Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VI. VIVERE COME…
Amare la vocazione è amare la volontà del Signore perché la vocazione è di volontà di Dio, è Dio che l'ha impressa nell'anima.
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Egli creando l'anima (a) la destina ad un corpo perché vi sia un uomo, vi sia una persona umana, e a ogni persona umana assegna una missione sulla terra: tutti in paradiso ma chi per una via e chi per un'altra. E alle persone che son destinate per la via religiosa il Signore dà particolari attitudini, qualità, doni, creandole, e poi particolari attitudini, qualità, inclinazioni nel santo battesimo.
Così la volontà di Dio si compie sia nella creazione e sia nel battesimo e poi successivamente nelle varie grazie che il Signore semina nella fanciullezza, nella giovinezza, più avanti anche, alle volte quando si è già giunti a una certa maturità di vita, magari anche alla maggiore età.
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E' dunque la vocazione volontà di Dio e perciò dicevo: amare la vocazione è amare la volontà di Dio. Ora per questo abbiam già fatto due meditazioni su il gran bene che è la vocazione.
Andiamo avanti.
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La vocazione alla vita religiosa e alla vita apostolica dà duplice vocazione, ci porta a vivere come Maria, come Gesù, come Giuseppe e cioè a vivere la vita più alta, più perfetta, più santa che si sia vissuto sulla terra .
A Nazaret i tre gigli purissimi: Maria, Giuseppe, Gesù. Vergini, ecco, e adorni di ogni virtù e dotati di una missione sublimissima.
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Vivere con Maria. Quale aspirazione più grande può avere una giovane di questa? Passare la sua vita nell'ufficio che ha fatto Maria.
Abbiamo nel vangelo quella donna la quale, dopo aver sentito le bellissime cose che aveva predicato Gesù, alzò la voce e gridò: «Beata colei che ti fu madre» [cf. Lc 11,27].
Sì, veramente beata Maria! Perché ha creduto e allora si sono compiute in lei tutte le cose che erano state promesse.
Ha creduto che si potesse compiere il prodigio: diventare madre del Figliuolo di Dio e rimanere vergine: Perficientur in /te/ (a) quae dicta sunt tibi a Domino [Lc l ,45], e si compì quello che ella aveva creduto secondo la parola dell'angelo.
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Vivere come Maria!
La vergine santissima Immacolata; la vergine santissima dotata di una fede profonda, di una speranza ferma, di una carità ardente, di una prudenza costante; di amore alla santità, alla giustizia profondo; di perseveranza, di moderazione, di fortezza, di umiltà, di obbedienza, di pazienza... dove trovare una creatura più perfetta?
E' il prodigio del creato, Maria; è il privilegio speciale di Dio, anzi [è] un cumulo di privilegi che si è addensato in una creatura; e poi è un prodigio di grazia e di gloria in cielo, Maria.
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La vita della suora è la più simile alla vita di Maria, la più simile che si possa immaginare fra noi, uomini. Ecco. La donna viene così elevata.
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Maria era stata predetta nel Genesi: «Porrò inimicizia fra te, serpente, e la donna» - la donna per eccellenza, Maria - «fra il suo Figlio e il tuo seme. Essa ti schiaccerà il capo» [cf. Gn 3,15]. Ecco, la suora schiaccia il capo al serpente della disonestà, dell'avarizia, dell'orgoglio; schiaccia il capo al serpente che è nel mondo il quale, mondo, totus in maligno positus est [1Gv 5,19], è tutto posto nel male, è tutto imbevuto e impastato di male.
Schiacciar la testa al serpente. E ogni volta che la suora combatte le tentazioni e vince il demonio schiaccia la testa al demonio, al serpente istigatore.
E di più, quanti peccati fa evitar la suora nel mondo col suo apostolato, con le istruzioni, col catechismo, con l'assistenza alla gioventù e col suo buon esempio e con la sua preghiera.
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Il diavolo oggi insidia Le suore più che in altri tempi perché teme le suore, teme che si moltiplichino perché, anche là dove si ferma e ha un limite l'opera del sacerdote ecco, interviene la suora, la quale opera daccanto al sacerdote stesso e tante volte così efficacemente, così profondamente, che le parole della suora sono ascoltate con venerazione e son sempre ascoltate con venerazione secondo la stima che hanno della suora.
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Vi sono suore che san dire parole semplicissime ed hanno una efficacia grande. Oh.
- Che cosa ti ha detto dunque?
- Mi ha detto così che io son /fatta/ (a) per esser religiosa, si.
- E poi?
- Io ho domandato in quale istituto e mi ha chiesto allora: «E quale preferisci?» - Uno dei due. «Tutti e due ottimi; scegli. Forse fai bene a preferire il primo».
E' finito lì il discorso, ma l'altra ha corrisposto.
Ecco, parole semplici, parole che van fino al fondo dell'anima.
