NATURA, DISTINZIONE E FRUTTI
DELLA PREGHIERA.GIORNO II.
ISTRUZIONE I.
SACRA SCRITTURA
LA PREGHIERA CRISTIANAE avvenne che mentre Egli stava in un luogo a pregare, quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli. E disse loro: Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimettici i nostri peccati, ché anche noi li rimettiamo ad ogni nostro debitore; e non c'indurre in tentazione.
Inoltre disse loro: Se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché un amico mio è arrivato di viaggio in casa mia e non ho che porgli davanti. E quello di dentro, rispondendo, dica: Non mi far noia, l'uscio è già chiuso ed i miei figliuoli sono con me a letto e non posso levarmi a darteli! Ma se l'altro seguiterà a picchiare, vi assicuro che quand'anche non si levasse a darglieli perché suo amico, pure per l'importunità di lui si leverà a dargliene quanti ne ha bisogno. Ed io vi dico: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto. Infatti, chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi picchia sarà aperto. E
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se alcuno tra voi domanda al padre un pane, gli darà forse un sasso? e se un pesce, gli darà invece un serpente? e se chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, pur essendo cattivi, sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre dal cielo darà Spirito buono a chi glielo domanda.
(Luc. XI, 1-13).
* * *Una delle raccolte più utili di libri si è quella che riguarda la liturgia e la preghiera in generale. La preghiera è il grande dono che noi possiamo dare alle anime, il sicuro mezzo di salvezza, la fonte di ogni consolazione. La preghiera è già in questa vita caparra e caratteristica della salvezza, della felicità, della elezione alla gloria. Quando un'anima è arrivata non solo a conoscere, non solo a desiderare di compiere il bene, ma a pregare, si dica pure: è sicura della sua salvezza, perché il Signore si è impegnato a comunicare le grazie. E quale grazia concederà il Signore? Grazia sicurissima è la salvezza eterna.
* * *Fermiamoci sopra quest'argomento:
Che cosa sia la preghiera.Vedremo: 1) che cosa sia la preghiera; 2) come si divide; 3) i frutti che produce.
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I. - Che cosa sia la preghiera.
La preghiera è in generale: «Elevatio mentis in Deum». In particolare è: «Petitio decentium a Deo». Definendola elevatio mentis in Deum, noi abbiamo la preghiera in generale, perché comprende anche la meditazione, l'uso dei Sacramenti, gli esercizi pii, le contemplazioni; in sostanza, tutto ciò che innalza il cuore al nostro Dio, al nostro Creatore; ciò che ci fa considerare il nostro Dio ed i mezzi per conseguire la salute eterna. Con l'altra definizione, petitio decentium a Deo, l'anima si rivolge specialmente su se stessa, e considera le proprie miserie, invoca il Signore, chiede le cose che convengono per la salute eterna. «De profundis clamavi ad te, Domine: Domine, exaudi vocem meam»1.
II. - Come si divide la preghiera.
La preghiera si divide in tre forme: la preghiera sacramentaria, la preghiera sacramentale e l'orazione.
La preghiera sacramentaria è il canale per cui Iddio fa arrivare la grazia a noi, ed è fatta da Dio; la sacramentale è la forma con cui la Chiesa prega, ed è fatta dalla Chiesa; l'orazione è il mezzo per cui l'anima prega, ed è
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fatta dall'anima stessa. La prima ha questa caratteristica: che impegna Iddio ad intervenire, ed è preghiera che ha efficacia ex opere operato; perciò stesso che si mette, Iddio opera; perciò stesso che si dicono le parole sacramentali nel battesimo e si versa l'acqua, il Signore lava l'anima dal peccato e la rende figlia di Dio. La preghiera sacramentale fa discendere le grazie da Dio ex opere operantis. L'orazione, infine, è la terza via in cui interviene particolarmente l'anima; è d'essa che opera per santificare se stessa; e si suddivide in orazione mentale, vocale, vitale.
