Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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82. LA SANTA. MESSA82
1. Il Signore vi aveva dato una grande casa ed era giusto dare a Lui un buon altare e un bel tabernacolo, e voi l'avete dato e ciò è gradito a Gesù buon Pastore.
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2. L'altare è anzitutto il legno della croce, quel legno su cui Gesù si è offerto per la nostra salvezza: sull'altare si offre lo stesso sacrifico della croce.
L'altare è la mensa, cioè è quella tavola benedetta su cui Gesù prepara ai suoi figli il Pane benedetto, se stesso: «La mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda» (Gv 6,55).
L'altare è la casetta di Gesù, «Domus mea».
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3. Da queste considerazioni nasce il proposito di voler ascoltare sempre meglio la santa messa, di spiegarla, di portarvi i bambini, di fargliela intendere e ascoltare bene.
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4. Gesù fu immolato sulla croce; lo stesso sacrificio è portato qui sull'altare per adorare, ringraziare, impetrare e rendere grazie in eterno al Padre. Accompagnarsi con Maria che sulla via del calvario aveva raggiunto Gesù, lo aveva seguito e consolato. Bastava essa sola: Maria riparava l'odio satanico.
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5. Quanto tremendo fu per Maria e per Gesù il momento in cui venne confitto in croce! Quei colpi si percuotevano come tante martellate sul cuore di Maria. Seguirono poi le tre ore di agonia. Immaginiamo i sentimenti di Maria nell'offrire l'Agnello immacolato.
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6. E' bene seguire la messa. Ciò non significa solo rispondere al sacerdote, bensì penetrare e accompagnare la parte sacrificale offrendoci anche noi.
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7. Quando Gesù si è offerto: «Questo è il mio corpo, questo è il mio Sangue» ha detto subito «Prendete e mangiate» (Mt 24,26). La messa deve stabilire l'unione di Gesù buon Pastore col suo popolo. Voi dovete infondere tanta devozione al popolo nei riguardi della messa. Rivolgano i fedeli dall'officina, dal campo, un pensiero a quel Gesù buon Pastore che si immola e santifichino le feste.
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8. L'altare è la mensa: ci si nutre del corpo e del sangue di Gesù. Dobbiamo avvicinarci a questa mensa santamente. Gesù ci chiede «Io sono santo, e voi lo siete?». Ricevere Gesù da Maria, riceverlo da Lei bene. Avere fede viva, speranza ferma che da Gesù riceveremo la grazia del paradiso e le grazie per raggiungerlo.
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9. Comunicarsi intieramente con la mente, con la volontà, col cuore. E' il tempo di offrire il corpo come verginale ossequio. Ringraziare con sentimenti di fede, di speranza, di carità. Gesù è con me ed io sono con Lui tutta la giornata. Sentirsi tabernacoli caldi e ben più graditi del marmo freddo per quanto prezioso esso sia.
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10. L'altare è la «domus mea». Un giorno Gesù fu nella grotta di Betlemme, poi nella casa di Nazaret, poi fu senza casa durante la sua predicazione, infine, ebbe per casa il sepolcro, poi il cielo e Gesù è ora, come Dio e Uomo, in cielo e nel santissimo Sacramento.
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11. Venire volentieri a salutare Gesù. Ci saremmo mossi anche da lontano se ancora adesso la famiglia di Nazaret fosse visibile. Ma sull'altare troviamo Gesù e accanto a Lui Maria; salutiamo prima l'uno poi l'altra e chiediamole che ci suggerisca nella visita i suoi pensieri.
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12. L'altare è offerta: ascoltare bene la messa. L'altare è mensa: fare bene la comunione. L'altare è «domus Dei» fare bene la visita cioè: l'adorazione, il ringraziamento, l'impetrazione, l'offerta. La visita ha un senso più largo dell'adorazione, è far visita al Padre celeste e comincia quando entriamo in comunione, in confidenza, in intimità con Gesù.
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13. Fate i vostri buoni propositi. Gesù buon Pastore vi benedica tanto. Sempre più unite a Lui fino a che saremo uniti in paradiso ove lo vedremo splendente e glorioso. La fede supplisca per ora alla vista che non può vedere.

Albano Laziale (Roma)
17 luglio 1957

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82 Albano Laziale (Roma), 17 luglio 1957