V. CONOSCERE IL SIGNORE
Sappiamo dalla sacra Scrittura come sono state le cose, come si sono succeduti gli avvenimenti dopo la creazione di Adamo ed Eva creati felici e ornati della grazia di Dio; ma Eva cadde nelle lusinghe del demonio vestito da serpente e indusse Adamo a mangiare anche lui il frutto vietato. Allora venne la sentenza che Iddio aveva già minacciata se essi avessero disobbedito.
La prima parte della sentenza riguarda il demonio: «La donna ti schiaccerà la testa» [cf. Gn 3,15]: una donna!
Poi venendo ad Eva disse: «Io moltiplicherò sopra di te gli affanni e avrai pene per i figli e dovrai star soggetta al marito» [cf. Gn 3,16].
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Tre castighi per aver introdotto, essa, il peccato nel mondo.
«Moltiplicherò i tuoi affanni» e veramente la donna incontra nella vita tanti affanni, e chi potrebbe, pensando alla sorte di tante donne, chi potrebbe numerare le lacrime di esse?
E' una gran pena e se esse, le donne in generale, sono il sesso devoto, quello che si avvicina di più al Signore, e si è per trovare consolazione e rifugio in tante loro pene? Non trovano consolazione e rifugio tante volte, anche nelle persone più care.
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«I figli ti saranno di pena». Pena, ecco, quando nascono, e pena quando li devi crescere; e pena quando saranno adulti e vi sono figli che abbreviano la vita ai genitori, specialmente alla madre, per la loro cattiva condotta.
D'altra parte la madre li cresce e poi i figli son destinati a lasciare i genitori o perché passano a formare un'altra famiglia, le figlie, oppure perché si consacrano a Dio, quindi la madre non gode le consolazioni che poi potrebbe avere, dopo avere fatto tanti sacrifici per allevarli.
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«E sarai soggetta al marito».
Qualche volta alle suore sembra duro obbedire - e si obbedisce a una persona consecrata a Dio, la quale rappresenta Iddio - . Ah, obbedire poi a un uomo è tutt'altra cosa!
Benedite pure il Signore ogni giorno della vostra vita perché la vostra obbedienza è al Signore, è a persona che anche lei ha le sue debolezze come le avete voi, quindi comprensiva; ma vi sono degli uomini i quali verso le loro donne hanno un comportamento così duro. E voi, che vivete nelle parrocchie a contatto col popolo e che tante volte dovete asciugare lacrime e sentire confidenze, sapete bene che cosa voglio dire. E saprete bene ricavare un pensiero di riconoscenza e, dopo aver sentito certe narrazioni, entrare in chiesa e dire a Gesù: «Il tuo giogo è soave, il tuo peso è leggero» [cf. Mt 11,30], in confronto di quel giogo e di quel peso che hai messo addosso a tante donne.
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Tuttavia non è ancora qui, ho detto stamattina, tutto il bene della vita religiosa, no!
Il bene principale è il bene spirituale, positivo.
Anzitutto la suora guadagna sempre doppio merito in tutto!
Una madre di famiglia usa pazienza coi suoi bambini, una suora usa pazienza coi bambini dell'asilo: il merito è lo stesso? No, perché la madre di famiglia è una cristiana - supponiamo che sia veramente una cristiana buona, degna di tal nome - ma la suora non è solo una cristiana, la suora è una religiosa quindi se la madre fa un atto di pazienza la suora fa un atto di pazienza ed esercita la virtù di religione: due, due meriti!
E allora la vita della suora rende sempre il doppio.
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Può essere un campo e che dia una certa misura di grano, ben coltivato, e un altro campo che dia una misura doppia.
E quando la Parola di Dio cade in buon terreno produce il trenta, il sessanta, il cento per uno: vi è una gradazione. Il trenta supponiamo che sia quel della vita cristiana, e il sessanta quello della semplice vocazione religiosa e il cento quello della vocazione religiosa ed apostolica nello stesso tempo.
Oh, i meriti che potete farvi nella vostra vita! Le ricchezze inestimabili che potete radunare!
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Per quali motivi, il primo detto è questo: che qualunque atto di virtù facciate è sempre un doppio atto, è sempre esercizio di una doppia virtù!
Se obbedite è obbedienza e religione, se conservate la vostra delicatezza è purezza e religione se voi esercitate la povertà è esercizio della virtù della povertà ed esercizio della virtù di religione.