L'efficacia!
E allora decidono una vita; una vita che poteva essere una vita in famiglia, una vita che viene spesa totalmente per le anime e per Dio.
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Quanto hanno grande stima della loro suora! La vedono così unità a Dio, così modesta, così umile, così paziente, così sacrificata continuamente, proprio per quello che è più amato, cioè per il bambino; e allora prendono le parole come se venissero da Dio, parole che venendo da Dio passano attraverso la suora e arrivano a quell'anima.
Schiacciar la testa al serpente!
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E il mondo deve avere le suore che dappertutto ricordino che vi è un paradiso, vi è un'eternità.
Anche tacendo l'abito lo dice perché quelle persone, con la vita, che fanno? Mostrano di credere e di operare tutto per il paradiso.
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Vivere come Maria la quale salì il calvario e offerse la vittima Gesù al Padre celeste e offerse il proprio dolore, la spada che le trafiggeva l'anima, per la salute del mondo.
Così la suora si offre in questo senso: «Tutta mi dono, offro e consacro» (a) per la propria santificazione e per la salvezza del mondo.
Più suore, più suore nel mondo!
E il demonio insidia le suore e non bisogna pensare che dimentichi voi. Oh.
Va in cerca continuamente di anime per insinuare certe parole, e eccitare le passioni e tentare al peccato, al male. Oh.
Vivere come Maria.
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Adesso una parola anche un po' più difficile: Maria è madre del Verbo incarnato, sì, del Verbo, cioè il Figlio di Dio incarnato. Oh.
Allora ella era la madre del Figlio di Dio ed era anche madre delle anime che si salvano.
La suora diviene madre delle anime a cui dà la vita, a cui porta la grazia per mezzo del suo ministero, della sua parola, del suo esempio e della sua preghiera.
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«/Colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, è mia madre, è mio fratello, è mia sorella/» (a) [Mt 12,50]. Con la parola sua santifica le anime e quante ne vedrà, anime, attorno a sé al giorno del giudizio! Ora le cose passano sotto silenzio, nessuno forse si accorge, qualcheduno può anche criticare e mormorare, ma al giudizio tutto sarà svelato.
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La vita di Maria, la vita di Maria! La quale ebbe la grazia di viver sempre con Gesù e la suora vive sempre con Gesù.
Ebbe la grazia di vedere i suoi esempi e di godere la sua intimità, la suora dovunque va ha un tabernacolo, trova Gesù, trova Gesù.
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E se anche per disavventura in qualche luogo dovesse stare per qualche giorno senza la comunione, o per le distanze o altro motivo, essa vive con Gesù che porta sempre nel suo cuore.
E' l'unione della volontà che fa la nostra comunione con Dio principale; quando si dice: fiat voluntas tua [Mt 6,10] si fa una comunione con Dio profondissima, graditissima al Signore. E allora facendo il sacrificio di esser privata forse per malattia o per altra ragione della comunione, si può dire che si comunica con Dio più intimamente.
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E di più: la pastorella vive come Gesù buon Pastore, la sua vocazione è quella.
Gesù volle nascere in Betlemme, Gesù volle vivere a Nazaret soggetto a Maria ed a Giuseppe; Gesù volle darsi ad un lavoro duro, faticoso: falegname; Gesù si preparò così al ministero pubblico che inizia con quaranta giorni di penitenza, di digiuno, con vincer le tentazioni del demonio, con ricevere il battesimo di Giovanni; ecco.
Poi il suo apostolato pastorale fu intensissimo in quei tre anni e più, un po' più di tre anni di durata di tale ministero.
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Come attirava a sé, con la sua bontà il popolo, fino a questo punto che, guadagnato il popolo dalla sua amabilità, dalla sua predicazione, dai suoi prodigi, lo seguiva dimenticando anche il cibo!
E quale compassione per i peccatori? E quale via di santità, di perfezione indicò?
E quali precetti santi diede, e come incoraggiò tutti a seguirlo, e come si offerse vittima al Padre celeste per gli uomini, per i peccatori.
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La vita della pastorella deve immedesimarsi in Gesù buon Pastore fino a immolarsi, poi fino a salire al cielo, fino a salire al cielo.
Là il Pastore divino attorniato dalle sue pecorelle, la suora pastorella la quale ha compiuto una missione simile a quella di Gesù buon Pastore.
Vivere come Gesù, parlare come Gesù, pregare come Gesù; voler bene alle persone, alle anime come Gesù; sacrificarsi come Gesù; cercare di operare il maggior bene e poi vivere nascosta nella santa umiltà, vivere nascosta e comparire solo quando c'è un bene da fare. Ecco.
