INTRODUZIONE
SACRA SCRITTURA1Sitibondi, venite tutti alle acque, ed anche voi che non avete denari, correte a comprare ed a mangiare, venite a comprare senza danaro, e senza dar nulla per essi, vino e latte. Perché spendete il vostro denaro in ciò che non è pane, e la vostra fatica in ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente, e mangiate ciò che è buono, e l'anima vostra sarà rallegrata da cibi prelibati. Porgete il vostro orecchio e venite a me, ascoltate e l'anima vostra avrà vita, ed io farò con voi un patto eterno... Cercate il Signore quando può essere trovato, invocatelo quando è vicino. L'empio abbandoni la sua vita, l'iniquo i suoi pensieri, e ritorni al Signore che ne avrà misericordia, al nostro Dio che largheggia nel perdono. Perché io non penso secondo i vostri pensieri, il mio modo di agire non è come il vostro, dice il Signore. E come i cieli sono sopra la terra, così le mie vie sono sopra le vostre, i miei pensieri sopra i vostri. E come la pioggia e la neve discende dal cielo e non vi torna, finché non abbia inebriata e fecondata la terra, e non l'abbia fatta germogliare in modo che doni il seme al seminatore e il pane a chi mangia; così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non tornerà a me senza frutto, ma opererà tutto quello che io voglio, e compirà quelle cose per le quali l'ho mandata. Così voi uscirete pieni di gioia e sarete condotti in pace.
(Is. LV, 1-3; 6-12).
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Fine: Stimare l'orazione come G. C.; esservi fedeli come ai pasti; renderla ogni giorno più elevata, in modo che al termine della vita abbia una specie di confine con la preghiera in Cielo come la vita confina con la eternità.
Abbiamo fatto una duplice preparazione agli Esercizi Spirituali: a) una preparazione con Messe, Rosari, Visite, perché fossero abbondanti le grazie in questi santi giorni; b) una preparazione della volontà disponendoci ad assecondare la voce di Dio. Ci siamo preparati desiderando il vero pentimento dei peccati, propositi seri, generosità nel servizio di Dio. Abbiamo di cuore desiderato questo nuovo aiuto e questa nuova grazia che il Signore ci vuol dare con i presenti SS. Esercizi. Egli ci chiama: «Venite seorsum in desertum locum, et requiescite pusillum»1; lasciate un poco le vostre occupazioni ordinarie, raccoglietevi con me, ed io nella solitudine vi parlerò al cuore.
Questi Esercizi hanno molta importanza, e noi li faremo con la nostra Madre Maria. Ella ha impetrato sopra gli Apostoli lo Spirito Santo. Domandiamo specialmente che si avveri la
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promessa: «Effundam super vos spiritum gratiae et precum»2, che si effonda sopra di noi lo spirito di grazia e di preghiera, lo spirito d'orazione: ciò che forma la sostanza degli Esercizi.
Faremo gli Esercizi vicini al nostro Divin Maestro Gesù. Egli c'invita con lo stesso Cuore con cui diceva agli apostoli: «Petite et accipietis»3. Avete lavorato, siete stanchi dell'annata, avete raccolto messi abbondanti qua e là, ma avete anche bisogno di ristoro spirituale. Chiederete lo spirito di orazione e lo riceverete.
Cadono gli Esercizi in questi giorni in cui si celebra la festa del Corpus Domini e l'Ottava di essa tutta profumata, profusa di soavissima pietà eucaristica. La Liturgia la gusteremo tanto in questi giorni, e questa circostanza ci farà quasi sembrare di ripetere con Gesù quello che ebbero la grazia di fare gli Apostoli quando, da lui invitati, si ritirarono in riposo spirituale. E difatti qui abbiamo lo stesso Gesù: ci dà tanto da sperare la sua tenerissima carità.
Inoltre in questa settimana incomincerà il mese che noi dedichiamo a S. Paolo; quindi mettiamo gli Esercizi anche sotto la sua protezione.
