L'altro giorno abbiamo considerato un poco la meta alla quale si deve tendere, particolarmente lo sviluppo pieno dell'istituto secondo la volontà di Gesù buon Pastore.
Quando si indica la meta può essere che per la lontananza o per la difficoltà del viaggio qualcheduna si spaventi e particolarmente in principio, quando cioè si entra. Avete bagnato il cuscino con le lacrime? La pianta se non si bagna non cresce, abbisogna di acqua (a).
Però un passo per volta. Non si domanda che, cominciando stamattina, supponiamo, lo studio della storia, primo capitolo, alla sera si sappia già tutta, tutto il libro, il libro è grosso. Eh, all'indomani ne saprete una pagina, e poi dopo un'altra pagina e, dopo 365 giorni, 365 pagine. Così!
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Ciò che importa due son le cose: primo, una gran fede: Non ego autem, sed gratia Dei mecum [1Cor 15,10], e secondo, buon volere, buona volontà.
Gran fede, stare sicuri che chi ha la vocazione ha anche la grazia di corrispondere e di arrivare a quella altezza a cui il Signore la destina nei suoi altissimi disegni.
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Pensate un poco: il Figliuolo di Dio si è incarnato ed ecco Gesù buon Pastore.
Egli che discende dal paradiso per fare il buon Pastore; egli che dal paradiso adesso manda voi a fare le buone pastorelle.
Se lui è disceso dal cielo per fare questo è segno che era una gran cosa, ed è una gran cosa accudire le anime, aiutare le anime, fare l'ufficio di "buon pastore" per le anime.
Se il Figliuolo di Dio si muove dal cielo, se il Padre celeste lo manda, se lo Spirito santo lo santifica, se si compiono miracoli per la sua incarnazione - «Nacque da Maria vergine» - è una grande missione questa: la missione di Gesù buon Pastore.
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Ora egli, Gesù, è salito al cielo ed ora manda voi.
Egli ha compiuto bene la sua missione, ora offre a voi le grazie per compiere bene la vostra missione. Ma avete fede... di una bella riuscita? Fede, però di quella, eh?, che non è tanto frequente, che è un po' rara, ci vuole. Fede di quella di cui parlava Gesù: «Se avrete fede almeno quanto è un granello di senapa, e direte a questo monte: togliti, fatti in là, vi ascolterà» [cf. Lc 17,6]. Si capisce che questo non è mica da usarsi per giuoco che dobbiamo fare in ricreazione e volere pretendere un miracolo per vostra curiosità. Quando è necessario!
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San Gregorio taumaturgo voleva fabbricare una chiesa. C'erano due borgate, due paeselli senza chiesa e i due paeselli erano divisi da un monte, allora egli pregò e al mattino andò sul posto e ha detto: «Signore, tu hai predicato così: "Se avrete fede quanto un granello di senapa e direte a un monte: togliti di lì, fatti in là, egli vi ascolterà", adesso è il tempo, io ho bisogno di far la chiesa proprio lì, in mezzo alle due borgate che serva per tutte e due le borgate: ascoltatemi».
E la montagna andò in là e si collocò sulla riva del mare, ed ecco che la chiesa fu costruita in mezzo alle due borgate.
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Ma noi alle volte di fede ne abbiam proprio poca, eh?
Crescere nella fede. Crescere: che tutto quello che è necessario per ciascheduna, o scienza, o santità, o spirito e abilità nell'apostolato, o amministrazione, o quindi per ciascheduna e poi per l'istituto insieme, credere che il Signore ha preparato tutto.
Noi non impediamo la sua grazia col dubitare perché chi esita non creda di ricevere qualche cosa. Bisogna credere, essere certi, aver questa fede che il Signore, avendovi chiamato, vi darà tutte le grazie, a ciascheduna e all'istituto insieme.
Quindi il progresso verrà sicuramente.
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Chiedere la sapienza: nello studio imparare, capire, e se egli vi destina a fare un tale ufficio nella congregazione, un tal altro, vi darà, vi comunicherà la scienza necessaria; e se avete bisogno invece di salute e vi chiama a quel determinato ufficio, vi darà tanto di salute. E se avrete bisogno di quelle virtù, specialmente le virtù interiori, il Signore vi darà queste virtù.
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Può essere che quando, in principio dell'anno scolastico, si fanno i programmi: questo bisogna saperlo, quello bisogna impararlo, questo bisogna farlo, quell'altro non si può tralasciare, quest'altra cosa è necessaria... eh, ci sia un po' da spaventarsi.
Vedete, se portando la cesta di pagnotte al mattino ognuna dovesse dire: «Come faccio a mangiare tutto il pane che c'è in questa cesta»; aspettate che sia distribuito; poi ciascheduna avrà la sua parte e la cesta sarà vuota, sarà consumato. Oh. E così se voi fate la provvista supponiamo del vino, oppure delle patate: un mucchio di patate, come mangereste queste patate quest'anno? Eh, purtroppo; che forse non ce ne sarà da arrivare all'anno prossimo.
