Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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II
APOSTOLATO E NORME

[15] Negli Esercizi spirituali nostri è necessario ripetere e penetrar meglio: che sia lo stato religioso; perfezionare la vita religiosa; chiedere la grazia di pensare, volere, condurre a termine secondo Dio.
Oltre al fine della santificazione delle anime dei propri membri, la Congregazione ne ha un altro: quello di attendere all'apostolato.
[16] Potete notare tre punti su cui esaminare la vita passata e far propositi per l'avvenire: 1) Redazione; 2) Tecnica; 3) Propaganda.
Redazione. Voi sapete quanto in Casa Madre e nella Casa di Roma si è lavorato per gli studi onde compiere la volontà di Dio anche con la redazione1. Resta però gran cammino da fare sebbene qualche piccolo saggio si sia già dato. La Congregazione sarà nel suo vero sviluppo quando nulla uscirà più dalle vostre tipografie se non ritoccato o scritto da voi o dai maestri delle Figlie di San Paolo. Io credo che su questo punto, nell'anno che ci sta davanti si potranno avere dei progressi. Non potete fare tutto insieme, no. Le Figlie di San Paolo non sono come le suore di altri istituti. Si fa presto a formare una suora di carità che deve trascorrere la sua vita negli ospedali. Al Cottolengo2 ad esempio, tutte, anche le probande, dopo qualche mese sono abili a rendere i loro servigi, almeno nelle cose più comuni.
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Un converso dei Cappuccini è presto formato. In men di una settimana egli avrà imparato ad accendere le candele, scopare la chiesa e il corridoio... Ma voi vi avvicinate al sacerdozio docente, in dipendenza da esso. Per arrivare a scrivere ci vogliono anni ed anni di studio! (Secondo le Regole: quattro anni di ginnasio, due di filosofia, tre di teologia e uno di magistero)3. La propaganda poi è più difficile dello studio, ricordatelo sempre! Io credo di non essere in ciò capito ancora abbastanza. Se voi arrivate a capire la propaganda, quanto bene ne avrete!
Ma per tornare alla redazione: sarà cosa utilissima mirare quest'anno alla collezione dei Papi4 | [17] ed alla Patrologia5. La Patrologia è così ricca che certamente la troverete difficile. Il celebre Migne6 ne lasciò trecentosessanta volumi; ma finì per soccombere alla sua opera per i grandi sacrifici ed i nemici incontrati. Molti editori e scrittori hanno fatto cose egregie in questo campo: sono ammirati, ma pure assai incompleti. Voi siete una famiglia!...
In questi giorni alcune monache benedettine mi hanno chiesto se potete stampare una loro traduzione patristica. Spetta alle Figlie di San Paolo, in modo particolare, un tale lavoro più che ad altri istituti non aventi questo fine specifico.
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Tecnica. Quanto all'apostolato tecnico, per ora, qui a Roma, è necessario progredire nella legatura. In Casa Madre hanno già fatto dei notevoli miglioramenti.
Propaganda. Mi pare dobbiate esaminarvi sopra questi punti: 1) abbonamenti; 2) Sacra Bibbia; 3) parte catechistica; 4) cataloghi; 5) depositi con centri. Io credo di non esagerare dicendo che se le librerie facessero bene e fossero del tutto unisone col centro, in un anno potrebbero fare assai più e ne verrebbe un miglioramento in tutto: nell'apostolato, povertà e carità religiosa.
Le librerie si tengano nella volontà di Dio, ossia si conservino nell'indirizzo avuto sin da principio. Ricordo di aver dato un foglio di spiegazione; rileggetelo fra di voi e se non l'avete più possiamo rifarlo avendolo annotato nel mio taccuino; le cose essenziali bisogna tenerle immutate7!
Mi pare di aver detto tutto. Bisogna ancora conoscere meglio i cataloghi e poi indirizzarsi agli Istituti di studio. Perché dire tanto spesso: | [18] Questo libro non l'abbiamo? Alcune librerie sembra siano fatte per dir di no. Finora si è arrivati alle famiglie, ma ai parroci e agli istituti non si è ancora arrivati. Fra le cose che ho detto ieri ed oggi avete materia per esaminarvi in questi giorni.
Sarà anche utile l'amarvi molto perché Iddio è sapienza; egli distribuisce i suoi doni. Nella vita materiale ha fatto in modo che tutti ci trovassimo in condizione da aver bisogno l'uno dell'altro. Vedete come è organizzata la società? Uno fa il calzolaio, uno il medico, chi l'avvocato, chi il cuoco, e il calzolaio ha bisogno del medico, il medico del calzolaio e via di seguito. La vostra Congregazione è così: chi sa fare un lavoro e chi un altro; chi ha un carattere e chi un altro; chi capisce di più la parte materiale e chi
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la morale. Ognuna rispetti le altre. Le Figlie di San Paolo e le Pie Discepole sono su di un sol piano.
La misericordia di Dio ha mandato quel che vi occorreva.
Ieri ho sentito un prete: Lei esige che noi facciamo studi speciali. Ebbene, li faremo come se fossimo in tipografia e ci venisse imposto di far meglio le copertine. Mi è piaciuto. Bisogna che voi stimiate molto le altre e poi pensiate che non è una che fa, ma la Congregazione! Ognuna non abbia la pretesa di stimare solo il proprio lavoro. Se la cuoca dicesse: Il mio ufficio è il più importante. Quando la cucina va bene, vanno bene gli organismi e si compiono meglio i doveri di pietà, di apostolato, ecc. E la portinaia: Il mio è superiore. Senza una buona portinaia le case religiose non vanno avanti bene! Che ne verrebbe?
Noi diciamo così: il naso è il più importante | [19] per respirare, ma non è il più importante nella vita. Voglio intendere: ogni membro ha la sua funzione e la lingua rispetti il naso e le braccia rispettino le gambe.
Anche voi avete uffici con cui servite l'una all'altra. In una santa intesa di opere di carità, voi potete far sì che la vostra famiglia cresca, produca fiori e frutti.
Siate molto umili. Stimatevi così da sentirvi bisognose delle altre. Ricordo che un tale chiamava l'infermiere in un certo gergo piemontese che suonava così: buono a fare dei papin8. Ma un bel giorno costui divenne ammalato, ed allora sì che ricorse all'infermiere!
Verrà giorno in cui avremo bisogno di uno che ci prepari la cassa da morto, che componga caritatevolmente il nostro cadavere, che preghi per il riposo dell'anima nostra.
Carità! Carità! Non c'è nessuna da invidiare.