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Uniamoci bene al suo ritiro nel deserto, quando egli si allontanò dagli uomini per parlare con Dio. Quei giorni furono giorni di meditazione, giorni di preghiera:«Effundam super vos spiritum gratiae et precum». Egli lo ha provato. Lo spirito di grazia e lo spirito di preghiera discenda anche sopra di noi!
Son anni che prego e faccio pregare per preparare questo corso di Esercizi, e siccome esso è di somma importanza, certo, se non sarò io a dir bene, spero nella misericordia di Dio. Questa è la maggior ricchezza che posso dare a figliuoli e fratelli carissimi. Che cosa? Iddio. Maggior cosa non si può dar sulla terra, di questa: che si preghi! Dio ci darà se stesso, nel suo Figlio.
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Incominciamoli dunque con grande cura e questa sera consideriamo: 1) che cosa siano gli Esercizi Spirituali sulla pietà; 2) necessità di farli; 3) modo di farli.
I. - Che cosa siano gli Esercizi Spirituali sulla pietà.
Gli Esercizi Spirituali in genere sono un complesso di pratiche pie, devote; un complesso di meditazioni e di considerazioni ordinate in maniera di portare il nostro cuore a distaccarci sempre più dalla terra, sospirare e prepararci
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sempre di più per il paradiso. L'uomo deve vincere se stesso, non solo, ma rimettersi alla volontà di Dio, rivestirsi di Gesù Cristo e salire la strada della perfezione. Questi sono gli Esercizi in generale.
Ma degli Esercizi ce ne sono di parecchie specie: vi sono degli Esercizi che si fanno per la scelta della vocazione, vi sono gli Esercizi di conversione, vi sono gli Esercizi di perfezionamento. Ora, noi, in quest'anno, piacendo a Dio, faremo gli Esercizi sulla pietà.
Che cosa significa fare gli Esercizi sulla pietà? Significa passare otto giorni a rivedere la nostra vita spirituale, la nostra vita di preghiera e di pietà. Significa fare un complesso di esercizi, di pratiche, di meditazioni: a) per conoscere meglio la preghiera e la sua necessità; b) per stabilire la pratica della pietà, cioè mettere la nostra volontà in tali disposizioni che essa stia volentieri con Dio, si trattenga volentieri col Signore, viva la preghiera; c) per perfezionare le nostre pratiche divote, cioè il nostro modo di fare l'orazione, compire bene la nostra confessione, dire dei rosari molto divoti, assistere alla Santa Messa più fervorosamente, ecc.
a) Conoscere la preghiera. Non è tanto facile conoscere il valore della preghiera. Il demonio,
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nostro nemico, il concetto di orazione e di preghiera cerca di guastarlo, di corromperlo, e molti finiscono di avere delle idee che non sono completamente esatte sulla necessità dell'orazione e della grazia di Dio, sulla necessità dei Sacramenti, sulla preghiera sacramentale, vitale, ecc. Noi sappiamo che la preghiera è così necessaria da formare la prima occupazione come religiosi e come sacerdoti, il primo dovere, anzi il primo comandamento: «Non avrai altro Dio fuori che me». Il comandamento che rende possibile l'osservanza degli altri è il primo.
È bene che in questi otto giorni studiamo proprio che sia la necessità, il dovere, le condizioni, l'efficacia della preghiera: tanto della preghiera sacramentaria, come della sacramentale, come di quella che chiamiamo orazione, o mentale, o vocale, o vitale.
Per subito dire da principio quello che occorre, notiamo che sulla preghiera non potremo in otto giorni meditare tutto; perciò aiutatevi con libri. I libri che vorrei consigliare, e che saranno assai utili, sono particolarmente questi: la Teologia, trattati «De Oratione, De Gratia, De Sacramentis»; il trattato sulla preghiera di S. Alfonso; il libro di D. Ghione «Il tesoro dei tesori», ecc.
