Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XI
LE MAESTRE E L'ESATTA OSSERVANZA

[91] La professione religiosa canonica è il contratto che avviene tra l'aspirante e la Congregazione. La Congregazione s'impegna di accettare l'aspirante per aiutarla nell'opera della sua santificazione ed accetta la sua cooperazione. E d'altra parte l'aspirante s'impegna a dare le sue forze ed ogni suo bene alla Congregazione.
Quando entrate in religione, portate quanto più è possibile. Non bisogna poi dire: La casa non ha questo, non ha quello, sebbene: Noi non abbiamo.
Alcune portano la salute, questa vale più di diecimila lire. Altre portano abilità, sono istruite, questo vale più di ventimila lire. Altre portano buon senso e questo val più di trentamila lire. Altre ancora portano spirito religioso, il che val più di cinquantamila lire.
Tutto ciò che si porta alla Congregazione è dote. E se portate anche abilità al canto e al suono, portate una maggior dote.
Ognuna può avere tesori di mente e di cuore | [92] che non si possono pesare sulla bilancia. Nessuna però si stimi molto; nessuna creda di portar gran cosa perché può darsi che insieme a quel poco di positivo vi sia molto di negativo.
Perché giudicare le sorelle da meno? Amatele, amate la vostra Congregazione e arricchitela! Non venite per trovare in essa una posizione. Al giudizio di Dio, la prima responsabilità sarà il bene fatto alla Congregazione, la seconda il bene alle anime. Tutte siete debitrici alla Congregazione.
Alcune ogni giorno imparano qualcosa di nuovo: un giorno a dattilografare, un altro a confezionare un abito, un altro a far la minestra...
Vi sono delle Figlie che ogni volta che vanno in propaganda acquistano qualche nuova cognizione.
Purtroppo, però, col crescere degli anni noi ci persuadiamo di aver dei meriti.
Con la professione inoltre, si perde parrocchia e diocesi perché, entrando nella Congregazione, si deve essere sempre disposti ad andare ove il Signore, per mezzo dei superiori, dispone.
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Come si formano le suore alla vita comune?
Per formare alla vita comune bisogna condurre una vita di carità, di pazienza e di preghiera. Le Maestre la inculchino in primo luogo perché essa è il bene massimo della Congregazione e siano esempio di vita comune in tutto, specialmente nelle pratiche di pietà. Il superiore non è tale come nel concetto umano, quasi fosse degno di maggiori onori perché ha uffici più elevati.
Voglio dire: le suore diventando Maestre restano suore. Non si permettano eccezioni sulla pietà; si confessino come le altre ogni otto giorni, | [93] non leggano libri perché non sono osservate, siano vere maestre in tutto, specialmente nella pietà: Messa, Visita, rosario, meditazione, orazioni del mattino e della sera, giaculatorie, ecc.
Se al ritiro, voi Maestre siete alquanto disturbate perché dovete tenerlo alle altre, incominciate mezza giornata prima, ovvero continuatelo mezza giornata dopo. I superiori debbono tendere alla perfezione come i semplici religiosi.
A volte una suora è superiora solo per l'età, o perché ha qualche speciale attitudine.
Siate Maestre anche durante gli Esercizi. Date buon esempio con lo stare raccolte. Maestra non vuol dire fuori regola sebbene suora di maggiori meriti che all'uopo sa sacrificarsi e magari trasportare le proprie occupazioni per amore agli esercizi comuni.
Se fate meditazione alle altre, aggiungete dieci minuti per voi. All'esame sui doveri verso le sorelle segua l'esame sui doveri verso voi stesse. Siate vere maestre di spirito! Tanto più che le case nostre son giovani e composte di giovani.
La gioventù annunzia un buon avvenire. In una famiglia di molti bambini si consuma e si strappa, ma cosa farci? Ci vuol pazienza! Domani i bambini non saran più bambini.
Nelle case voi siete maestre di spirito: maestre di probande però, non di novizie! Inculcate nelle suore idee giuste riguardo alla vocazione. La camera della Maestra sia la più povera; i motivi per dispensarsi dalla vita comune siano i più gravi.
Vi sono case in cui le nostre bambine-suore credono di dover far gran che per la Prima Maestra, servendola1 in modo
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speciale. La divozione ai | [94] superiori, ammonisce il Diritto Canonico, non si riduca a leziosaggini.
Le Maestre devono avere un ufficio bello, non per sé ma per gli altri, le loro stanze però devono essere le più povere.
