Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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59. UMILTA' NELLA PREGHIERA59
1. Abbiamo compiuto il nostro dovere di carità fraterna verso la nostra buona madre Claudia. Ora sono certamente da imitarsi le virtù.
Questa mattina vi ho parlato della necessità di essere umili. Ora vediamo l'umiltà nella preghiera. Qualche tempo fa ho dovuto fare una conferenza alle superiore generali sulla necessità della pietà nelle superiore. L'umiltà porta la superiora a pregare di più.
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2. La superiora ha diversi uffici: istruire, correggere, dare buon esempio. Però l'ufficio più importante è quello di pregare. E perché deve pregare di più? Per dare buon esempio! Se si vuole che le nostre suore preghino, è necessario precederle con l'esempio. Dare l'esempio di preghiera, come Gesù che pregava notti intere per gli apostoli. Prima della passione, messosi in disparte, aveva passato un'ora in preghiera e rimase dispiaciuto perché gli apostoli si erano addormentati e non avevano potuto vegliare neppure un poco con Lui. Dare buon esempio in tutto, ma soprattutto nella preghiera.
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3. La superiora ha bisogno di più grazie, perché ha impegni più difficili. Se sbaglia una suora si può rimediare, ma se sbaglia la superiora è peggio. Le altre fanno poi come facciamo noi.
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4. Poi lasciatemi dire anche questo; vi posso dire tutto, vero? Sì!... Dobbiamo considerarci come in famiglia in cui ci si può parlare liberamente. L'istituto in principio non ha potuto formare bene le prime anche per le necessità dell'apostolato, ed anche la pietà è stata un po' esteriore.
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5. Ora a queste che sono qui si cerca di dare sempre una maggior profondità nella pietà e in tutto. Ad esempio, riportandomi agli studi di quando io ero in seminario, trovo che non ci sta più il paragone tra lo studio di una volta e quello di ora. Io ho dei sacerdoti che sanno molto più di me. Allora che si deve fare? Studiare e cercare di aggiornarsi. Però quando non c'è umiltà, questo non si accetta. Si pretende di essere formate ed intanto si sta ferme. Si deve progredire!
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6. Avevo scritto in questi giorni un articolo su san Paolo: «I vecchi sacerdoti non si turbino se i giovani sanno di più e fanno di più; siano contenti. Però i giovani pensino che si trovano in una casa già fatta e con un lavoro già iniziato». Ci vuole umiltà da ambo le parti. Gesù ha detto: «Chi crede in me farà cose grandi» (Gv 14,12). Essere contente se si progredisce.
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7. Le vecchie che hanno messo le fondamenta e il primo piano, non pretendano che le giovani rimangano ferme; non dire mai «ai miei tempi»; non pensare che possa bastare il primo piano. E le giovani non si insuperbiscano se fanno di più e se costruiscono il secondo piano, pensino che l'hanno fatto sul primo. Le vecchie non se l'abbiano a male se le giovani sanno di più: si deve progredire per dovere. Perciò si preghi e si stia umili tutte.
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8. Ognuna faccia il bene nel suo tempo e nelle sue possibilità. Quel che conta è l'amore con cui si fanno le cose.
Chi sa fare qualche cosa, lo faccia per dovere e non si inorgoglisca e le anziane incoraggino sempre le più giovani e le più capaci e non si turbino. Quindi maggior preghiera.
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9. Preghiera anche per saper comprendere le inferiori. Quindi pregare per ottenere le grazie per capire le suore: le loro attitudini, disposizioni morali, capacità, salute.
Proporzionare poi il comando alle attitudini. In ogni lavoro e disposizione però, non lasciar mancare il tempo per la preghiera.
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10. Come mai alle volte si sente dire, da suore anche buone: mi sono fatta suora per pregare di più e invece non mi rimane mai il tempo perché sono stracarica di lavoro. Manchi il tempo per le altre cose, ma non per la preghiera! Alle volte si pretende troppo dalle suore. Prima si faccia pregare poi il lavoro: si farà di più. Il Cottolengo, a quelli che gli facevano osservare che le suore stavano un po' troppo a pregare, mentre c'era tanto da fare, rispondeva: «Se non volete le suore perché preghino, me le riporto via». La suora ha bisogno di pregare di più per meglio capire la vita religiosa e il suo apostolato.
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11. Pregare di più per saper disporre, perché nella casa e nell'esercizio dell'apostolato ci sia ordine. La superiora ha bisogno di molte grazie in più, anche perché è responsabile delle anime delle suore a lei affidate. La superiora ha anche molto più bene e sacrifici da compiere e se vuole santificare le sue sofferenze deve pregare di più. A quelle che mi dicono che non trovano il tempo per pregare, vorrei chiedere: non puoi evitare un po' di quelle conversazioni inutili? Come osservi gli orari? Essere sollecite nella levata: le prime ore sono le più preziose. Subito pensare a immagazzinare grazie e forze per la giornata, per compiere bene e santamente ogni nostro dovere.
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12. La superiora deve avere cura anche delle vocazioni. Certi uffici non li deve affidare alle suore. Le vocazioni costano, non sono industria e abilità di certune. Costano soprattutto di ginocchia. Quindi pregare, chiedere continuamente consiglio a Gesù. Non consigliarsi con estranei, la suora deve sentirsi e la devono sentire superiore a tutti. Se abbiamo delle confidenze o delle necessità, confidarle fra noi e con i superiori. Guai quando si ricorre ad estranei. Per evitare anche questi pericoli, ci vuole preghiera.
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13. Tutto questo poi è frutto dell'umiltà: cioè saper riconoscere le nostre insufficienze e il bisogno di ricorrere a Dio.
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14. Un altro frutto è la dipendenza. Tutti dobbiamo obbedire. Le aspiranti e le novizie alle loro maestre, le suore alle rispettive superiore e queste ai superiori maggiori. Le più grandi obbediranno a Dio sulla cui via dovranno sempre camminare per non trasgredire né i comandamenti né i consigli che egli ci ha dati.
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15. Stamattina abbiamo considerato l'umiltà. La umiltà sarà veramente la vostra fortuna. Consideratevi le ultime e le serve di tutte, sull'esempio di Gesù che lava i piedi agli apostoli. Essere servizievoli, pronte ad ogni bisogno delle sorelle. Non impancarsi perché si è superiore. La superiorità dimostrarla per la maggior bontà e il maggior spirito di preghiera.
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16. Poi studiare ed imparare sempre nuove cose, anche la scienza dell'apostolato. Come potete insegnare se non sapete nemmeno le cose più elementari riguardo alla cucina, alle nozioni più semplici di medicina per individuare un piccolo male e farvi i rimedi?
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17. Pregare, umiliarci, consigliarci, confidare in Dio. Se siamo orgogliose nello spirito, il Signore ci umilierà nella carne. Abbiamo continuo bisogno dell'aiuto di Dio, per fare e per insegnare. Alla fine poter avere il merito non solo di aver operato il bene ma anche di averlo insegnato.
Vi do la benedizione. State serene. Gesù buon Pastore è con voi. E la Madre del divino Pastore vi consoli e vi guidi.
Veramente avete già fatto tanto bene. Siamo riconoscenti e corrispondiamo alle tante grazie.

Albano Laziale (Roma)
16 febbraio 1957

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59 Albano Laziale (Roma), 16 febbraio 1957