Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

3. CONTEMPLATIVE E ATTIVE*

Il Vangelo di oggi narra la visita fatta da Gesù alle due sorelle: Marta e Maria1. All'arrivo di Gesù Marta si mette in grandi faccende per festeggiare degnamente l'Ospite divino. Maria invece siede ai suoi piedi per riceverne la celestiale sapienza e ne sente tutta l'attrattiva. Marta vedendosi sopraffatta dal lavoro, entra nella stanza ove erano Gesù e Maria e quasi in tono di dolce rimprovero dice a Gesù: «E non t'importa che Maria mi lasci sola a faticare?»2. A queste parole Gesù risponde con una frase che ha attraversato i secoli ed è il compendio di tutta la teologia dogmatica, morale e ascetica della vita religiosa: «Martha, Martha, sollicita es, et turbaris erga plurima: porro unum est necessarium. Maria optimam partem elegit quae non auferetur ab ea in aeternum»3.
Marta e Maria raffigurano la vita attiva e la vita contemplativa. Gesù non condanna la vita puramente attiva, ma intanto fa comprendere la superiorità della vita contemplativa.
Ottima cosa si ha quando queste due vite vengono unite in una sola: la vita mista. Questa è la vita vostra in cui raccoglierete i meriti di ambedue le vite. Voi infatti dovete avere tanto di contemplazione quanto vi è necessario per elevare al Cielo l'anima vostra e questo lo fate con la meditazione, santa Messa, esame, lettura, Visita al santissimo Sacramento, rosario, con cui date gloria a Dio e lo propiziate per tanti uomini che sembrano vadano a gara per irritare la divina giustizia.
~
Sì, sì, state pure con le braccia sempre elevate in alto e col capo chino per impetrare misericordia sulla povera umanità. Quanti peccati si commettono nel mondo! Voi con la vostra preghiera ottenete da Dio agli uomini tre cose e solo quelle, mai del male, anche quando doveste ricevere dei disprezzi. Ottenete luce per le menti, che vedano e comprendano il fine per cui sono creati; forza per la volontà, che operino il bene, che osservino la legge di Dio; e la grazia che tutti si salvino.
Ma voi siete Figlie di San Paolo e quindi avete la vita attiva come il vostro santo padre il quale attraversò il mondo avvolto nelle tenebre con la fiaccola della fede in mano per illuminare «qui in tenebris et umbra mortis sedent»4.
Nel vostro nome Figlie di San Paolo c'è tutto un programma. Sì, voi dovete lavorare per portare agli uomini la luce, per insegnare loro con l'esempio una vita di buone opere, per ottenere loro la grazia, come S. Paolo, che soffrendo e predicando persuadeva e dava la grazia.
O Figlie di San Paolo, siate contente di chiamarvi così e state sicure, perché il vostro santo padre dal cielo vi protegge!
Siate veramente come vi chiamate, ossia imitatrici del vostro santo padre!
Ho letto ieri sera e questa mattina due delle omelie di S. Giovanni Crisostomo su S. Paolo nelle quali viene descritta la grande potenza dell'Apostolo in cielo, come primo banditore del Vangelo di Gesù, e la sua grande santità.
Oggi dunque esultate pure; esulti con voi la Congregazione tutta che vede aumentare i suoi membri. Essa per raggiungere il suo scopo ha bisogno di molti membri santi: non è tanto il numero che conta, ma la qualità dei suoi membri; santificatevi tutte e poi farete del bene, santificherete gli altri.
Oggi esultino i vostri genitori che hanno il merito di aver offerto a Dio i più bei fiori della loro famiglia. Questo è il più gran merito per loro!
Voi pregherete per loro adesso, in avvenire, quando il Signore li avrà chiamati al riposo dei giusti, quali sono.
~
Nella benedizione che ricevete, io intendo benedirvi oggi e sempre fin in quel momento supremo in cui passerete a ricevere le benedizioni in cielo.
Benedico i vostri propositi, i vostri desideri, le anime a cui porterete la luce della fede, benedico i vostri genitori e parenti lontani; chi vi ha preparato a questo passo, cioè le superiore e le Maestre. Voi contraccambiate con le preghiere chi vi parla a nome del vostro padre S. Paolo.
~

* Dattiloscritto, carta leggera di un notes, fogli 1 (18,7x24,5), bianca e volta. I curatori dei dattiloscritti successivi hanno messo come titolo: “Vita interiore”, “Un programma di vita”. È citata la data: 15.8.1936, ma non è indicato il luogo, deve trattarsi però di Roma, dove Don Alberione risiedeva dal 13 giugno.

1 Nella liturgia di quel tempo, il 15 agosto, festa dell'Assunta, si leggeva il Vangelo di Marta e Maria (cf Lc 10,38ss).

2 Cf Lc 10,40.

3 Cf Lc 10,41-42: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

4 Cf Lc 1,79: «…quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte».