IV. «VIDERE PETRUM»
Anche quelle che erano sopra, sono arrivate? Sì? Va bene (a). Ecco vi ringraziamo che siete venute a vederci (b). Sì. Veramente bisogna fare come san Paolo il quale disse che era andato a Gerusalemme Videre Petrum [Gal.. 1,18], era andato a Gerusalemme per vedere san Pietro. Adesso andrete a vedere san Pietro? Sì! A vedere cioè il capo della chiesa. Vedete, Roma ha una triplice civiltà: la civiltà romana, la civiltà medioevale e la civiltà cristiana, moderna. Ma [la] quello che non si trova in nessuna città del mondo; per quanto siano più grandi certe città, non hanno il privilegio del Vicario di Gesù Cristo, non hanno il privilegio di essere la capitale del cristianesimo, della chiesa cattolica. New York fa nove milioni, Tokio farà nove milioni circa e Londra non si discosta molto. Così vi sono tante altre grandi città nel mondo, ma il privilegio di Roma nessuno lo possiede: capitale del cattolicesimo, sede del Vicario di Gesù Cristo. Il che vuol dire che abita a Roma colui che è infallibile nell'insegnamento, quando cioè egli stabilisce, definisce cose che riguardano la fede e i costumi, ed è nello stesso tempo il maestro della liturgia. Il Pastore dei pastori.
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Vi è una gradazione: il parroco è un pastore della sua parrocchia, il vescovo è pastore della sua diocesi, ma il Papa è il Pastore di tutti, e dei vescovi e dei sacerdoti e dei singoli fedeli e dei fedeli presi assieme, complessivamente.
Così in ogni dubbio noi ci rivolgiamo a lui, al Papa. Perciò vedendo Roma e considerando la città come la sede del Vicario di Gesù Cristo, avete da prendere sempre meglio lo spirito pastorale.
Si serve nelle parrocchie, poi si serve nelle diocesi e poi si serve la chiesa universale, cioè si serve il Papa. Prima si è uniti ai pastori delle parrocchie, poi siete unite al pastore della diocesi, poi siete unite al pastore universale della chiesa cattolica, perché Gesù Cristo a lui, a Pietro, e nella persona di Pietro ai suoi discendenti [disse]: Pasce agnos meos, pasce oves meas (Gv. 21,15-17), pasci i miei agnelli e pasci le mie pecorelle. Gli agnelli rappresentano i fedeli, le pecorelle rappresentano i vescovi.
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Le quattro basiliche principali, che avete veduto in parte, sono: san Pietro, santa Maria Maggiore, s. Paolo e san Giovanni. san Giovanni è la matrice di tutte le chiese del mondo, di tutte le chiese del mondo. È dedicata al santissimo Salvatore, ma siccome era il battistero di tutta Roma, così è chiamata generalmente san Giovanni Battista, perché san Giovanni Battista ebbe la grazia di battezzare col suo battesimo - che non è il battesimo di Gesù Cristo - di battezzare lo stesso salvatore Gesù.
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La basilica poi di santa Maria Maggiore è ricordata proprio oggi (a) nella liturgia perché si faceva, in questo giorno, la cosiddetta stazione a santa Maria Maggiore e cioè partivano i fedeli e, col Papa, venivano alla chiesa di santa Maria Maggiore per fare speciali preghiere quaresimali. Si chiama quindi chiesa di santa Maria Maggiore o santa Maria al Presepe perché vi è la mangiatoia dove è stato il Bambino Gesù; si venera come reliquia.
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Poi la chiesa dei due primi pastori, più grandi pastori: san Pietro e san Paolo. San Pietro il quale venne a Roma e stabilì lì il suo vescovado. E tutti i suoi successori hanno quindi il potere di reggere tutto il mondo cattolico, perché Gesù Cristo aveva stabilito Pietro: «/Sopra di te/ (a) edificherò la mia chiesa» [Mt. 16,18]. E allora coloro che succedono nell'episcopato a Pietro, sono incaricati di governare la chiesa universale, hanno il potere su tutta la chiesa universale.
