Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

18. DOMENICA XX DOPO PENTECOSTE 1

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 4 ottobre 1959*

"...c'era un regio ufficiale il cui figlio era ammalato in Cafarnao. Ed avendo egli sentito dire che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò a trovarlo e lo pregò di recarsi a guarire il suo figlio, che era moribondo. E Gesù gli disse: Se non vedete segni e prodigi, non credete. E l'ufficiale regio: Signore, vieni, prima che muoia il mio figliuolo. Gesù gli disse: Va', il tuo figlio vive. Quell'uomo prestò fede alle parole dettegli da Gesù e partì. Ed avanti che arrivasse a casa gli corsero incontro i servi con la notizia che il figlio viveva. Domandò loro pertanto in che ora avesse cominciato a star meglio. E quelli gli risposero: Ieri alla settima ora lo lasciò la febbre. Allora il padre riconobbe essere quella appunto l'ora in cui Gesù gli aveva detto: Il tuo figlio vive e credette lui con tutta la sua famiglia2.
Qui si parla evidentemente della fede. Prima la fede per cui l'ufficiale regio era ricorso a Gesù per il figlio ammalato. Poi della fede quando Gesù inculca: Se non vedete prodigi voi non credete. E poi la fede di nuovo dell'ufficiale regio, quando avendo udito da Gesù: Tuo figlio vive, cioè, è guarito, credette e tornò a casa persuaso che la grazia era ottenuta. E difatti gli corsero incontro i servitori dicendo che il figlio ora viveva. Avendo domandato a che ora era cominciato a star meglio, l'aveva lasciato la febbre: Ieri, all'ora settima, e capì che quella era appunto l'ora in cui Gesù gli aveva detto... l'aveva assicurato. Credette lui, ecco di nuovo la fede, e tutta la sua famiglia.
147
Qui si tratta di domandare l'aumento di fede. La fede di quell'ufficiale regio, già in qualche maniera vi era, se no non sarebbe andato a Gesù per chieder la guarigione del figlio. Ma era fede imperfetta, perché credeva che Gesù potesse guarirgli il figlio se andava a casa sua, cioè se andava a casa sua, vedeva l'infermo, gli imponeva le mani, lo benediceva e poi un prodigio lo guariva. Ma Gesù gli rimproverò questa scarsità di fede: Se non vedete segni e prodigi non credete. Ma un poco aveva già creduto, se no non sarebbe venuto a cercar Gesù. Qui si vuol dire: aumento di fede, perfezionamento della fede. Ma poi questa fede deve essersi accresciuta nel suo cuore, più abbondante, tanto che credette quando Gesù gli disse: Va pure, il tuo figlio vive. E fu confermato, questo, dall'annuncio che il figlio veramente era guarito. E quello che poi mostra che la sua fede era accresciuta e diventata, possiamo dire, perfetta, relativamente perfetta, si è questo: credette lui con tutta la sua famiglia. Non solo la fede per sé, ma la fede in tutta la sua famiglia, il che vuol dire che... la fede più compita e più perfetta, sì, più compita e più perfetta, perché già c'è stata la fede.
148
E c'è la fede in una certa misura. Se non ci fosse stata la fede non si sarebbe abbracciata la vita religiosa. La vita religiosa si abbraccia appunto perché si crede che con essa si aumentano i meriti e si avrà un paradiso più sicuro e più bello, che il consacrarsi a Dio è più che non soltanto servire a Dio, e cioè che la vita religiosa è più perfetta della vita del semplice cristiano. Questo ci ha portati a consacrarsi a Dio e scegliere la via migliore, dietro l'invito: Se vuoi esser perfetto, lascia tutto, vieni e seguimi1. Ed è di fede che la vita religiosa è più perfetta che la vita del semplice cristiano, in sé.
149
