Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVI
GESÙ VITA

[132] Nostro Signore rivolse agli Apostoli questo dolce rimprovero: «Da tanto tempo sono con voi ed ancora non mi conoscete?». Indi soggiunse: «Io sono la Via, la Verità e la Vita»1.
Che significa che Gesù è la vita nostra? Vi sono vari generi di vitalità: la vita delle piante, la vita degli uomini, la vita degli angeli e la vita di Dio. La vita dell'uomo risulta dall'anima, principio informante il corpo. Oltre però a questa vita umana e temporale, il cristiano possiede un'altra vita: la vita divina il cui principio è la grazia meritata da Gesù e da lui insieme allo Spirito Santo infusa nel Battesimo.
L'uomo, nato alla vita naturale, ha bisogno di nascere alla vita soprannaturale ossia alla grazia. Questa rinascita, lo abbiamo detto, avviene nel santo Battesimo: «Nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto non potest introire in regnum Dei»2.
Dio si è fatto uomo perché l'uomo acquistasse la vita divina e vivesse di Dio. L'uomo, col peccato mortale, viene a perdere questa vita e muore: muore come un tralcio staccato dalla vite3, come il ramo di un albero staccato dal tronco che in breve perde fiori, foglie, frutti e dissecca. Patria dell'anima in grazia sarà il Paradiso; dell'anima in peccato, l'inferno. Anzi l'anima in grazia è per se stessa un paradiso perché vi regna Dio. | [133] Ah, se potessimo vedere la bellezza di un'anima in grazia!
Dio aveva creato l'uomo e lo aveva subito elevato allo stato soprannaturale; ma l'uomo peccò e perdé la vita della grazia. Chi gliela meritò nuovamente? Chi la riottenne dal Padre? Gesù con la sua incarnazione, passione e morte. Egli inoltre istituì sette canali per cui la vita sarebbe giunta alle anime: questi canali sono i sacramenti raffigurati dai sette rivoli sgorganti dall'Agnello4.
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Ma come: noi viviamo proprio la vita divina? Si direbbe un paradosso! No, non è un paradosso. L'anima in grazia è tutta penetrata da questa vita. Sia benedetto il Signore il quale liberandoci dalle grinfie5 del demonio, ha voluto che vivessimo in lui e per lui!
Consideriamo ora da vicino come Gesù ci ha meritato la vita.
Ecco Gesù che agonizza nell'orto del Getsemani, eccolo coronato di spine, posposto a Barabba, condannato a morte e nel viaggio al Calvario curvo sotto il legno della croce; eccolo giunto al luogo stabilito ove dai manigoldi è spogliato e crocifisso.
Siamo nel mese del rosario; meditiamo alquanto i misteri dolorosi.

1° Mistero. Si contempla Gesù al Getsemani.
È il giovedì santo. Nel silenzio profondo della notte vegliano soltanto i nemici di Dio e Dio stesso, il grande amante degli uomini. Vegliano i giudei che studiano il modo per catturare il Maestro, veglia l'apostolo traditore, veglia il cuore | [134] di Gesù; i discepoli dormono. Che scena in quel giardino o orto detto degli Ulivi, oltre il torrente Cedron! Gesù s'inginocchia; è assorto nel pensiero della vicina passione. Domani verso le tre sarà compiuto il grande sacrificio del Martire del Golgota.
«Padre, se è possibile, passi da me questo calice»6. «Et coepit pavere, taedere et moestus esse»7. Gesù agonizza.
Consideriamo in Gesù: 1) i dolori che lo attendono; 2) gli enormi peccati degli uomini; 3) la perdita di tante anime che nonostante la passione e morte di Gesù si sarebbero dannate.
Oppresso da tanti timori, il cuore del divin Maestro è come stretto da un'ambascia indicibile; dal suo corpo esce un sudore sanguigno che, scorrendo per la persona, va a bagnare le zolle del terreno. Un angelo gli porge il calice, lo conforta, lo solleva alquanto da quell'orribile oppressione. Oh, se pensassimo che
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coi nostri peccati noi abbiamo oppresso il cuore di Gesù e siamo stati la causa del suo sudore di sangue, quanto ci sarebbe facile piangere i nostri falli!
Chiedete dolore dei peccati ed amore. Vedete in che stato si trova Gesù! Il suo volto è sfigurato dal sangue, il petto è ansante. Nemmeno gli Apostoli vegliano con lui. Ah, l'indifferenza di Pietro, di Giacomo, di Giovanni! Ah, il tradimento di Giuda, uniti alla freddezza ed indifferenza di tante e tante anime religiose!
Chiedete stasera perdono dei peccati specialmente di tiepidezza, la malattia mortale tanto difficile a curarsi! Le anime affette da tiepidezza difficilmente risorgono.