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Dunque, calma. Fare giornalmente le nostre cose; non infastidirsi dell'indomani, cioè: Sufficit diei malitia sua [Mt 6,34], Gesù è buono ora, oggi, e sarà buono domani, e poi ogni giorno; e come oggi ti dà la grazia, domani te la darà ancora e dopo domani pure e così aumenterà sempre di più, aumenterà sempre di più.
Se uno guarda un palazzo alto alto, e dice: «Bisogna andar là all'ultimo piano - eh, non posso mica metter le ali» - prendete la scala, un gradino per volta e salite e, arrivate alla cima ecco non siete neppur tanto stanche perché si è fatto un gradino per volta.
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Far bene ogni giorno le proprie cose e fidarsi di Dio.
Quindi, la fede in Dio è far bene, cioè aver la buona volontà. Da noi il Signore chiede la buona volontà poi egli, a chi ha buona volontà, dà le sue grazie, le dà costantemente.
Se una figliuola legge la vita di una santa - che vita di sante avete letto? - he?... beh, vi spaventate? veder tanta virtù? e noi tanto birichine ancora? vi spaventate?... Oh!
Giorno per giorno un passetto nella santità. - Eh, ma quegli atti di virtù, quei sacrifici, quelle mortificazioni così... come arriverò? - Ah, momentino. Un gradinetto per volta, eh?
Uno scalinetto per volta.
Oggi far bene quello che la giornata presenta di difficoltà e di possibilità e domani ci sarà di più perché se oggi <vi> fate un passo e vi mettete già sul primo gradino ecco, dal primo gradino andar sul secondo non è tanta difficoltà.
Sicuro che se dal <dal piano> pavimento volevate subito salir sul secondo, sul terzo, il passo era lungo. No. Giorno per giorno le nostre piccole cose, le nostre piccole cose.
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Uno, avesse dieci anni e dicesse: «Mi piacerebbe già ormai essere a venticinque; domani, vah, che abbia venticinque anni!». No. I venticinque anni verranno ma: un giorno per volta. Buon volere! I doveri quotidiani tranquillamente, sinceramente e, come passano i giorni, così si danno tanti passi nella virtù, nella santità, nella scienza; si danno tanti passi anche nell'apostolato e si progredirà, costantemente.
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Non spaventarsi. Il diavolo è astuto: prima scoraggia: - Eh, tanto non ci riesci... come vuoi fare a farti santa tu con tutti i difetti che hai... -
Dopo se una riesce un poco: l'orgoglio: «Ah, come son già brava!». Ecco, il diavolo allora se... prima tenta perché tu non riesca, se poi riesci mette pensieri di vanità, di compiacenza umana e cerca di far perdere i meriti e di far perdere anche le grazie perché non possa progredire.
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Stiamo attenti che il diavolo è furbetto, eh? Il diavolo è furbo... ecco, il diavolo è furbo! Prima inganna in un modo, poi nel secondo. Prima dice: fa pur quel peccato, poi te lo confessi. Poi, quando uno l'ha commesso, se ha ceduto e l'ha commesso: - Oh, vergogna! come oseresti confessar quel peccato? Il confessore ti perde la stima, si stupirà che tu abbia commesso una mancanza così grossa! - e allora tenta perché non lo confessi.
Ma il fine che ha il diavolo è uno solo: che non ci facciam santi e, se potesse, che ci danniamo come lui.
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Ogni tempo ha le sue tentazioni.
Il diavolo ne ha per la mattina quando uno si sveglia, ne ha per il mezzogiorno e ne ha per la notte; quindi nel salmo diciamo anche che il Signore ci difenda dal demonio del pomeriggio - c'è anche un diavolo per il pomeriggio! - Ecco: Ab incursu, et /a daemonio/ (a) meridiano [Sal 91,6]. Vigilare perché il diavolo è furbo: prima con lo scoraggiare poi, se vinciamo il nostro scoraggiamento, allora tenta di vana compiacenza e di superbia.
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Avanti! Intanto pregate assieme che i diavoli non entrino qui... non entrino. Ecco.
E' /vero che/ (
a) i diavoli possono passare anche sui tetti, ma preghiamo che non vengano e cioè che, se vengono a tentare, siano cacciati.
Hanno tentato anche Gesù, quindi nessuna meraviglia che tentino anche noi; ma Gesù li ha cacciati... eh, sì!
Allora: fiducia nel Signore e buona volontà. Del resto, /tutto quel che è possibile/ (
a), L'istituto lo fa per la vostra formazione.
*** gli incoraggiamenti che vengono dati, più di tutto.
Fiducia in Gesù, la sua grazia *** e riuscirete bene, secondo il divino volere.
Albano Laziale (Roma)
26 settembre 1957
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421 (a) Don Alberione pronuncia queste parole con un tono che suscita ilarità nell'assemblea.
434 (a) V: daemonio.
435 (a) Così T omessa R.