Inoltre leggere il «Messalino», cioè la spiegazione
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della Messa e le preghiere che noi diciamo, o leggere la vita di quei santi che si sono distinti di più nello spirito di orazione. Molto convenienti a leggersi sono la vita di S. Giovanni Bosco, di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, di S. Giovanni Maria Vianney, di S. Francesco di Sales, di S. Alfonso de' Liguori, ecc.
b) Disporre, inclinare la nostra volontà a stare volentieri con Dio. Non solo avere luce sulla preghiera, ma guidare la volontà è una delle cose di massima necessità, perché il vero spirito di preghiera sta nel trattenersi volentieri con Dio. Se si volesse non una teoria, ma una pratica vissuta, è molto bene leggere il trattato «Del parlare familiare con Dio» quale vi è, come conclusione, nelle edizioni della «Pratica di amare Gesù Cristo», essendo anch'esso di S. Alfonso, oppure in alcune edizioni della «Via della salute».
Virtù di orazione è lo stare volentieri con Dio. Perché non si prega? Perché il conversare con Dio è per molti pesante? Perché lo stare in chiesa, leggere cose spirituali, meditare, attendere alle funzioni, per molti è un sacrificio? Questa volontà nostra bisogna che acquisti la virtù della preghiera, non solo l'atto; anzi non solo l'abito, cioè la virtù, ma anche
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lo spirito e lo stato abituale di orazione; quel desiderare cioè continuamente di intrattenerci più con Dio che con gli uomini. Ottenere l'amore sentito al conversare con Gesù nel Tabernacolo, l'amore alla divozione alla Madonna, avere una santa fame dell'Eucarestia, avere una tendenza forte ai libri delle Sacre Scritture, ecc. Disporre la volontà, perché questo è il punto fondamentale e richiede molta grazia.
Il demonio tenta contro la preghiera; ma l'uomo armato di orazione è invincibile, perché è armato della stessa potenza di Dio. Infatti noi abbiamo tanto di luce quanto preghiamo, tanto di forza quanto preghiamo, tanto di potenza sulle anime quanto preghiamo. Con Dio tutto! senza Dio nulla!
c) Orazione più perfetta. Non si tratta qui di dire: Voi non pregavate, ora dovete incominciare a pregare; no! Noi pregavamo; ma vi sono tanti gradi d'orazione. V'è modo e modo di far l'orazione, per ricavarne il frutto maggiore; v'è modo e modo di celebrare e ascoltare la Messa; v'è modo e modo di far la Comunione e Confessione; v'è modo e modo di recitare il Rosario. In questi giorni dobbiamo fare una confessione più perfetta per continuare poi a fare le nostre confessioni sempre
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più perfette; dobbiamo fare le visite più perfette per prendere l'abitudine della preghiera, per acquistare l'intimità con nostro Signore Iddio. Dobbiamo in questi giorni progredire nell'unione con Dio, nell'abitudine delle giaculatorie e comunioni spirituali.
Inoltre la preghiera è dono di Dio e Dio lo dà a chi lo chiede: «Dabit spiritum bonum petentibus se»4. Eh! sì, quando il Signore ci darà questo dono, noi avremo tutto, perché la preghiera «cum sit una, omnia potest». Dobbiamo quindi domandare lo spirito di preghiera. Non crediamo però nello stesso tempo di far gran bene alle anime, finché non le abbiamo abituate, innamorate della preghiera. Noi ci illudiamo, se mandiamo dei soldati disarmati alla battaglia. Quando diamo loro la preghiera, invece, li rivestiamo dell'armatura stessa di Dio.
II. - Necessità degli Esercizi Spirituali sulla pietà.
Abbiamo già fatto altra volta gli Esercizi Spirituali sopra l'apostolato; poi sopra la vita religiosa; ora è molto bene che li facciamo sopra la pietà; e perché? Perché noi siamo tenuti a pregare: a) come uomini: Iddio è il nostro creatore, è il nostro padrone supremo;
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b) come cristiani: ogni cristiano deve pregare, e vi sono davvero delle pratiche che non si possono lasciare, p. es. gli atti di fede, di speranza e di carità; c) come sacerdoti: noi abbiamo da combattere il demonio, abbiamo da formare degli apostoli, abbiamo da illuminare. Ma come si fa a combattere il demonio senza la preghiera? Come si fa a santificare, a dar la grazia senza possederla? Come si fa a resistere alle fatiche dell'apostolato senza la forza? Ecco quindi il gran bisogno che abbiamo di pregare e di supplicare il Signore.