Se voi dite una parola buona ad un vecchio è un atto di apostolato, quindi fate un atto di apostolato, di zelo, virtù dello zelo che è proprio della pastorella, e poi fate ancora il merito di vita religiosa.
Non è come se lo dicesse una semplice donna a una giovane che si trova nell'azione cattolica; è molto diverso.
Consecrate a Dio!
Allora la pianta, supponiamo che è ciliegio, dà le ciliegie, ma la pianta, supponiamo che è la vite, dà l'uva.
Il frutto è proporzionato alla pianta e altro è la vita cristiana, che pure dà i suoi meriti, e altro è la vita religiosa che, agli atti di virtù comune, virtù cristiane, urge sempre l'esercizio della vita religiosa quindi: è una religiosa e i suoi frutti son religiosi.
Il frutto è della natura della pianta!
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Una volta accompagnavo un certo signore a visitare una chiesa dove ci stava una bella cupola, non grande ma ben dipinta, e quel Signore ha guardato un po' a lungo quella cupola e poi mi dice: «Ma, mi spieghi un poco: lassù in alto vi è disegnato il triangolo con l'occhio in mezzo, rappresenta la santissima Trinità, e quindi i cori angelici sono voltati in adorazione e lode alla santissima Trinità. Poi sotto vi sono disegnati i beati, gli uomini beati. E' questo che non so spiegarmi: nei primi posti, tutt'attorno, vi sono disegnate suore e preti, in maggioranza suore e religiosi».
Oh, è tanto chiaro: fanno il doppio merito sul la terra, devono avere un doppio premio in paradiso!
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Come vi ha voluto bene il Signore chiamandovi alla vita religiosa!
Fino adesso avete cantato: «Per te vivrò d'amore», ma lo dovete sentir sempre: vivo di amore per Gesù che mi ha amato tanto e mi ha prevenuto del suo amore, mi ha amato prima che esistessi, mi ha amato prima che io sapessi conoscerlo o potessi amarlo.
Prevenisti eum /in benedictione/ (a) dulcedinis [Sal 21,4]. Oh. Sulla terra i meriti alle volte non si apprezzano come si devono apprezzare; eh, ma in paradiso conosceremo quali sono le vere ricchezze, che cosa vuol dire Gesù nel vangelo quando si esprime così: Thesaurizate [autem] vobis /thesauros in coelo/ (b) [Mt 6,20], cioè: raccogliete tesori per il cielo!
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In paradiso godono tutti, ma si gode in proporzione delle opere e dell'amore che si è portato a Dio sulla terra. Oh. E questa donna che concentra tutto il suo cuore in Gesù e non passa il suo amore attraverso a un uomo, a una creatura, ma in Gesù: quali meriti, quali tesori per la vita eterna!
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Non va perduto nulla neppur se vive bene, neppur un respiro della notte, che pure nella notte si dorme e non siamo coscienti di noi stessi, ma ha offerto il suo riposo al Signore. Alla sera si è addormentata sul petto di Maria o sul cuore di Gesù buon Pastore e così consacra i movimenti del cuore e della notte, i movimenti del sangue e i respiri che si danno anche durante il sonno.
«Per te vivrò d'amore e morrò d'amor per te!».
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Il sacrificio della vita poi è un sacrificio di una anima religiosa e in quella ultima malattia, e specialmente nell'agonia, come è prezioso il sacrificio che si fa della vita!
E altro è l'offerta che fa il cristiano che si rassegna al volere di Dio, altro è l'amore con cui la suora accetta la morte per andare a Gesù e esercita non solo la rassegnazione, la virtù della rassegnazione, ma la virtù della religione in quell'atto che è il il più importante, perché l'atto più meritorio della nostra vita è quando offriamo la vita stessa al Signore e accettiamo veramente la morte.
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Altro è dire: «Accetto la morte» quando sono inginocchiato nel banco, altro è dire quando si è malati gravi e si fanno quegli atti di accettazione della morte.
Sì. E potete ricordare, giacché siete tutte unite, la suora Claudia, madre Claudia (a), la quale ha dato tanti buoni esempi durante la sua ultima malattia, nell'abbandonarsi al volere santo di Dio.
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Oh. Perché più gloria in paradiso?
Vitam aeternam /possidebit/ (a) [Mt 19,29], perché c'è il centuplo sulla terra!
E vuol dire, il centuplo, che cosa?
Vuol dire tante, cento volte, di grazie.
