Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVIII
IL METODO VIA, VERITÀ E VITA APPLICATO ALLA VISITA E ALLA MESSA

[147] L'ultima parte dei santi Esercizi va dedicata a tre cose.
Primo: raccogliere il frutto degli Esercizi stessi, riassumendo attraverso alle cose udite e lette e che il Signore ha ispirato al nostro cuore, ciò che particolarmente fa per noi. Così si prepara una specie di programma di lavoro spirituale e di lavoro di apostolato che serve per la | [148] santificazione dell'anima nostra e delle anime a noi affidate. Questi sono i fini della nostra vita religiosa.
Secondo: cosa da farsi al termine degli Esercizi è una buona confessione possibilmente accompagnata dal dolore perfetto e dall'acquisto di molte indulgenze. Si sistemino accuratamente i conti del passato in modo che al termine degli Esercizi l'anima possa dire: Mi pare che se dovessi comparire improvvisamente al giudizio di Dio, sarei in pace.
Terzo: pregare per l'accrescimento della grazia, onde per la divina assistenza, la protezione della Regina degli Apostoli e di S. Paolo possiamo dare un passo decisivo in avanti, dicendo sempre al Signore.
Ciò che ha formato nella santità S. Teresa del Bambino Gesù si è il suo proposito fatto da piccina e sempre mantenuto di non dir mai di no al Signore.
Il dir di al Signore è una gran cosa, è imitare la santa Madonna quando rispose all'angelo: «Fiat mihi secundum verbum tuum»1 cioè: Io mi metto completamente a disposizione di Dio.
«Ecce Ancilla Domini: Ecco la serva del Signore»2. Noi, come Maria santissima, siamo i servi del Signore. Non spetta ai servi il disporre di se medesimi. Faccia il padrone, faccia Dio! Noi compiremo il suo volere con santa pazienza e, quanto progresso faremo!
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Confessione dunque, acquisto di indulgenze e preghiere per ottenere la grazia di servire Dio | [149] umilmente lungo l'anno acquistando tanti meriti per il Paradiso.
Adesso ci rimane ancora un punto da spiegare, cioè come si applichi alle pratiche di pietà il metodo via, verità e vita.
Questa sera lo applicheremo alla santa Messa ed alla Visita al santissimo Sacramento. Anzitutto dovremo fissarci in mente che faremo cosa molto grata a nostro Signore seguendo questo metodo giacché con esso gli si presta un servizio completo, un culto perfetto.
Noi intendiamo onorare così il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo considerando in Gesù Cristo gli attributi divini ch'egli volle rivelarci affinché gli offrissimo l'ossequio di tutta la nostra anima: mente, volontà e cuore. Rendiamo questo omaggio a nostro Signore!
Non diciamo: è difficile. No! È la cosa più dolce, più soave, più consolante, più vitale che possiamo fare! È un merito così grande ed eccelso, così sublime, che veramente dovremmo piangere per non averlo scoperto nel passato!