Alla Prima Maestra, in visita nelle case, date vitto comune. Le farete più piacere!
Il Sinodo prescrive che ai vescovi in visita pastorale venga servita una sola pietanza.
Come si fa ad essere maestre di povertà mentre si vuole un aiuto per vestirsi e che si puliscano le scarpe, ecc.? Tuttavia ci sono delle circostanze in cui non solo bisogna porgere il cuscino, ma anche il braccio. Questo però si faccia più facilmente ad una giovane che ad un'anziana.
Ma... e non si deve aver cura?.
Sì, però non così. I superiori bisogna amarli evitando loro i dispiaceri affinché possano aver forza per compiere i loro doveri, procurando loro in sostanza delle vere consolazioni.
Maestre dunque di spirito, maestre nella pietà, adottando e applicando per le prime il metodo via, verità e vita.
Vedete? Ritorno sempre sulle stesse cose: mi paiono tanto importanti!
Le eccezioni, in alcuni casi, devono esserci perché, ripeto, le cose vanno prese nel giusto senso. Ad esempio, è giusto che abbiate una stanza più decorosa per ricevere i forestieri; che le suore le quali compiono lavori di speciale entità abbiano maggiori riguardi.
Le Figlie di San Paolo dovrebbero essere le più libere da scrupoli, ma le più esatte nell'osservanza; le più povere, le più comuni. In questo siete state ben abituate. Conservate le buone abitudini! Quel | [95] farsi portar sempre dietro lo sgabello, quell'avere una stanza da pranzo a parte, quel pretendere giardini fioriti... ah, non è per voi!
Vi è un modo di essere infermi anche da religiosi.
S. Francesco di Sales dice che al re infermo si dà anzitutto un purgante, poi brodo di gallina o di altra carne e non brodo di perle2.
E voi vorreste un brodo di perle?
Pregate perché il Signore vi faccia la grazia di ben comprendere l'ufficio di Maestre. Se lo capirete, farete tanto! Quando vi è una buona Maestra vi è tutto, perché lo spirito si conserva.
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E il resto? Verrà da sé. «Quaerite primum regnum Dei et justitiam eius et haec omnia adjicientur vobis»3. Domandate al Signore buone Maestre e tutte le volte che viene qualcuna dal Centro a visitarvi state a quel che vi dice e approfittatene. Non prendete la visita come un'inchiesta di carabinieri. Ah, domandiamo davvero al Signore buone Maestre! La Congregazione, quando avrà delle brave Maestre, raddoppierà i suoi frutti. Dove vi sono brave Maestre le suore sono davvero edificanti. Le loro case sembrano nidi di angeli che spargono e seminano il bene attorno pur crescendo esse stesse ogni giorno in virtù.
Le Maestre debbono avere una certa istruzione per compiere con sapienza il loro apostolato; essere istruite per la redazione fino a saper indovinare i bisogni speciali di ogni nazione. Ad esempio, altro è quel che occorre in Italia, altro in Francia, altro in Cina. In Francia vi è il comunismo, in Cina il paganesimo ed il protestantesimo, in Italia è necessario lavorare per la santificazione | [96] della festa, lo spirito liturgico, la formazione della gioventù.
Ogni Maestra chieda al Signore anche la scienza. Quando non si sa, come si può essere efficaci sugli altri?
Chieda di prendere ogni cosa nel suo giusto senso per collaborare con la Chiesa, col Papa, coi vescovi, coi parroci.
Chieda uno spirito di precisione.
Chieda di riuscire non solo nella povertà negativa, sebbene anche nella positiva ossia nella beneficenza.
Siate istruite e coraggiose! Le opere nella Chiesa vivono con le offerte dei buoni. Dietro i nostri libri perciò curate vi sia sempre: offerta non prezzo.
Se la beneficenza è esercitata con sapienza e con coraggio è proprio secondo lo spirito religioso. Si sia maestre anche di sapienza comune, ossia di buon senso e non meno maestre nella parte tecnica onde insegnare qualcosa a tutte per quanto si può, affinché la Congregazione si senta sempre più sostenuta.
Se poi potrete conoscere, non dico medicina, ma almeno le cose più comuni per la conservazione della salute, gioverete assai alle figlie. A volte, con piccole precauzioni, si risparmiano
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lunghe malattie. Quando noi stiamo bene ci sembra che tutti debbano star bene. E invece, bisogni ve ne sono!
Le madri di famiglia sanno tante cose utili ai loro figli. Le Maestre su questo punto le imitino bene.