Stamane dobbiamo considerare lo stato religioso in sé, nella Chiesa e nella Pia Società San Paolo.
Che cos'è lo stato religioso? È un modo stabile di vita con cui tanti fedeli, oltre i comandamenti, intraprendono l'osservanza dei consigli evangelici ossia della povertà, castità ed obbedienza nella vita comune, mediante i voti perpetui.
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In tutte le case si studino i libretti di classe per catechismo; inoltre quest'anno sarebbe bene rivedere lo stato religioso durante la stessa conferenza catechistica. Casa Madre ha cercato di far intendere queste cose durante il noviziato, ma tutto va soggetto ad essere dimenticato!
Lo stato religioso è stato di perfezione. È lo stesso essere buone figlie o buone religiose? No. | [20] Ad essere buone figlie son tutte obbligate. Molte volte si fa osservare: Ma è una buona figlia! Una buona figlia obbedisce ai genitori, è l'angelo della famiglia, può essere assai delicata, frequentare i sacramenti, ecc. Tutto ciò lo fa per salvarsi.
I religiosi però non solo debbono fare l'obbedienza, sibbene la perfetta obbedienza; che se in famiglia si può scegliere il meglio, in religione si deve scegliere ciò che è comandato.
Può essere che a due suore in propaganda venga la tentazione di dire: Se ci dividessimo per le scale, bussando una ad una porta e una ad un'altra, non faremmo il doppio?
Sì, l'ammetto, si farebbe il doppio ma non la obbedienza. Una figlia di famiglia potrebbe fare come le resta più comodo, ma voi no, perché avete il voto.
Non era forse meglio il contrario? No. E non possiamo far presente ai superiori ciò che ci sembrerebbe più utile? Sì, ma dopo state a quel che vi vien detto.
Talora, dopo il noviziato, viene rimandata a casa una figlia e non si riesce a comprenderne il motivo. Perché? Perché chi guida ha capito che vi sono in lei solo le grazie di buona cristiana.
La Galgani non ha poi abbracciato la vita religiosa! Eh, ci son tanti santi nel mondo che andranno più in su di noi!
Inoltre, bisogna essere perseveranti e non distruggere lo stato religioso. La perseveranza è aiutata dalla fedeltà alle pratiche di pietà. Adesso capite perché ho detto che se in una casa non si studia il catechismo bisogna avvertire subito. Le suore che non studiano il catechismo non fanno ciò che debbono far le religiose. Dice | [21] il libro Lo Stato Religioso9: «… i tre voti perpetui
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di castità, povertà, obbedienza, sotto una regola di vita comune»10. La perfezione privata, secondo S. Tommaso, non è perfezione religiosa. State molto attente a questo: la vostra santificazione non è privata, ma sociale.
S. Tommaso lo dice chiaro: «La perfezione privata va distinta dall'altra che chiamasi perfezione sociale»11.
Ho detto di leggere nello Stato Religioso specialmente le parole grandi, altrimenti correte rischio di intendere come principali le cose secondarie.
«Che cos'è il voto? È una promessa»12. Vi è diversità fra promessa e promessa. Il voto in generale è una promessa più solenne. Il voto per un secolare potrà essere di andare a un santuario; è tenuto ad andarvi; ma il voto religioso comprende tutta la vita: la vita dell'anima e quella del corpo.
Il voto religioso è dunque una donazione perfetta, obbliga per vincolo religioso ed in coscienza.
Che cosa fa il voto? Raddoppia il merito delle azioni. Quindi se una suora vive trent'anni ed opera bene, guadagna i meriti che avrebbe accumulato in una vita assai più lunga. Per il voto tutto quel che si fa ha valore di religione.