a) Preghiera sacramentaria. Come si svolge la preghiera sacramentaria? Questa preghiera si svolge nei sette Sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine, Matrimonio. Sono come i sette canali per cui Dio, per istituzione di Gesù Cristo, vuole fare arrivare la grazia alle anime nostre. Per essi, lo Spirito Santo si comunica all'anima nostra e la santifica. La preghiera sacramentaria del Battesimo, noi sappiamo che ha parti accidentali e parti essenziali. Essenziali sono la pronuncia della formula, l'applicazione della materia, con l'intenzione di fare quello che fa la Chiesa battezzando. Attorno vi è un complesso di cerimonie: il sacerdote riceve il battezzando sulla porta della chiesa,
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recita il Credo, il Pater noster, gli dà il sale, lo unge coll'Olio santo, e tante altre cerimonie accidentali. Alcune precedono e altre seguono le parti essenziali del Sacramento.
Per questa preghiera sacramentaria, chiunque è battezzato viene fatto figliuolo di Dio, membro della Chiesa, erede del paradiso, mondato dal peccato originale, santificato per la grazia.
Così è della Cresima, in cui il Vescovo compie la parte sacramentaria, cioè quanto costituisce l'essenza, cioè l'Unzione sacra e la formula prescritta. Di più, vi sono anche parti che sono di contorno per disporre meglio il cresimando ad ottenere la grazia con più abbondanza e i frutti in maggior copia.
Parimenti si deve dire della Penitenza, la quale ha delle preghiere che sono accidentali e preghiere che sono essenziali. Essenziali, lo sappiamo, sono la formula: «Ego te absolvo»2 e la materia. Sappiamo quale sia la materia di questo Sacramento: sia la materia ex qua che quella circa quam, con cui si svolge l'azione sacramentaria.
Ugualmente, di più ancora, bisogna dire della santa Eucaristia. La materia è costituita dal pane e dal vino; mentre la formula è costituita
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dalle parole della consacrazione. Le parole essenziali sono brevi; ma quale contorno di preghiere, canti e cerimonie in tutta la Messa, sia privata che solenne! e tutto il culto attorno all'Eucaristia per l'applicazione dei frutti della consacrazione, cioè del santo Sacrificio! Ma perché i frutti vengano applicati, si richiedono disposizioni nell'anima, preghiere e ringraziamento. Abbiamo quindi le parole sacramentarie essenziali e le parole sacramentali che stanno al contorno, dateci dalla Chiesa.
Diciamo lo stesso dell'Estrema Unzione, del Matrimonio e dell'Ordine: vi è la parte essenziale, consistente nella formula e nella materia, che viene da Gesù Cristo, e vi è la parte di contorno o sacramentale, stabilita dalla Chiesa, onde preparare o confermare l'anima, in maniera che possa trarre i frutti maggiori secondo la virtù del Sacramento.
Queste preghiere producono una grazia la quale si chiama santificante, ed una seconda che si chiama sacramentale. La grazia santificante è quell'amicizia che si stringe tra l'anima e Dio; è quell'adozione per cui il Padre celeste prende in figlio colui che riceve il Sacramento. È quell'azione per cui Gesù Cristo incorpora a sé, come sue membra, le persone che han ricevuto il Sacramento. È quell'azione santificatrice per cui lo Spirito Santo effonde
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fede, speranza e carità. Lasciando da parte le dispute teologiche, poiché non è qui il caso di rilevare le varie sentenze, riteniamo che la grazia sacramentale è un aiuto particolare, affinché l'anima, ricevuto il Sacramento, possa adempiere i doveri che nascono da esso. E cioè: il battezzato possa vivere secondo la professione cristiana; il cresimato possa restare saldo e vivere da vero soldato di Gesù Cristo; il comunicato possa conservare Gesù nel suo cuore, l'amicizia col Signore e specialmente la divina carità; l'ordinato possa adempiere tutti i doveri annessi al suddiaconato, al diaconato, al presbiterato. E così si dica di ogni altro Sacramento.
