Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVII
IL SILENZIO AMOROSO ED OPEROSO

[138] Nel mese del santo rosario è buona cosa che noi rinnoviamo il proposito di recitarlo sempre, tutti i giorni, di portarlo con divozione e di ricavarne tutta quella sapienza e grazia che i misteri sono destinati a produrre. Ah, il santo rosario! Esso è preghiera facile, preghiera efficace ed ottiene molti favori spirituali.
[139] Tutte le grazie possiamo aspettarci dalla santa corona, da questa preghiera sapiente che ci porta a meditare i misteri di nostra santa religione. Abbiamo bisogno di una Madre che ci accompagni, perché nelle vie dello spirito si è sempre bambini.
Le Figlie di San Paolo sono frequentemente lontane da Casa Madre, ma finché pregano molto, fossero anche al polo nord, non periranno. Solo il Signore può difenderle dal male; perciò si può dire che una suora vale quanto vale la sua preghiera.
Di sbagli grossi una suora che prega non ne fa e, se ne fa, è o per imprudenza ovvero per ignoranza. Dio s'incarica lui di guidare questa figlia come Padre.
Leone XIII scrisse undici Encicliche sul santo rosario. Generalmente il sommo Pontefice scrive le Encicliche per mandare a conoscenza di tutti i fedeli cose assai importanti: di qui misuriamo l'importanza del santo rosario.
Sì, la Chiesa sente bisogno dell'aiuto di Maria santissima!
Il rosario serve per tutti e per tutto: a preparare alla Comunione e alla Visita, quando si cammina e quando si sta fermi, per il Papa e per i vescovi, per i vivi e per i morti.
Si reciti in chiesa, durante la Visita particolarmente, e se si può, meditando i misteri.