Ancora: come si farà a convertire i peccatori, eccitare le vocazioni, dare il fervore senza la preghiera? Bisogno estremo, quindi, di attender alcuni giorni alla preghiera; d) come religiosi. Religiosi significa che si attende alle cose di religione, e quindi la prima e la principale occupazione del religioso è la preghiera, la pietà. Dunque se è la prima e la principale occupazione, se è il primo e principale dovere, vi si deve dedicare almeno un breve spazio di tempo per meglio comprenderlo e per meglio adempierlo.
Ma veniamo più al pratico: la preghiera nella nostra vita spirituale è l'elemento di forza. Che cosa ne faremmo di tante macchine ferme senza energia? Che cosa farebbero tutte queste macchine della cartiera, della stereotipia,
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della zincotipia; le macchine compositrici, la rotativa, le macchine stampatrici in genere, se non vi fosse energia? Sarebbero cose buone, atte al lavoro e a produrre delle belle cose, in tante forme, ma inattive. La preghiera è l'energia nella nostra vita, è l'energia che deve mettere in moto tutto quanto; e lo studio e l'apostolato e l'opera della santificazione, tutto deve essere messo in moto dall'energia spirituale che si ottiene per mezzo della preghiera. Che cosa sarebbero mai un religioso o un sacerdote senza la preghiera? L'uomo di orazione e di preghiera che non pregasse, che cosa sarebbe? Sarebbe un controsenso, non potrebbe stare. Portiamo una ragione essenziale che deve poi di nuovo considerarsi nel corso di questi Esercizi. Noi ci siamo addossati molti doveri: di studio, di apostolato; ci siamo addossati doveri che riguardano noi stessi: castità, povertà, obbedienza; ci siamo addossati doveri che riguardano gli altri: il ministero, la salvezza delle anime.
Ebbene: addossarsi dei doveri quando si fosse nell'impossibilità di adempierli sarebbe un tormentarsi, sarebbe un caricarsi di responsabilità e di rendiconti, sarebbe una temerarietà, un'audacia non solo irragionevole, ma strana.
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Ora, vedete, tutti gli altri doveri diverrebbero per noi tormento e ci esporrebbero al pericolo di cadute e di peccato, se noi ci privassimo di quello che rende possibile tutto, cioè della preghiera. Se non avessimo la preghiera, dovremmo subito dire: la castità è impossibile, l'obbedienza è impossibile, la povertà è impossibile come è richiesta dallo stato religioso; così il sacrificarsi, l'immolarsi per le anime, e la vita sacerdotale. Perciò il primo dovere di un sacerdote è di pregare per sé e per gli altri. Ed ecco che non solamente la preghiera è importante per sé, ma è importante in relazione con tutti gli altri doveri che noi dobbiamo adempiere.
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Possiamo ancora considerare le cose: a) Riguardo il passato. Perché noi dobbiamo piangere tante volte delle mancanze? Perché dobbiamo piangere la prima mancanza, che fu causa di tutte le altre: la mancanza di preghiera. È persino quasi inutile detestare il peccato, per es. di superbia, di avarizia, di pigrizia, se non si detesta prima la causa, cioè la mancanza di preghiera. Non è neppure vero il dolore quando non è efficace, cioè non va ai mezzi per correggerci, quando non va fino
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a questo punto: io d'ora in avanti voglio pregare. Noi faremmo ridere il demonio - e lo abbiamo fatto ridere tante volte - col proporre senza prendere il mezzo necessario, indispensabile, la condizione sine qua non per osservare i propositi, che è la preghiera.