A dir la Messa c'è il prete; ma attorno a lui quanti cooperano al santo Sacrificio! V'è chi offre il vino ed il grano, chi ha contribuito all'erezione della chiesa e dell'altare, l'inserviente, ecc. Tutte queste persone compiono opere di religione. La suora acquista per ogni buon'azione il merito della virtù e quello del voto.
[22] Un pero da innestare darà pere scadenti, innestato darà bellissime pere.
Il voto non è l'unica cosa che si fa nella professione. In essa si dona il cuore a Dio, l'anima, tutto se stesso in modo che nulla più si opera che non sia secondo il volere di Dio.
Due sono gli atti di grande amore a Dio: l'accettazione della morte ed i voti religiosi.
Bisogna dar grande importanza alla professione; premettervi una buona preparazione e poi fare il ringraziamento che
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consiste nell'osservanza dei voti finché Dio accetti l'offerta di noi e ci ammetta alla visione beatifica, all'eterna unione con lui.
Volevo dirvi ancora una cosa qui sopra: le Case tutte (Casa Madre in modo speciale) fanno parte di un medesimo organismo; quindi tutte senza eccezioni e senza scuse, si attengano alle direttive che vengono da Casa Madre.
Non bisogna dire: Eh, loro non sanno!
In Casa, sappiatelo, ogni bene della vita religiosa proviene dall'umile dipendenza e incorporazione all'anima ed allo spirito dell'Istituto.
Quando le figliuole sono docili vanno bene, attirano le vocazioni e quella buona stima generale che procura gli appoggi.
Che cos'è quel certo parlare con secolari, fossero pure sacerdoti, dei difetti delle sorelle? In confessionale occorre essere penitenti, fuori di lì è necessaria la carità di famiglia. Si scriva se occorre a Casa Madre. Anche le Figlie possono farlo.
Ma è un dir male della superiora!. No, non è male; la Prima Maestra darà i consigli opportuni e necessari.
[23] Quasi nessuna ha cattiva volontà, ma c'è bisogno di luce e di forza, perciò di maggior preghiera.
Ogni Casa ha un gran riflesso su tutta la Congregazione. Avete qualcosa da dire delle sorelle? Scrivete a Casa Madre. Quello non è mormorare! Però non scrivete a lungo.
Contribuite tutte! Se vedete che nell'orto si può piantare ancora un giglio o un cavolo, ditelo!
Riflettete di più a questo: la Congregazione è giovane ed ottenere buone Maestre è per lei grande grazia. Pregate che nelle Case si abbiano buone Maestre! Quando ci sono buone Maestre tutte sono più liete e fanno meglio. Quando avrete questa grazia? La Congregazione avrebbe bisogno di un maggior numero di Case, ma specialmente di buone Maestre.
Non è tanto il numero quanto la qualità che conta.
Pregate sempre perché le Maestre abbiano: larghezza di vedute, istruzione, gran carità, pazienza, grande spirito di preghiera.
Piaccia a Dio che esse compiano il loro dovere con coraggio. Pregate!
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1 Cf La circolare inviata a febbraio alla Società San Paolo e riportata in parte in EC, 3[1936]1: «… a) …Il Signore vuole qui un'opera dalle nostre Congregazioni, un'opera importante, costosa, per la quale tanto si è pregato e si prega. L'ho raccomandato tante volte onde la scienza divenga pastorale. È quella che segnerà il vero spirito della Congregazione; lo mostrerà anche a molti che ancora non hanno sufficienti elementi per conoscerla. b) La preparazione più specifica e diretta degli scrittori. Lo sanno bene i Chierici, ai quali la scuola di redazione nell'Apostolato tanto lavoro ha già richiesto ed ha già dato alcuni buoni risultati. c) La formazione delle scrittrici tra le Figlie di San Paolo. Esse hanno in Casa Madre un corso di venti suore che attendono allo studio della filosofia e della teologia, con progresso costante…» (CVV 56).