I Sacramenti operano ex opere operato; cioè, posta l'azione, posto il Sacramento, la grazia che il Signore ha, per così dire, legato a questo Sacramento, senza dubbio viene a noi. Così, posto che l'acqua sia versata sul capo del battezzando e che nel medesimo tempo siano pronunziate le parole della formula, il peccato originale viene cancellato e tolto dall'anima. Certamente, se uno ha migliori disposizioni, potrà coadiuvare ed aumentare la grazia; mentre chi non ha le debite disposizioni, può rendere molto limitato l'effetto dei Sacramenti, se non l'annulla del tutto e fa ancora un demerito.
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b) Preghiera sacramentale. I sacramentali sono tanti mezzi di santificazione. Vi sono le cerimonie che contornano ogni Sacramento: le benedizioni, le processioni eucaristiche, i cimiteri, il canto sacro, le cerimonie, gli altari, ecc.
Questi sacramentali comprendono tante benedizioni: alle persone, alle cose, alle campagne, ai luoghi, ai cimiteri, alle case, ecc. ecc. Comprendono ancora tante preghiere dirette a preservarci dai pericoli e dalle infestazioni dei demoni e ad ottenerci le grazie per usare bene e con frutto le cose, in ordine alla vita eterna. Per es.: la benedizione di una tipografia è destinata ad ottenere dal Signore la grazia che tutti quelli che insegnano, imparano o lavorano in essa, sempre e costantemente per mezzo di quegli strumenti tendano a far conoscere Iddio, G. Cristo, che è Via, Verità e Vita; aspirino a santificare se stessi per mezzo del lavoro di apostolato; mirino alle anime per condurle alla salvezza eterna. Si domanda in quelle preghiere che il demonio si allontani per sempre e che il suo spirito non abbia mai ad effondersi in quei luoghi santificati dalla benedizione di Dio; e che gli Angeli abitino in quel luogo: «Et Angeli tui habitent in ea» affinché custodiscano tutti nella pace, nella serenità e nella grazia.
Abbiamo poi una preghiera sacramentale
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specialissima per noi, la quale è un sacramentale dei più preziosi, il privilegio del sacerdote, il Breviario. Ma tutti sappiamo quale immenso sacramentale sia l'anno liturgico e quanto santo quello della predicazione orale e scritta della Divina Parola. Occorrono molti volumi a spiegarli convenientemente.
c) L'orazione. Essa è l'esercizio dell'anima che vuole elevarsi a Dio; l'esercizio dell'anima che vuole intercedere presso Dio. Si eleva a Dio per cantare gloria e lode al Signore; comprende l'adorazione, il ringraziamento, la propiziazione e la domanda di tutte le grazie che sono necessarie alla nostra vita terrena e soprannaturale.
L'orazione, considerata sotto questa forma, si suddivide in tre parti, e cioè: orazione mentale, vocale, vitale.
Quale è l'orazione mentale? È quella in cui specialmente opera la mente. E la vocale? La vocale è quella in cui, oltre la mente, prega anche la bocca. E la preghiera vitale? La preghiera vitale è quella che si fa colle opere, le quali, quando sono conformi alla volontà di Dio, santificate dallo stato di grazia, dirette al Signore, ottengono aumento di grazia santificante e di grazia attuale.
1) La preghiera mentale. Orazione mentale
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è la lettura della S. Bibbia, dei SS. Padri, delle vite dei Santi, dei libri spirituali. Ogni volta che noi in scuola, prima di incominciare la lezione, o in chiesa, durante la Visita, o nei nostri studi, per riposare alquanto la mente, eleviamo l'anima a Dio, facciamo orazione mentale.