Nostro Signor Gesù Cristo modello di ogni virtù ci ha lasciato esempi di amore alla silenziosità.
Questa virtù ha tale importanza per la famiglia vostra che è bene dedicarvi uno spazio di tempo in particolare.
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| [140] Silenziosità, in genere, vuol dire: tacere, cioè non parlare fuori tempo ed osservare quel triplice silenzio: profondo, medio, comune.
Vi è un modo di parlare dei soldati, un modo proprio dei sacerdoti ed un modo proprio delle suore che debbono sempre essere moderate e assai prudenti.
Un altro silenzio è la cosiddetta silenziosità della vita. Alcune figliuole dove vanno fanno un gran chiasso, altre penetrano come l'olio; esse sono tutta attività e le loro opere sono maturate nella prudenza e nella preghiera. Alcune quando operano sembra debbano fare delle meraviglie; se vanno in un posto ove vi sia un uso nuovo o un parlare strano fan tante esclamazioni di sorpresa e quasi quasi cambiano il loro modo di vivere. Ciò non va bene. Lo spirito vostro tenetelo dappertutto. Naturalmente in Francia1 non parlerete italiano... Ma fuori di queste accidentalità le cose da dire son sempre le stesse. Quando si va in un paese che non è il proprio è meglio non mettere in ridicolo nessuno. Se fa meraviglia l'usanza di una regione, chissà quanta meraviglia farebbe a quelle persone il modo di vivere dei nostri luoghi!
Facilmente le Figlie di San Paolo hanno contatto col clero. Qui ci vuole una prudenza triplice sia per conservare la debita deferenza, sia per prendere quel che conviene al nostro spirito respingendo quel che non gli giova.
Ieri sera un Vescovo mi riferì cose buone intorno alle Figlie di San Paolo, ma mi faceva notare i pericoli che le Figlie stesse incontrano. E siccome egli ha presieduto a varie diocesi, ha avuto occasione di osservarvi varie volte.
[141] Nei luoghi dove vi recate, non fate come le bambine che restano incantate dinanzi ad una novità; misurate le cose secondo il vostro spirito. Che cosa mangiano nel paese dove siete? Sempre pasta asciutta!. E voi che cosa fate? Ah, noi abbiamo portato l'uso di Casa Madre: facciamo tutti i giorni la minestra.
Nella silenziosità di parole e di vita è inclusa la silenziosità del cuore.
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La silenziosità interna è necessaria ma ci vuole anche la esterna.
La libreria si apra e si chiuda per tempo. In essa ci va tanto criterio. Altra è la conversazione che ci è utile per l'apostolato e ci fa del bene, altra la conversazione con persone che bisogna trattare con prudenza. In queste cose, ripeto, ci vuole molto criterio.
La silenziosità esterna include l'osservanza della clausura.
Silenziosità interna. Si faccia tacere la fantasia la quale, nei giovani specialmente, si accende con facilità. Se vi è una condizione di cose favorevoli, tutto è bello. Se le cose sono sfavorevoli, tutto è brutto. No, no, si sia equilibrati!
Quando una figlia si atteggia a vittima reca danno a se stessa ma più alla comunità, sia perché crede di avere uno spirito superiore, sia perché considera come un torto quanto si fa per il bene dell'anima sua. Queste persone sono incorreggibili2.
Figliuole di San Paolo, non lasciatevi trasportar dalla fantasia che talora vi mostra tutto nero per non farvi progredire. Eh, pregate, pregate! Come nei giorni in cui avete più sete, voi bevete tre | [142] bicchieri d'acqua invece di due, così quando siete scoraggiate ricorrete di più alla preghiera. In quei giorni non sfogatevi tanto con gli uomini quanto con Dio.
Silenziosità del cuore vuol dire dominarlo, affinché non si abbandoni a gioie troppo vive o alla tristezza, ma sia sempre ben regolato.
Dio ha voluto che il cuore fosse nel petto e la testa lo dominasse. Sì, sì, domini la testa! Non si lasci dominare il cuore! Non si corra dietro le impressioni! Oh, la tal persona!... Oh, la tal cosa!... Quella sì che mi piace!... Questa mi è antipatica.... Qui è la passione che domina, anche se dissimulata o coperta.
È dunque molto necessaria questa silenziosità del cuore.
Finora abbiamo veduto in proposito la parte negativa; vediamo adesso la parte positiva.
Si deve far silenzio per il piacere di star muti? Diciamo subito: vi è un silenzio difettoso. Alcuni tacciono perché hanno
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un fastidio. Se una non dice una parola a tavola e in propaganda, fa divenir pesante la vita a chi la circonda.
La sorella che dopo un lavoro mentale si sente stanca, deve venir aiutata e sollevata. Le Maestre hanno a volte pensieri così seri3 che almeno a ricreazione e a tavola debbono trovare un ambiente sereno. Se sta a loro il tener viva la ricreazione aggiungono fatica a fatica.
Vi è un silenzio che viene da tristezza, malinconia, pessimismo, antipatia. Quella suora non direbbe una parola a quell'altra... Un silenzio che è portato dal carattere: vediamo di correggerci; non diciamo tanto facilmente: Io son fatta così!
Chi è inclinata a tacere, cerchi di parlare e | [143] chi è inclinata a parlare si mantenga nei limiti che rendono piacevole la vita. Alcune son tutta gentilezza con gli esterni e perdono il loro buon umore quando arrivano a casa. Le gentilezze, i favori si spargano in famiglia; essi sono cristiani presso i cristiani e religiosi presso i religiosi. E chi si deve amare di più? Si deve amar di più il prossimo più vicino.
La silenziosità è virtù quando viene accompagnata dall'amore e dall'attività. Amore, ossia più unione con Dio; attività, ossia più desideri santi, più studio per scoprire e per fare le opere buone. Il vero silenzio non è ozioso; è simile a quello di Gesù e della santa Madonna: amoroso ed operoso. Bisogna che ci sia unione con Dio, che l'anima senta che è con Gesù, che rioda spesso l'eco della meditazione del mattino, che viva sotto l'impressione e la guida dei propositi.
Il vero silenzio è amoroso; fa vigilare sugli occhi, sull'udito, sulla lingua, rendendoci padroni di noi stessi. Non è oziosaggine ma amore. Ah, lo star sempre su noi stessi, quanto è difficile e quanto importa!
