VIII
CARITÀ VERSO IL PROSSIMO E CONFESSIONE
[66] Ho una gran voglia di venirvi a vedere nelle case. In quale casa si sta meglio? Ci sono forse alcune case in cui si sta meglio ed altre in cui si sta peggio? No, spero di no!
Ieri sera avrei voluto parlarvi della carità fra sorelle. Ecco, andiamo al particolare. Quando in una stanza si sarebbe potuta contenere tutta la Pia Società San Paolo e la Pia Società Figlie di San Paolo, allora era più facile conservare la carità, più facile l'accordo! Ho sentito dire dai nostri andati in propaganda, a proposito di un istituto in cui vi è la parte maschile e la femminile come da noi: Quelle che vogliono più male alla parte maschile sono le suore. Se dalla parte maschile stampano un libro, le suore vanno a comperarlo altrove! Capite? Vi dev'essere accordo fra la Società San Paolo e le Figlie di San Paolo; accordo poi specialmente fra Paoline e Pie Discepole.
E tra le varie case? In una casa dove ci sono cinque o sei suore, tutte debbono volersi bene perché hanno gli stessi fastidi, lo stesso orario, gli stessi intendimenti. Questa carità ci sia anche fra le varie case, sebbene un po' di gara stia bene.
È umano! Certo, non possiamo dire che in alcune librerie faccia piacere trovare accanto alle opere di S. Francesco di Sales la vita di Pinocchio1. | [67] È vero che son tutti libri onesti, ma ci vuole un po' di criterio nell'esporli!
Bisogna che non sorgano chiacchiere le quali rallentano il fervore. Quando si sa che una sorella è destinata ad una casa non si dica: Vai là? C'è la tal Maestra, il tal cibo, il tal orario... Che discorsi son questi? Voi avete uno spirito unico ed è bene che anche le più giovani lo notino. Altrimenti come potranno esser contente se fin da principio hanno tante prevenzioni? In quasi tutte le case voi avete delle probande; occorre formarle direi più che in Casa Madre ove si recheranno per il noviziato.
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Perciò la posizione di una suora professa in una casa è molto delicata. Il suo esempio influisce tanto sulle suore più giovani. Guai se essa si mette a far Bastian cuntrari2 (come dite in italiano?); ovvero se innalza un contro-altare o peggio un contro-pulpito!
Come faranno a conglutinarsi bene, a formarsi nello spirito le sorelle delle case più lontane? Molto dipende dalle suore professe che vi si inviano come elemento di direzione o quasi.
Bisogna far in modo che le giovani si rechino volentieri nelle case! Nessuna metta loro in mente dei preconcetti. Esse troveranno ovunque un nido di pace, di lavoro, di preghiera. Allora la domenica, spesso l'unico giorno della settimana trascorso in famiglia, sarà davvero un gran conforto andare alla confessione tutte insieme, ascoltare una Messa in più, assistere tutte alla lezione di catechismo, esporre le difficoltà alla Maestra. Quand'è così sembra che tutte abbiano la stessa andatura (andatura morale, intendo).
Carità fra le case! Ognuna impari dall'altra. Vedete? In una casa c'è più ordine in libreria, | [68] benissimo; in un'altra più cura della parte morale, benissimo; in un'altra più cura della salute, benissimo!
S. Giovanni Berchmans da un fratello imparava l'umiltà, da uno lo zelo, da uno lo spirito di preghiera, da un altro la carità. Fate così anche voi. Da una casa imparate il modo di curar le Figlie, da un'altra come si attende allo studio, da un'altra la beneficenza, da un'altra la diligenza nelle pratiche di pietà, ecc. e da tutte apprendete il tutto. Ciò che forma il bonum sociale3 è la carità ed io vorrei aggiungere la silenziosità, poiché se si parla sempre, che cosa resterà dentro?
Le Paoline guardino di rispettare il silenzio delle Discepole e queste guardino di osservarlo. Vi sono tre specie di silenzio: il silenzio profondo, medio e comune. Il silenzio profondo si deve osservare in chiesa, a studio, all'esame, ecc. Il silenzio medio è proprio dell'apostolato perché colà è pur necessario dire certe cose, come: Dammi questa carta; va' nel tal posto; passiamo
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da questa via, ecc.. Il silenzio comune è per la ricreazione, in cui non si deve mai dire ciò che non è conveniente. È bene essere sempre liete, ma bisogna lasciar parlare anche le altre. Queste raccomandazioni ve le ha già fatte l'Eco di Casa Madre4 sebbene non sempre in termini così chiari.