Quindi la meditazione, sia che si faccia sulla passione di Gesù Cristo, sui novissimi, sulle virtù, sui doveri dello stato, sul senso stesso della preghiera, sui misteri più alti della Religione, è sempre orazione mentale. Anche colui che andando a passeggio considera il creato, che vede Iddio in tutto e che sente nella sua anima la verità e la dolcezza di quell'espressione: «Domine, Dominus noster, quam admirabile est nomen tuum in universa terra!»3, anche costui prega. Anche chi, contemplando il cielo, mira la grandezza e la moltitudine degli astri e pensa che tutti sono usciti dalle mani di Dio e tutti corteggiano il Creatore, e dice le parole del Salmista: «Coeli enarrant gloriam Dei et opera manuum ejus annuntiat firmamentum»4, anche costui fa una preghiera mentale. Chi, andando ad una sepoltura, silenziosamente pensa: Oggi a te, domani a me; chi, sentendo suonare le campane della Messa,
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si unisce col cuore ai fedeli e al sacerdote in chiesa e specialmente al Cuore di Gesù e a tutte le intenzioni per cui egli si immola sugli altari, costui fa una preghiera mentale. Ogni elevazione della mente a Dio è una preghiera mentale.
2) La preghiera vocale. Preghiera vocale sono i rosari, la Via Crucis, le orazioni del mattino e della sera, il Breviario, le giaculatorie; così il canto della Messa, il canto dei Vespri, gran parte delle orazioni che occorrono nella giornata.
3) La preghiera vitale. Preghiera vitale è la vita buona; in essa ogni opera si trasforma in orazione, purché abbia le condizioni richieste: cioè sia fatta in stato di grazia, sia buona in se stessa, sia diretta a Dio. Non deve esser fatta per amor proprio. L'amor proprio e la superbia potrebbero guastare le opere più sante. Un'azione, per essere orazione vitale, bisogna che sia compiuta bene, cioè cominciata bene, continuata bene e terminata bene. Allora ogni opera produce un triplice effetto: soddisfatorio, meritorio e impetratorio.
Il valore impetratorio: cioè impetra grazia. Il levarsi da letto con sollecitudine al mattino per entrare nel servizio del nostro Padre celeste, come figli diligenti e vigilanti: «Ad
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te de luce vigilo»5, merita la grazia di continuare bene nella giornata. Cominciare bene il mese, con sforzo e con seria volontà di volerlo passare bene, ottiene la grazia per tutto il mese. Il santificare la festa merita la grazia di passare bene la settimana. Un corso di Esercizi Spirituali ben fatti, ottiene la grazia per tutto il corso dell'anno.
Le preghiere vitali sono quelle che noi possiamo compiere più spesso, perché operiamo continuamente; lo stesso prendere riposo, lo stesso cibarci, lo stesso sollievo delle ricreazioni, ecc., possono essere tutte preghiere vitali. Quando noi diciamo la preghiera: Cuore divino di Gesù, io vi offro, ecc., noi comprendiamo tutto: preghiere, azioni e sentimenti, perché ognuna di queste formule di pregare ha un valore impetratorio, meritorio, soddisfatorio.
I teologi dicono che meglio si applica il nome di preghiera vitale all'opera buona fatta per ottenere una grazia. Un aspirante al sacerdozio che studia, soffre, si vince, si perfeziona per anni ed anni allo scopo di ascendere all'altare, fa una lunga preghiera vitale, che ottiene una catena di grazie, di cui l'ultima è l'Ordine Sacro. Così dicasi del lavoro di un Parroco che vuol salve tutte le pecorelle a lui affidate. Così
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di un padre di famiglia per formare buoni i suoi figli; ecc.
Quattro doveri si compiono con la preghiera: adorazione, impetrazione, soddisfazione, ringraziamento.
La preghiera si divide in pubblica e privata.
Il Breviario è preghiera pubblica. Le orazioni del mattino e della sera, che noi diciamo insieme, sono preghiere private. La preghiera pubblica è stabilita dalla Chiesa e si fa a nome della Chiesa. La preghiera privata si fa come privati; è diretta ad ottenere grazie particolari di cui abbiamo bisogno.