Il numero cento è un numero significativo per dire molte grazie in più, come quando Gesù dice «Perdonerai settanta volte sette» [Mt 18,22] e vuol dire sempre, e così «riceverete il centuplo» [Mt 19,29]: innumerevoli grazie!
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Quali sono le grazie e per cui la suora si prepara una doppia gloria in paradiso.
Sono qui: il cristiano deve conoscer Dio, creato per conoscer Dio, chiamato alla religione cattolica per conoscere Iddio. Oh, la suora: conoscerlo di più. Ecco.
Il cristiano creato e chiamato al battesimo, alla vita cristiana, per servire Iddio, la suora lo deve servire meglio, più perfettamente.
Il cristiano chiamato ad amare Gesù, amare Iddio; la suora ad amare solo Gesù sopra di tutto e sempre, in eterno, lui! Niente altro sulla terra: ad amarlo! Conoscere di più Iddio in primo luogo, conoscer di più, servirlo meglio, amarlo più fervorosamente e allora corrisponde la maggior gloria in cielo!
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Oh. Conoscerlo di più!
Voi fate tutti i giorni la meditazione e la lettura spirituale e poi studiate il catechismo, e poi dopo vi istruite nelle cose sacre e anche nelle cose che riguardano il servizio perpetuo di Dio, nelle costituzioni.
Conoscerlo!
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Tutti questi cristiani, supponiamo, che stanno ad Albano, questi cristiani che conoscete nelle varie parrocchie - eppure le vostre son tra le migliori parrocchie, dove state voi - euh, che parrocchie ci sono!
Parlavo giorni fa con persone importanti, missionari del Venezuela: «Dico cinque messe ogni domenica, con la macchina mi porto di qua di là, e tre messe al mattino e due alla sera, per portarmi nelle sei o sette parrocchie che stanno attorno e che non hanno prete».
Vedete, e quanta parola di Dio sente tutta questa gente? Ben poca!
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Ora voi, che siete come a una tavola riccamente imbandita, quanta Parola di Dio!
Lo studio del catechismo, la religione in generale e tutte le cose che riguardano la fede, la morale, la liturgia sacra...
Conoscere Iddio!
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Ma anche che uno non studi, <non conosca>, non abbia intelligenza, oppure sia talmente occupato nelle cose di apostolato che non abbia gran tempo, rimane sempre la meditazione e la lettura spirituale.
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Ma rimane l'istruzione che Gesù dà al cuore, dà alla mente!
Ma quanto vi parla Gesù in quelle visite!
E' ineffabile il dono dell'adorazione che avete per mezzo delle costituzioni! Ineffabile!
Il parlare tutti i giorni col Maestro divino! Il sentire con Gesù buon Pastore le confidenze, le attrattive che esercita sulla vostra anima.
Eh, la suora dice cose che i cristiani comuni non dicono mai; e i cristiani comuni sentendo certe esortazioni, espressioni e consigli della suora si stupiscono, aprono gli occhi. Non avevano né pensato, né capito il dono della fede poi, che è l'istruzione più profonda. La fede vi cresce ogni volta che fate la comunione, il dono della fede, perché sempre con la grazia di Gesù viene più fede, più speranza, più carità.
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Conoscere il Signore!
Poi non fa mica bisogno di una grande istruzione, basta conoscere quanto è amabile, quanto è stato buono con noi, come egli sia il nostro premio eterno, come egli ci custodisce e ci guida ogni giorno come Padre, anche nelle cose minime.
Conoscere di più il Signore e servirlo meglio. Questo sta tutto nelle costituzioni.
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«Mi amerai con tutte le forze» [cf. Dt 6,5b]. La suora le forze le dà solo a Gesù.
Ma, le dà a un bambino, le dà alla giovane che deve custodire, che deve istruire: ma è dare Gesù a loro, è dare direttamente a Gesù perché: «/Avevo/ (a) fame e mi /avete dato/ (b) da mangiare» [Mt 25,35], ma il «da mangiare» non si è dato a Gesù, si è dato al bambino, all'affamato. Così voi date a Gesù. Servire!
Le costituzioni sono la via di perfezione, cioè la via del più perfetto servizio di Dio, più perfetto servizio di Dio. E tutti quegli articoli messi in pratica abbelliscono l'anima e sono un servizio più delicato, più attento, più amoroso di Dio, tutte quelle osservanze che ci sono. Sì.