[135] 2° Mistero. La flagellazione di nostro Signor Gesù Cristo alla colonna.
Gesù era stato tradito, consegnato ai soldati, giudicato sommariamente dal sommo sacerdote e rinnegato da Pietro. Al mattino, dopo un altro giudizio, Gesù fu consegnato al governatore Ponzio Pilato perché il sinedrio, che lo voleva assolutamente togliere di mezzo, non aveva libertà di azione. Pilato, riconosciutolo innocente, avrebbe voluto liberarlo, ma il popolo istigato dai farisei chiese per lui la morte. Il governatore allora, per prendere una via di mezzo, lo condannò alla flagellazione.
Consideriamo il divin Salvatore legato ad una colonna di circa ottanta centimetri di altezza, svestito dei suoi abiti, in mezzo a due soldati che gli scatenano contro una vera tempesta di colpi e di vergate. (I flagelli sono liste di cuoio intrecciate con punte di osso). Le carni del nostro divin Maestro divengono dapprima livide, poi si aprono e il sangue spruzza fuori inzuppando la colonna e il pavimento: «Trapassarono le mie mani ed i miei piedi, contarono tutte le mie ossa»8.
Ecco a qual prezzo Gesù ci ricomprò! Sono le soddisfazioni che noi concediamo ai sensi quelle che hanno attirato sopra Gesù i flagelli. Per esse, quante volte offendiamo Dio non sapendo rinnegare noi stessi! Eh, sì. Se riflettessimo prima di peccare ai dolori che i nostri peccati costarono a Gesù, cesserebbe
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la nostra leggerezza, anzi la nostra sfrontatezza. Vigiliamo, vigiliamo, dominiamo i nostri sensi!

3° Mistero. L'incoronazione di spine.
La soldataglia, istigata dai sacerdoti, intrecciò | [136] una corona di spine lunghe e pungenti e la pose sul capo benedetto del Salvatore cercando di farla penetrare nelle cervella a furia di colpi spietati. Gesù fu fatto sedere sopra uno sgabello, gli fu posta tra le braccia una canna rotta, poi ad uno ad uno i soldati gli si prostravano dinanzi per schernirlo, dicendo: «Ave, o Re dei Giudei!»9. Ah, la nostra superbia, la nostra alterigia, come le ha scontate Gesù!

4° Mistero. Gesù condannato a morte porta al Calvario il pesante legno della croce.
Pilato avrebbe voluto liberare Gesù, ma il popolo, istigato dai capi, gridò ostinatamente: «Crucifigatur! Sia crocifisso!»10. Allora il preside si lavò le mani dinanzi alla folla riversando su di essa la responsabilità della ingiusta condanna.
E finalmente la sentenza venne fissata: a Gesù era riservata la croce, il supplizio più ignominioso.
Vennero estratti dal carcere due grandi malfattori e si partì: soldati, condannati, altri soldati, il centurione, il popolo.
Ah, la Via crucis com'è dolorosa! Noi ci fermiamo alle principali stazioni: Gesù condannato, Gesù che cade tre volte sotto la pesante croce, che s'incontra con la Madonna e con le pie donne, che è aiutato dal Cireneo, che finalmente giunge sul Calvario.

