Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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60. I GRADI DELL'UMILTA'60
1. Sulle porte del cielo ci aspettano le opere buone fatte in vita per accompagnarci al premio. Le opere che avranno maggior pregio, allorché entreremo lassù, sono quelle compiute in umiltà e carità. L'umiltà ha tre gradi:
- umiltà di nascondimento
- umiltà di dimenticanza
- umiltà di abiezione.
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2. Umiltà di nascondimento. Considerare Gesù buon Pastore quando nasce bambinetto, in una grotta sulla paglia. Nasconde la sua divinità, la sua sapienza e grandezza. Vi sono persone che hanno belle qualità, ma amano che nessuno ne parli, persone che hanno il cuore pieno di virtù, di amor di Dio, eppure non lo mostrano.
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3. Umiltà di dimenticanza. Vi sono persone che dimenticano sé per dimenticarsi, per sacrificarsi senza misura per il prossimo.
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4. Umiltà di abiezione. Gesù si è addossato tutti i nostri peccati. Vi sono persone che accettano rimproveri immeritati. Se anche meritano qualche approvazione, non lo ricordano, ma cercano ciò che va contro la propria natura.
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5. Le opere umili saranno le più grandi al giudizio universale. Avere sempre semplicità e sveltezza per compiere tante piccole cose preziose agli occhi di Dio. Nelle opere essere ispirate alla carità: amore a Dio, alla Chiesa, ai pastori, alla congregazione, ai superiori, alle sorelle, ai peccatori, ai malati, ai bambini, a tutti. Solo e tutto per amor di Dio: le opere anche le più umili fatte per amor di Dio guadagnano un gran merito. E' l'amore con cui si agisce che ci guadagna un bel paradiso.
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6. L'abito esterno conta poco, contano invece le disposizioni interne. Le azioni veramente preziose, simili a vere gemme, sono quelle compiute in umiltà e carità. Quando passa all'eternità una sorella che ha operato sempre in umiltà ed amore, non sbagliamo a dire che sarà unita a Dio in un gaudio eterno nella misura in cui è stata caritatevole. Compiere anche le più semplici cose come il riposo con queste disposizioni. Nessuna si avvilisca, perché è ancor più facile compiere con umiltà le cose minime, mentre nelle grandi si può infiltrare l'orgoglio.
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7. Pensare all'eternità, al momento in cui si interrompe la conversazione con le creature per iniziare a conversare con Dio, con la Vergine santa, con tutti i beati, in una città nuova, nella celeste Gerusalemme.

Albano Laziale (Roma)
20 febbraio 1957

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60 Albano Laziale (Roma), 20 febbraio 1957