IX
STATO RELIGIOSO
[76] Si accede allo stato religioso passando per varie prove. La prima è il probandato, dove la giovanetta che aspira alla vita religiosa si accosta all'Istituto per conoscere se fa per lei, se è secondo i suoi desideri e il suo carattere. E la Congregazione prova se l'aspirante ha le qualità, le tendenze, le aspirazioni che si richiedono nell'Istituto; le attitudini fisiche, morali, intellettuali e spirituali.
[77] Nella Pia Società Figlie di San Paolo si richiedono, come nelle altre Congregazioni, delle qualità che in parte sono comuni per tutte ed in parte sono proprie dell'Istituto.
Ad esempio, di solito non si accetta come missionaria una figlia che abbia scarsa salute; viene quindi rimandata perché non potrebbe continuare in tale genere di vita.
Così tra le Figlie di San Paolo si richiedono speciali attitudini, anche fisiche, e non solo la salute ma altresì bella presenza, ecc. Si può accettare una mora? Si può, ma bisogna che l'Istituto possa mandarla nei luoghi che le convengono. Un tempo non si poteva, ora è più facile. In Francia, frequentemente s'incontrano persone di altre razze perché la Francia ha molti possedimenti. Lo stesso avverrà presto anche in Italia per la recente conquista dell'Abissinia1. Ci vuole una certa vista; non possono essere ammesse le notevolmente deformi, le non resistenti alla fatica, ecc.
È sempre utile che il medico dia il suo parere, sebbene talora vi siano da fare altre considerazioni che esulano dall'intelligenza e dal giudizio del medico. Nonostante che in casa nostra vi siano molte mansioni, tuttavia da tutte richiedesi una certa intelligenza per capire i voti e la missione. Quelle figliuole che non capiscono la missione non possono essere ammesse in nessuna delle due classi.
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Vi sono religiose che non hanno bisogno di questo grado di intelligenza. Ho visto un convento ove si tesse continuamente tela da saio per i frati. Voi non avete solo la tela!...
È necessaria per voi l'attitudine delle pie | [78] donne che non solo seguivano Gesù, ma si circondavano di figliuole e ne formavano lo spirito.
Se non si sa il catechismo, si capisca almeno l'importanza della missione! Il catechismo si apprenderà.
Una giovane anche intelligente che però non capisce l'apostolato, non può fare i voti. Si vigili qui perché altrimenti alcune anime non avranno mai un po' di conforto nella loro vita. Quando non si capisce l'apostolato non si hanno le intenzioni sufficienti per la nostra ora di adorazione, non si afferra il metodo via, verità e vita!
Attitudini morali. Sono la vita illibata, una obbedienza provata, l'amore alla povertà. Non si richiedono i tre voti, ma le tre virtù: non la vita comune della religiosa, ma la vita comune della probanda. Oltre a queste doti si richiede un buon carattere perché vi possono essere alcune che osservano i voti, ma hanno un carattere bizzarro. Le altre vanno a dormire, lei vorrebbe pregare; dà molta importanza alla Via crucis e poca alla Comunione. Si sia equilibrate! Quando dei giovani domandano di entrare fra le Guardie reali o fra i Carabinieri vanno soggetti alla visita medica ed a tante altre cose.
Vi son delle figlie che sono delicate e obbedienti ma bisbetiche. Se le altre vanno avanti, esse vorrebbero stare indietro; se stanno indietro vorrebbero andare avanti. Voi rilevate subito le non adatte specialmente da quelle tendenze che hanno verso i secolari o anche verso i membri della stessa religione per cui è necessario un certo rispetto.
Impiegatevi tutte ad allontanare il male; ma | [79] questa è fatica negativa: ci vuole anche la parte positiva!
Fare i fossi è una bella cosa, ma il terreno scavato così profondo non è adatto a piantare i cavoli! Se la Congregazione dovesse esaurirsi nello scavar fossi per separare i suoi membri dal male, se dopo la professione dovesse sorvegliare le suore come le probande, che succederebbe? Non bisogna dire che le figlie energiche ed attive siano senz'altro da escludersi; a volte l'essere birichini è un bene. Don Bosco preferiva fanciulli birichini.
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Una volta, all'aria aperta, egli confessava e nello stesso tempo sorvegliava la ricreazione. Un bambino, attendendo il suo turno, inginocchiato com'era, staccò un grappolo d'uva e lo mangiò. Don Bosco che aveva osservata la cosa, tacque, ma giunto il momento gli disse: Hai finito? Ora vieni a confessarti!
Generalmente tutti coloro che hanno delle belle qualità hanno insieme dei brutti difetti. Voi non pretendete mai gente senza difetti. Guardate piuttosto che vi sia un fondo di buona volontà. Un albero può avere tanti difetti ma per il legno è senza dubbio utile a qualcosa, non fosse altro a diventar legna da ardere.
Da una persona che ha attività ed energia si richiede sincerità e buona volontà di correggersi; il cadere qualche volta è frutto di fragilità umana. Quelli che sembrano tanto maturi, a volte, fanno certe gherminellone! Bisogna prendere i figli di Adamo ed Eva come sono!
Se da principio però si potevano ammettere con facilità le fanciulle perché si conoscevano e parroci e famiglie e paesi, ora non è più così ed è perciò necessario prendere tutte le informazioni | [80] d'uso: dai parroci, dai medici, dalle maestre e dai probandati ove la postulante può aver trascorso qualche tempo.
Oh, per le vocazioni stabilite delle preghiere! L'avvenire della Congregazione dipende da esse.