Non chiediamo a nome nostro, ma a nome di Gesù Cristo, perché: «Amen dico vobis: si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis»6. Si chiama preghiera privata, perché è di iniziativa particolare, diretta a grazie particolari di cui può avere bisogno una persona. L'altra si chiama pubblica, perché è ordinata dalla Chiesa ed imposta ai sacerdoti sotto pena di peccato.
III. - Frutti della preghiera.
La preghiera è destinata a produrre frutti di vita cristiana, frutti di vita religiosa e frutti di vita sacerdotale.
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È evidente che la preghiera è in primo luogo sorgente di grazie spirituali: vedremo poi in seguito, che al Signore non dispiace se chiediamo anche grazie per la vita terrena; queste però devono essere domandate in ordine alla vita eterna.
La preghiera è destinata a portare frutti di vita cristiana, di vita religiosa, di vita sacerdotale; perché altra è la preghiera del cristiano, altra è la preghiera del religioso e altra è la preghiera del sacerdote. Ognuno di questi tre stati ha doveri speciali, e la preghiera ottiene all'anima la forza, la virtù di adempiere i doveri del proprio stato.
a) Frutti di vita cristiana. La preghiera è destinata a produrre il così detto dinamismo spirituale, cioè a rinforzare l'anima, a darle vitalità. Il bambino viene nutrito dalla madre; egli è già vivo dalla nascita, ma non basta ancora a se stesso: non è nella piena vitalità. Nella vita della grazia il bambino nasce nelle acque battesimali, principio della vita soprannaturale: «Sine me nihil potestis facere»7; «Cum essemus mortui peccatis, convivificavit nos in Christo (cujus gratia estis salvati)»8. Prima del battesimo l'anima è morta e non può quindi agire, perché operari sequitur esse;
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prima c'è la vita e poi l'operare. Ricevendo l'acqua battesimale, l'anima viene a nascere per virtù dello Spirito Santo alla vita spirituale, soprannaturale. Ma fino a sei o sette anni questa vita è vissuta press'a poco come la vita corporale del bambino, il quale si nutre, si sviluppa, cresce, ma tutto per opera della madre. Così pure il bambino si conserva nella grazia battesimale, non per esercizio suo, non per attività sua, ma per la santa Madre Chiesa, che lo ha rigenerato alla grazia. Quando poi quel bambino arriva ai sette anni, incomincia ad essere consapevole di se stesso, a pregare, cioè: a invocare il Signore, la S. Madonna, a ricevere la S. Comunione: allora abbiamo l'attività spirituale; quest'attività si chiama dinamismo spirituale.
La preghiera è destinata a creare questo dinamismo nell'anima, a sostentarlo, a moltiplicarlo, a portarlo ad alta potenza. Dice appunto lo Spirito Santo: «Effundam spiritum gratiae et precum; et aspicient ad me, quem confixerunt»9. Bisogna che il Signore effonda una nuova grazia, la grazia dell'orazione: «Spiritum gratiae», è la grazia che ci viene dal battesimo; «Spiritum precum», è la grazia di pregare. Allora l'anima passa in attività come il
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bambino passa in attività consapevole: prega, studia, lavora, fa questo e quello: «Donec occurramus... in virum perfectum, in mensuram aetatis plenitudinis Christi»10; «Aspicient ad me, quem confixerunt»: uno allora capisce che cosa è il peccato, conosce Gesù Cristo, figliuolo di Dio; vive la vita di Gesù Cristo stesso; diventa alter Christus.
Fino ai sette anni il Signore ci provvede di tutte le grazie di cui abbiamo bisogno; ma dai sette anni in avanti, cioè da quando noi abbiamo l'uso di ragione e diveniamo capaci di provvedere a noi stessi, l'economia della grazia sta in questi termini: o che si prega, e si hanno quindi gli aiuti, si è in attività; o che non si prega, e si rimane inerti nell'anima.