Considerando il passato possiamo quindi vedere la necessità degli Esercizi sulla preghiera. Ahi, funeste cadute! Ahi, trascuranza nello studio e nei doveri quotidiani! Ahi, disgrazie incontrate pei cattivi compagni! Ahi, debolezza per cui noi abbiamo tante volte trascurati i nostri doveri! Lo comprendiamo che dovremmo essere molto più avanti! E perché tutti gli anni ritorniamo a piangere quasi le stesse cose? e qualche volta si verifica anche disgraziatamente di essere ancora andati indietro? Il Maestro Gesù, il Maestro di preghiera non potrebbe rispondere: «Non potuisti una hora vigilare?»5.
b) Riguardo l'avvenire. I pericoli aumentano nei primi anni del sacerdozio, aumentano più avanti, perché, oltre che a noi, si deve attendere anche agli altri. Raddoppiandosi i doveri si raddoppia anche il bisogno di grazie; e la grazia si ottiene con la preghiera.
Per farci santi, c'è assoluto bisogno di preghiera!
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Infatti chi è in pratica che si fa santo? Potremmo già prevenire adesso quello che diremo in seguito: chi prega si fa santo, e chi prega almeno in una misura sufficiente, si salva.
Ma noi vogliamo farci santi; perciò prendiamo il mezzo per ottenere la santità e la grazia: la preghiera.
Ecco dunque che un corso di Esercizi sulla preghiera è molto opportuno.
III. - Modo di fare gli Esercizi Spirituali sulla pietà.
Ecco i mezzi per fare bene gli Esercizi Spirituali sulla pietà:
a) Preghiamo meglio. Sembra che facciamo un circolo vizioso, ma non lo è. Bisogna che noi ricordiamo la promessa di Dio: «Effundam spiritum gratiae et precum», lo spirito di preghiera, lo spirito di orazione. Chiediamolo al nostro modello di orazione, Gesù: «Domine, doce nos orare»6, Maestro, insegnaci a pregare. E Gesù, che per trent'anni raccolto nella sua vita privata, e tre nella sua vita pubblica, si ritirava in disparte, «et erat pernoctans in oratione Dei»7, ci insegnerà come pregare, come essere accetti
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a Dio. Specialmente recitare il primo mistero doloroso, ove si contempla l'orazione ed il sudore di Gesù nell'orto.
Preghiamo tanto il Maestro Gesù, che dalla croce supplichi il Padre che ci insegni la preghiera. Ricordiamo che Gesù è «semper vivens ad interpellandum pro nobis»8 nel Tabernacolo. Modello di orazione è il Divino Abitatore del Tabernacolo. Egli nelle notti lunghe e nelle giornate in cui rimane solitario nella chiesa, continuamente mostra al Padre Celeste le ferite delle sue mani e dei suoi piedi: prega per noi. Chiediamogli lo spirito di orazione eucaristica.
Modello di preghiera è la SS. Vergine: mentre bambina sembrava riposare nella sua culla, il suo cuore vegliava presso Dio. Contempliamo Maria ritirata nel Tempio, Maria sorpresa dall'Angelo nell'Annunciazione mentre meditava le Scritture, Maria che passava tanto tempo in preghiera, particolarmente al presepio e nella fuga in Egitto e nella dimora a Nazaret e durante la vita pubblica di Gesù e ai piedi della Croce e al Cenacolo per attendere lo Spirito Santo e poi innanzi al Sacramento di amore, quando S. Giovanni celebrava o aveva celebrato. Maria in Cielo
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continuamente prega Iddio per noi. Ci dia lo spirito di orazione.
Se avrete ottenuto questa grazia, avrete trovato non una grazia, ma la chiave delle grazie; non un tesoro, ma la chiave dei tesori, la fonte inesauribile dei tesori di Dio.
Chiediamo lo spirito di preghiera a San Paolo. Quando Anania si dimostrava dubbioso di andare a trovare Paolo, dopo l'apparizione di Damasco, perché temeva di lui, Iddio gli diede un segno per conoscere l'Apostolo: «Ecce enim orat»9, ecco, lo troverai in preghiera. E quello che fu l'inizio della sua vita novella, durò sempre e durante i giorni e le notti, e quando si trovava sul mare e quando si trovava nelle carceri, e quando doveva faticare per provvedere il pane a sé e quando si trasportava di posto in posto nei suoi lunghissimi viaggi, e quando predicava e quando aveva con sé i fedeli, e quando si trovava solitario, pregava e scriveva. Domandiamo a S. Paolo, nostro Padre, lo spirito di preghiera.