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E poi vi è anche da dire questo che, con le osservanze che sono stabilite nelle costituzioni vi sono anche le osservanze quotidiane: gli orari, gli uffici dati, gli impegni che avete; vi sono anche le disposizioni, i consigli che sono dati, gli usi che sono introdotti in congregazione che si hanno da osservare nelle altre case, ecc.
E' un servizio delicato che è fato con bel garbo a Dio: Ecce ancilla Domini [Lc 1,38], ecco la serva di Dio, come potete dire tutte le volte, tutti i giorni, tutti i momenti; la serva di Dio, Maria.
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Terzo: amare di più Gesù.
Ah, quanto a questo voi lo sapete: la maggior quantità di preghiera... Chi è che nel mondo, fra i cristiani, faccia le pratiche come le fate voi: gli esami di coscienza, le meditazioni, i rosari, le visite, le messe, le comunioni, le confessioni, le orazioni mattino e sera, tante preghiere nella giornata, Cuore divino di Gesù e poi tante giaculatorie, e poi soprattutto il cuore unito a Gesù, quel Gesù che si è ricevuto al mattino e che si porta con noi, finito che hanno di consumarsi le specie sacramentali rimane Gesù, il suo spirito, la sua divinità. Oh.
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E voi sapete che non avete il cuore attaccato a nulla, né attaccato a un vestito rosa o attaccato a un paio di orecchini; né attaccato a un uomo, né attaccato a un bambino, né attaccato alla vostra volontà [per]ché tutto è in Gesù!
Chi di voi ama ancora ricchezze, piaceri, distinzioni, onori? Si ama Gesù: il cuore, il sentimento, tutto di Gesù!
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E allora anche tutte le parole che vengono fuori sono ispirate dalla carità, dall'amore a Dio. Sì. Ecco che, quindi, riceverete il centuplo sulla terra senza poi numerare tutte le comunicazioni che Gesù in particolare fa a ogni anima.
L'anima che corrisponde, ogni giorno si sente più attratta da Gesù, quasi ogni ora.
Il cuore vigila sempre presso il cuore di Gesù.
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Allora ecco che ne segue il doppio premio e, se si corrisponde al centuplo delle grazie si avrà un centuplo di gloria perché anche fra religiosa e religiosa vi è diversità di corrispondenza.
Vi è chi corrisponde totalmente e vi è qualche volta qualcosa che ritiene ancora del suo: qualche po' di amor proprio, qualche veduta propria, qualche attaccamento alla propria volontà e ripugnanze alle volte per cose che piacciono a Dio, qualche sacrificio che il Signore chiede.
Se vuole *** una sa alimentare il suo amore a Dio, come cresce!
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L'amore a Dio si alimenta col sacrificio.
Come il Signore ci ha mostrato il suo amore morendo sulla croce e ha mostrato allora il suo amore pieno al Padre, così ogni piccolo sacrificio, piccola obbedienza e piccola rinuncia, ecc. alimenta l'amore.
Se non c'è il sacrificio l'amore non si alimenta, eh! Si alimenta col sacrificio e le prove dell'amore sono i piccoli sacrifici quotidiani: son prove di amore e nello stesso tempo accrescono l'amore per Gesù.
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E quanto più l'anima allora si dà a Gesù, tanto più Gesù si dà all'anima. Allora si stringe fra l'anima e Gesù un patto di amicizia, di intimità, e Gesù si rivela sempre più all'anima: «Non vi chiamerò più servi, ma vi chiamerò amici, perché tutte le cose che ho conosciuto dal Padre le ho manifestate a a voi» [cf. Gv 15,15].
Allora entra in campo la legge dell'amore e quando vi è questo amore puro, dove si arriverà?
Basta per questa mattina...
Albano Laziale (Roma)
3 agosto 1957
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123 (a) V:benedictionibus.
(b) R: thesaurum in coelis.
127 (a) Sr. M. Claudia Da Sois, nata a Puos D'Alpago (Belluno) il 9 luglio 1921.
Entrata in congregazione il 15 agosto 1943, vestì l'abito religioso nel 1944, emise i primi voti il 30 maggio 1946. Consigliera generale dal 1953, svolse nello stesso tempo il lavoro di ricerca delle vocazioni.
Si spense la sera del 14 febbraio 1957 dopo un mese e mezzo di malattia e di cure nell'ospedale «Regina Apostolorum» ad Albano Laziale.
128 (a) V: possidebitis.
136 (a) V: Ebbi.
(b) V: Deste.