La Visita secondo questo metodo si dividerà in tre parti di venti minuti o di quaranta, secondo che trattasi di Paoline o di Pie Discepole.
Poco importa di far precedere una parte o l'altra.
[Prima parte.] Supponiamo che uno prenda prima: Io sono la Verità. In questa parte la mente si applica a considerare le verità da Dio rivelate ed insegnate da Gesù Cristo agli uomini. È l'omaggio dell'intelletto a Dio. Quale omaggio!
La virtù positiva necessaria e fondamentale è l'umiltà. Nella prima parte si eserciti questa virtù. È tanto facile e semplice richiamare alla mente le cognizioni che abbiamo di Dio ed umiliarci | [150] alla sua presenza. Ci servirà all'uopo specialmente la lettura delle Scritture e del catechismo. Non si scappi dal catechismo finché non si sappia da meritar dieci. Si prenda nei libri di classe a cominciare da quello di quarta. In seguito si passi al libro Via, Verità e Vita3.
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Date grande importanza al catechismo!
Io ho la testa dura e non mi entra!. Io anche! Abbiatela davvero dura; finché non avete imparato non andate avanti! Ah, ma non posso farlo entrare!. Tu non puoi rendere al Signore ossequio maggiore di quando ti sforzi a studiare le verità eterne.
Perché tanti errori nei vostri manoscritti? Scrivete bene, esercitatevi nella calligrafia e nella ortografia. (Ah, povera sintassi!).
Non fate errori dottrinali! Si vogliono trovare pensieri elevati fuori della dottrina comune... Cose vane! Poco nutrienti per lo spirito. Il catechismo è la dottrina più sana. Studiatelo bene! Le verità di Dio che la Chiesa ci sbocconcella adattandole alle nostre piccole menti ci vengono dal catechismo.
Quando vedete che una figlia porta con sé molti libri all'Adorazione, guardate se fra tutti v'è un catechismo. I libri sono un grande aiuto, ma ci vogliono gli essenziali, e fra questi il catechismo. Non farete mai un ossequio più bello al Maestro divino di quando studierete il catechismo.
Quel catechismo di poche pagine che contiene le verità principali è il libro più istruttivo per noi. Con esso non ne sapremo tanto, ma sapremo le verità essenziali.
Siamo tanto premurosi di prestare a Dio l'omaggio della nostra mente! Cacciamo via tutti i | [151] pensieri vani, strani, le fantasie sciocche che ci passano per la testa. Si pensi sempre rettamente, si controllino i pensieri e specialmente ci si immerga nelle verità di Dio.
Il Concilio di Trento in cui si radunarono tutti i Padri della Chiesa e i più grandi teologi del tempo, durò diciotto anni e concluse col fare un catechismo: il Catechismus ad parochos, detto così non perché serve a formare i parroci, sibbene perché contiene le dottrine che la domenica sera dovrebbero dal pulpito essere spiegate agli adulti. Vedete di non farvi abbagliare dalla superbia! Non dite mai: Quello è solo il catechismo! Vi sono persone che magari vi suggeriscono libri difficili, mentre hanno della religione una cognizione assai superficiale e vaporosa.
Domandai ad un sacerdote reduce dalla Spagna: Come mai la Spagna è adesso così irreligiosa? Mi rispose: In Ispagna si
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recitano preghiere come l'usignolo canta la sua canzone, ma l'istruzione catechistica manca quasi totalmente.
Nessuna brava scrittrice che conosca bene il catechismo cade in errori teologici.
Si crede che il catechismo sia per i piccoli. Giustissimo. Ma anche i grandi debbono averlo presente per approfondirlo sempre meglio. Se in Europa si fosse conosciuto a fondo il catechismo, l'errore di Lutero non avrebbe preso tanto piede e la Chiesa non avrebbe provato il dolore di vedersi allontanati duecento milioni di figli. Questo numero è oggi aumentato.
Il catechismo si deve spiegare molto o poco? In generale è meglio studiare che spiegare. Si mandi molto a memoria. Le spiegazioni si | [152] ricorderanno facilmente. Sicuro, costa lo studio! È molto più comodo ascoltare seduti. Tuttavia facciamo le cose con zelo ed il Signore ci pagherà bene.
Una volta appreso il catechismo si potrà passare a qualcosa d'altro che non sia pura ascetica.
Io leggo S. Alfonso. Non è adatto per la Visita. Voi non avete di S. Alfonso i testi di dogmatica. S. Alfonso è il più grande dei moralisti. Egli ha tuttavia scritto sei volumi contro le eresie, ma chi li prende? Solo i dotti e non voi.
Fatta la lettura, preghiamo per ottenere aumento di fede. Si reciti il Credo, si facciano proteste di fede e suppliche al Signore, poi si reciti qualche mistero gaudioso.
Seconda parte. Io sono la Via. Qui possono servire: il Vangelo, le Lettere di S. Paolo, di S. Giacomo, il libro della Sapienza, i Proverbi, l'Ecclesiaste, ossia i libri morali.