b) Meditare sull'orazione; quindi, siccome tutte le prediche e le meditazioni e le letture che faremo si rivolgeranno o direttamente o indirettamente allo spirito di pietà e di preghiera,
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vedere che queste verità entrino proprio in fondo all'anima, perché ne siamo ben persuasi, convinti; e disporre la volontà a trattenersi con Dio. Con quale amico dobbiamo amare d'intrattenerci di più se non con Dio? Inclinare questa volontà, sciogliere tutte le obiezioni che si presentano contro la preghiera.
c) Ci eserciteremo pure a pregare meglio. Ognuno veda per es. se nelle pratiche di pietà segue il metodo Via, Verità e Vita, dove può; se i misteri del Rosario sono ben meditati; se le Messe, le Confessioni, le Comunioni, le letture spirituali, ecc. sono fervorose; far proprio bene la preghiera.
d) Seguire l'orario. L'orario costa un poco di mortificazione, ma senza mortificazione nulla di bene si compie. È necessario che noi mortifichiamo la nostra mente tenendola raccolta, il nostro cuore allontanando ogni sentimentalità, la nostra fantasia tenendola a freno. Mortificare i nostri sensi: gli occhi, l'udito, il gusto, l'odorato, il tatto; mortificarci nell'osservanza di quanto è prescritto nella giornata.
L'orario è così disposto da facilitare anche il frutto degli Esercizi. Seguiamolo attentamente.
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Gli Esercizi presenti saranno dunque sullo spirito di preghiera, sullo spirito di pietà. Sono destinati ad illuminarci sulla preghiera, ad inclinare la volontà a stare con Dio e a perfezionare le nostre orazioni. Ne abbiamo tanto bisogno, sia che ci riguardiamo come cristiani, sia che ci riguardiamo come religiosi o come sacerdoti. Ne abbiamo tanto bisogno sia pensando al passato, sia prevedendo il futuro.
I mezzi per farli bene sono: a) preghiera; b) meditare sull'orazione; c) migliorare le pratiche di pietà; d) osservare l'orario e il regolamento.
Ci benedica il Signore, ci assistano gli Angeli Custodi: «Angeli tui sancti habitent in ea»10, gli Angeli santi di Dio abitino in questa casa; «qui nos in pace custodiant», che allontanino tutte le suggestioni del demonio.
Certamente stassera e domani il demonio comincerà a mettere in molti cuori un senso di disgusto, di scoraggiamento: questa sarà la prima tentazione. Vigiliamo, perché il demonio è il grande nemico della preghiera. Ricordiamolo subito da principio: non c'è cosa che disarmi il demonio quanto la preghiera. Il diavolo
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è disposto a lasciarci fare tutti i propositi che vogliamo; ma non cesserà di tentarci contro l'orazione, perché è sicuro che anche i migliori propositi, fossero pure quelli di Pietro, se non c'è il «vigilate» e l'«orate» son inutili, sono come promesse di fanciulli che vogliono volare; sarebbero come la promessa di portare dieci quintali sulle spalle. Non stiamo a fare molti e grandi propositi; facciamone pochi, accompagnandoli però con la preghiera: Iddio farà che sia possibile quello che in realtà è superiore alle forze dell'uomo; cioè la vita sacerdotale, la vita religiosa, la perseveranza nel bene, la santificazione: «Apud homines hoc impossibile est: apud Deum autem omnia possibilia sunt»11, o meglio, ma che vuol dire sempre la stessa cosa: «Quae impossibilia sunt apud homines, possibilia sunt apud Deum»12.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 L'Autore fa abitualmente precedere a ogni meditazione o istruzione la lettura di un brano della Bibbia.
1 Marc. VI, 31.
2 Zach. XII, 10.
3 Jo. XVI, 24.
4 Luc. XI, 13.
5 Marc. XIV, 37.
6 Luc. XI, 1.
7 Luc. VI, 12.
8 Hebr. VII, 25.
9 Act. IX, 11.
10 Rit. Rom. [Rituale Romanum]
11 Matth. XIX, 26.
12 Luc. XVIII, 27.