A volte ci dicono di non far questo o quello: non si risponderà sempre di sì, ma non si dovrà prendere una decisione solo perché si è approvati o disapprovati. Vi sono persone che perché han la lingua non fanno altro che girarla, e non sanno quel che dicono. Poverette, sono senza testa!
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Che la banderuola in terrazza giri a destra e a sinistra è naturale, ma noi abbiamo un cervello e bisogna che pensiamo prima di parlare! | [144] Il Signore creandoci ci ha dato: due occhi per vedere, due orecchie per sentire e una sola lingua per parlare.
Bisogna che quel che diciamo esca dalla testa e dal cuore, che sia cioè in sapienza ed amore. Vi dev'essere sempre un controllo prima di emettere la voce. D'ogni parola noi dobbiamo renderci responsabili.
Nel silenzio amoroso l'anima che ama Dio non si lascia andare alla tristezza e al pessimismo, ma anzi all'ottimismo.
Anche da soli si può servire Dio. Anche per istrada si possono compiere atti di amore e d'unione, fare progetti di bene, prepararsi all'apostolato. Vi sono persone così abituate ad operar santamente che se fanno un sogno lo fan buono.
Don Bosco era così persuaso ed entusiasta della bellezza della sua vocazione che più volte la sognava. I suoi sogni non si sa ancora se fossero veri sogni o visioni.
La lingua batte dove il dente duole. Dai frutti si conosce la pianta. Chi ha il cuore pieno di cose buone mette fuori cose buone.
Necessità della silenziosità amorosa ed operosa.
1) Chi tace sente Dio e quindi diviene sapiente della sapienza di Dio e quando non sente i lumi soprannaturali, sente chiaro il dettame della retta ragione. Anime siffatte sono tanto sagge nelle loro parole e nei loro consigli. La santa Madonna ascoltava tutte le parole che uscivano dalla bocca di Gesù e le meditava nel silenzio4.
2) Chi tace sa distinguere il bene dal male. Dice il Vangelo nella parabola del buon grano e | [145] del loglio che il Signore non separa in questo mondo i buoni dai cattivi: «No, egli dice, ché cogliendo il loglio non sbarbiate con esso anche il grano. Lasciate che l'uno e l'altro crescano fino5 alla mietitura e al tempo della messe dirò ai mietitori: Raccogliete prima il loglio e legatelo in fasci per bruciarlo; il grano poi riponetelo nel mio granaio»6.
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Nel mondo vi sono anime cattive, ma vi sono anche dei secolari buoni come religiosi.
Chi è abituato a riflettere, confronta se quanto ha udito nel mondo è conforme ai principi avuti ed alle massime del Vangelo: se è conforme lo approva, se difforme lo condanna.
Bisogna essere buoni portinai. Il portinaio lascia entrare chiunque in casa? No. E la nostra anima è una casa dove possono entrar tutte le bestie? Mettete un cancello perché almeno le capre non entrino.
La silenziosità, ripeto, facilita l'unione con Dio, è apportatrice di pace e toglie quel turbamento che viene dalla molteplicità delle impressioni.
3) Nella silenziosità si opera molto. Quanto più si è raccolti, tanto più si è efficaci. Vi sono persone che dicono cento volte: Bisogna far questo, quello! E intanto gli altri han già pensato e fatto. Alle volte si sbaglia anche, ma vi è tempo a rimediare. Se però stiamo con le mani in mano a lagnarci del cattivo tempo... No, no, operiamo; se vi sono ostacoli che c'impediscono d'andare innanzi, cerchiamo di rimuoverli o di passare ad altro. Piove? Si sta a casa e si fanno altri lavori. Quel giorno lì non si sprechi in fantasie e in | [146] chiacchiere. I santi, in una vita breve conclusero tante cose! S. Tommaso d'Aquino, S. Teresa del Bambin Gesù, S. Giovanni Berchmans hanno avuto una vita relativamente breve, ma quanto bene hanno compiuto!
Le [Pie] Discepole specialmente hanno la loro ricchezza nel silenzio; finché taceranno cogli uomini per parlare con Dio saranno sempre ricche. Così anche le Paoline.
Si curi che nelle case le Discepole possano osservare di più il silenzio. Per ottenere la grazia di far silenzio invochiamo la Madonna. Chi si fosse avvicinato alla casetta di Nazaret non avrebbe udito discorsi rumorosi. Oh, le sante conversazioni di Gesù, Maria e Giuseppe! Oh, i divini silenzi di quella casa, il divino silenzio del tabernacolo! Gesù amò tanto il silenzio che durante i tre anni di ministero pubblico di tanto in tanto era solito chiamare i discepoli in disparte: «Venite in luogo deserto a riposarvi un poco!»7 e cioè: Attendete sì al riposo ma a quel riposo che è un ristoro per l'anima.
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Nella Scrittura la virtù del silenzio è assai elogiata8.
I santi antichi fuggivano dal mondo e si ritiravano nei deserti per vivere in solitudine, ed i santi d'adesso vivono sì nel mondo, ma la maggior parte della loro vita la trascorrono nell'esaminarsi e nel pregare.
Una gran chiacchierata mette fuori tutto e lo spirito rimane vuoto. Quando si parla molto è difficile che non si cada in qualche mancanza. Nella molteplicità delle parole si frammettono tante stoltezze: «In multo eloquio non deest peccatum!»9. | [147] Quanto Purgatorio accumulano certe anime a causa delle loro parole!
Quando si è soliti tacere si parla bene all'occorrenza, ma quando in genere non si tace, non si sa più parlar bene. Povere anime sempre vuote per sé e per l'apostolato!
Anime sante, prudenti ed attive quelle che conservano il silenzio! La Scrittura dice press'a poco così: «Scegli l'uomo prudente nel parlare, che cioè prima di parlare ha meditato dinanzi a Dio ed a se stesso le parole che pronunzia»10.
Tante parole e poi si va a pregare tutti distratti. Il silenzio avrebbe preparato l'anima a meditare.
Ah, i vantaggi del silenzio amoroso ed operoso! Sono tali e tanti che alcune persone potrebbero farne il loro proposito principale.
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1 Le Figlie di San Paolo hanno aperto la prima comunità in Francia a Villeurbanne - Lione il 17.06.1935.

2 Originale: incorregibili.

3 Originale: serii.

4 Cf Lc 2,19.51.

5 Originale: finno.

6 Cf Mt 13,24-30.

7 Cf Mc 6,31.

8 Cf Sal 37,7; 1Tm 2,11.

9 Pr 10,19: «Nel molto parlare non manca la colpa».

10 Cf Pr 15,28.