L'Eco sia riservato a voi suore; così si potranno dire cose che rasentano la famigliarità. Tutte le case ne facciano la raccolta. Non si adoperi l'Eco a chiudere una finestra che ha il vetro rotto o per altri usi comuni come un sedicesimo qualunque. L'indirizzo che vi vien dato, più volte risulta da un richiamo, da una correzione. | [69] Prendete tutto. Il Signore ispira le persone che debbono guidare, ma poi soprattutto bisogna far molto conto della grazia.
Lo Spirito Santo non illumina solo il Papa ma anche la massa dei fedeli. Nella Chiesa alcune cose vengono dal Papa per ispirazione divina, altre dal popolo. La divozione al Cuor di Gesù fu portata dal popolo. Quando il popolo conoscendo le virtù di una persona, la proclama santa, la Santa Sede indice il processo di beatificazione perché la Chiesa fa assai conto della voce dei fedeli: Vox populi vox Dei!5.
Prima di conferire gli Ordini sacri la Chiesa premette le pubblicazioni perché il sacerdote ha bisogno di essere stimato per esercitare il suo ministero. Vedete quanto la Chiesa fa conto della voce dei semplici fedeli! Voglio dire: anche voi parlate bene delle case e avrete tanto da imparare da ciascuna!
Prendere da tutti, non rigettar nessuno. Perché si fanno i congressi? Per sentir tutti. Anche da un bambino ci può venir la voce di Dio.
State attente a volervi sempre bene nelle famiglie, fra casa e casa, ad amare tutta la Congregazione.
Lo dico adesso che si incomincia ad aprire qualche casa all'estero6. Se si è attaccati a Casa Madre, si distinguerà meglio fra diversità di circostanze e diversità di essenza. Dappertutto si mangi il pane; mangiarlo poi in un modo o in un altro, poco importa.
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Bisogna aver pazienza. Le virtù non sono né cinesi, né albesi, né inglesi; son religiose, cristiane. In alcuni paesi (i più vicini all'Equatore) | [70] si dirà: Qui fa sempre caldo. Nei più vicini al polo: Qui fa sempre freddo. Pazienza, pazienza, son cose accidentali; l'essenziale per ogni luogo è la carità e lo spirito di sacrificio. I comandamenti non sono né francesi, né cinesi, né indiani: sono di Dio.
Vorrei lo capiste bene perché siete giovani e facilmente vi disorientate in buona fede. Se vi avviserete da voi, non avrete bisogno delle correzioni altrui.
Parlando dello stato religioso siamo arrivati alla Confessione.
Che cos'è la Confessione?
La Confessione è il sacramento istituito da nostro Signor Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo.
Sacramento, non una semplice benedizione, non un semplice perdono come quello che può dare un padre ad una figlia o che si possono dare due sorelle fra loro.
L'assoluzione che accompagna l'indulgenza plenaria non ha gli effetti del sacramento perché non è sacramento, sibbene un sacramentale. La differenza sta nel modo di operare: il sacramento opera «ex opere operato»7, il sacramentale «ex opere operantis»8. Ciò vuol dire che l'assoluzione impartita nel sacramento della Confessione toglie il peccato, venisse pure da un sacerdote indegno, mentre i sacramentali tolgono il peccato veniale solo se l'individuo è ben disposto.
La misericordia di Dio sta proprio in questo: nel togliere il peccato per mezzo del sacramento; togliere, non semplicemente cancellare, quindi la | [71] Confessione è il sacramento istituito da Gesù per togliere i peccati.
Se ad esempio io avessi un debito (ne ho tanti!) di cento lire e il mio creditore dicesse: Tiriamovi un rigo sopra, sarebbe soddisfatto il debito? No. Nella Confessione invece il debito è soddisfatto perché Gesù ha pagato per noi.