Abbiate cura della casa perché vi regnino pulizia e ordine. Alcune case, sebbene osservanti | [97] della povertà, pure sono assai pulite ed ordinate: s'impari da esse!
Vigilate inoltre perché la sera si vada a letto per tempo: si sia molto attente a questo! Per quanto la salute lo comporta bisogna praticare il detto: Presto a letto e presto fuor di letto. Alle volte s'incomincia a rimandar la levata per una certa compiacenza che si prova nel dormire; poi, poco per volta, la compiacenza diventa necessità. E così si perde la mattinata, perché se non s'incomincia presto... Quelle che valgono son le prime ore!
Certe case hanno bisogno di speciali attenzioni perché sono disturbate dalla grande vicinanza di altre abitazioni ovvero dalla lontananza della libreria.
Si curi inoltre che i locali vengano usati per quello a cui furono adibiti. La cappella serva allo spirito, la libreria all'apostolato e la cucina al corpo. Se non vi è la cappella vi sia una camera in cui vi raduniate per pregare. Essa sarà santificata in attesa che venga ad abitarvi il Signore.
Attenzione anche alla cucina: per non spendere troppo e per sovvenire alle vere necessità del corpo.
Chi riesce nella cura della casa? Chi non ha egoismo, perché l'egoista fa se stesso oggetto di ogni precauzione; diviene come un piccolo idolo che vuol essere riverito.
«Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire»4, dice il Signore. Crescendo la famiglia, crescono quei che si fan servire e diventano padroni del nostro tempo e delle nostre energie. Vi sono figliuole sempre pronte a servir tutte; esse hanno grande carità; per lo spirito si | [98] alimentano prima loro, ma per il corpo, adoperano soltanto i mezzi strettamente necessari alla conservazione.
Ognuna cessa di essere superiora o Maestra quando, mettendosi dietro le altre, non dice: Andiamo, ma: Andate. Non
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si dica però che la Maestra è superba perché si mette a capo tavola. Quello è il posto che le conviene. Del resto non tutti possono andar all'ultimo posto! Il Diritto Canonico dice che bisogna osservare un certo ordine di precedenza. Ed è giusto; per la pietà, per lo studio, per l'apostolato è necessario un capo!
La Maestra dev'essere un'anima molto fervorosa; essa, in quanto le è possibile, compia le pratiche di pietà con le altre. Eh,... non c'è solo la maestra di storia, di geografia o d'aritmetica, ma anche la maestra della vita comune, della vita religiosa! Questa è la più importante.
Stamane son sicuro di aver toccato i punti fondamentali. Sì, la Maestra sia maestra di benevolenza, di pace, di spirito, che tutte incoraggia, tutto vede, parla poco e tutte assiste. Vedere venti cose, tacerne diciotto e dirne due e intanto provvedere anche alle altre cose, non però assalendo con sgridate.
Si sia equilibrate; non si pretenda che le altre facciano quel che noi non sappiam fare.
Le camere poi, si ricordi, non ci sono per nascondere le debolezze; le conferenze spirituali non ci sono per far delle leziosaggini. La direzione spirituale non è un accarezzamento. Le camere ci sono perché il bene si possa fare più liberamente. Ad esempio, se una deve studiare, non può stare dove tutte vanno e vengono, non vi pare?
[99] Le librerie siano santificate! Quando c'è bisogno di tante chiavi, diceva un santo, le comunità non vanno più bene! Le chiavi si tengano per conservare cose pie, ad esempio le lettere confidenziali (testimonianze sulla condotta delle figlie, lettere delle figlie lontane, ecc.).
Vigilate! Non c'è niente da ridire se le Figlie di San Paolo fanno le autiste; ma le altre cose si evitino, assolutamente.
Nei particolari state a quanto vi dirà la Prima Maestra; io non discendo alle minuzie. Qui vorrei un esame più profondo e più intimo. Vi sono alcune cose da aggiungere e altre da togliere.
E così per i libri di pietà: si stia a quelli indicati da Casa Madre.
Le suore addette alle librerie siano sempre assai pulite e ordinate, nessuna però si conceda piccoli indumenti particolari, talora poco conformi alla povertà. Siate uguali in tutto, come sorelle. Le figlie in una stessa famiglia sono sorelle.
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1 Originale: servondola.

2 Cf Barberis G., Vita di San Francesco di Sales, o. c.

3 Mt 6,33: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».

4 Cf Mt 20,28.