Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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70. IL PECCATO70
1. Questa mattina consideriamo tre stazioni della via crucis, cioè le tre cadute di Gesù sotto la croce.
La prima ci ricorda i peccati commessi per fragilità e sotto l'impeto della passione, la seconda ci ricorda quelli commessi per malizia e la terza quelli commessi per ostinazione e accompagnati da scandalo.
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2. I peccati commessi per fragilità sono quelli in cui non si ha tempo per riflettere, per cui il peccato è quasi prima commesso che pensato. Se c'è mezza avvertenza o mezzo consenso è generalmente veniale.
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3. Vi sono casi in cui non si sa definire se ci fu il consenso e se ciò che è succeduto è stato per lo impeto di passione o per la nostra natura. In certi casi quindi non vi è neppure la venialità. Tuttavia certe cose è meglio dirle al confessore come difetto e perché non diventino poi colpa.
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4. Specialmente una giovane quando passa dall'adolescenza alla giovinezza ed entra nella maggiore età è bene si faccia spiegare certe cose. Non andare avanti nel dubbio perché è facile cadere nella colpa. In questa età, oltre che farsi spiegare le cose nella direzione spirituale, è utile una confessione fatta con diligenza, non si vada a pensare a certi fatti veduti o a parole sentite, neppure sotto l'aspetto di esame di coscienza.
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5. Prudenza nella formazione. La suora deve essere ben istruita su alcune cose e ben preparata per l'apostolato. Se la suora cammina nello spirito di Maria, queste cose le supera. La pastorella si trova a fare ciò che fanno le altre suore anche in clinica, in ospedale! E queste sono opere di apostolato, di merito!
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6. La suora munita della grazia di Dio e di spirito soprannaturale porta a casa solo il merito. Si comporta con delicatezza e nello stesso tempo con libertà di spirito, sempre guidata dal pensiero di fare e operare come Maria, così come ha assistito Gesù e san Giuseppe malato.
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7. Nell'altra caduta pregare e riparare per i peccati di malizia. Si fa il peccato ad occhi aperti, quasi con indifferenza. Quando si torna a peccare si diviene sempre più deboli. La pastorella ha tanto bisogno della fortezza come ha bisogno tanto della virtù e della prudenza.
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8. Arrivare al punto di collaborare con l'apostolato del parroco e tuttavia con lo spirito di Maria è grande grazia, ma grazia della vocazione. Poter cooperare insieme per la salvezza delle anime e tuttavia ricavare solo meriti per la vita eterna. Se non si ha la forza di opporsi al male può darsi che si arrivi al peccato di malizia.
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9. Ci sono poi i peccati commessi per ostinazione. Può darsi che venga la tentazione di non essere chiamati a questo stato, ma in ogni stato bisogna avere la fortezza di conservare la bella virtù. Non cadere nell'abitudine che finisce poi per essere ostinazione. Ci sono ancora i peccati che danno cattivo esempio e che portano un po' di freddezza nella comunità: certi discorsi, certi atteggiamenti, certe libertà, certe mormorazioni, finiscono per dar cattivo esempio.
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10. Pregare il Signore che illumini tutti i parrocchiani a non cadere in questa via pericolosissima dell'ostinazione, e poi che non ci siano scandali: «Guai al mondo per gli scandali» (Mt 18,7).
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11. Questi pensieri ci aiutano a riparare gli scandali.
Il Signore vi benedica, ci dia la grazia di liberarci da ogni peccato, di riparare i peccati altrui per consolare Gesù che tanto ha sofferto e di ottenere la conversione dei peccatori.

Albano Laziale (Roma)
3 aprile 1957

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70 Albano Laziale (Roma), 3 aprile 1957