Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

X. PRIMO: LAVORARE SUI PENSIERI
/Abbiamo da chiedere per l'intercessione dei santi apostoli Pietro e Paolo e di Maria, madre del divin Pastore/ (a) la grazia di seguirlo, di capirlo, di imitarlo, di viverlo Gesù buon Pastore.
L'amore che abbiamo da dimostrare a Gesù buon Pastore in primo luogo è nella mente.
Quando si studia il catechismo, quando si legge il vangelo o qualche libro di cultura religiosa, quando si sentono le meditazioni, le prediche, allora la nostra mente si unisce alle mente di Gesù, di Gesù buon Pastore. E si pensa come lui, si vive la sua dottrina, si sente il suo insegnamento. Non credere che sia soltanto amore a Gesù quel sentimento qualche volta di consolazione, di dolcezza, che si prova dopo la comunione.
Il primo amore è sempre l'unione della mente!
124
Quando si presta attenzione e si cerca di comprendere l'insegnamento di Gesù, allora si compie quello che è l'atto più prezioso, più caro a Dio, più meritorio di amore, sì. L'amore che è l'unione con Dio, l'unione di mente con Gesù, sì!
E quando anche si fa la comunione si ha sempre da domandare al Signore Gesù questo amore di unione di mente.
Quando si fa l'atto di fede prima della comunione o dopo la comunione, allora quell'atto di fede è il più meritorio fra gli atti che si possono far dopo la comunione perché è l'unione della mente con Gesù. Pensare come Gesù!
125
Gesù viene nel nostro cuore per nutrir l'anima, ma come pensiamo noi che sia questo nutrimento? Non è il pane che si è mangiato a colazione, e bisogna distinguere bene il pane dal Pane cioè il pane naturale dal Pane eucaristico. E questo Pane eucaristico che cosa significa /o/ (a) meglio quale parte dello spirito dell'uomo fortifica? Precisamente la nostra mente, il nostro spirito ch[e] ha da esser alimentato. I pensieri soprannaturali!
126
La rispondenza alla vocazione è facile ed è completa, facilmente completa, quando si prendono le idee, i pensieri direttivi della vita religiosa. Se nel noviziato si prendono i pensieri, le idee e direttive della vita religiosa e questi pensieri sono quegli stessi che ci provengono dal vangelo, allora si fonda bene la vita religiosa, allora si compie bene l'atto di amore verso Gesù buon Pastore. Allora sì: «Se vuoi esser perfetto...» [Mt. 19,21], unione della mente con Gesù.
127
L'errore di molte giovani e anche di molte persone che non sono più giovani e poi l'errore che fanno molto spesso i cristiani sta lì, nello sbagliare in che cosa consiste il vero amor di Dio. È la parte principale dell'amore di Dio! E l'uomo è tale per la intelligenza e la sua unione a Dio in primo luogo è per l'intelligenza.
E Gesù che viene nel nostro cuore, viene per alimentare l'intelligenza e viene quindi per attirare l'anima affinché quest'anima piena di fede pensi come Gesù pensa. Sì! Voi che dovete poi insegnare agli altri questo amore di Dio, in primo luogo ottenerlo, esercitarlo: l'unione della mente con Dio.
128
Persone che credono poco, o persone che adoperano la loro mente in tante cose inutili, in fantasticherie alle volte non solo inutili, ma anche o sciocche o non buone, meno buone almeno. La religione è in primo luogo fede! La mente nostra! Poi oltre che a fede è comandamenti e poi in terzo luogo è amore cioè sentimento. Ma in primo luogo sempre è fede. E la prova del nostro amore è «credere», e il nostro amore è la fede in primo luogo, come prima parte. Perciò nella novena di Gesù buon Pastore dare molta importanza a questo e servirsi di questi pensieri come direttive perché sono troppi i fedeli che sbagliano sopra questo punto fondamentale.
129
*** messo questo *** qui autem non credit, iam [damnatus] (a) est [Gv. 3,18]. Colui che non crede è già condannato. Ecco perciò <la prima cosa>, il primo elemento che entrerà nel giudizio di Dio a nostro riguardo sarà circa la fede: come abbiamo pensato. Voi avete pensato bene, difatti avete lasciato al mondo i suoi pensieri, le sue occupazioni, i suoi beni, le sue consolazioni e avete scelto Dio. Questo indica fede, cioè che Dio valesse più di tutto, che farsi dei meriti valesse più di tutto quel che si può godere sulla terra. Fede! Fede! Fate che io creda sempre più. Unione di mente a Gesù buon Pastore.
130
<Poi viene la>. Viene poi di conseguenza la unione di cuore, cioè si cerca Iddio come avete cercato voi: avete cercato il Signore, avete cercato quello che piace di più al Signore, quello che vi guadagna maggiori meriti per l'eternità.
Non aspirazione a essere stimate, non aspirazione alle soddisfazioni, non aspirazione di ambizione, di vanità, da cui sono guidate tante figliuole; non aspirazioni a cose della terra, cioè ai beni della terra. Voi avete cercato il Signore, quello è l'amore.
L'amore pratico per voi è vivere adesso la vita religiosa che avete cercato. Quello è l'amore, perché è distaccare il cuore da ciò che sono i beni esterni, dalle soddisfazioni carnali e dalla volontà propria.
131
Questa è anche la vita religiosa e si fa il voto per questo; quindi il voto di povertà, castità e obbedienza per cui noi cerchiamo Iddio e non quello che è esterno perché di beni esterni, fosse pure il vestir bene o soddisfazioni, fosse pure il mangiar bene o la propria volontà, fosse pure qualche volta in cose anche buone... Amare la vocazione, vivere, seguire la vocazione. Questo è il secondo punto dell'amore di Dio.
132
Poi viene il terzo che è la unione di volontà, non soltanto di intelletto e di cuore, di sentimento, ma ancora di volontà. Fare la volontà di Dio, abbracciar la volontà di Dio momento per momento.
Siccome tutta la giornata la seguite facendo quelle cose, attendendo a quelle occupazioni che son segnate, allora bisogna subito dir così: che tutta la giornata è passata in amor di Dio per parte della volontà, per parte della volontà! L'osservanza degli orari, la precisione e la prontezza nell'osservanza degli orari, ecco, costituiscono questo amore di volontà, sì. E poi questa volontà: adesso studi bene, adesso fai bene la ricreazione, adesso sei all'apostolato, bene. Facendo così la volontà di Dio si ha l'unione della volontà col Signore. Ecco l'amore pratico.
Chi ama il Signore fa il volere di Dio. Allora abbiamo l'anima amante di Dio. Fede, amore, unione di volontà: l'anima amante di Dio, sì! Non pensiamo e non abbiamo delle idee false dell'amor di Dio, ma le idee giuste. E del resto il Signore ha voluto esprimersi bene: «Amar con tutta la mente e amar con tutto il cuore e amar con tutte le forze» (cf. Dt. 6,5) cioè con tutta la volontà. Questa unione, questa unione! Sì!
133
E se volete anche più poi precisare: l'unione della mente con la congregazione, cioè che si pensa come pensa la congregazione. Come pensa? Secondo le costituzioni, secondo l'indirizzo che ha, secondo le persone di cui si compone. L'amore alle idee della congregazione. E poi l'amore a tutte le cose e a tutte le persone, gli uffici, gli apostolati, gli indirizzi che ci sono in congregazione e poi la pratica degli orari e la pratica di quello che viene determinato giorno per giorno e quello che viene consigliato, ecco.
134
Oh, il Signore benedica, ci faccia comprendere bene quello che è amare il Signore, ciò che significa amare il Signore davvero, sì. Non sbagliare nell'idea dell'amor di Dio, eh!, perché sarebbe un errore molto grave quello. E così poi portare alle popolazioni, portare specialmente alla gioventù femminile l'idea giusta dell'amor di Dio, sì l'idea giusta dell'amor di Dio. Così si opererà molto di più per la salvezza delle anime, sì!
Oh, dunque far bene la novena a Gesù buon Pastore stabilendovi nel concetto giusto dell'amor di Dio, dell'amore a Gesù buon Pastore. È un gran passo! Vi sono persone che passano anni ed anni, anche nella vita religiosa, e non finiscono di capire dove sta il vero amor di Dio. E allora il progresso non sarà molto grande, no. Il progresso è facilitato immensamente se si persegue, se si chiede il vero amor di Dio, quello che è secondo la filosofia, è secondo la teologia, è secondo il vangelo, secondo tutto l'insegnamento che ci dà la chiesa.

Albano Laziale (Roma)
16 aprile 1958

135

124 (a) Così T. Omette R.

126 (a) R: e.

130 (a) V: iudicatus.