Ma il Signore non chiama tutte le anime alla medesima attività: altra è l'attività del cristiano, altra è l'attività del religioso, altra è l'attività del sacerdote: altro è il dinamismo del cristiano, altro quello del religioso e altro ancora quello del sacerdote; ma tutto viene dallo Spirito Santo, dalla preghiera.
Che cosa mira ad ottenere questo dinamismo? Questo dinamismo spirituale mira ad ottenere le virtù fondamentali della vita cristiana, cioè fede, speranza, carità, che
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devono poi svilupparsi in virtù religiose e sacerdotali. Poi deve ottenere le quattro virtù cardinali: giustizia, prudenza, fortezza, temperanza. E colui che corrisponde generosamente ha grazie di andare più avanti, cioè di perfezionare la sua fede, la sua speranza e la sua carità, fino a vivere le beatitudini. Di qui la vita religiosa.
b) Frutti di vita religiosa. La vita religiosa è una donazione di tutto l'essere a Dio, è il frutto della vita cristiana esuberante che si sviluppa. Prima di essere religiosi si deve essere buoni cristiani.
Ora quale dinamismo l'orazione deve sviluppare nel religioso? Deve sviluppare un dinamismo di più alta potenza, perché il religioso possa arrivare all'osservanza perfetta dei santi voti: castità perfetta, obbedienza totale, povertà completa. La preghiera deve venire ancora più avanti: «Si vis perfectus esse, vade, vende quae habes, et da pauperibus, et habebis thesaurum in coelo: et veni, sequere me»11. Al religioso non basta l'obbedienza comune; la sua obbedienza dev'essere generosa, anche in quelle cose che un uomo libero potrebbe eleggere o non eleggere, a piacimento; la castità nel religioso è molto più alta che
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non la castità nei secolari; la povertà distacca il cuore del religioso da tutte le cose di questo mondo, ma in modo più completo che non nei semplici cristiani. Il religioso ancora ha la vita comune, cioè egli vive insieme a dei fratelli, per farsi dare mano e porgerla loro per aiutarsi nell'opera della santificazione.
c) Frutti di vita sacerdotale. Per i sacerdoti la preghiera deve ottenere altre virtù; deve essere un dinamismo che ottiene le virtù pastorali dirette ad ottenere la salvezza delle anime.
Il sacerdote non solo deve sapere le verità cristiane, ma deve saperle spiegare. Qui viene tutto quello che si riferisce allo studio sacerdotale, quello che si riferisce all'esempio: «Exemplum esto fidelium»12, affinché il sacerdote possa dire come Gesù Cristo: «Exemplum dedi vobis, ut quemadmodum ego feci, ita et vos faciatis»13.
Il sacerdote deve anche pregare sacerdotalmente: deve pregare per sé, deve pregare per le anime, deve pregare per la Chiesa, particolarmente nell'ufficiatura divina e nelle varie preghiere liturgiche.
Conclusione. Tutta l'attività spirituale dell'anima dipende da questo: «Effundam spiritum
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gratiae et precum». E questo spirito di preghiera è destinato a portare molte grazie. Noi, come cristiani, come religiosi e come sacerdoti, porteremo questo triplice ordine di meriti.
Ci dia il Signore questo dono, lo spirito di preghiera, in questi giorni. Discenda lo Spirito Santo con abbondanza sopra di noi. Allora noi ci umilieremo e diremo: se non ebbi la forza di persistere nelle opere di bene, se fui povero, a me deve attribuirsi la colpa, perché non ho pregato: «Usque modo non petistis quidquam... petite et accipietis, ut gaudium vestrum sit plenum»14.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Ps. CXXIX, 1-2.
2 Rit. Rom.
3 Ps. VIII, 2.
4 Ps. XVIII, 2.
5 Ps. LXII, 2.
6 Jo. XVI, 23.
7 Jo. XV, 5.
8 Eph. II, 5.
9 Zac. XII, 10.
10 Eph. IV, 13.
11 Matth. XIX, 21.
12 I Tim. IV, 12.
13 Jo. XIII, 15.
14 Jo. XVI, 24.