Particolarmente bisogna recitare il Credo per protestare la nostra fede a Pietro, nella persona del Papa, e a Gesù Cristo il quale lo ha reso infallibile.
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Dopo vi è la basilica di san Paolo, che è più vicina, la basilica che fu costruita da Costantino. Poi andò distrutta nel 1823 da un grande incendio e fu riedificata com'è adesso da quattro pontefici, i quali non cessarono di prendersi somma cura di costruirla e di costruirla con fede e costruirla veramente adatta a colui al quale è dedicata, il grande apostolo Paolo.
Continuando quella strada dalla basilica, continuando la strada Via Ostiense, si arriva al luogo che era chiamato delle «acque salvie», perché c'eran delle fonti, e lì è il posto del martirio di s. Paolo secondo la tradizione, come il colle Vaticano è il posto del martirio di san Pietro, e sotto la basilica si conserva il sepolcro, a una certa profondità, perché dopo vi son stati tanti movimenti di terra, quindi il sepolcro è /rimasto/ (a) allora, <come è messo> come è risultato in una certa profondità.
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Oh, a questi due apostoli domandare lo spirito delle pastorelle, ecco, e cioè di amare i pastori della chiesa e nel pastore della chiesa amare il grande pastore il Papa e colui che è il nostro salvatore Gesù Cristo, il quale è rappresentato appunto da s. Pietro e dai capi che gli succedono. Sì!
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Oh, ora, credo che siete riconoscenti alla madre (a) che vi ha dato questa giornata bella (b). Sì! E domandare qui a Roma le principali grazie, quelle che vi stanno più a cuore, particolarmente la fedeltà alla vostra vocazione: essere vere pastorelle! Cioè avere lo spirito di Gesù che disse di sé: «Io sono il buon Pastore» [Gv. 10,11] felici di collaborare a vantaggio delle anime e alla gloria di Dio in un apostolato così grande e così ricco di meriti.
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Adesso se credete di visitare ancora la casa dell'apostolato che è appena finita, ma ci sono ancora i cortili tutti in preparazione. Oh!, e vuol dire che potrete /vedere/ (a) quel che c'è nell'apostolato e nella nuova casa dell'apostolato, perché voi avete un altro apostolato. Tuttavia gli apostolati non si oppongono, anzi son molto, molto di aiuto l'uno all'altro, l'apostolato vostro e l'apostolato dell'edizione, in particolare della stampa, sì!
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E così preghiamo gli uni per gli altri, non è vero? Sì!
Affinché possiamo compiere ognuno la propria missione. E poi? Paradiso? sì!, paradiso! Pregate anche il Signore perché vi dia la grazia di aver poi, quando a lui piacerà, una chiesa adatta per celebrare le vostre funzioni in modo sempre più devoto e solenne. Sì!
Roma - Santuario Regina Apostolorum
26 febbraio 1958
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50 (a) Queste prime battute sono dette in attesa che tutto il gruppo scenda dalla cupola del santuario Regina Apostolorum.
In quel giorno le suore professe, le novizie e le postulanti che si trovavano ad Albano, sono andate a visitare Roma, specialmente le quattro basiliche romane, il santuario e la nuova casa di apostolato stampa della Pia Società san Paolo, in Via Alessandro Severo.
Il Primo Maestro attendeva questa visita e dimostra il suo gradimento.
(b) Il gruppo dimostra viva partecipazione e soddisfazione alle parole di Don Alberione.
53 (a) Si tratta del Mercoledì delle quattro tempora di quaresima.
54 (a) V: Su questa pietra.
55 (a) R: stato.
57 (a) Madre Celina Orsini, Superiora Generale.
(b) Il gruppo risponde: «Sì».
58 (a) Così T. Omette R.