Quanto poi all'osservanza, eh, ci sono religiosi e religiose molto santi e ci sono anche religiosi e religiose che son tiepidi. Perché poi, quello che segna in noi la perfezione, è l'amore, cioè il fervore. Se vi è una vocazione, allora, si entra in uno stato di perfezione: è uno stato di perfezione. Non vuol dire che poi tutti, in quello stato di perfezione, attendano veramente ad una santità distinta, perché si può trasgredire i propri doveri in qualunque stato. Il dovere principale della religiosa, del religioso, sono di attendere alla perfezione, è il primo articolo delle Costituzioni.
150
Dunque, si è creduto. Bisogna, però, che quella fede che ci ha portati ad entrar nella vita religiosa si nutra, cresca, perché è lo stesso il mezzo di santificazione. Il mezzo che ci ha portati ad abbracciar la vita religiosa, e quello di corrispondere e di vivere la vita religiosa, è sempre la fede. La fede che può essere arrivata a un certo grado, quando si è fatta la professione; la fede che può arrivare ad un grado altissimo, nel corso degli anni della vita religiosa. Non si può ogni anno essere allo stesso punto di santità, no, gli anni ci sono dati per crescere. E se non si può essere allo stesso punto di perfezione sempre, ogni anno allo stesso punto, vuol dire che non si può stare allo stesso punto, in riguardo alla fede, perché è la radice. Una radice che non venga alimentata, eh, che cosa succede? Se non ha il terreno sufficientemente inumidito, se non trova nel terreno gli elementi necessari da succhiare e quindi da mandare alla pianta, la pianta resterà sterile e cioè non darà foglie, non darà fiori, non darà frutti. Se poi di questi elementi nel terreno la radice non ne assorbe affatto, la pianta dissecca, è finito. Vuol dire che se la fede in noi cresce, crescerà anche il frutto, cresceranno i frutti e belli, saporosi, graditi a Dio, i frutti della vita religiosa. Diversamente questi frutti mancheranno e se non mancano del tutto, saranno frutti stentati, brutti, senza gusto, e allora la nostra vita non sarebbe di gusto di Dio, gradita a Dio.
151
Perciò dobbiamo fare come l'ufficiale regio: ricorrere a Gesù con la fede che abbiamo, ma chiedere l'aumento di fede, tutti i giorni, tutti i giorni. Vi sono persone che nella vita religiosa dimenticano che son cristiani e fanno della vita religiosa un formalismo solamente di pratiche esteriori e credono che tutto stia in quelle cerimonie, in quell'abito che portano, in quelle cose particolari di un'Istituto o di un'altro, dell'Istituto, cioè, in cui vivono.
La vita religiosa è la vita cristiana migliorata e cioè, bisogna sempre che si viva il cristianesimo per vivere la vita religiosa e il cristianesimo sta nella fede, speranza e carità. E la fede sta nelle verità del Credo che dobbiamo sempre meditare, approfondire e nelle verità che circondano il Credo, perché in quei dodici articoli non sono esplicitamente annunziate tutte le altre verità, ma sono annunziate già in complesso, cioè sono annunziate come contenute e così noi abbiamo da credere a tutte quelle verità che ci espone il catechismo e che vengono predicate.
Ma poi, arrivare al punto di vivere di fede, vivere di fede e cioè, sostanzialmente, pensare che le nostre giornate, i nostri momenti ci sono dati per l'eternità e che tutto quel che facciamo e quel che diciamo e quel che pensiamo e quel che desideriamo, può essere meritorio, se [è] secondo Dio, quindi ad ogni momento possiamo tesoreggiare: Thesaurizate vobis thesaurum in coelo1. E possiamo anche perdere ad ogni momento con pensieri inutili, oppure anche frivoli, strani, con desideri strani, con parole che non diremmo se fossimo in punto di morte, perché là ci si pensa di più a quel che si fa, se pure in punto di morte si ha l'uso di ragione, cioè se non si è perduta la conoscenza. E opere che siano, non di disgusto di Dio, ma di gusto di Dio.
152
