa madre la quale ha bisogno di aiuti. È una madre che deve sostenere le figliuole nel periodo di formazione, non solo, ma verrà anche il bisogno di sostenere le malate, le inferme. Oh, allora, sempre tener presente i bisogni di casa madre.
Vi sono in quasi tutte le parrocchie delle persone le quali comprendono il valore della carità e possono, in qualche maniera, dare per le opere buone. Prendere queste persone in considerazione, esporre i bisogni. Non insistenze che suscitino quasi l'avversione o il dispetto, no! Si stende la mano con rispetto e si avrà, non si avrà... La mano si stende sempre a Dio: se non viene attraverso a una persona, /verrà/ (a) attraverso a un'altra. Quante volte ho cercato beneficenza in un posto e son rimasto a mani vuote e, tornato a casa, ho visto che eran già arrivate le offerte <che> di cui avevo bisogno.
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Oh! è il Signore che guida i cuori! Bisogna aver fede in tutto, sempre! Considerarsi noi come servi di Dio! Come la Madonna: «/Ecco la serva di Dio/» (a) [Lc. 1,38]. E la Madonna non è vissuta, in certi tempi, di pura carità, di elemosina? Certamente, quando dovette fuggire in Egitto, ad esempio, e quando seguiva <il> Gesù buon Pastore nel suo ministero pubblico, durante la vita pubblica; e avrà ben dovuto accettare sia l'alloggio e sia il pane, sia <il sostanze> il sostentamento, in carità. In carità!
Oh, e così dopo che Gesù salì al cielo, Maria non aveva il sostentamento fuori che il sostentamento che le veniva di carità. Gesù aveva pensato: «Donna, ecco il tuo figlio» [Gv. 19,26], le aveva dato <come> in compagnia e in assistenza Giovanni, ma Giovanni attendeva anche alla predicazione, era occupato nel ministero suo apostolico.
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Mai vergognarsi di elemosinare. Elemosinare per la Madonna, elemosinare per Gesù buon Pastore è sempre una cosa dignitosa, onorifica. Non aver l'orgoglio che ci fa vedere in questo come un'azione umiliante. Siamo poveri! e non avete fatto il voto di povertà? Certo! Si è fatto il voto di povertà e allora mostrarsi in necessità, in bisogno, è solamente, questo, conforme al voto stesso, al voto stesso! Quando Gesù dice a Zaccheo: «Quest'oggi voglio venire a casa tua a desinare» [cf. Lc. 19,5] ecco, chiedeva ospitalità. Chiedeva ospitalità! E quando andava da Marta e Maria e Lazzaro, andava a chiedere ospitalità, elemosina in sostanza. Del resto le elemosine gli venivano date e queste elemosine erano consegnate a Giuda il quale poi non ha sempre compito esattamente il suo ufficio.
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Formarvi dei cooperatori. Ecco, questo è molto utile e tutte le istituzioni hanno cooperatori; le chiamino con un nome o le chiamino con un altro.
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Poi voglio dire ancora una parola: ma voi cooperate a loro! Non si va da loro solamente per aiuto ma per portare aiuto. Aiutare quelle persone che si facciano più buone; aiutarle con la preghiera, col buon esempio, con buone parole, con buone esortazioni, con l'assistenza, con l'aiuto. Intervenire, sì! D'altra parte i vostri cooperatori partecipano al frutto delle duemilaquattrocento sante messe che si celebrano nella congregazione paolina ogni anno per i cooperatori. Occorre dare anche. Si ricevono benefici e si fanno benefizi. Questa è la carità e questa è l'amicizia la quale consiste nello scambiarsi i doni, e i doni legano le persone fra di loro in santa amicizia.
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Essere sempre grati. Grati estote [Col. 3,15] dice s. Paolo, sempre esser riconoscenti. Anche a una piccola cosa esser sensibili; anche alle volte soltanto ad un atto <e> che sembra di pura gentilezza, essere sensibili, apprezzare e sapere ringraziare.
Ringraziare Iddio e ringraziare i benefattori, i cooperatori. Questo è segreto per attirarvi altri cooperatori e altre benedizioni da Dio. Essere riconoscenti. Si dà volentieri a chi è riconoscente e si fatica a dare a chi non è riconoscente. Mai meritarsi il titolo di ingrati, mai. Grati estote, siate riconoscenti.

Albano Laziale (Roma)
21 gennaio 1958

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4 (a) R: in.
(b) R: Entrambi.

9 (a) Per parrocchia qui si intende chiesa parrocchiale.

11 (a) R: E tante.

12 (a) R: avverrà

13 (a) V: Ecco l'ancella del Signore.