XV. PARROCI E PASTORELLE
Abbiamo celebrata una funzione così bella e anche assai lunga appunto perché molte erano le figliuole che intendono di consecrarsi al Signore e si sono consecrate /realmente già un numero soddisfacente/ (a), tuttavia mai sufficiente perché le domande che vengono rivolte all'istituto perché mandi suore nelle parrocchie sono sempre più numerose e più insistenti.
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Oggi celebriamo la festa di Maria madre del buon Pastore e celebriamo la festa di un grande pastore, san Pio X.
Egli è stato pastore come cappellano o, come dicono in Piemonte, vice-curato; è stato pastore come parroco, è stato pastore dei chierici come direttore spirituale, è stato pastore come vescovo a Mantova, è stato pastore come cardinale arcivescovo a Venezia e poi ha raggiunto l'ultimo grado, la maggiore altezza: pastore universale, cioè pastore della Chiesa tutta.
A lui il Signore ha imposto: «Pasci i miei agnelli... e pasci le mie pecorelle» [Gv 21,15.17].
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Nella Chiesa di Dio vi è quindi come una piramide: alla base della piramide stanno i fedeli, sopra di essi i parroci, sopra i parroci i vescovi, sui vescovi il Papa, il sommo pastore.
Però bisogna dire che chi vive e imita più perfettamente la vita che ha vissuto, che ha condotto Gesù buon Pastore durante il suo ministero pubblico, è veramente il parroco.
Il parroco il quale è a contatto diretto con le popolazioni, il parroco il quale è il padre delle anime che sono nella sua parrocchia.
Esse rinascono e divengono figli di Dio per mezzo del battesimo amministrato dal parroco; per mezzo dell'eucarestia amministrata dal parroco sono alimentate nel loro spirito, come vengono purificate, se macchiate di peccato, pel sacramento della penitenza.
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Santificate quindi per mezzo dei sacramenti e prima ancora vengono istruiti: Docete omnes gentes [Mt 28,19]. L'istruzione ai bambini, l'istruzione agli adulti, l'istruzione delle classi di persone che sono nella parrocchia. Poi l'ufficio di reggere: «E insegnate a fare quanto io vi ho predicato» [cf. Mt 28,20].
Essi devono giudicare la parrocchia in generale, e poi in particolare ogni anima.
La parrocchia è la base nella Chiesa poiché essa è relativamente quello che è il comune in una nazione, come i vescovi sono relativamente quello che sono i prefetti nella provincia e il Papa, il sommo reggitore.
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La vita del parroco è una vita di sacrifici.
Non sempre egli trova tutte le pecorelle docili.
D'altra parte i fedeli troveranno sempre la loro salute nell'attorniare, nell'assecondare, nel seguire, nel sentire il parroco il quale si cura di ogni anima, ed ogni anima egli pensa, egli porta nel suo cuore all'altare; la mette, ogni anima, nel calice quando sta consecrando. Oh.
Coloro che assecondano il parroco sono sulla via della salvezza, sicuri della loro fede, sicuri di camminar bene moralmente e sicuri di ricever la grazia attraverso ai sacramenti e agli altri mezzi istituiti dalla Chiesa.
Non vi è una garanzia maggiore di salvezza, per i fedeli in generale, che stare col parroco.
D'altra parte il parroco è colui che nella Chiesa di Dio prepara i pastori e i padri delle anime curando le vocazioni e dando quello che è il migliore della loro parrocchia, dandolo, offrendolo al Signore.
Poi questi saranno i continuatori nostri.
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Allora ringraziamo il Signore che adesso avete voluto compiere l'opera vostra: non solamente avete avviato queste giovani all'istituto, ma avete voluto presenziare anzi accompagnare l'offerta che queste figliuole oggi, facendo per la prima volta i voti, hanno compiuto verso Gesù.
Allora tutti insieme noi ci impegnamo a pregare per le parrocchie e per i parroci e per i fedeli loro.
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Parrocchia: famiglia di Dio.
Oh, se tutti fossero in grazia, se non vi fossero delle anime spiritualmente morte nella parrocchia!
Quale fervore nella Chiesa di Dio allora e quale lavoro si compirebbe per allargare il regno di Dio anche nelle lontane terre, poiché sono circa un miliardo e novecento milioni quelli che non conoscono ancora Gesù Cristo.
Noi abbiamo avuto la grande fortuna di nascere in paese cattolico e in buone parrocchie, ma quanta gente, quanti milioni di persone non hanno un padre spirituale, non hanno uno che li consoli, che indichi loro la via del cielo, che li faccia rinascere della vita in Cristo, che li accompagni nella loro esistenza e poi che benedica la loro tomba e continui a pregare per il riposo eterno.
Pregare per tutti.
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Oggi qui c'è una cosa che è consolante e commovente: parroci e pastorelle.
Ecco, la loro opera deve essere come unita.
Ciascheduno opera nella sua posizione: il parroco come padre e le pastorelle come aiuto, partecipanti alle opere, in quanto porta la loro condizione, alle opere e all'iniziativa del parroco.
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E allora tutti insieme preghiamo: che le parrocchie siano veramente famiglie di Dio, tutte, non solamente i bambini che han ricevuto il battesimo. Che non si offenda Iddio nelle parrocchie; non si allontanino le benedizioni del Signore.
Preghiamo che tutte le famiglie, uomini e giovani, assecondino il parroco; preghiamo che si moltiplichino le vocazioni sacerdotali e le vocazioni religiose, le vocazioni delle pastorelle, e preghiamo perché collaborando assieme arriviamo tutti allo stesso premio, lassù, lo stesso premio.
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Adesso, nella benedizione, comprendiamo tutti i vostri parenti, comprendiamo tutte le suore che sono state vestite stamattina e tutte le suore che si son consacrate a Dio mediante la professione. Comprendiamo tutti i desideri dei parroci specialmente di quelli che son qui presenti.
Comprendiamo i bisogni di tutte le famiglie, i genitori, ai quali siamo tanto riconoscenti e che meritano una speciale benedizione da Dio per aver offerto un po' del loro sangue al Signore, il meglio della loro famiglia.
E siano benedetti i bambini e siano benedette tutte quelle persone alle quali le pastorelle rivolgeranno le loro cure amorose, materne.
Albano Laziale (Roma)
3 settembre 1957
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388 (a) Così T. Omette R. Le neoprofesse allora erano 29.