2 Così è chiamata, dal nome del fondatore: S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, la “Piccola Casa della Divina Provvidenza” in Torino.

3 Cf Costituzioni Figlie di San Paolo, ed. 1932, n. 158: «…3) Corso di religione. È diviso in 6 anni e comprende lo studio: a) delle discipline filosofiche (2 anni); b) delle discipline teologiche (3 anni); c) delle discipline pedagogiche (magistero scritto ed orale) che dura un anno».

4 Complessivamente sono tredici le biografie di Papi, scritte dalle Figlie di San Paolo negli anni 1937-1940, come prova d'esame e collaudo degli studi compiuti (cf Boffa sr Giovannina, Gli studi e la redazione…, o. c., pp. 81 e 95).

5 Si allude alla traduzione di testi dei Padri, dei Dottori, degli Scrittori ecclesiastici. Il termine Patrologia spesso è assimilato a Patristica. La Circolare Interna 11-12[1938]1-2 esprime come le Figlie di San Paolo hanno subito incominciato a rispondere al desiderio del Fondatore avviandosi in questo settore: «In questi giorni, e precisamente durante la Novena della Vergine Immacolata, si è iniziata la Collana: “Il fiore dei Padri, dei Dottori e degli Scrittori della Chiesa”…. Ora si sta componendo il Teotimo o Trattato dell'amor di Dio di S. Francesco di Sales, tradotto e curato da sr Concettina Borgogno».

6 Migne Jacques-Paul (1800-1875), sacerdote francese, giornalista, editore. La sua fama è legata alle due raccolte degli scritti dei Padri: Patrologia Latina (PL) e Patrologia Greca (PG).

7 È un testo inviato l'11 dicembre 1930 alla Prima Maestra e da lei immediatamente diffuso con il titolo Indirizzo ed esortazione del nostro Sig. Primo Maestro (cf VPC 7): «Le nostre Librerie sono Centri d'apostolato (recapiti con deposito); non vetrine propriamente, ma insegna fatta di S. Paolo e Vangelo; non negozio, ma servizio; non vendita, ma apostolato con tutte le iniziative; non clienti, ma discepoli e cooperatori; non affari e cifre, ma Vangelo che spande luce e calore nella regione; non prezzi, ma offerte; non dominare, ma collaborazione umile alla Chiesa; non denari, ma anime. Il Clero, i Cattolici devono trovare una collaborazione, un indirizzo, un ausilio per tutte le loro necessità di stampa nel Sacro Ministero» (cf CVV 16).

8 Gergo piemontese che significa: papette.

9 Robaldo M. G. E., S.S.P., Stato Religioso-Dottrina-Legislazione-Storia e Benemerenze, Alba, Pia Società San Paolo 1934. La prefazione al volume è stata fatta da Don G. Alberione: Ai novizi della Pia Società San Paolo: «Questo libro è un riassunto ordinato delle lezioni tenute ai Novizi della Pia Società San Paolo negli anni 1929-30-31-32», p. 6.

10 Cf Idem, o. c., p. 14.

11 Cf Idem, o.c., p. 17.

12 Cf Idem, o.c., p. 18.