Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. IL NOVIZIATO1

Predica alle neo-novizie Pie Discepole del Divin Maestro durante la funzione dell'ingresso in noviziato.
Roma, Via Portuense 739, 24 marzo 1959*

Il noviziato è la prova della vita religiosa e cioè: s'incominciano a osservare le virtù della vita religiosa, il modo di vivere delle Pie Discepole onde, alla fine, si possa prender la decisione di abbracciare tale stato e possono, anche le Madri, dare il giudizio sopra l'attitudine, la preparazione alla vita religiosa nell'Istituto delle Pie Discepole di Gesù Maestro. La vita religiosa si pratica, così, per virtù. Quando poi vi è la Professione, allora si pratica, così, per voto, secondo i voti.
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Allora nel noviziato, tre cose.
Prima, conoscerla bene la vita religiosa della Pia Discepola, conoscerla, quanto è possibile, per intero; quindi: lo stato religioso, un catechismo sui voti religiosi e poi le Costituzioni, le quali considerano la vita religiosa non solo in sé, ma la vita religiosa come vissuta dalla Pia Discepola.
Secondo, amarla tale vita. Nell'anno di noviziato si ha da acquistare un grande amore alla Congregazione e cioè alle Costituzioni, al modo di viver le Costituzioni, agli apostolati delle Pie Discepole, alla pietà della Pia Discepola, agli usi introdotti nella Congregazione. Amarla anche nelle persone, particolarmente nelle persone che guidano, poi nelle sorelle con cui si dovrà convivere e finalmente con le aspiranti, non solo quelle che già sono entrate, ma quelle che desiderate che entrino, cioè amore e desiderio delle vocazioni per l'incremento delle opere e della vita religiosa nelle Pie Discepole.
[Terzo,] e viverla. Conoscerla, amarla e viverla tale vita. Sì, viverla. Viverla umilmente, sì, perché bisogna considerarsi come quelle bambine che vanno a scuola in prima elementare. Fate il primo anno di vita religiosa e lo fate ancora soltanto per amore della virtù, delle virtù: povertà, castità e obbedienza. Poi, verrà il secondo anno, il terzo anno, quando già allora avrete il legame dei voti, quindi il merito in più dei voti, per la virtù della religione.
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Come conviene entrare, già vi siete preparate. Primo, bisogna entrar con fede, poi con speranza, fiducia e poi in carità perché la vita religiosa è la vita di un'anima che ha più fede, che ha miglior speranza, più forte speranza e poi più ardente carità. E la pratica delle tre virtù teologali che son fondamentali, le quali vengono fino all'applicazione nell'esercizio e nella pratica dei voti e quindi: per mezzo della fede, si acquista l'obbedienza e per mezzo della speranza, si ama la povertà e per mezzo della carità si ama la castità.
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[Primo,] entrare in fede. Proporvi di domandar la grazia di penetrar bene i princìpi teologici della vita religiosa, quali li abbiamo nel Vangelo poiché l'autore della vita religiosa è Gesù stesso, il quale l'ha vissuta perfettamente, il quale la propone alle anime che gli son più care. I princìpi teologici. In fede. Veder tutto con l'occhio della fede, sì, con l'occhio della fede e cioè: che è una vita di privilegio ed è una vita che pure ha le sue difficoltà. Ma perché? Perché è promesso un premio più grande. E allora, siccome Gesù nella sua vita ebbe più prove, e questa settimana consideriamo quanto egli ha sofferto, come egli ha consumata, fino a dire: consummatum est1 la sua prova, la vita, la vita intiera per il Padre, ecco, così vedere della vita religiosa, un fervore di anime che camminano verso il cielo con decisione. La vita religiosa non è fatta per chi è indifferente, chi è pigro, incostante. Il Signore si sceglie i fiori, ma fiori belli, e gli altri son lasciati fuori delle mura, della cinta, perché non hanno questa grazia.
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In secondo luogo, entrar con speranza, fiducia, che quest'anno aumenti molto la grazia di Dio, che avrete una luce speciale nell'anno e quindi, anche una maggior forza. Fiducia. E quindi guardare al paradiso come alla vostra terra promessa. Non per la famiglia. Distaccate dal mondo. La vostra terra promessa è il cielo: exi de cognatione tua et de finibus tuis et veni in locum quem monstrabo tibi1. Esci, non solamente fisicamente, dalla tua parentela, dal tuo paese, ma esci spiritualmente, sì, col cuore. Il cuore si ha da mettere nella Congregazione. Exi de cognatione tua et de finibus tuis. Quindi, con ferma speranza.
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Poi, in terzo luogo, entrare in carità, cioè domandare al Signore un amore più ardente e un amore forte per l'apostolato, per gli apostolati, un amore più ardente. Che il cuore si concentri in lui. Che cosa cerca il tuo cuore? ancora la stima degli uomini? ancora qualche cosa di quel che cercano gli uomini, che si cerca nelle famiglie? o cosa cerchi? la stima o le soddisfazioni o le ricchezze? Il cuore volto là, tutto. Questo non è solamente in qualche sentimentalità, questo vuol dire: io cerco Dio et me expectant iusti1: io cerco il Signore e mi aspettano i giusti, i santi del cielo e basta. Il cuore rivolto là. Questa è la carità verso Dio, la quale poi carità si vive in Cristo perché noi per andare al Padre abbiamo la via che è Cristo. Lui si è fatto la Via. E poi è amore all'apostolato, cioè, amore al prossimo.
Come aiutano, le Pie Discepole, le anime? E l'aiutano con l'apostolato eucaristico e con l'apostolato del servizio sacerdotale e con l'apostolato liturgico. Servizio a Gesù eucaristico è amore. Servizio al sacerdote, a Cristo, nella persona dei sacerdoti, è amore. E servizio alla Chiesa nell'amore a Gesù Cristo per mezzo dell'apostolato liturgico, sì.
Allora, anno benedetto da Dio, questo. E'l'anno più importante della vita. Quindi si entra con fede, con speranza e con carità. E si entra per sviluppare queste tre virtù e viverle più profondamente. E si entra per trasformarvi, cambiar stato: da semplici cristiani in religiosi.
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Tre sono gli stati: per gli uomini, per i cristiani, e lo stato religioso. Prima la vita cristiana che è uno stato semplice, il primo; e poi la vita religiosa che è uno stato superiore. Allora una trasformazione. Non è un anno soltanto in cui ci sono occupazioni diverse, in cui si hanno scuole diverse, no. È un anno di trasformazione interiore. Perché siete entrate semplici cristiane e, se a Dio piacerà, dovete uscire religiose. Ringraziare, dunque, il Signore di questo grande beneficio di avervi scelte. Sempre riconoscenti della vocazione e considerare questo anno come l'anno in cui voi incominciate e vi consolidate in questa vita delle Pie Discepole di Gesù Maestro.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 25/d (= cassetta 59/b.1). Per la datazione, cf PM: “Il noviziato è la prova della vita religiosa...”. “E questa settimana consideriamo quanto egli [Gesù] abbia sofferto...” (cf dAS in questa stessa nota). - dAS, 24/3/'59 (martedì santo): “Va [il PM] per entrata in noviziato dalle PD. Predica”. - dAC, 24/3/'59: “Ammissione al Noviziato (PM)”.

1 Gv 19,30.

1 Gn 12,1.

1 Sal 141,8.