[5° Mistero. Gesù crocifisso muore in croce.]
Appena al termine del suo viaggio, Gesù viene spogliato, abbeverato di fiele e mirra, disteso sulla croce per esservi inchiodato. Chi potrà descrivere gli orrori di quel mattino? Chi [potrà] comprendere il dolore di Maria santissima per cui ogni colpo di martello sulle carni di Gesù è un colpo terribile al | [137] suo cuore? Tutti lo insultano, tutti vanno a gara per rendergli più triste l'agonia.
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Gesù dalla croce pronunziò sette frasi: «Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno»11. «Ho sete»12. «Donna, ecco il tuo Figlio»13. «Oggi sarai meco in Paradiso»14. «Nelle tue mani, o Signore, raccomando lo spirito mio»15. «Tutto è consumato»16. Gesù ha compiuto la sua missione, il mondo è redento.
Il cielo si copre di nubi, il sole si oscura e compaiono le stelle, il terremoto scuote la terra e i morti risorgono; il velo del Tempio si squarcia e il centurione, riconoscendo che quel morto non è un colpevole, esclama: «Veramente costui era Figlio di Dio!»17.
Il Figlio di Dio è veramente morto per donare la vita! I nostri meriti non sono nostri ma di Gesù. I suoi flagelli, le sue agonie sono nostre. Per lui noi viviamo la vita divina e chiunque in qualunque tempo e luogo guarderà a Gesù avrà la vita. Riceviamo bene i sacramenti, non solo il Battesimo e la Cresima, ma anche l'Eucaristia, la Penitenza e finalmente l'Estrema Unzione. È attraverso i sacramenti che viene a noi la vita.

Le Figlie di San Paolo debbono considerarsi come un grande Istituto che vuol portar la vita e cioè debbono inculcare negli uomini grande amore e stima verso i sacramenti. Chi amerà così gli uomini da renderli felici per sempre? Devono essere appunto quelle anime generose che si consacrano alla loro salute. La vostra Casa, lo ripeto, è un Istituto santificatore in cui, oltre all'Apostolato della Stampa, c'è la preghiera continua, l'adorazione che ottiene la vita e a tutto dà vita. Istituto adunque di magistero, Istituto che con | [138] l'imitazione delle virtù di Gesù indica agli uomini la via del cielo; Istituto di preghiera, fonte di grazie per le anime già redente dal sangue di Gesù. Se manterrete sempre il vostro carattere, voi rappresenterete il divin Maestro completo e perciò sarete complete.
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Dire agli uomini che credano non è cosa difficile, ma dar insieme esempio di fede e d'ogni virtù, ottenere ad essi con la preghiera la vita, questo è tutto un lavoro complesso e difficile ma che va compiuto con la grazia del Signore.
L'Istituto si conservi com'è; scinderlo nelle varie parti del suo programma è togliergli le forze.
Tutta la Chiesa è un immenso istituto di istruzione, di santificazione e di virtù; non mangiamo il pane a tradimento nella Chiesa di Dio!
Se tutti gli uomini hanno in essa una missione, anche noi abbiamo la nostra ed è ben grande!
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1 Cf Gv 14,9.6.

2 Gv 3,5: «... se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio».

3 Cf Gv 15,6.

4 Cf Ap 5,6s. Allusione iconografica ai mosaici e affreschi di basiliche paleocristiane.

5 Originale: grinfe.

6 Mt 26,39.

7 Mc 14,33; Mt 26,37: «E incominciò a sentire paura e angoscia e a provare tristezza».

8 Cf Sal 22,17-18.

9 Cf Gv 19,2-3.

10 Cf Gv 19,6.

11 Lc 23,34.

12 Gv 19,28.

13 Gv 19,26.

14 Lc 23,43.

15 Lc 23,46.

16 Gv 19,30.

17 Mt 27,54.