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Altro caso: io debbo cento lire ad una persona; questa però viene pagata da una terza. Il debito è saldato. C'è ancora? No, perché è stato soddisfatto da questa terza persona. Ecco come avviene nella Confessione: noi abbiamo peccato offendendo Iddio; Gesù ha riparato l'offesa con l'effusione del suo sangue divino.
Con la remissione del peccato viene ritrattata la condanna all'inferno; quanto al purgatorio dipende dal dolore.
La Confessione toglie la pena temporanea. Alcuni peccati commessi in gioventù dovrebbero avere tante conseguenze da far dire anche in età avanzata: Io sono stato peccatore! Ho perduto un numero infinito di grazie. Il Signore però dispone che la Confessione tolga anche la pena temporale. Non ci facciano dunque tanto spavento i nostri peccati, quanto la nostra ostinazione. Abbiamo paura della nostra cattiva volontà, della mancanza di sincerità nel dolore. Temiamo Dio: se non temiamo di disgustarlo, temiamo almeno la sua giustizia!
Se avremo un vero timore di disgustare il Signore, noi entreremo nel regno della misericordia. Pietro, che avrebbe dovuto succedere a Gesù nel governo visibile della Chiesa, non esitò a negare il suo Maestro. Egli però si pentì, pianse e | [72] Gesù non lo tolse dal suo ufficio, bensì gli disse: «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle»9, ossia resta pure ove ti ho costituito: a capo della nascente Chiesa, composta di Apostoli (vescovi) e di semplici fedeli.
Qui sopra vi sono alcuni che non hanno fede. Si sono confessati e dubitano ancora. Ma che razza di fede! E questa è delicatezza? No, è mancanza di fede, è ostinazione.
Subito dopo la morte cessa ogni speranza nella divina misericordia, perché si entra nel regno della giustizia. Quaggiù però siamo nel regno della misericordia; approfittiamone e non temiamo.
Gesù disse a S. Pietro di perdonare non solo sette volte, ma settanta volte sette10. Camminiamo sempre nella via dell'umiltà,
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mai in quella della disperazione! L'anima che non confida nel perdono, fa male.
Ma io credo che Gesù è buono, tuttavia non son capace a confessarmi. E credi tu forse che Gesù abbia stabilito condizioni assai difficili per ottenere il perdono?
Le figliuole scrupolose, oltre a poca speranza, hanno di solito poca carità con Dio e con le sorelle. Delicatezza, non scrupoli!
Scrupoli e malinconia, mandateli via!.
La Confessione dà grazia per schivare il peccato. Essa produce due sorta di effetti: quanto al passato toglie il peccato e quanto al futuro dà grazia per schivarlo.
La Confessione ci rimette in condizioni da poter operare il bene. Il bene fatto in stato11 di peccato, noi lo sappiamo, non ha valore per la | [73] vita eterna; è solo utile ad ottenere il perdono. Ma una volta perdonati, il bene compiuto prima del peccato torna ad essere meritorio non meno del bene che si compie di lì innanzi.
Quanto alla scelta del confessore: in generale si distingua sempre tra Confessione e Direzione. Qualcuno vi dirà diverso credendo di aver ragione. Vedete: se mi dite che uscite senza paracqua io vi approvo perché in questi quattro ultimi mesi ha fatto sempre sole, ma se in un giorno che piove io vi dicessi: Lasciate l'ombrello, non direi giusto. Così riguardo alla direzione spirituale: può venire occasione in cui si debba far eccezione alla regola. Io però vi dico che la direzione vi conviene prenderla dalla Congregazione.
Riguardo alla Confessione abbiate un confessore approvato dal vescovo12 e cercate sempre il migliore.
Se avete da acquistare delle case, voi cercate le più spaziose ed arieggiate e non v'ingannate; lo stesso fate nelle cose spirituali. State però a quel che dispongono i vescovi.
La Confessione per le suore è valida e lecita se è fatta a qualunque confessore approvato per donne, purché
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sia in chiesa od in un oratorio pubblico o semipubblico; in privato è illecita e invalida. Oratorio pubblico o semipubblico si ha quando possono ascoltarvi la santa Messa i fedeli che capitano. La chiesa di una villa privata, la cappella concessa ad un infermo perché possa ascoltare la santa Messa sono oratori13 privati.
[74] Le probande sono come le secolari: io parlo alle novizie e professe.