Dopo aver considerato in questi libri quel che fa per la virtù che dobbiamo acquistare noi, si passi all'esame di coscienza di un po' di tempo, ad esempio di dieci minuti. Indi si preghi per aver forza di mettere in pratica i propositi.
Terza parte. Io sono la Vita. È il tempo riservato per chiedere le grazie. Abbiamo bisogno di grazie per la santificazione nostra e della Congregazione; abbiamo bisogno di pregare per noi individualmente, per la Chiesa e per coloro che lavorano per la salvezza delle anime.
Nondimeno lasciamo a Gesù la libertà di distribuire il valore delle nostre preghiere come gli piace con le intenzioni per le
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quali continuamente | [153] egli s'immola sugli altari. Affidiamogli il piccolo tesoro delle nostre preghiere perché si degni ottenere dal Padre copiosi favori alle anime da lui redente.
Si reciti quindi il rosario.
Per dividere i punti sarà bene recitare, dopo il primo: In principio erat Verbum4; dopo il secondo: le Beatitudini5; dopo il terzo: l'Oratio Christi6.
Consideriamo la santa Messa divisa in tre parti: dal principio al Credo; dal Credo al Pater; dal Pater alla fine.
La prima parte è didattica o di ammaestramento: «Io sono la Verità» ed ha il suo centro nell'Epistola e nel Vangelo.
La seconda è la parte consecratoria, è la vera offerta, il vero sacrificio, il centro anzi del sacrificio: «Io sono la Via».
La terza parte ha il suo centro nella Comunione e vi si onora particolarmente Gesù Vita.
Che cosa facciamo nella prima parte? Se abbiamo il Messale, cerchiamo il Santo del giorno o la festa. Leggiamo quel che dice il Messalino come introduzione alla Messa, come spiegazione dell'Epistola e del Vangelo e ricaviamone quegli insegnamenti che il libro propone alla considerazione dei fedeli.
Quanto alle preghiere, è meglio prendere quelle del Messalino stesso, se si ha, altrimenti se ne recitano altre, quali gli atti di fede, speranza, ecc., ovvero i misteri dolorosi. Meglio è però se si può pregare con le preghiere stesse della Chiesa.
Seconda parte della Messa è quella che ha per centro la consacrazione e va dall'offertorio al | [154] Pater. I fedeli dei primi tempi a questo punto della Messa offrivano candele, pane e vino, olio per la lampada, al sacerdote. Oggi è il sacerdote che offre a Dio il pane ed il vino.
Nella consacrazione Gesù s'immola misticamente per la separazione mistica e reale del suo Corpo dal Sangue.
Egli c'insegna fino a qual punto dobbiamo lavorare per l'anima nostra fino a sacrificare tutto, fosse anche la vita.
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Gesù è la Via. Per lui si ascende al Padre, per lui si acquistano meriti, divenendo degni di essere accolti dal Padre. Gesù è la Via. Egli ci precede con la croce sulle spalle e dice: «Venite dietro a me!»7.
La terza parte della Messa va dal Pater alla fine. Il centro è la santa Comunione: «Io sono la Vita». È nella Comunione che alla vita naturale si sostituisce la vita divina di Gesù Cristo. Innestati in Gesù noi produrremo frutti soprannaturali.
Protestiamo di voler parlare, pensare come Gesù, vivere di Gesù, morire con Gesù e non avere altri ideali fuori di quello di essere una viva immagine di Gesù Cristo: «Vivo autem jam non ego, vivit vero in me Christus»8. «Donec formetur Christus in vobis!»9.
E allora la Messa lascerà10 in noi una profonda impressione. La Comunione si faccia sempre: se non sacramentale, almeno spirituale.
Che gran frutto potremo ricavare dalla Messa così seguita! Il nostro spirito ne uscirà sollevato, ci sentiremo veramente uniti a Gesù Cristo. Già noi vedremo delinearsi nell'orizzonte una luce nuova, segno che questa vita avrà presto una fine: | [155] sarà la luce della beata eternità. Allora eccitati da questa santa speranza ci daremo senza posa al lavoro, alla fatica.
Chi mette un limite nel dono di sé a Dio, impedisce che Iddio prenda assoluto possesso del cuore. Siamo generosi nel divino servizio!
Questo modo di seguire la santa Messa è adatto per tutti; d'altra parte non bisogna imporlo. Ogni anima corrisponda alle attrattive speciali della grazia. Ma il vostro metodo renderà voi più sapienti, più efficaci nell'apostolato.
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1 Lc 1,38b: «Si faccia di me secondo la tua parola» (Volgata).

2 Lc 1,38a.

3 Costa D. SSP, Via, Verità, Vita, Spiegazione letterale del Catechismo, 3 voll., Alba, PSSP, 1933.

4 Gv 1,1-18: «In principio era il Verbo...». Prologo di S. Giovanni.

5 Cf Mt 5,3-10.

6 Cf Gv 17,1-26: Preghiera sacerdotale di Gesù.

7 Cf Mt 16,24.

8 Gal 2,20: «... non son più io che vivo, ma Cristo vive in me».

9 Gal 4,19: «... finché sia formato Cristo in voi».

10 Originale: lascierà.