Ai piedi di Gesù Sacramentato, sia che celebrasse la S. Messa, o si prostrasse in lunga preghiera d'adorazione, il Beato non pareva più un povero mortale: il suo corpo stesso si trasumanava e assumeva atteggiamento angelico. Chi lo vedeva, era irresistibilmente tratto a riverenza. Tanto egli appariva rapito ed assorto nel Mistero adorabile, da far credere che avesse il dono di contemplare sensibilmente la santa Umanità del Signore.
«
Non v'è tempo né più breve, né più dolce - soleva dire ai sacerdoti
- di quello che si passa a trattare con Gesù, divino amico delle anime. E dov'è un tempo meglio impiegato? Quale altra azione più grande, più nobile, più eccellente, mentre in quel punto si vive più da angelo e cittadino del cielo, che non da uomo ed abitatore della terra? Oh, non dà noia né fastidio il conversare col Signore. Provate, gustate, vedrete... Mio Gesù, quand'è che brucerò del vostro santo amore?»
Tenerissima devozione portava alla B. Vergine. Egli scriveva: «
Affido la mia vita all'amore ed alle cure della mia tenera Madre. Entro il suo cuore, io ripongo le ore mie estreme e gli ultimi miei sospiri. Sì, a fianco e fra le braccia di questa Madre io voglio partire da questo mondo e presentarmi alla mia eternità».
(Dalla Vita).