Ecco, se noi abbiam sempre fede, questa fede che ci accompagna e per cui tutte le nostre azioni siano secondo il volere di Dio e ordinate al Signore. I due fini, i due fini: la gloria di Dio, la pace degli uomini1, che vuol dire: nostra santità e salvezza dell'umanità. Pace degli uomini. Fede, sì. Propositini accidentali, ecco, possono anche esser buoni, però non bisogna mai che dimentichiamo l'essenziale e cioè, quello che costituisce veramente la vita cristiana, costituisce la nostra anima in una vita soprannaturale, la grazia, l'aumento di grazia ogni giorno, dal cui aumento di grazia, di vita interiore, dipende precisamente l'aumento di fede, di speranza e di carità, perché quando abbiamo ricevuto il battesimo, [abbiamo] ricevuta la vita soprannaturale e le sue manifestazioni e cioè, la fede nella mente e la speranza nella volontà e la carità nel cuore, per cui il bambino, se muore prima dell'uso di ragione, dopo che ha ricevuto il battesimo, va direttamente al cielo, eterna beatitudine. L'essenziale: l'aumentare in noi la fede e la fiducia, la speranza nella bontà di Dio per cui confidiamo di andare in paradiso mediante le buone opere che debbo e voglio fare. E poi l'amore al Signore e al prossimo. Carità.
153
Aumento di fede, sì. Persone che non ricordano quasi mai Dio, operano non san neppure perché: perché le altre persone fan così, perché si deve far così, altrimenti si hanno osservazioni, si fa la figura di essere strani e così, come materialmente. Quel dire: Vi offro le azioni della giornata1 sia proprio sentito. Tutte le azioni, anche il lavarti le mani e tutto quel che si fa, secondo il Signore. Piace al Signore, questo? Come faceva la Madonna? La Madonna, fra le più pure creature, è quella che è piaciuta di più al Signore. E allora, far come lei, si piacerà al Signore anche noi. E così le azioni della giornata e il mangiare e il riposare e le conversazioni e tutti quei piccoli sacrifici, quei piccoli lavori, quelle piccole premure che si hanno. Le azioni della testa, cioè della mente, cosa si pensa; e del cuore; che quando ci entra anche la volontà divengono veri atti, sia i pensieri, quando la volontà approva o disapprova e sia i sentimenti, quando la volontà approva o disapprova; e tutte le singole parole anche i gesti, anche il modo di andare, di camminare, di tener relazioni con questo, di troncare le parole o di dirle secondo è il dovere. Le azioni della giornata: Fate che siano tutte secondo la vostra volontà2.
154
Perché il punto fondamentale della fede è questo:
- Che veniam da Dio. Mi ha creato per conoscerlo, amarlo e seguirlo e vivere secondo Dio e poi andar eternamente a godere Iddio, ecco. E che non è per altro la giornata, non sono per altro le forze, l'intelligenza, la salute, ecc., non ci ha dato il Signore per altro e la casa e il vestito e il cibo e le istruzioni e le grazie interiori e i sacramenti, ecc.. Tutto, per questo: per la vita eterna. Fede.
- Che siamo ordinati a Dio e ordinata, non solamente la vita, in generale, ma oggi, la giornata, questo momento della giornata. Questa è una grande grazia. Poi arrivare ad una fede completa, perfetta, quanto è possibile. Allora sarà la vita perfetta quanto è possibile secondo le grazie che abbiamo avuto e secondo lo stato in cui ci troviamo. Supplicare: "Signore, dà a noi l'aumento di fede, speranza e carità". Prima, però, la fede.
Sia lodato Gesù Cristo.
155

1 * Nastro 107/a (= cassetta 64/a). - In PM non vi è nessun accenno cronologico. - dAS, 4/10/'59: “m.s. per cappella Casa Generalizia SSP” (E cioè: dopo Messa tiene meditazione alle PD del servizio CG, SSP; cf anche c171 in dAS).

2 Gv 4,46-53.

1 Cf Mt 19,21.

1 Mt 6,20.

1 Cf Lc 2,14.

1 Preghiera: Vi adoro, mio Dio.

2 Preghiera: Vi adoro, mio Dio.