Noviziato. Nel noviziato bisogna distinguere l'aspirante (persona fisica) dalla religione (persona o ente morale). La persona fisica sta da una parte, la persona morale dall'altra. Esse tendono ad unirsi. Quest'unione avverrà quando la persona fisica dirà: Io mi dono tutta a te. E la persona morale: Io ti accetto.
Avviene cioè un vero contratto come se un orefice volesse vendere una bella perla ed una cliente acquistarla. La cliente osserva se la perla è veramente preziosa e l'orefice pensa al prezzo che può richiedere per essa. Tutto considerato si viene all'accordo ed uno vende, l'altra compera.
L'aspirante è paragonata alla cliente perché osserva se l'Istituto fa per lei e l'Istituto è raffigurato nell'orefice il quale pondera se è il caso di stipulare il contratto.
Nel probandato e noviziato si fa la conoscenza scambievole finché alla professione si conclude: Io intendo star qui; e: Io ti accetto perché mi pare che tu possa portare un contributo spirituale e morale alla vita della Congregazione.
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L'Istituto ha una vitalità assai importante e complessa e non può ammettere elementi che non gioveranno al suo benessere. Nel dubbio non potrà farsi l'accettazione. L'aspirante non ha diritto ad entrare, ma l'Istituto, essendo già in vita, ha diritto all'esistenza. Farebbe peccato grave chi | [81] accettasse una giovane non utile, né necessaria all'Istituto. Le persone che ammettono alla vestizione e alla professione si fidino delle suore tenute a dar relazioni e queste le diano con giudizio.
A volte può avvenire si ammetta qualcuna che in tutta la sua vita si fa poi servire... Vigilate sempre molto sulla schiettezza e sincerità.
Chi ha più diritto alla carità, l'aspirante o l'Istituto? L'Istituto! Si deve amar prima noi o prima gli altri? Noi. Possiamo noi fare un peccato per evitare un peccato negli altri? No.
La seconda prova è il noviziato. Per l'ammissione al noviziato si richiede: 1) che si sia compiuto il quindicesimo anno di età; 2) che il noviziato si faccia per un anno intero e continuo; 3) nella casa del noviziato.
Una persona ragionò così: Ti conviene andare a casa quest'anno altrimenti poi entri in noviziato e non puoi più... Guarda di farti mandare un telegramma che la nonna è in fin di vita... Questo non va bene.
Il noviziato sia trascorso integralmente con l'abito religioso. Ciò però non si richiede per la validità, quindi se le circostanze lo richiedono si può anche togliere l'abito.
Le novizie non possono appellarsi se non alla Maestra delle novizie o sotto-maestra, perché lo schivare un superiore nel noviziato fa temere un pericolo di doppiezza.
Nella vita c'è la tentazione di scrivere alla Maestra lontana, per eludere la vigilanza della Maestra vicina. Se c'è questa tentazione si vinca per tempo.
[82] Dal noviziato si passa alla professione.
La professione religiosa si può riguardare sotto l'aspetto giuridico ed ascetico. Sotto l'aspetto giuridico la professione è un contratto bilaterale fra l'aspirante e la religione.
Ci sono figliuole nel mondo che si consacrano a Dio e promettono di vivere in castità perpetua, obbedienza al confessore e povertà in quanto è conveniente alla loro condizione
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sociale. Questo non è fare i voti religiosi, quantunque potrà darsi che queste figlie siano più diligenti ed osservanti delle stesse religiose.
Il voto religioso fa sì che la persona non si offre a Dio direttamente, sebbene2 per mezzo della Congregazione, di modo che essa è della Congregazione quanto sono della Congregazione i candelieri e la pisside. Guai a quelle suore che non accettano gli uffici quando ne sono capaci! Queste si sottraggono alla Congregazione. Farebbero meglio ad uscire. Il non accettare gli uffici è cosa molto seria; è uno dei rari casi in cui il disobbedire è peccato grave.
Ma io far l'assistente, guardar le altre?... Non mi sento.
Lo credo, fate però quel che potete. Ma non riesco.
Ti pare; incomincia con l'applicarti, col mettere nel nuovo ufficio tutte le tue energie.
Quando avete un impiego, non ponetevi nell'impossibilità di compierlo col pretesto che non ne siete capaci.
Il voto non si fa a Dio direttamente; deve essere accettato dalle Maestre. Se esse non sono | [83] presenti all'emissione non importa, purché intendano ammettere. L'accettazione dev'essere fatta a nome della Chiesa.
La professione sotto l'aspetto ascetico è un impegno grave di tendere alla perfezione.
Un religioso può dire: Io cambio il proposito principale e invece di combattere l'ira, combatto la superbia, ma non può dire: Io rinunzio a tendere alla perfezione, cambiando l'abito, l'orario, le regole che accettai il giorno della professione. Non può dire: D'or innanzi adoprerò per perfezionarmi mezzi diversi da quelli che mi dà l'Istituto, perché li ha accettati con solenne promessa, non con un semplice proposito.
È tanto bello considerare nella Visita, quando il tabernacolo è aperto, la pisside che sporge dalla porticina. Lì c'è Gesù che mentre guarda noi manda i suoi angeli a raccogliere i più bei fiori, cioè le vocazioni. Siate anche voi questi angeli! Non toccateli i fiori ma aiutateli! Se sarete fiori di vocazioni e lavorerete per portare altri fiori a Gesù, avrete molti meriti.
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1 Nel 1936 le truppe italiane conquistarono l'Abissinia, stato africano attualmente chiamato Etiopia, che riacquistò l'indipendenza nel 1942.
2 Originale: ebbene.