Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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62. LA VITA RELIGIOSA E' UNA SCUOLA62
1. Questa mattina sono stato dal Papa e gli ho parlato di voi, gli ho detto che andate nella parrocchia e lavorate ancora a servizio del Papa nella Pontificia Opera Assistenza. Egli si è compiaciuto ed ha raccomandato di ricordarsi sempre della vita interiore. Del resto io gli ho ricordato che la prima volta che gli ho parlato di voi, si era fermato sull'espressione «la vita vostra sia nascosta in Dio». Ciò vuol dire: vivere non solo la vita esterna ed attiva, ma la vita d'unione con Dio.
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2. Entrando nell'istituto voi vi accorgete che c'è l'istruzione per mezzo della scuola, poi vi sono le prediche, le meditazioni, gli orari... un complesso di regole e di indirizzi. Vi è però una scuola che apparentemente non ha una manifestazione così evidente come la scuola delle materie civili.
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3. La vita religiosa ha bisogno di una formazione. Quando entrate vi è una scuola di vita religiosa che non ha orari perché essa s'impara in tutti i momenti: è qualcosa di intimo che penetra ovunque. Voi aspirate ad essere totalmente di Gesù per mezzo delle opere pastorali, a riuscire in sostanza suore pastorelle che amano Dio con tutta la mente, con tutto il cuore e zelano con tutte le forze la salvezza delle anime.
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4. Quando una giovane entra, si deve tendere lì: con innumerevoli mezzi quasi invisibili viene generata alla vita religiosa, vita che è nuova, che è diversa da quella di famiglia, sì che produce una vera trasformazione di mente, di volontà, di cuore e di abitudini.
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5. «Ero una giovane comune, ma ora devo divenire un'altra Maria!». Come si fa? Praticare subito la povertà perché un giorno la professerò, subito la delicatezza perché un giorno farò il voto di castità, subito l'obbedienza perché un giorno la professerò, subito la vita comune perché un giorno sarà la mia vita. Subito zelare la santificazione dell'ambiente, perché tutto questo mi prepara all'apostolato parrocchiale. Devo diventare un'altra Maria!
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6. Avere questa persuasione per prendere tutto e fare subito quelle piccole cose che portano ad una completa trasformazione.
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7. Aver cura delle piccole cose, far conto di tessere una tela d'oro, con tanti piccoli fili d'oro: l'obbedienza, il silenzio, la sincerità, la semplicità, piccoli fili aggiunti a fili. Curare le cosettine piccole piccole; la regolarità è una scuola che va gradatamente formando nella figliola un'altra piccola Maria la quale collabora col parroco per la salvezza delle anime.
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8. Quanto si desiderano suore che sanno far presto a prepararsi per la parrocchia! Quanti desideri, quante richieste! La formazione dipende da piccole cose. Prese in sé, ad una ad una, non sono azioni eroiche, ma messe insieme trasformano in eroismo tutta la vita. A forza di mattoni si fanno grandi costruzioni.
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9. Governare i desideri, i pensieri, i sentimenti, i sensi, le attività della giornata: non affannarsi, non tormentarsi, ma fare tutto per amore, per piacere a Gesù. In questa visione non troverete gran fatica.
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10. Dare importanza ai piccoli difetti per toglierli e alle piccole virtù per praticarle. Possiamo dire: «In questa casa non si commette alcun peccato veniale?». «Come sono le pastorelle?», mi ha chiesto il Papa, ed io «piene di difetti, sì, ma lavorano volentieri». Prima ci si prepara per la vita cristiana, poi per la vita religiosa, infine per il paradiso. Sì! Prepararsi per il paradiso! Solo lassù la formazione cessa.

Albano Laziale (Roma)
25 febbraio 1957

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62 Albano Laziale (Roma), 25 febbraio 1957