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E allora senza guardare a cosa dicono gli uomini, cosa possono giudicare quelli che son nel mondo, cammina sulla strada, va diritta per la via che le è segnata dalla divina provvidenza.
Il buon Pastore, la sua pastorella!
E Gesù volle accanto a sé Maria, che è la divina Pastora, e vuole accanto a sé la pastorella.
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La vita poi della pastorella ha tante somiglianze con la vita di san Giuseppe: vi è la verginità che è comune, vi è la povertà che è comune, vi è il lavoro che è comune, vi è la preghiera che è comune, vi è la semplicità e l'umiltà che sono comuni, vi è lo spirito di obbedienza che è comune; e così Giuseppe visse nel silenzio, sì.
Le cose del mondo non attirano la pastorella ma compare di costante quando c'è il bene da fare. Ecco.
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E san Giuseppe divenne padre di vergini, e san Giuseppe è protettore della Chiesa universale, e la suora opera nella Chiesa.
E san Giuseppe è protettore dei morenti, e quante volte bisogna invocare san Giuseppe al letto dei malati.
E così san Giuseppe crebbe di virtù in virtù, ma specialmente egli è invocato dai poveri, dagli emigranti, dagli infelici, dagli infermi, dai lavoratori a cui è anche dato come protettore, protettore degli artigiani, oh, protettore di tutti gli operai.
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E quale parte è riservata alla suora soprattutto? Alla suora non son riservate le persone nobili, le persone dotte; non deve rivolgersi in primo luogo ai sapienti della terra.
Gesù si rivolgeva in primo luogo agli umili, Giuseppe è il santo degli umili.
La suora in primo luogo deve cercare le masse, cioè le masse son costituite dagli operai, dai contadini; costituite, le masse, da coloro che lavorano manualmente per lo più, e anche da quelli che lavorano intellettualmente o moralmente, sì.
Cerchiamo sempre quelli che son più disposti a sentir la Parola di Dio; quelli che hanno il cuore più puro, più semplice: sono i bambini, sono gli infermi, sono i poveri, sono i lavoratori... Ecco.
E allora questi corrisponderanno di più alla voce della suora, all'esortazione della suora.
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Dunque la vita della suora, specialmente pastorella, è quella che si avvicina di più a Maria divina Pastora, a Gesù buon Pastore, a san Giuseppe cooperatore della redenzione, quello che aiutò Maria e Gesù, colui che fu intimo di Maria e di Gesù, intimo.
E come Gesù gli asciugava il sudore alla sera dopo la lunga giornata di lavoro, così egli andava volentieri nel segreto della casa e poi con Maria e Gesù incominciava la preghiera che egli dirigeva.
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Oh, la bellezza del vostro stato, della vostra missione!
Altri si occupano di far le scuole; bene! Altre suore hanno cura dei corpi negli ospedali; vi sono suore occupate in tante cose; voi avete cura delle anime e [siete] mandate per le anime e per il lavoro parrocchiale, tanto che non potete prendere stabilmente collegi o scuole eccetto nel caso in cui siano opere parrocchiali.
Per le anime: quando l'opera è diretta alle anime e quando il fare un'opera vuol dire cooperare ai ministri di Dio, ai pastori di anime.
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Tutta spirituale la vostra missione! E siccome è tutta spirituale qualche volta è anche meno apprezzata in certe regioni o in certi paesi, ma l'apprezza bene Iddio.
Il mondo ha un giudizio che è falso, il giudizio vero è quello che fa Iddio.
Ecco, allora, stimare sempre di più la vocazione e la stima si mostra poi con la corrispondenza e vediamo successivamente come corrispondere alla bella vostra vocazione.
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Poi da notarsi che essendo in principio la vostra istituzione, ha bisogno di anime fervorose, calde! Ha bisogno di maggior unità la vostra istituzione. Non ci devono essere dissensi o dispareri: unione di mente e di cuore, unione di vita e unione di sentimento, di aspirazioni.
Allora l'istituzione progredirà perché chi la fa progredire è il Signore, si dice, ma il Signor la fa progredir se progrediam noi perché dobbiam progredire noi che costituiamo una congregazione, voi che costituite la vostra congregazione.
Come un corpo è tanto perfetto quanto ha le sue membra perfette, così una congregazione è tanto perfetta quanto ha membri perfetti, santi.
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Il Signore vi ha amato tanto! Vi ha amato tanto! Andate dunque avanti con semplicità ma con grande riconoscenza.
E grande impegno a corrispondere a questa bella vocazione.

Albano Laziale (Roma)
4 agosto 1957

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145 (a) R: le anime.

148 (a) V: ea.

153 (a) R: fatto.

156 (a) Dal «Rituale delle suore di Gesù buon Pastore», Ed. Paoline, p. 34.

158 (a) V: Chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli egli è mio fratello e mia sorella e mia madre.