Dio, come il pesce, quando vede arrivar l'ondata, apre la bocca.
Stilla dalla preghiera una dolcezza saporita, come il succo che stilla dall'uva matura.
La preghiera è una rugiada imbalsamata; ma per sentire questa rugiada bisogna pregare col cuore puro.
Chi non prega è come una gallina od un tacchino, che non possono sollevarsi nell'aria. Se volano un pochino, tosto ricadono, e, raspando la terra, vi si avvoltolano, se ne insudiciano e sembra che trovino altrove diletto. Invece il buon cristiano è un'aquila intrepida che fende l'aria e mira ad avvicinarsi sempre più al sole; tale è il cristiano sollevato sulle ali della preghiera.
Fin dal mattino, nello svegliarsi, bisogna offrire a Dio il cuore, la mente, i pensieri, le parole, le azioni, tutto se stesso per servirsene a gloria di lui. Rinnovar le promesse del battesimo, ringraziare l'Angelo Custode, chiedergli la sua protezione, pensando che egli non ci ha abbandonati nelle ore del nostro riposo.
Vi son dei buoni cristiani che sogliono proporsi di fare nella giornata tanti atti d'amor di Dio, tanti sacrifici... E quest'uso mi piace.
Lungo il giorno bisogna invocar sovente i lumi dello Spirito Santo. Quanto bisogno abbiamo di conoscere la nostra miseria! Bisogna recitare un
Pater e un
Ave per la conversione dei peccatori, per le anime purganti... Bisogna ripetere sovente: «Mio Dio, abbiate pietà di me!», come un fanciullo direbbe alla mamma: «Dammi un pezzetto di pane... dammi la mano... dammi un bacio!...».
Penso spesso alla gioia degli Apostoli, quando videro Nostro Signore. La separazione era stata così crudele! Gesù li amava tanto! Era stato così buono con loro!... Si può supporre che li abbracciasse, allorché disse loro:
La pace sia con voi! Ed è così che quando preghiamo abbraccia l'anima nostra, e ci dice: «La pace sia con voi»!
(Dal Cat. del S. Curato d'Ars).