Per chi non ha i voti e non è novizia, basta qualunque confessore, purché approvato dalla Chiesa.
La religiosa ordinariamente si confessi ogni otto giorni dal confessore designato, scelto cioè dalle Maestre, ma con l'approvazione dell'autorità diocesana.
Può una suora chiamare un confessore straordinario? Sì.
Noi non dobbiamo né allargare né restringere le sapienti norme della Chiesa, però una superiora può lecitamente dire: Da quel confessore non andare!
La libertà che la Chiesa lascia è per il bene o per il male? Per il bene! Se una ne abusa, tocca alla Maestra correggerla. E se una suora volesse andar tutti i giorni a confessarsi? No, no! Compatite le debolezze umane, ma non assecondatele!
Supponete vi sia una suora in letto ammalata; viene un sacerdote a trovarla che non è quello approvato dal vescovo, né concesso come straordinario. Se la suora chiedesse di confessarsi, l'assoluzione sarebbe lecita e valida? No, perché non è in oratorio pubblico.
Perché la Confessione sia valida e lecita bisogna che la malata chieda il confessore della comunità, (anche straordinario), oppure si alzi e vada in chiesa. La cosa è chiara. E se la persona fosse moribonda? Allora tutto è lecito: un moribondo può confessarsi da chiunque, anche da | [75] un sacerdote eretico, specie se avesse ripugnanza a confessarsi da un altro.
Disposizioni per ben confessarsi. Sono sempre le stesse: esame, dolore, proposito, accusa e assoluzione. Ma perché la confessione riesca più fruttuosa, la suora deve far di più e cioè pregare assai, questo specialmente prima e dopo la confessione mensile ed annuale.
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L'esame si faccia sui doveri speciali e sul proposito principale.
L'accusa sia ben chiara e se si tratta di cose delicate si dica: Sono religiosa, perché i peccati contro i voti sono peccati doppi. Ciò devesi fare nei casi straordinari; negli ordinari non è necessario.
Giova cominciar l'accusa così: Ho fatto la penitenza, la Comunione tutti i giorni e sono religiosa.
Dolore. Quanto al dolore, se si ha la contrizione si riceve il perdono prima della confessione.
Dopo l'atto di dolore perfetto è ancor necessario confessarsi? Sì! Dopo l'atto di contrizione perfetta per un peccato mortale commesso, si può far la Comunione senz'altro? No!
Se un'anima è in peccato mortale e alla sera s'addormenta con la contrizione perfetta, morendo, va all'inferno? No!
Al mattino però può far la Comunione? No!
Questi giorni di santi spirituali Esercizi servano ad ottenervi il perdono e la grazia di confessarvi bene.
[76] Le confessioni delle Figlie di San Paolo siano sempre sante; accompagnate da tanto zelo per l'acquisto delle sante indulgenze.
Le indulgenze finiscono di cancellare la pena che abbiamo meritato coi nostri peccati.
Siamo zelanti e al mattino in cui generalmente si è meglio disposti, si reciti la preghiera: Eccomi, o mio amato e buon Gesù.
Non si dica: Eh, dal purgatorio si esce ancora!. Ah, se provassimo per un minuto che cos'è il purgatorio! Dio ci liberi da tanta pena!
Vedete com'è ricca la misericordia di Dio? La Confessione toglie i peccati perché Gesù Cristo paga i nostri debiti. Che cosa rimane adunque? Rimangono i meriti e quel tanto di grazia e di virtù che ogni anima ha acquistato.
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1 Personaggio protagonista dell'opera di letteratura infantile Le avventure di Pinocchio di Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini (1826-1890).
2 Espressione dialettale per indicare una persona che è sempre di parere contrario.
3 Bene comune, benessere.
4 Circolare Interna delle Figlie di San Paolo.
5 «Voce del popolo, voce di Dio».
6 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo…, o. c., p. 416.
7 «In nome di Cristo e in persona di lui».
8 «Secondo le disposizioni dell'orante».
9 Gv 21,15-16.
10 Cf Mt 18,22.
11 Originale: istato.
12 Norme riguardanti la Confessione delle religiose, CDC del 1917, can. 595, ecc. Vedi Costituzioni FSP del 1932 art. 103.
13 Originale: oratorii.